Comune di Limonta ( sec. XV - 1927 )
Tipologia: Ente
Tipologia ente: Ente pubblico territoriale
Sede: Limonta
Codici identificativi
- MIDB001801 (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]
Profilo storico / Biografia
Terra del Lario orientale, fu feudo imperiale e soggetta, fino alla fine del XVIII secolo, alla signoria dell’abate del monastero di Sant’Ambrogio di Milano.
Nell’anno 835 i due paesi di Limonta e Civenna costituivano una corte, abitata da servi, in tutto soggetti al loro signore, che furono donati dall’imperatore Lotario all’abate di Sant’Ambrogio di Milano.
Mutando via via la loro primitiva condizione giuridica, le due ville si organizzarono in comunità rurali.
Non è chiaro il primo sorgere dell’organizzazione comunale in queste due terre lariane: il complesso delle competenze proprie dell’istituto comunitativo risulta chiaramente delineato solo negli “statuta locorum Civennae et Limontae” degli anni 1416 e 1418, modificati in parte nel 1589 e infine nel 1640, con un’ultima ristampa nel 1687.
Il pieno possesso del monastero di Sant’Ambrogio su tutta la corte, sul suo territorio e sui suoi uomini continuò con sicurezza fino al principio del XIV secolo. Ma già nel 1158 Limonta e Civenna agivano come due comunità distinte con propri gastaldi e degani, liberi di stringere alleanze con altre terre.
Limonta e Civenna si associarono all’epoca del Barbarossa al Comune di Bellagio, venendo sciolti da tale legame dal governatore del contado di Como nel 1163.
Il 25 ottobre 1416, comunque, riunita la vicinanza dei due luoghi di Limonta e Civenna sulla piazza di Civenna, sotto la presidenza dei due rispettivi consoli, furono eletti cinque procuratori, i quali, presentatisi all’abate di Sant’Ambrogio, ricevettero investitura, per le due comunità a titolo feudale, del territorio dei due comuni e di tutti i beni immobili, al patto che pagassero la ricognizione al signore; i procuratori a loro volta prestarono giuramento di fedeltà feudale. Il ripristino del vincolo feudale consentiva alle due comunità di tornare a godere delle esenzioni proprie del patrimonio ecclesiastico. Parte della popolazione contestò però tale rinnovata dipendenza, e tentò di far ribadire il legame dei due comuni con la città comasca, alla quale l’abate aveva ceduto la giurisdizione nel XIV secolo.
La separazione tra i due luoghi di Limonta e Civenna , benché iniziata nel XII secolo, si completò solo nel XV: diversi erano stati sempre i decani e i gastaldi, che apparivano tuttavia agire unitariamente quali agenti davanti all’abate negli atti ufficiali. Ciascuna delle due frazioni era tenuta a contribuire una determinata parte del censo.
Nel XV secolo le due terre di Limonta e Civenna godevano e disponevano separatamente dei beni comuni (pascoli e boschi), la cui divisione non si attuò mai in via definitiva. La distinzione tra i due luoghi è da stimarsi completa da quando Civenna e Limonta ebbero ciascuna il proprio podestà; se il cancelliere fu invece uno solo (per entrambe le podesterie), doveva però tenere due rubriche separate per gli atti processuali.
Già negli statuti del 1416 era fatto obbligo ai due comuni di eleggersi il podestà, consoli, caneparo, consiglieri; fiscale e cancelliere erano eletti dall’abate. Anche nel tardo XV secolo (si ricorda l’elezione del 5 aprile 1486 fatta “a quibusdam hominibus ipsius loci”) (1), l’elezione del pretore (podestà) di Limonta spettava agli uomini del comune, e veniva successivamente approvata e confermata dal vassallo imperiale, abate di Sant’Ambrogio di Milano.
Gli statuti di Civenna e Limonta contenevano disposizioni riguardanti consoli, consiglieri e altri ufficiali della comunità, nonché i rapporti tra costoro, con gli altri abitanti, e il podestà. Il console di Limonta era tenuto, nell’entrare in carica, a dare idonea sigurtà, nelle mani del podestà, di ubbidire ai suoi comandamenti, notificare i delitti e i delinquenti, in conformità agli ordini, di non andare contro quanto stabilito dagli statuti, pena un’ammenda in denaro; analoga sigurtà era richiesta agli abitanti “o capi di casa per i suoi di casa”, che si impegnavano con tale atto anche a “pagare le taglie e onoranze ai tempi debiti”.
