Opera pia del Buon Pastore ( 1861 - 1978 )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente di assistenza e beneficenza

Sede: Monza

Codici identificativi

  • MIDB001821 (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]

Profilo storico / Biografia

Nacque nel 1861 dall’iniziativa di Giuseppina Milani indirizzata in questo intento dal padre barnabita Innocenzo Gobio.
Ella destinò la somma di lire 6.000 all’acquisto del “mobilio occorrente”, mentre una casa presa in affitto fu la prima sede della nascente opera pia. Il Buon Pastore sorse quindi “in modeste proporzioni come istituzione privata vivendo di offerte e del prodotto dei lavori delle poche ricoverate” (1).

Nel 1862 la Milani domandava il riconoscimento governativo della sua istituzione. La Deputazione provinciale accoglieva con favore l’istanza ma sospendeva ogni deliberazione in attesa che l’amministrazione dell’istituto passasse alla Congregazione di carità di Monza (2).

Nel 1863 per dare forma stabile e perpetua all’Istituto la Milani decise di affidarne la direzione alle Suore di Nostra Signora della Carità del Buon Pastore che si erano stabilite a Torino, ritirandosi in una casa appartenente all’ordine stesso (3).

Il fine dell’Istituto era quello di ricoverare “giovani traviate che sieno suscettibili di correzione, di istruirle e di educarle come comporta la loro condizione sino a quando sieno in grado di uscire e di procacciarsi in società una posizione convenevole ed onorata” (4).

Gli scopi erano insieme “la correzione delle pericolate e l’educazione delle preservande” tenute “di giorno e di notte sempre divise” e l’educazione delle pericolate “affidata, a talune suore, le quali non hanno nessun ingerenza colla educazione delle preservande” (5).

Lo statuto del 7 giugno 1865 prevedeva che “la gestione del patrimonio non che la direzione dell’istituto spetta di regola alla Superiora locale […] la quale è sempre una suora della Congregazione del Buon Pastore” (6), mentre all’art. 5 prevedeva che la “superiora rassegnerà nei tempi prescritti tanto il bilancio preventivo quanto il conto consuntivo annuale alla preventiva della Congregazione di carità”.

La Sottoprefettura chiedeva immediatamente in data 20 settembre 1865 chiarimenti in merito “alla natura ed estensione dell’ingerenza che si volle attribuire alla locale Congregazione di carità nell’amministrazione del pio luogo” (7).

A seguito delle modifiche richieste dalla Congregazione di Monza e accettate dall’istituto lo stesso venne eretto in ente morale con R. D. 25 gennaio 1866 (8).

Con D. R. del 4 giugno 1868 l’amministrazione del Buon Pastore venne affidata alla Congregazione di carità (9). Ma rimase un dualismo di fondo per quanto riguardava la gestione dei bilanci consuntivi in quanto la gran parte degli introiti del pio istituto consisteva in elemosine. “Vivendo di elemosine più o meno segrete, di prodotti di lavori e di altri cespiti d’entrata non fissi ma eventuali si trova come si troverà sempre nell’impossibilità di tenere la contabilità e di poter compilare i suoi resoconti, giusta la prescrizione della Legge sulle Opere pie” l’istituto chiese “che la Congregazione di carità, quale amministratrice dell’ente morale, si limitasse a gestire e rendere conto del patrimonio […] lasciando che la Pia casa quale istituto privato del Buon Pastore, come usano omonime case, amministrasse sotto la propria esclusiva responsabilità e quindi senza obbligo di rendiconto all’autorità tutoria, le altre rendite che le provengono da benefattori anonimi, dal prodotto dei propri lavori, dalle pensione dei ricoverati…” (10).

Tale suddivisione veniva accettata dalla Sottoprefettura del circondario di Monza in considerazione delle “copiose elargizioni” provenienti dalla carità privata “sì da poter nell’erogazione, superare di molto le rendite del patrimonio fisso” (11) .

Di fatto quindi il patrimonio rimase in mano all’istituto privato che non intendeva sottoporsi ad alcun controllo e di fatto come istituto privato l’ente si è comperato per tutta la sua storia. Rimase alla Congregazione di carità l’amministrazione del patrimonio dell’Opera pia Buon Pastore consistente in alcuni certificati del debito pubblico provenienti da legati e donazioni (12).

Intanto nel 28 luglio 1884 era stata stipulata una convenzione tra la Congregazione (in quanto amministratrice del Buon Pastore) e autorità giudiziaria (Ministero dell’interno-Direzione generale delle carceri) relativa all’accoglienza da parte della Pia casa di “giovinette che dal Ministero dell’interno per mezzo della Direzione generale delle carceri vennero affidate alla stessa, siccome contemplate dalle disposizione dell’art. 72 della legge sulla Pubblica sicurezza e dagli art. 222 del vigente codice civile e 331 del codice penale di somministrare loro abitazione, vitto e vestiario e di dare ad esse una conveniente educazione ed istruzione morale, religiosa ed industriale”. Per queste giovanette “verrà costituita una classe separata in modo che non possano mai avere comunicazione colle traviate nella medesima Pia Casa ricoverate, come è anche prescritto all’art. 3 dello Statuto del Luogo Pio” (13). La convenzione non fu rinnovata nel 1909.

