Comune di Tirano ( sec. XII - )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente pubblico territoriale

Sede: Tirano

Codici identificativi

  • MIDB0010EA (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]

Profilo storico / Biografia

La documentazione presente presso l’archivio storico del comune di Tirano è relativa al periodo della dominazione grigiona per cui diventa estremamente difficile poter collocare cronologicamente l’origine della comunità come ente giuridico.
Essa ha comunque origini assai remote; già nel 1140(1) alcuni vicini di Tirano ottengono dal vescovo di Como, Ardizzone, l’autorizzazione ad investire “nomine concilivi” ai conversi di S. Remigio alcune terre incolte “ad partem dicti communis”. Dall’atto si desume quindi che il comune di Tirano già esisteva, che trovava il suo riferimento, quanto a sovranità, nel vescovo di Como e che i conversi di S. Remigio non erano in “comune”.
La comunità appare di assai limitato peso demografico; partecipano, infatti, alla riunione di vicinanza poco più di 20 capi famiglia e se ne può desumere una popolazione complessiva di 150 persone, sparse in diversi insediamenti. La comunità possiede già, comunque, una sua organizzazione: appaiono, infatti, fin dal 1122 decani e nel 1228(2) podestà di Tirano; qualche anno più tardi (1248) è certa l’esistenza di un consiglio(3). Durante il periodo grigione (1512 – 1797) la comunità appare assai saldamente strutturata ed organizzata. Nuclei fondamentali di aggregazione sono le contrade, in numero di 12, alcune delle quali (Belotti, Vico, S. Maria, Capo di Terra, Campanile, Piazza, Bonazzi, Curti, S. Martino) concentrate nel nucleo principale ed altre (Rasica, Cologna e Baruffini) disposte perifericamente.
Le riunioni plenarie della vicinia si vanno frazionando in riunioni di contrada, con nomina da parte di ogni contrada di un proprio rappresentante in seno al consiglio, formato da 12 membri ed annualmente rinnovato. Nei casi più importanti il consiglio dei 12 dell’anno viene integrato con i membri dei consigli dei due anni precedenti, con formazione di un consiglio allargato, detto dei 36.
Fin dal 1283(4) appaiono esistenti le due classi sociali fondamentali, che si divideranno in modo paritario il potere fino al termine del periodo grigione: i nobili (poi detti gentiluomini) e i vicini (in seguito definiti contadini). La comunità è rappresentata dal decano che presiede il consiglio, provvede alle spese necessarie, dà esecuzione pratica ai deliberati; in altri termini esercita molte funzioni dell’attuale sindaco, al quale può essere tranquillamente assimilato.
Disposizioni statutarie assai analitiche (cap. 2 statuti) regolamenta le modalità per l’elezione del decano che deve essere ad anni alterni “gentiluomo” o “contadino” e che viene eletto dal consiglio dei 36 il giorno di S. Stefano. Il decano ha alle sue dipendenze gli incaricati della comunità, che sono numerosi e con compiti specifici. Il più elevato in grado è il notaio (o cancelliere o attuario) della comunità, che ha il compito di stendere i verbali dei consigli, ai quali partecipa, di redigere gli atti comunitari in genere, di tenere aggiornati i libri dell’estimo e di assicurare la necessaria consulenza in materia giuridica ed amministrativa al decano e al consiglio. Fra gli incaricati dalla comunità è di una certa importanza la figura del canepario, che ha competenze in materia finanziaria ed economica (si occupava in particolare dell’incasso e della gestione dei beni). “Canipa”, poi “canepa” o “caneva”, era, infatti, il locale ove erano conservati i beni delle famiglie o della comunità.
Gli “stimatori” hanno l’incarico di stimare i beni oggetto di esecuzione forzata e, in alcuni casi, di vendita, in specie quando occore che sia ufficialmente constatata la quantità o qualità dei beni oggetto di scambio. Vi sono poi gli agenti incaricati delle notifiche, sorveglianza, controlli vari.
Il “servitore di comune” provvede alla convocazione dei consigli, alle notifiche, a raccogliere le informazioni; spesso funge altresì da banditore. Le guardie sono variamente definite in relazione alle specifiche incombenze: i “saltari”, guardie campestri e dei boschi, gli “arbostari”, cui spetta la sorveglianza delle vigne durante il periodo di maturazione delle uve. Altro incarico di rilievo compete all’"incantatore della brenta" (misuratore), che “haverà li vasi di misurare vino e grano, stadere ed altri pesi giusti e bolati” (cap. 22 statuti).^^Altri incaricati della comunità sono i revisori dei conti del decano, il rettore dell’"ospitale", i rettori del monte di Pietà e i deputati alle chiese tra i quali rivestono particolare rilievo quelli del Santuario della Beata Vergine.
Possono infine essere considerati ufficiali di comunità coloro che esercitano il servizio di osteria, che, oltre al compito di ristorazione di loro pertinenza, dovono assolvere anche l’incarico dell’alloggio di forestieri “per quel prezio che sarà onesto” (cap. 30 statuti). Tutti o quasi gli incarichi comunitari sono retribuiti, ma nessuno, almeno di diritto, è esercitato “professionalmente”.
L’incarico di notaio, e a volte quello di canepario, possono essere più volte reiterati fino a divenire una vera e propria professione, ma sempre e solo in via di fatto e in casi isolati. Vanno infine ricordati gli “incantatori”, che sono funzionari che assumono in appalto, dietro versamento di un corrispettivo, l’incarico di effettuare controlli sui vari beni “tensi” (cioè protetti o limitati nell’uso) quali boschi, valli o zone determinate. Gli stessi hanno il diritto (e il dovere) di levare contravvenzioni, percependo parte del relativo corrispettivo. Nei secoli XVII (II metà) e XVIII a Tirano sono attivi vari istituti scolastici il cui funzionamento è assicurato da insegnanti religiosi retribuiti coi proventi di vari lasciti. In particolare meritano menzione la scuola “Marinona” e la scuola “Merizia”: la prima provvede all’istruzione superiore e la seconda a quella elementare dei fanciulli che ne vogliano usufruire, a titolo gratuito. Degno di nota è il fatto che il palazzo sede fino al tardo secolo XVIII della “scuola Marinona”, già sede del convento degli Agostiniani, sia poi divenuto sede del municipio di Tirano.
Tale assetto comunitario, abbastanza articolato e complesso, si mantiene di fatto inalterato fino alla fine del secolo XVIII, quando la Valtellina, usciti di scena i grigioni, rientra definitivamente a far parte dell’area lombarda.
Il materiale presente in archivio permette di ricostruire in modo abbastanza compiuto, unitamente alle disposizioni statutarie, il sistema e i rapporti con i dominatori grigioni nei secoli XVIXVIII; di particolare interesse risulta quello relativo ai verbali di consiglio, alle rese decanali, alle spese militari (1620 – 1639) ed alla Scolastica Marinoni.