Tutti i capi di casa erano tenuti, pena esborso di lire 3 imperiali, a partecipare alle congregazioni della vicinanza. Il Comune di Limonta aveva inoltre il suo consiglio o consiglio generale, con consiglieri eletti con mandato annuale (nessuno vi poteva partecipare con un’età inferiore a diciotto anni), che dovevano provvedere “con la necessaria autorità” alle occorrenze della comunità, deputando a questo scopo due sindaci; in caso di bisogno potevano obbligare i beni del comune (ma con licenza e partecipazione del feudatario). Tutti i consiglieri, una volta eletti, erano tenuti a giurare nelle mani del podestà di svolgere il loro ufficio sinceramente e ad utilità del comune. Nel consiglio generale veniva inoltre eletto un caneparo o tesoriere (anch’egli tenuto al giuramento di prestare fedelmente il proprio ufficio), che doveva rendere conto degli affari del comune; poteva essere confermato nell’incarico, se non c’era ordine contrario del console (2).
Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Limonta risultava inserita nella Vallassina nel “commune di Civenna e Limonta” (3).
In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risalente al 1572 (4), era compresa anche Limonta.
Alla fine del XVI secolo Limonta contava 38 fuochi per circa 150 abitanti. Nel 1735 aveva invece 52 fuochi (5).
L’aggregazione del territorio dei feudi imperiali, tra cui Limonta (non compresi nelle compartimentazioni dello stato di Milano e della Lombardia austriaca del 1757 e 1786), alla Repubblica cisalpina avvenne nel novembre del 1797 (6).
Il Comune di Limonta, in forza della ripartizione del Dipartimento della Montagna del 1798 (7), fu compreso nel Distretto IV dell’Alto Lambro con capoluogo Asso.
In base alla divisione del Dipartimento d’Olona del 1798 (8), il Comune di Limonta fu inserito nel Distretto XXIII di Argegno.
Nell’assetto definitivo della Repubblica cisalpina, determinato nel maggio del 1801 (9), Limonta era uno dei comuni che costituivano il Distretto IV di Lecco del Dipartimento del Lario.
Con l’organizzazione del Dipartimento del Lario nel Regno d’Italia del 1805 (10), il Comune di Limonta, ex feudo imperiale di Sant’Ambrogio, venne ad appartenere al Cantone II di Bellagio del Distretto III di Menaggio: comune di III classe, contava 282 abitanti.
A seguito dell’aggregazione dei comuni del Dipartimento del Lario del 1809 (11), Limonta figurava, con 303 abitanti, comune aggregato al Comune denominativo di Bellagio, nel Cantone II di Bellagio del Distretto III di Menaggio; fu confermato frazione di Bellagio con il successivo compartimento territoriale del dipartimento del Lario del 1812 (12).
Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, in base alla compartimentazione territoriale del Regno lombardo – veneto del 1816 (13), il Comune di Limonta fu inserito nel Distretto III di Bellagio.
Limonta, comune con convocato, fu confermato nel Distretto III di Bellagio in forza del successivo compartimento territoriale delle province lombarde del 1844 (14).
Nel 1853 (15), Limonta, comune con convocato generale e con una popolazione di 414 abitanti, era sempre inserito nel Distretto III di Bellagio.
In seguito all’unione temporanea delle province lombarde al Regno di Sardegna, in base al compartimento territoriale previsto con la legge 23 ottobre 1859, il Comune di Limonta, con 410 abitanti, retto da un consiglio di quindici membri e da una giunta di due membri, fu incluso nel Mandamento IV di Bellagio, Circondario I di Como, Provincia di Como.
Alla costituzione nel 1861 del Regno d’Italia, il Comune aveva una popolazione residente di 406 abitanti (Censimento 1861). In base alla legge sull’ordinamento comunale del 1865 il Comune veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio.
La popolazione residente nel comune risulta essere nel 1871 di abitanti 411 (Censimento 1871); nel 1881 di abitanti 447 (Censimento 1881); nel 1901di abitanti 402 (Censimento 1901); nel 1911 di abitanti 429 (Censimento 1911); nel 1921 di abitanti 382 (Censimento 1921).
