Opera pia Angelo Bellani ( 1851 - )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente di assistenza e beneficenza

Sede: Monza

Codici identificativi

  • MIDB00181E (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]

Profilo storico / Biografia

Trae la sua origine dal fondatore Don Angelo Bellani, il quale con suo testamento 6 agosto 1849 e successivi codicilli, costituì erede il Comune di Monza affinché con il reddito del patrimonio lasciato venisse istituito “uno stabilimento perpetuo” a beneficio dei “veri poveri” della città e dei suoi borghi, prescrivendo che la “destinazione speciale” di questo stabilimento venisse determinata e governata dall’Amministrazione dell’Ospedale e Luoghi pii uniti, e sempre con l’approvazione dell’arciprete della basilica di San Giovanni Battista (1).
L’Opera pia venne eretta in ente morale con decreto della I. R. Delegazione provinciale di Milano il 31 maggio 1851.
Il suo scopo venne determinato nella istituzione e mantenimento di due orfanotrofi in Monza, uno per le femmine e l’altro per i maschi del Comune di Monza (2).
L’Orfanotrofio femminile veniva inaugurato e aperto il 4 maggio 1859, mentre gli orfani maschi vennero mantenuti presso l’Istituto Artigianelli mancando i mezzi per la creazione di un apposito orfanotrofio maschile (3).
L’amministrazione del patrimonio del canonico Angelo Bellani e poi la gestione dell’orfanotrofio furono affidate all’Amministrazione dell’Ospedale con convenzione stipulata il 26 giugno 1855 e successivamente rinnovata nel 1859 e nel 1862 (4).

