Società ginnastica milanese Forza e Coraggio ( 1870 - )
Tipologia: Ente
Tipologia ente: Ente di cultura, ricreativo, sportivo, turistico
Altre denominazioni:
- Società anonima cooperativa Forza e Coraggio [Cronologia:]
- Società ginnastica milanese [Cronologia:]
Sede: Milano
Codici identificativi
- MIDB000D78 (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]
Profilo storico / Biografia
La Forza e Coraggio nella storia dello sport milanese
di Sergio Giuntini
Ancora nel maggio 1988, sulla rivista di critica e storia dello sport “Lancillotto e Nausica”, Vincenzo Fannini e Lauro Rossi parlavano di "Scaffali pieni di buste vuote, alludendo con ciò alla scarsità della documentazione archivistica sul fenomeno sportivo reperibile presso gli istituti pubblici di cultura. Una opinione che, a qualche anno di distanza, possiamo dire improntata da un forse eccessivo pessimismo.
Da allora ad oggi, infatti, sono apparsi alcuni pregevoli studi storico-sportivi che si basano proprio su fonti prevalentemente di archivio. Pensiamo in particolare a “L’Italia in palestra. Storia, documenti e immagini della ginnastica dal 1833 al 1973” (Roma, 1992) di Patrizia Ferrara la quale, per la sua stesura, ha attinto in larghissima parte ai fondi del Ministero della pubblica istruzione conservati dall’Archivio centrale dello Stato e, più segnatamente, alle carte dell’ “Ufficio personale” (1860-1880) per ricostruire le biografie professionali dei maggiori ginnasiarchi italiani del XIX secolo, e a quelle del “Segretariato generale” (1861-1894) in ordine ai sodalizi ginnastici di più antica data.
In secondo luogo non si può non menzionare un altro importante volume, “Accademiste ad Orvieto. Donne ed educazione fisica nell’Italia fascista 1932-1943” (Perugia, 1996). Curato da Lucia Motti e Marilena Rossi Caponeri, anch’esso si è avvalso precipuamente di documenti originali custoditi dalla Sezione orvietana dell’Archivio di stato di Terni. Le stesse vicende sportive si possono dunque riscrivere vagliando fonti di prima mano, e non soltanto gli organi di stampa, e utilizzando gli strumenti e le tecniche più tipiche del lavoro storico.
E a questo proposito rinviamo ad un ulteriore brillante saggio di Patrizia Ferrara, “I luoghi e i perché della documentazione sul tempo libero nella carte della Pubblica Amministrazione tra Ottocento e Novecento”, ospitato dal periodico “Storia in Lombardia” nel numero 1-2 del 1995.
Ma non basta. Anche due recenti convegni sono stati dedicati a questo stimolante tema. Uno, intitolato gli “Archivi storici. Le sudate carte”, tenuto alla Scuola dello Sport di Roma il 23 maggio 1995; l’altro, svolto a Milano il 29 gennaio 1997, avente per oggetto “Dagli archivi dello sport al museo dello sport”. Infine vale annotare che, già nel 1994, l’Associazione Amici Museo dello Sport di Genova aveva dato alle stampe un repertorio scaturito dal 1° censimento degli archivi storici delle società sportive liguri: una ricerca che ha monitorato i materiali posseduti da 64 associazioni locali d’anzianità anteriore al 1940.
All’interno di questo processo si inscrive pertanto pure il presente Inventario – a cura di Paolo Pozzi e Daniele Pelandi – dell’Archivio della Società Ginnastica Milanese "Forza e Coraggio (1870-1970).
Un lavoro di riordino oltremodo utile, dimostrando le potenzialità degli archivi storico-sportivi privati, e necessario giacché viene ad offrire un importante strumento di consultazione e orientamento a tutti coloro che, di qui in avanti, vorranno ancora dedicarsi allo studio di tale glorioso sodalizio.
Com’è ampiamente inverato nei fatti dei suoi quasi 130 anni di vita, la “Forza e Coraggio” rappresenta senza dubbio un significativo pezzo di storia della città di Milano, un’istituzione cittadina cara al cuore di tutti i milanesi.
Per la storiografia sportiva l’interesse nei suoi confronti appare invece duplice, costituendo un osservatorio privilegiato attraverso il quale verificare due ipotesi di fondo.
