A. L. Colombo spa [numero REA: 111436 Mi] ( 1919 - 1992 )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente economico / impresa

Altre denominazioni: A. L. Colombo & C. [Cronologia:]

Sede: Milano

Codici identificativi

  • MIDB001878 (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]

Profilo storico / Biografia

Numero REA: 111436 Mi

Ragione sociale/forma giuridica/capitale sociale e settore di attività iniziali:
A. L. Colombo & C. – società in nome collettivo – L. 30.000 – 27; 27.22.1; 27.22.2

Ragione sociale/forma giuridica/capitale sociale e settore di attività finali:
A. L. Colombo spa – società per azioni – L. 2.000.000.000 – 28.74.2; 36.10; 51.47.1; 51.52.2; 51.54.1

Profilo storico
Nel 1919 Angelo Luigi Colombo, dopo aver acquisito una discreta esperienza presso un’azienda metallurgica milanese, decise di mettersi in proprio e di costituire con un collega, Mario Stabilini, una società per la produzione di tubi di ferro e d’acciaio trafilati a freddo destinati agli usi ciclistici operante in via Stradella 13 a Milano. Negli anni seguenti, dopo che nel dicembre del 1922 lo Stabilini era uscito dalla società, l’attività si allargò alla realizzazione di mobili in acciaio cromato, di telai metallici e di tubi per impiegati nell’industria aeronautica. Contemporaneamente entrò in funzione lo stabilimento di via Tanzi 16 nell’allora comune di Lambrate, alla periferia orientale del capoluogo lombardo, cui seguì alla fine degli anni Trenta l’inaugurazione dell’impianto di laminazione di Ospitaletto, in provincia di Brescia. Nel 1943, nel tentativo di sfuggire così dai furiosi bombardamenti su Milano l’intera produzione venne trasferita nell’impianto bresciano che, tuttavia, venne requisito dagli occupanti tedeschi e il laminatoio portato in Germania. Nel dopoguerra, l’attività venne ripresa e nel 1951 la società venne trasformata in una spa, nella quale l’amministratore unico Angelo Luigi Colombo deteneva il 70% delle azioni, mentre i figli Gilberto e Antonia si dividevano equamente il restante 30%. Tra il ‘51 e il ’54, il capitale sociale venne portato da 20 a 200 milioni, anche per far fronte a una pesante esposizione verso l’Imi, attraverso cui passarono ulteriori finanziamenti ottenuti in base al piano Erp.

Nel corso degli anni Sessanta, una delle divisioni dell’azienda, la Columbus, affidata al fratello del fondatore, Carlo, introdusse importanti innovazioni nei telai al cromo molibdeno per biciclette da corsa, distinguendosi in particolare nella progettazione delle forcelle. All’inizio degli anni Settanta, Angelo Luigi Colombo lasciò la direzione della ditta. Negli anni seguenti, l’azienda si trovò pesantemente coinvolta nella crisi del settore siderurgico, tanto che nel gennaio del 1992 venne avviata la procedura di liquidazione volontaria.

Bibliografia: A. Pansera (a cura di), Flessibili splendori. I mobili in tubolare metallico. Il caso Columbus, Milano, 1998

Data aggiornamento: 10/01/2000
Autore della scheda: Geoffrey Pizzorni

Complessi archivistici