In virtù del R. D. 5 ottobre 1864 l’Opera pia Bellani passò alla Congregazione di carità (5).
Lo statuto del 1868 prevedeva all’art. 2 l’amministrazione dell’Opera pia che manteneva comunque un proprio statuto organico e regolamento interno (6), mentre il Regolamento della Congregazione dello stesso anno prevedeva l’istituzione di quattro permanenti commissione speciali, di cui la terza preposta alla “sorveglianza dell’Orfanotrofio femminile” (7).
In seguito il “modo di amministrazione” dell’Opera pia Bellani da parte della Congregazione di carità fu meglio precisato nel 1880. Lo statuto dell’Opera pia all’art. 18 prevedeva infatti che la Congregazione di carità doveva "conservare distinti lo scopo e la speciale natura dell’Opera pia, e di tenere separate le attività e passività del rispettivo patrimonio (8).
Nel 1869 si chiuse finalmente la più che decennale vertenza con gli Orfanotrofi milanesi. La lunga trattativa trovava la conclusione nella transazione conclusa con “istromento” 16 luglio 1869 in cui i due Orfanotrofi milanesi (quali detentori dei patrimoni dei patrimoni dei soppressi Conservatori di Santa Croce e di Santa Maria Elisabetta di Monza) venivano esonerati dall’obbligo di ospitare orfani monzesi contro il corrispettivo dell’annua rendita perpetua di buoni del Debito pubblico italiano a favore dell’Opera pia Bellani (9). Nell’agosto dello stesso anno aveva luogo il “ritiro gli orfani monzesi dagli istituti di Milano” (10).
Intanto, in seguito alla parziale riforma della Fondazione Caimi e alla transazione stipulata nel 1868 con la rappresentanza dei Sordo muti poveri di campagna, l’Opera pia Bellani venne in possesso della casa situata in Borgo Lecco in Monza e successivamente di altri edifici limitrofi (11). Qui trovò sede per un breve periodo l’Istituto Artigianelli (12). L’intera area venne poi affittata al Distretto militare e successivamente venduta allo Stato (13). Gli Artigianelli costruiranno poi la loro sede su un terreno in zona Bersaglio ceduto dal Comune di Monza (14).
Dalla sua fondazione agli anni 1920 l’Orfanotrofio ospitò una media di 40-70 orfane all’anno, mentre i maschi ospiti degli Artigianelli oscillarono da un minimo di 10 nel 1867 ad un massimo di 42 nel 1911 (15).
Nel 1923 l’Orfanotrofio venne dotato di una residenza estiva a Cantù, una villa acquistata grazie alla donazione di Guido Arpini fatta per ricordare la figlia. La “casa di campagna Luisa Arpini”, successivamente ampliata nel 1928, rimase di proprietà dell’Opera pia fino al 1973 (16).
In forza delle Legge 3 giugno 1937 l’Opera pia passò all’Ente Comunale di Assistenza (17).
Nel 1939 venne poi resa autonoma dall’ECA. La legge 3 giugno 1937 n. 847 prevedeva infatti all’art. 8 “il decentramento con amministrazione autonoma delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, già amministrate dalla Congregazione di carità, che hanno fini diversi dall’assistenza generica, immediata e temporanea, come ospedali, ricoveri di vecchi e inabili, orfanotrofi, ecc.”(18).
In ottemperanza a tale legge con D.R. del 29 giugno 1939 furono decentrate l’Opera pia Bellani e il Ricovero di mendicità, mentre in precedenza con D.R. 5 settembre 1938 erano state decentrate la Pia Casa di ricovero e la Pia Casa d’industria.
Dopo un periodo di commissariamento le quattro opere pie dall’agosto 1940 vennero amministrate da un unico (19) Consiglio di Amministrazione delle Pie Case di ricovero e Orfanotrofi di Monza (20).
Negli anni dal 1930 al 1948 il numero delle orfane ospitate si stabilì in una media annua di 50 unità, con una punta massima di 59 nel 1939. Nel dopoguerra il numero delle orfane scese di molto fino ad arrivare a 13 nel 1956 (21).
Visto il limitato numero di orfane ospitate e lo stato dello stabile l’Orfanotrofio femminile venne chiuso nel settembre 1957 e le orfane inviate alla “Casa Salerio” di Milano (22).
Da tempo comunque l’Amministrazione delle Pie Case di ricovero e Orfanotrofi di Monza si era posto il problema di ampliare l’attività assistenziale dell’Opera pia (23).
Il nuovo statuto del 1962 prevedeva infatti all’art. 2 “Fine dell’Istituzione è dare assistenza morale e materiale ai giovani di ambo i sessi”[…] e all’art. 3 “L’assistenza si attua […] per mezzo di un Pensionato-convitto maschile e di un Pensionato-convitto femminile, con annessa scuola professionale aventi sezioni per maschi e femmine, che funzioneranno con le modalità e le norme da precisare in apposito Regolamento” (24).
Quindi con le risorse acquisite con la vendita del podere San Leonardo (sito nel Comune di Trenno) l’ente costruì in pochi anni in viale Romagna l’edificio destinato a pensionato femminile che fu inaugurato il 1 aprile 1967 (25). La gestione in mancanza di personale interno fu affidata alle ACLI di Milano, ma dal 1972 il pensionato fu direttamente amministrato dall’Opera pia Bellani (26). Nel 1972 il Pensionato aveva accoglieva 387 ospiti (27).
Fin da subito, in base ad una convenzione con l’Ospedale, alcuni piani del Pensionato furono riservati alla Scuola convitto per infermieri professionali che non trovava più posto nei locali dell’Ospedale stesso (28).
Il Pensionato ospitò comunque per molti anni anche insegnanti e impiegate sprovviste di alloggio e che lavoravano a Monza (29).
Il Pensionato finì per essere in prevalenza una struttura di servizio dell’Ospedale ospitando infermieri e parenti di ricoverati fino alla chiusura nel 1994. Le spese per il suo mantenimento e la sua ristrutturazione in base alla nuova legge sulla sicurezza delle strutture ricettive turistiche e alberghiere (L. R. 11 settembre 1989 n. 45) sottraevano infatti risorse finanziarie alla assistenza agli anziani che costituiva ormai impegno istituzionale dell’Opera pia (30).
Nel 1982 Virgilio Sironi in qualità di presidente dell’Opera pia Bellani e della Pia Casa di ricovero aveva proposto al Comune di Monza un progetto che prevedeva la ristrutturazione dell’immobile dell’Orfanotrofio in via Solera e la conseguente creazione di una casa di ricovero per anziani autosufficienti (31).
La proposta non fu accolta dal Comune di Monza. L’Opera pia decise allora di “strutturare un intero piano del Pensionato Bellani […] in favore di persone anziane autosufficienti” (32).
Ma la questione dell’assistenza agli anziani era avvertita come un problema non più rinviabile. Come era sentita l’esigenza di istituire a Monza un’unica amministrazione a questo scopo.
In questa direzione nel 1984 la Regione Lombardia nominava un commissario straordinario sia per l’Opera pia Bellani sia per le Pie Case di ricovero e industria per provvedere ad una gestione complessiva delle strutture e per proporre le opportune modifiche istituzionali (33).
L’anno successivo il Presidente della Regione Lombardia con proprio decreto 3 luglio 1985 ampliava le finalità statutarie dell’Opera pia Bellani incorporando nella medesima le Pie Case di ricovero e industria e il Ricovero di mendicità (34).
Ma l’acquisizione della Casa Cambiaghi si rilevava entro breve essere del tutto insufficiente ad accogliere gli anziani bisognosi di assistenza della Città di Monza.
Per questo si procedeva alla costruzione della Residenza Don Angelo Bellani di via Lipari. Residenza inaugurata nel 1997.
Successivamente con D.g.r. 28 novembre 2003 n. 7/15307 l’Opera pia Bellani viene trasformata in fondazione senza scopo di lucro e denominata Fondazione Don Angelo Bellani – Onlus (35).