1 – Tipologicamente la sua esperienza, a partire dalla fondazione, il 24 marzo 1870, rientra nella cornice più vasta del movimento risorgimentalista nazionale e nella progressiva politicizzazione di molti ambiti della vita civile nell’Ottocento. Politicizzazione veicolata, anche, da una capillare rete di organismi culturali, ricreativi e sportivi che, nell’età della “nazionalizzazione delle masse” analizzata da George L. Mosse, acquisisce una valenza assai peculiare quale fondamentale mezzo di mobilitazione simbolica e attiva delle collettività.
In questi termini, la medesima “Forza e Coraggio” partecipa in modo diretto all’epos post-risorgimentale e nazionalistico comune all’intero universo ginnastico italiano tra XIX e XX secolo. Ne è un soggetto non trascurabile, e anzi di assoluto rilievo, al punto che Fortunato Ballerini, uno dei primi e più qualificati storici del fenomeno ginnico, all’altezza del 1889 la colloca con la “Cristoforo Colombo” di Genova e la “Pro Patria” di Milano “alla testa del movimento ginnastico italiano per valore, per numero di ginnasti e per possibilità finanziaria”.
2 – Per altro verso essa consente d’esaminare il ruolo di Super-federazione, con ampio protettorato su numerose branche sportive (atletica leggera e pesante, nuoto, calcio) rivestito dalla Ginnastica agli albori dello sport italiano. La “Forza e Coraggio”, relativamente al caso emblematico milanese, avvalora cioè oggettivamente la bontà di questo assunto troppo sovente solo teorizzato o dato per scontato tout court. Vediamo brevemente in che modo ciò risponda al vero.
Il professor Vigilio Inama, insigne grecista e presidente della Società Ginnastica Milanese dal 1871 al 1890, nel biennio 1878-1879 ricoprì anche, contemporaneamente, la presidenza meneghina del “Club Alpino Italiano”. Dall’alpinismo al canottaggio. Tra i pionieri della “Canottieri Milano”, istituita il 30 novembre 1890, figuravano i seguenti soci della “Forza e Coraggio”: Alessandro Bonnet, Edoardo Calcaterra, Gustavo Dansi, Alessando Maffioli, Giulio Rebuschini, Giosuè Torriani, G. Sartorio, Enrico Rossi.
E il primo Consiglio Direttivo della “Canottieri” risulterà così composto: Rebuschini (Presidente), Torriani (Segretario), Sartorio (Vice-Segretario), Bonnet (Cassiere), Dansi e Rossi (Sindaci).
Di più, sempre riguardo agli sport acquatici sarà la “Forza e Coraggio”, l’8 aprile 1892 (ben prima della nascita, il 30 luglio 1895, della “Rari Nantes” dello scultore Giuseppe Cantù), a valutare l’opportunità di attivare una propria Sezione Nuoto; e fin dal 12 aprile 1886 aveva indetto una importante prova natatoria sul Naviglio Grande, da Gaggiano alla Cascina Dosso presso San Cristoforo. Vinse allora Riccardo Galbiati, in 2 ore e 7 minuti, e un altro ex ginnasta della “Forza e Coraggio”, l’eclettico Amilcare Beretta, diverrà uno dei maggiori nuotatori del suo tempo: trionfatore in 103 gare e 42 volte secondo.
Da ultimo, restando in argomento, Ferdinando Bezzi fu anch’egli membro della Società Ginnastica Milanese e poi, dall’aprile 1898, ossia dalla fondazione, Presidente del primissimo sodalizio tuffistico d’Italia: la “Nettuno” di Milano.
Proseguendo in questa ricognizione, ci si imbatte ancora nell’atletica pesante. Sul Bollettino Mensile della “Forza e Coraggio” si poteva leggere nel novembre 1890: “Ai primi di ottobre si è costituito nella nostra città un Circolo Atletico sotto la presidenza del nostro socio Luigi Monticelli, ne fanno parte parecchi altri nostri soci …. e scopo della nuova Società è di esercitarsi nel sollevamento dei pesi, nonché nella lotta e nel pugilato”. Vale aggiungere che il marchese Monticelli Obizzi creò inoltre, nel 1902, quella “Federazione Atletica Italiana” che prelude all’odierna “Federazione Italiana Lotta Pesi Judo”.