Note
1. Cfr. PEDROTTI, Gli xenodochi.
2. Cfr. PEDROTTI, Gli xenodochi, p. 72.
3. Cfr. PEDROTTI, Gli xenodochi, p. 86.
4. Cfr. PEDROTTI, Gli xenodochi, p. 112.
5. Cfr. TIRANO, AC, Inventario 1672.
6. Cfr. TIRANO, AC, Relazione Carugo.
7. Cfr. TIRANO, AC, Inventario 1900.
8. Cfr. TIRANO, AC, Repertorio 1825.
9. Cfr. TIRANO, AC, Repertorio 1847.
10. Cfr. TIRANO, AC, Inventario Archidata 1990.

TIRANO, AC, Inventario 1672 = “Inventario di tutti li libri, liste, et altre scritture della comunità di Tirano …”, ms., 1672
TIRANO, AC, Inventario 1900 = “Inventario atti d’archivio municipale comune di Tirano”, ms., 1900
TIRANO, AC, Inventario Archidata 1990 = “Archivio storico del comune di Tirano. Inventario d’archivio”, a cura di Mariuccia Franzini, Paola Piasini, Gigliola Stampa, Graziella Vetti, Diego Zoia, Milano, 1990
TIRANO, AC, Relazione Carugo = “Relazione sui lavori di riordinamento dell’archivio storico comunale di Tirano”, datt., di M. A. Carugo, 1978
TIRANO, AC, Repertorio 1925 = “Repertorio dell’archivio comunale di Tirano”, datt., 1925
TIRANO, AC, Repertorio 1947 = “Repertorio dell’archivio comunale diTirano”, datt., 1947

Complessi archivistici

Fonti

  • Pedrotti 1957 = E. Pedrotti, Gli xenodochi di S. Remigio e S. Perpetua, Milano, 1957