Note:
(1) Cfr. Testamento del canonico don Angelo Bellani (Milano, 6 agosto 1849), in ASBMz (1/1). In particolare il passo “La destinazione di cui trattasi potrà essere fatta in modo continuativo, ma potrà anche essere variata secondo le circostanze dei tempi”. A questo variare della destinazione a seconda delle “povertà emergenti” (che dimostra la straordinaria sensibilità storica del canonico Bellani) si richiameranno tutte le variazioni dell’oggetto dell’assistenza previste nei vari statuti dell’Opera pia (orfani, giovani studenti e lavoratori, anziani).
(2) Cfr. “Memoria” del 28 marzo 1855 in fascicolo “Destinazione e impianto della Causa pia”, in ASBMz (1/1).
(3) Cfr. il fascicolo “Convenzione pel ricovero di orfani nel locale Privato Istituto Artigianelli”, in ASBMz (42/4).
(4) Cfr. i fascicoli: “Destinazione e impianto della Causa pia”, in ASBMz (1/1) e “Causa pia Bellani ed annesso Orfanotrofio femminile”, in ASCMz1 (19/1). Negli stessi fascicoli è presente il rapporto della Commissione incaricata di riferire sulla convenienza dell’avocazione al Comune dell’Amministrazione della Causa pia Bellani (1862). Nel fascicolo “Causa pia Bellani ed annesso Orfanotrofio femminile” sono conservati i conti consuntivi dell’Opera pia dal 1852 al 1864.
(5) Cfr. i fascicoli: “Concentramento dell’Amministrazione e delle Diverse direzioni nella Congregazione di Carità”, in ASHSG (39/2); “Stato patrimoniale della Congregazione di carità”, in ECA1Mz (60/15B); “Concentrazione dell’amministrazione delle Opere pie nella Congregazione di carità”, in ASCMz1 (22/2).
(6) Cfr. Statuto organico della Congregazione di Carità in Monza 1868, in ASCMzSR (1/2) e Statuto organico della Causa Pia Bellani canonico Don Angelo in Monza in ASBMz (2/3).
(7) Cfr. art. 10 del Regolamento della Congregazione di Carità in Monza 1868, in ASCMzSR (1/26).
(8) Cfr. Statuto organico dell’Opera pia Bellani canonico don Angelo in Monza, Monza, Tipografia Paleari, 1880; pag. 14, in ASBMz (2/3).
(9) A Monza erano presenti due istituti per il ricovero degli orfani: Conservatorio di Santa Croce (maschile) e Conservatorio di Santa Elisabetta (femminile). I due istituti furono aboliti in data 1776 e 1788; il primo venne concentrato nell’Orfanotrofio maschile di San Pietro in Gessate a Milano, il secondo nell’Orfanotrofio della Stella sempre a Milano. A questi istituti milanesi venne consegnato anche tutto il capitale delle soppresse istituzioni monzesi riservando il diritto a tante “piazze” negli orfanotrofi milanesi quante ne comportavano le rendite nette del patrimonio concentrato. Per una ricostruzione più dettagliata Cfr. in ASBMz i fascicoli: “Orfanotrofi di Milano” – piazze di diritto ad orfani monzesi" (1/2), “Orfanotrofio della Stella in Milano – nomina di orfane, carteggio relativo e orfanotrofio maschile di San Pietro in Gessate” (36/2) e il fascicolo “Recupero del patrimonio degli orfani monzesi da parte della Congregazione di carità”, in ASCMz1 (21/3).
(10) Cfr. “Ritiro degli orfani monzesi dagli Istituti di Milano” (24 agosto 1869), nel fascicolo “Orfanotrofio della Stella in Milano – nomina di orfane, carteggio relativo e orfanotrofio maschile di San Pietro in Gessate” in ASBMz, (36/2).
(11) Cfr. in ASBMz il fascicolo: “Sordomuti poveri di campagna – Lascito del fu nobile Caimi per l’istituzione in Monza di uno stabilimento per il ricovero di detti sordomuti”, (2/1); in ASCMz1 il fascicolo: “Pio Istituto Caimi”, (25/2).
(12) Cfr. il fascicolo: “Affitto scaduto della casa in Borgo Lecco all’amministrazione dell’Istituto Artigianelli”, in ASBMz (26/2).