L’Istituto Buon Pastore oltre alle giovinette inviate dal Ministero accoglieva e accoglierà almeno fino al secondo dopoguerra le minori monzesi che lasciate alla famiglia “sarebbero certamente avviate su una cattiva strada” (14). Le spese della retta erano a carico della Congregazione di carità prima, dell’Ente Comunale di Assistenza poi o direttamente sostenute dal Comune di Monza (15).

Nel 1922 la Congregazione richiese un mutuo alla Cassa di risparmio delle provincie lombarde per coprire i disavanzi di esercizio dell’Ospedale civico Umberto I, della Casa di ricovero, dell’Opera pia Bellani, dell’Istituto Buon Pastore e del Ricovero di mendicità. A garanzia il Comune di Monza si impegnò a depositare titoli del debito pubblico dello Stato in suo possesso (16).

Nel 1937 l’amministrazione dell’Opera pia Buon Pastore passa all’Ente Comunale di Assistenza (17).

Nel 1952 il Comune di Monza progettò di istituire un asilo notturno presso l’Istituto Buon Pastore per ospitare “nelle ore notturne, le donne e le figliole che, perché di passaggio nella nostra città o perché comunque prive di recapito, abbiano necessità di un ricovero sano e moralmente sicuro”. Il progetto giungeva al piano esecutivo vero e proprio con una disponibilità di massima da parte dell’Istituto stesso. Ma successivamente al momento dell’inizio dei lavori la Madre superiora dichiarava “di non poter accogliere l’asilo notturno femminile nell’istituto stesso” (18).

Negli anni 1965-1968 presso l’Istituto Buon Pastore si tengono i corsi CRACIS (Corsi di rieducazione aggiornamento culturale di istruzione secondaria) istituiti dal Provveditorato agli studi di Milano e il Comune di Monza contribuisce pagando le spese per l’acquisto di libri e cancelleria (19). Negli stessi anni il Comune di Monza contribuisce alle spese per i corsi di stenodattilografia rivolti alle ricoverate presso l’Istituto (20).

Nel 1972 il Comune di Monza stipula un contratto di locazione con l’Istituto Buon Pastore che concede un corpo del complesso sito in via Cavallotti 8 (sul lato ovest prospiciente via Minerva) per ospitare la sede staccata della Scuola elementare Mantegazza e successivamente della Scuola media Zucchi e della Scuola elementare Marche. Tale contratto venne a cessare nel 1983 (21).

Negli atti relativi alla cessazione dell’ECA di Monza (1978) non vi è alcuna traccia dell’Opera pia Buon Pastore (22).