Membro attivo della “Forza e Coraggio” risultava altresì, dal 1871, Federico Johnson nominato, l’8 novembre 1894, primo Presidente del “Touring Club Ciclistico Italiano”, e detto del ciclismo d’antan è d’obbligo accennare infine all’atletica leggera.
Il 29 dicembre 1896 a Milano sorse l’ “Unione Pedestre Italiana”: la più vetusta organizzazione atletica del nostro paese. Un’esperienza fugace, già consumatasi il 3 agosto 1897, e tuttavia a questa embrionale iniziativa concorse pure l’ “Ippogrifo”: un club podistico organicamente legato alla “Forza e Coraggio” di cui divenne “Sezione Pedestre” il 17 ottobre 1898.
Alla luce di queste molteplici esemplificazioni risulta del tutto chiara la centralità avuta dalla “Forza e Coraggio”, la “grande madre” dello sport milanese, nella genesi sportiva del capoluogo lombardo. Essa, avvalorando il modello interpretativo al quale abbiamo fatto cenno, fu all’origine della nascita di svariati sodalizi cittadini specializzatisi nelle più svariate discipline (oltre ai già citati ricordiamo la “Pro Patria”); e il prestigio indiscusso che le derivava da questo primato morale e organizzativo può essere debitamente proiettato sulla sostanziale indipendenza e autonomia che riuscì a mantenere pure in periodo fascista.
S’intende dire che, malgrado l’affiliazione alla “sovversiva” “Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue”, cui la “Forza e Coraggio” aveva aderito nell’iter di costruzione della Palestra e del campo di via Gallura, e il reiterato rifiuto, nel 1931, ad accettare l’imposizione alla Vice-Presidenza della Società di tal Angelo Galbusera, addetto allo sport del fascismo milanese, il regime non adottò mai nei suoi riguardi un atteggiamento d’eccessiva rigidità e intransigenza. Prova ne sia, che poté mantenere intatta durante il Ventennio la propria antica denominazione originale: un privilegio assai esclusivo, se solo pensiamo alla “Pro Patria” costretta ad assumere via via i nomi di Oberdan, Baldini, D’Annunzio, e della “Mediolanum” annessa al Gruppo Rionale Fascista Mussolini.
Per la “Forza e Coraggio”, insomma, il fascismo trascorse sostanzialmente come quella “parentesi” buia ma transitoria sulla via del liberalismo teorizzata da Benedetto Croce. Ripreso il suo instancabile cammino nel secondo dopoguerra, i frutti del grande lavoro, associativo e di “modernizzazione”, avviato negli anni sessanta, verranno a piena maturazione nei due decenni successivi con la leadership nazionale conquistata in una delle più giovani e plastiche forme di espressività sportiva: la Ginnastica Ritmica. Alla “scuola” di Elda Duca Cairoli, fioriranno alcune delle nostre massime rappresentanti mondiali e olimpiche in questa specialità coltivata con grande lungimiranza dalla “Forza e Coraggio”: Marina Odorici, Laura Casarotto, Manuela Stefani, Tiziana Fossati, Giulia Staccioli.
Il resto è presente, una avventura che dopo aver tagliato il traguardo ambito del centenario e dei 125 anni di presenza vitale sulla scena milanese, s’appresta al giro di boa del secondo millennio.
Un appuntamento colla storia al quale la “Forza e Coraggio” non mancherà certo; forte del suo illustre passato, che la sistemazione archivistica del proprio patrimonio documentale rende ancor più vivo e attuale, e del suo sempre giovanile entusiasmo volto ad affrontare e vincere le sfide del futuro.
Complessi archivistici
- Società ginnastica milanese Forza e Coraggio (1870 - 1984)
Fonti
- Grassi 1957 = Milano, Società ginnastica milanese "Forza e Coraggio", 1957.
- Viviano 1970 = Milano, Galli & Thierri, 1970.
- Colombo 1988-1989 = Tesi di laurea, Facoltà di Lettere e Filosofia, Cattedra di storia del Risorgimento, Prof. F. Della Peruta, Università degli studi di Milano, anno accademico 1988-89, pp. 353-411.
- Colombo 1990 = in "Lancillotto e Nausica", n. 1-3, 1990, pp. 68-77.
- Giuntini 1994 = Milano, Work team, 1994.
Compilatori
- Sergio Giuntini (Storico)
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/creators/1176