(13) Cfr. in ASBMz il fascicolo: “Vendita del Caseggiato con brolo in Borgo Lecco all’Autorità Militare che già lo aveva in affitto e nel quale mantenne la sede del locale Distretto militare” (27/2) e in ASCMz2 il fascicolo “Distretto militare di Monza”, (1155/1).
(14) Cfr. il fascicolo “Bersaglio della Società dei Carabinieri monzesi”, in ASCMz1 (26/1).
(15) Non è stato rinvenuta negli atti alcuna tabella riassuntiva delle orfane e degli orfani ospitati presso l’Orfanotrofio Bellani e presso l’Istituto Artigianelli, i dati sono ripresi da sporadiche citazioni in documenti diversi conservati nell’Archivio storico dell’Opera pia Bellani.
(16) Cfr. in ASBMz i fascicoli: “Donazione Villa Arpini” (32/4) e "Alienazione proprietà immobiliare “Villa Arpini” di Cantù" (58/2).
(17) Cfr. la Relazione sulla costituzione dell’Ente Comunale di Assistenza da parte del Presidente della cessata Congregazione di carità del 12 giugno 1937 nel fascicolo “Statuto ed istituzione ECA” in ECA3Mz (14/4).
(18) Sulla sostanziale contrarietà a tale decentramento dell’ECA cfr. in ECA3Mz la risposta del Presidente dell’ECA alla Prefettura di Milano in data 19 novembre 1938 (20/1). Sul successivo tentativo nel 1958 dell’ECA di riconcentramento dell’Opera pia Bellani cfr. in ECA3Mz il fascicolo “Riconcentramento nell’ECA dell’Opera pia canonico Bellani” (21/4).
(19) “E’ noto che la legge sulle IPAB n. 6972 del 1890 prevede (articoli 58, 59) la possibilità che istituzioni aventi affinità di scopi possano essere riunite in gruppo. Tale ‘raggruppamento’ consiste nell’unione permanente di due o più opere pie sotto un’unica amministrazione autonoma, separata dall’ECA, la quale può essere o quella preesistente di una delle opere raggruppate, cui è devoluta la gestione della altre, o è addirittura un’amministrazione nuova. Ogni opera pia, soggetta a raggruppamento, mantiene cioè inalterata la propria figura e personalità giuridica, la propria autonomia patrimoniale, il proprio scopo e i propri soggetti passivi; soltanto per ragioni di economia e di semplicità di gestione, l’organo cui spetta la gestione e quello cui spetta la rappresentanza delle O.P. sono unici per tutte le OO. PP. raggruppate. Nelle nostre OO. PP. È avvenuto appunto ‘un raggruppamento’, voluto dal Ministero dell’interno. Cioè, l’Amministrazione della P.C.R. (O.P. decentrata per prima) assunse la gestione anche dell’O.P.B.” (cfr. Verbale di deliberazione del Consiglio di amministrazione del 25 giugno 1964, n. 9, in ASBMz (6/5).
(20) Cfr. Sulla complessa vicenda della costituzione del Consiglio di amministrazione vedi la dettagliatissima risposta dell’Amministrazione delle Pie Case di ricovero e Orfanotrofi di Monza al Comune di Monza che contestava l’irregolarità della nomina del Presidente, in ASBMz (6/5).
(21) Non è stato rinvenuta negli atti alcuna tabella riassuntiva delle orfane e degli orfani ospitati presso l’Orfanotrofio Bellani e presso l’Istituto Artigianelli, i dati sono ripresi da sporadiche citazioni in documenti diversi conservati nell’archivio storico dell’Opera pia Bellani.
(22) Cfr. il fascicolo “Corrispondenza relativa alle Orfane ospiti presso ‘Casa Salerio’ di Milano 1957-1967”, in ASBMz (42/1).
(23) Cfr. in ASBMz: “Relazione sulle cause che rendono necessario il provvedimento di riforma dello Statuto dell’Opera pia Bellani” (1953) (4/2); “Relazione del Presidente sul programma assistenziale 25 novembre 1961” (5/1); Relazione sulla riforma dello Statuto dell’Opera pia Bellani del 23 maggio 1962 (5/1); “Modifiche statutarie conseguenti al nuovo programma assistenziale” (4/3).
