Fabbrica Velluti Alfredo Redaelli spa [numero REA: 21007 Lc] ( 1910 - )
Tipologia: Ente
Tipologia ente: Ente economico / impresa
Sede: Mandello del Lario
Codici identificativi
- MIDB0019D1 (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]
Profilo storico / Biografia
Numero REA: 21007 Lc
Ragione sociale/forma giuridica/capitale sociale e settore di attività iniziali:
Fabbrica Velluti e Peluches Alfredo Redaelli – Società anonima – 6.000.000 (lire) – v. Note
Ragione sociale/forma giuridica/capitale sociale e settore di attività finali:
Fabbrica Velluti Alfredo Redaelli spa – Società per azioni – 2.600.000,00 – v. Note
Profilo storico
L’8 luglio 1910 veniva costituita l’anonima Fabbrica Velluti e Peluches Alfredo Redaelli, ma in realtà la società era la naturale prosecuzione di un’impresa ’ la Redaelli, Finzi Perrier e C. ’ nata nel 1893 a Rancio di Lecco, che in virtù dell’alta qualità dei propri prodotti aveva ricevuto diversi riconoscimenti in Italia e all’estero. L’attività, infatti, continuava ad essere incentrata sulla realizzazione di velluti e peluches in cotone, lana e seta fabbricati nell’impianto di Rancio e, dal 1912, nel nuovo stabilimento di Mandello del Lario, mentre per la colorazione dei prodotti veniva utilizzata una tintoria situata a Lecco. L’azienda guidata dal cavaliere del lavoro Alfredo Redaelli, ancora nel periodo tra le due guerre mondiali, era tra le maggiori imprese tessili lombarde, tanto da dare lavoro a circa 600 operai. La produzione, come si ricava dal lungo elenco degli agenti conservato nel fascicolo della Camera di Commercio di Lecco intestato alla società ’ veniva commercializzata in tutto il territorio nazionale, nella principali nazioni europee ed esportato perfino negli Stati Uniti, Medio Oriente e in Cina. Nel maggio del 1941, l’assemblea della società decideva di modificare la denominazione sociale in Fabbrica Velluti Alfredo Redaelli S.A., con un capitale sociale di 10.412.500 lire. Negli anni, come si deduce dalla denuncia presentata alla locale camera di commercio nel novembre del 1955, la fabbricazione e la tintura dei velluti avrebbe compreso l’utilizzo, oltre a cotone, lana e seta, di lana mohair, lino, canapa, raion e di altre fibre sintetiche acquistate sia sul mercato nazionale e sia importate dall’estero. Nel 1963, in seguito alla scomparsa di Alfredo Redaelli, gli subentrava nella guida dell’azienda il figlio cav. Riccardo. Contemporaneamente, attraverso l’emissione di un prestito obbligazionario di 120 milioni di lire (che fissava così il capitale sociale intorno ai 130 milioni), veniva avviato un processo di riorganizzazione dell’attività, che avrebbe portato nel tempo a diversificare maggiormente la produzione. Alla chiusura della tintoria situata sul lungolario Cadorna, infatti, si sarebbe accompagnato l’avvio della fabbricazione di articoli tessili per l’abbigliamento, l’arredamento, il trasporto ferroviario e marittimo e le applicazioni industriali. La riorganizzazione, supportata da ripetuti aumenti di capitale, portava dal 1971 al 1974 all’apertura di un altro impianto a Calolziocorte, mentre la direzione e gli uffici amministrativi venivano trasferiti da Rancio a Mandello del Lario. Negli anni seguenti, con l’ingresso di Giovanni Redaelli anche la terza generazione entrava ufficialmente nell’impresa di famiglia. Come detto, il raggio d’azione dell’azienda si era ormai ampliato grazie anche ad un’intensa attività di sviluppo e ricerca. Attualmente, con circa 120 dipendenti, la produzione comprende velluti per rivestimenti e tendaggi (che ‘vestono’ alcuni grandi teatri e alberghi in Italia e all’estero), stoffe per l’abbigliamento venduti alle principali case di moda mondiali, per applicazioni tecniche (in particolare nastri da sci, da trascinamento, per l’edilizia e la protezione) e tessuti utilizzati per le carrozze delle Ferrovie dello Stato.
Data aggiornamento: 27/12/2006
Autore della scheda: Geoffrey Pizzorni
Complessi archivistici
- Vellutificio Redaelli spa (1884 - 2006)
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/creators/2490