Note:
(1) Cfr. la risposta del Presidente della Congregazione di carità di Monza alla richiesta della Sottoprefettura del Circondario di Monza in data 28 febbraio 1901 ove viene tracciata una breve storia dell’opera pia, nel fascicolo “Statuto organico della P. C. del Buon Pastore”, in ASBPMz (1/7).
(2) Cfr. Gli allegati alla lettera del 3 maggio 1865 inviata alla Sottoprefettura da suor Maria del Buon Pastore in ASBPMz (1/1).
(3) Cfr. Lettera inviata il 12 gennaio 1865 alla Congregazione di carità di Monza da suor Maria superiora dell’Istituto di Monza, in ASBPMz (1/1). Sulle Suore di Nostra Signora della Carità del Buon Pastore e sulla fondatrice Maria di Sant’Eufrasia (al secolo Rose-Virginie) Pelletier si veda M. L. Handsley, Santa Maria Eufrasia Pelletier fondatrice delle suore del Buon Pastore, Roma, Suore del Buon Pastore, 1940 (Isola Del Liri, Tip. A. Macioce e Pisani).
(4) Cfr. art. 2 dello Statuto del 1865 in ASBPMz (1/2).
(5) Cfr. Processo verbale della visita della commissione della Congregazione di carità all’istituto in data 12 febbraio 1865. A quella data il numero delle ricoverate era di “24 pericolate e 16 preservande e complessivamente quaranta” nel fascicolo “Riconoscimento del Buon Pastore”, in ASBPMz (1/1).
(6) Cfr. art. 4 dello Statuto del 1865 in ASBPMz (1/2).
(7) Cfr. Lettera del Sottoprefetto del Circondario di Monza alla Congregazione di carità di Monza, in ASBPMz (1/2).
(8) Cfr. Decreto reale 25 gennaio 1866 in ASBPMz (1/2) e il fascicolo "Istituto Buon Pastore-Erezione in ente morale e passaggio alla Congregazione di carità, in ASCMz1 (25/1).
(9) Cfr. Decreto reale 4 giugno1868 in ASBPMz (1/2).
(10) Cfr. Verbale della seduta del 24 dicembre 1890 della Congregazione di carità in cui è riportato l’audizione di Gervaso Ottolina, procuratore generale della Casa del Buon Pastore, in ASBPMz (1/7).
(11) Cfr. Lettera del Sottoprefetto al Presidente della Congregazione di carità in data 14 aprile 1891, in ASBPMz (1/7). Sempre nello stesso fascicolo una relazione inviata dal Presidente della Congregazione al Sottoprefetto che fa il punto della questione (28 febbraio 1901).
(12) Si tratta dei legati e donazioni Defendente Bolgeri, Carolina Scorpioni, Lucia Sassi, Teresa Casanova, Giuseppe Fossati, Luigi Boleri, Giovanni Natale Leoni, Luigi Pagnoni. Cfr. Registro dell’inventario dei beni posseduti dall’Istituto Buon Pastore per gli anni 1929-1957 in ECA3Mz (inventari n. 8) e la serie “Conti consuntivi” in Contabilità della Congregazione di carità (1-22).
(13) Cfr. il fascicolo “Convenzione con l’Autorità governativa per il ricovero di minorenni corrigende” in ASBPMz (2/1).
(14) Cfr. il fascicolo “Ricoveri nelle case di correzione, negli orfanotrofi e negli istituti assistenziali”, in ASCMz3 (79/1).
(15) Cfr. gli elenchi contenenti i nominativi delle fanciulle monzesi ricoverate nell’Istituto del Buon Pastore a carico della locale Congregazione di carità di Monza (dal 1890 al 1931) in ASBPMz (2/6) e il fascicolo “Istituto privato Buon Pastore” ove sono conservati i fascicoli personali delle “Dimesse” e un registro con i dati delle ricoverate a carico della Congregazione di carità e dell’ECA dal 1929 al 1948, in ECA2Mz (2.1.2 b. 1).
(16) Cfr. il fascicolo “Mutuo di £. 1.000.000 con la Cassa di risparmio” in ECA 3Mz (23/4). Il mutuo fu poi rinnovato dall’Ente Comunale di Assistenza.
(17) Cfr. Statuto dell’Ente Comunale di Assistenza 1942 in ECA3Mz (14/4) e il fascicolo “Statistica opere pie amministrate” in ECA2Mz (8.2.1 b. 38).
(18) Cfr. il fascicolo “Asilo notturno femminile presso l’Istituto del Buon Pastore”, in ASCMz4 (34/3).
(19) Cfr. il fascicolo “Spesa per la fornitura di libri e cancelleria per i corsi CRACIS funzionati presso l’Istituto Buon Pastore”, in ADCMz (1968-157).
(20) Cfr. il fascicolo “Contributo all’Istituto Buon Pastore per corso di stenodattilografia”, in ADCMz (1966-25).
(21) Cfr. il fascicolo “Affitto di locali siti in Monza via Della Minerva da adibire ad aule delle sezioni staccate delle scuole elementari Mantegazza e Marche e della scuola media Zucchi dall’Istituto Buon Pastore”, in ADCMz (1982-163).
(22) Cfr. il fascicolo contenente la documentazione (conservata in tre faldoni) prodotta dall’ECA e consegnata al Comune di Monza in ottemperanza all’art. 25, comma 8, del D.P.R. 24/7/1977 e alla legge regionale n. 23 del 9/3/1978, in ADCMz (1978/32-34).

Congregazione di carità di Monza, Breve cenno sulle origini, sullo scopo, la consistenza e sviluppo patrimoniale delle Opere pie amministrate dalla Congregazione di carità di Monza, Monza Stab. Tipo-Litografico G. Ghezzi 1913.
Napoleone Mariani, Cenni sulla beneficenza monzese, Monza Tipografia I. Paleari 1887.
La beneficenza e l’assistenza sociale nella provincia di Milano, a cura della Deputazione provinciale, Milano 1919, pp.924-950.
Giuseppe Colombo, Istituzioni religiose benefiche nella storia di Monza, parte seconda, La Città di Monza, n. 11 settembre-ottobre 1960, pp. 24-32.

Sulla vita della fondatrice delle suore del Buon Pastore
M. L. Handsley, Santa Maria Eufrasia Pelletier fondatrice delle suore del Buon Pastore, Roma, Suore del Buon Pastore, 1940 (Isola Del Liri, Tip. A. Macioce e Pisani).

Complessi archivistici

Compilatori

  • Paolo Pozzi (Archivista)