(24) Cfr. Statuto 1962 in ASBMz (5/1).
(25) Cfr. il fascicolo “Pensionato per lavoratori e studenti via Romagna – Monza – progetto esecutivo”, in ADBMz (59/1).
(26) Cfr. il fascicolo “Pensionato di viale Romagna – funzionamento – affidamento in gestione alle ACLI di Milano”, in ADBMz, (61/2). Cfr. inoltre “Relazione sull’attività assistenziale della Pia opera, sui programmi di ampliamento di tale attività e sulle prospettive dell’azione nell’immediato futuro” nel fascicolo “Gestione Pensionato femminile di viale Romagna”, in ADBMz, (61/1).
(27) Cfr." in ADBMz, “Appunti sulla natura, obbiettivi statutari, storia e attuale attività della Pia Casa di ricovero e Opere pie di industria e mendicità e dell’Opera pia Bellani e approfondimenti sugli aspetti economico finanziari della proposta di erezione in via Solera di una moderna casa di riposo per anziani con centro diurno” (settembre 1982), (64/4).
(28) Cfr. in ASBMz il verbale di deliberazione n. 5 “Convenzione tra l’Opera pia Bellani e l’Amministrazione ospedaliera per sistemazione personale femminile ospedaliero nel Pensionato di viale Romagna” in fascicolo “Deliberazioni 1967”, (7/3) e in ADHSG, i fascicoli: “Trasferimento della scuola convitto per infermiere professionale”, (205/3) e “Contributo per alloggiamento personale femminile al Pensionato dell’O. P. Bellani”, (440/7).
(29) Dal 1972 il Pensionato ospitò non meno di 300 persone all’anno con una punta massima nel 1972 di 387 ospiti, cfr. “Appunti sulla natura, obbiettivi statutari, storia e attuale attività della Pia Casa di ricovero e Opere pie di industria e mendicità e dell’Opera pia Bellani e approfondimenti sugli aspetti economico finanziari della proposta di erezione in via Solera di una moderna casa di riposo per anziani con centro diurno” (settembre 1982), nel fascicolo “Progetto anziani”, in ADBMz, (63/4).
(30) Cfr. la delibera n. 43 del Consiglio di amministrazione del 12 settembre 1994 “Chiusura Pensionato Bellani di via Romagna in Monza” , in Raccolta delle delibere originali 1994.
(31) Cfr. il fascicolo “Progetto Anziani”, in ADBMz (63/4).
(32) Cfr. il fascicolo “Rette”, in ADBMz (62/1).
(33) Cfr. il fascicolo “Commissario straordinario”, in ADBMz (50/6).
(34) Cfr. il fascicolo “Statuto 1985” e nello stesso fascicolo la relazione del commissario straordinario del 30 ottobre 1986, in ADBMz (49/4).
(35) Cfr. il fascicolo “Statuto della Fondazione Don Angelo Bellani-Onlus”, in ADBMz (49/6).

Notizie storiche preliminari sull’origine, incremento ed attuale consistenza della Causa pia Bellani per l’istituzione di due orfanotrofi in Monza l’uno peri maschi e l’altro per le femmine, in Statuto organico dell’Opera pia Bellani canonico don Angelo in Monza, Monza L. Tipografia I. Paleari 1880.
Congregazione di carità di Monza, Breve cenno sulle origini, sullo scopo, la consistenza e sviluppo patrimoniale delle Opere pie amministrate dalla Congregazione di carità di Monza, Monza Stab. Tipo-Litografico G. Ghezzi 1913.
Napoleone Mariani, Cenni sulla beneficenza monzese, Monza Tipografia I. Paleari 1887.
La beneficenza e l’assistenza sociale nella provincia di Milano, a cura della Deputazione provinciale, Milano 1919, pp. 924-950.
Giuseppe Colombo, Istituzioni religiose benefiche nella storia di Monza, parte seconda, La Città di Monza, n. 11 settembre-ottobre 1960, pp. 24-32.
Giuseppe Colombo, Angelo Bellani e le istituzioni caritative nella storia di Monza, Monza, Società di studi monzesi, 2002.

Complessi archivistici

Compilatori

  • Paolo Pozzi (Archivista)