Nel 1924 il Comune risultava incluso nel Circondario di Como della Provincia di Como.
In seguito alla riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1926 il Comune veniva amministrato da un podestà.
Nel 1927 il Comune di Limonta venne aggregato al nuovo Comune di Oliveto Lario (16).
(Informazioni tratte da “Progetto Civita, Le istituzioni storiche del territorio lombardo”, Regione Lombardia, 2000 e 2002, Milano, a cura di Saverio Almini, per le notizie sino al 1859, e di Caterina Antonioni, per le notizie dal 1859 al 1971).
Note:
1. Cfr. "Statutum loco rum Civennae et Limontae (1589), ASMi, Feudi imperiali, cart. 373, edizione a stampa in volgare del 1589.
2. Cfr. nota 1.
3. Cfr. Estimi del ducato di Milano del 1558, con aggiornamenti fino al XVII secolo, Vallassina, ASCMi, località foresi.
4. Cfr. “Terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per la stara di sale a cadauno di esse tassate per il censo” 1572, ASCMi, località foresi, cart. 53.
5. Cfr. Angelo Bonfanti, “Vicende di un regno. Historia de Limonta ad Lacum Larium a cornu Leuci”, Lecco, Stefanoni, 1958; Giuseppina Bertoni, “L’inizio della giurisdizione dell’abate di S. Ambrogio di Milano sulla corte di Limonta e di Civenna”, “Memorie storiche della diocesi di Milano”, 1966.
6. Cfr. Legge 25 brumale anno VI, per la definitiva aggregazione alla Cisalpina dei territori già appartenenti allo stato pontificio, al ducato di Modena, alla repubblica veneta, alla repubblica delle tre leghe, ai feudi imperiali secondo i confini definiti dal trattato di Campoformio tra repubblica francese e Austria (15 novembre 1797), Raccolta delle leggi, proclami, ordini ed avvisi pubblicati in Milano nell’anno VI repubblicano, IV, Milano, L. Veladini, 1797.
7. Cfr. Legge 5 fiorile anno VI, per la ripartizione in distretti e comuni del Dipartimento della Montagna (25 aprile 1798), Raccolta delle leggi, proclami, ordini ed avvisi pubblicati in Milano nell’anno VI repubblicano, V, Milano, 1798.
8. Cfr. Legge 5 vendemmiale anno VII per la ripartizione in distretti e circondari dei Dipartimenti d’Olona, Alto Po, Serio e Mincio (26 settembre 1798), Raccolta delle leggi, proclami, ordini ed avvisi pubblicati in Milano nell’anno VII repubblicano, VI, Milano, L. Veladini, 1798.
9. Cfr. Legge sulla divisione in dipartimenti, distretti e comuni del territorio della repubblica Cisalpina 23 fiorile anno IX (13 maggio 1801), Raccolta delle leggi, proclami, ordini ed avvisi pubblicati in Milano, II, Milano, s.d. (1801).
10. Cfr. decreto sull’amministrazione pubblica e sul Comparto territoriale del Regno 8 giugno 1805, Bollettino delle leggi del Regno d’Italia, 1805, parte I, Milano, Reale stamperia, s.d. (1805).
11. Cfr. Aggregazione dei comuni del dipartimento del Lario (4 novembre 1809), ASMi, Censo p.m. cart. 754.
12. Cfr. Compartimento territoriale del Dipartimento del Lario (30 luglio 1812), ASMi, Censo p. m., cart. 754.
13. Cfr. Notificazione governativa sulla compartimentazione delle provincie lombarde 12 febbraio 1816, Atti del governo lombardo, I, Milano, 1816.
14. Cfr. Notificazione governativa 1 luglio 1844, Atti del governo lombardo, I, Milano 1844.
15. Cfr. Notificazione della luogotenenza lombarda 23 giugno 1853, atti del governo lombardo, II, Milano, 1853.
16. Cfr. R.D. 24 novembre 1927, n. 2251.
Complessi archivistici
- Comune di Limonta (1803 - 1929)
Soggetti produttori
- (precede) Comune di Oliveto Lario 1928 -
Compilatori
- Domenico Quartieri (Archivista)
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