Latteria sociale cooperativa di Cà de' Stefani [numero REA: 9724 Cr] ( 1900 - )
Tipologia: Ente
Tipologia ente: Ente economico / impresa
Sede: Montanara
Codici identificativi
- MIDB001924 (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]
Profilo storico / Biografia
Numero REA: 9724 Cr
Ragione sociale/forma giuridica/capitale sociale e settore di attività iniziali:
Latteria sociale cooperativa di Cà de’ Stefani – società anonima cooperativa – L. 25.700 – caseificio
Ragione sociale/forma giuridica/capitale sociale e settore di attività finali:
Latteria sociale cooperativa di Cà de’ Stefani – Società cooperativa a responsabilità limitata – - 15.51.2; 52.22.1; 52.22.2; 52.27.1; lavorazione del latte e vendita dei relativi prodotti; allevamento e ingrasso di suini, lavorazione della carne, commercio al minuto dei relativi prodotti
Profilo storico
È il 28 gennaio 1900 quando, nel municipio di Cà de’ Stefani, allora comune autonomo, nasce una delle prime latterie sociali cooperative della Valpadana, la Cà de’ Stefani, appunto, che assume il nome dalla località d’origine. Dieci i soci fondatori (Augusto Guida, Giuseppe Rizzi, Odorico Fontana, Giuseppe Maffezzoni, Giacinto Galli, Enrico Lena, Andrea Talamazzi, Giovanni Rossini, Francesco Demicheli, Francesco Frugoni), tutti produttori di latte stanchi di sopportare le imposizioni degli industriali del tempo, che stabiliscono unilateralmente prezzi e modalità di pagamento. Il capitale sociale, illimitato, è inizialmente pari a L. 25.700 e la gestione della società, che ha sede in un’ex osteria attrezzata allo scopo, è affidata ad un consiglio di amministrazione composto da tre membri, compreso il presidente, eletti dall’assemblea degli iscritti. Per le caratteristiche proprie del territorio e le sue tradizioni più originali, i primi formaggi prodotti sono il grana padano e il provolone, oggi conosciuti e apprezzati su tutto il territorio nazionale ed internazionale. Lo sforzo è quello di esaltare le caratteristiche di un latte, che da sempre dà prodotti eccellenti. Nel 1923, allo stabilimento originario di Montanara, nel territorio di Cà de’ Stefani, è affiancata la conduzione di un caseificio a Carpaneta Dosimo (oggi comune di Persico Dosimo) di proprietà della nobile famiglia Calciati, chiuso nel novembre 1932. A quella stessa data, anche il primo dei due edifici è temporaneamente affittato alla ditta Auricchio di Cremona, per essere di nuovo condotto direttamente quattro anni dopo, nel novembre 1936. La piena indipendenza riottenuta dalla cooperativa coincide, in quegli anni, con l’accoglimento dell’invito fatto dalla consorella di Dosimo, la Plac, ad unirsi alla Latteria Cà de’ Stefani nella gestione comune dei due caseifici: un sodalizio, che sarebbe durato fino al novembre 1939. A metà degli anni Cinquanta, superata la drammatica crisi del secondo dopoguerra, l’azienda raggiunge livelli inaspettati, creandosi una rete di rappresentanti sul territorio nazionale. Nel gennaio 1964, contemporaneamente all’apertura di uno spaccio attiguo allo stabilimento, è aggiunta alla normale attività della ditta la lavorazione, con relativa vendita, della carne e degli insaccati ottenuti dall’allevamento suinicolo sviluppato a fianco della struttura casearia, che sfrutta il siero di latte residuo della lavorazione del formaggio. La necessità di un rapporto stretto e diretto con i consumatori, in particolare con quelli del territorio, crea, a partire dalla fine degli anni Sessanta e per tutti gli anni Settanta e Ottanta, una fitta rete locale di negozi: ben cinque a Cremona (oggi venduti a privati, nonostante mantengano il marchio della latteria), uno a Casalmaggiore, a Brescia, a Gadesco Pieve Delmona (nel Centro commerciale «Cremona due»), oltre al già citato spaccio di Cà de’ Stefani. Dagli anni Ottanta, inoltre, una parte del latte è destinata alla produzione dei formaggi freschi (crescenza, italico, rigatello, caciotta, mozzarella, ricotta, quartirolo e scamorza), sebbene gli organi direttivi ritengano, in un’epoca come l’attuale caratterizzata da una forte specializzazione nella differenziazione dei prodotti, di concentrare ugualmente la maggior parte degli sforzi nella produzione del grana e del provolone, simili per ciò che concerne i tempi di maturazione e le modalità di conservazione. Oggi la cooperativa si estende su una superficie di 60.000 mq., di cui 40.000 coperti, che ospitano moderne sale di produzione, magazzini climatizzati di stagionatura e un allevamento suinicolo a ciclo chiuso di circa 5.000 capi. Nel 2001 operano nel caseificio 116 dipendenti.
Bibliografia: per una veloce ricostruzione delle vicende legate alla cooperativa cfr. Francesco Ballarini, Latteria Cà de’ Stefani: cento anni di legame con la propria terra, in «Cremona produce», luglio-settembre 2000, pp. 15-18.
Data aggiornamento: 22/01/2003
Autore della scheda: Matteo Morandi
Complessi archivistici
- Latteria sociale cooperativa di Cà de' Stefani Scrl (1900 - 2002)
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/creators/2315