Italcementi spa [numero REA: 50 Bg] ( 1864 - )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente economico / impresa

Sede: Bergamo

Codici identificativi

  • MIDB001AFB (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]

Profilo storico / Biografia

Italcementi spa [numero REA: 50 Bg]; condizione giuridica: società per azioni

Ragione sociale/forma giuridica/capitale sociale e settore di attività iniziali:
Società Bergamasca per la Fabbricazione del Cemento e della Calce Idraulica – 3.000.000 lire – ; 23.51

Ragione sociale/forma giuridica/capitale sociale e settore di attività finali:
Italcementi Spa – 282.548.972 euro – ; 23.51

Le origini dell’impresa risalgono al 1864, quando veniva costituita su iniziativa di Giuseppe Piccinelli la Società Bergamasca per la Fabbricazione del Cemento e della Calce Idraulica, che operava attraverso una piccola fabbrica di cemento a presa lenta a Scanzo, poco lontano dal capoluogo orobico. Nel 1871, in seguito all’acquisto dell’impianto di Palazzolo di proprietà della Società Ferroviaria dell’Alta Italia, la denominazione mutava in Società Italiana dei Cementi e delle Calci Idrauliche. Denominazione questa con la quale la società nel 1874 otteneva l’ammissione alla quotazione alla Borsa valori di Milano. Nei primi mesi del 1878 parallelamente entrava in attività a Nese la prima fabbrica di cemento di proprietà della Fratelli Pesenti fu Antonio. Il progetto di unire i destini delle due imprese avrebbe iniziato a prendere forma sul finire del 1904, quando i fratelli Pesenti avviarono le prime valutazioni per l’acquisizione dell’azienda concorrente. L’operazione si concretizzò nel 1906 con la nascita della Società Italiana dei Cementi e delle Calci Idrauliche – Società riunite: Italiana e Fratelli Pesenti. La disponibilità di capitali e di uomini capaci fece sì che fin dai primi anni iniziò sia un programma di rinnovo degli impianti, sia la costruzione di nuovi stabilimenti, come quello di Cividale del Friuli inaugurato nel 1909. Nel 1911, in seguito all’acquisizione della Radici e Previtali, la società assumeva la nuova denominazione di Società Italiana dei Cementi e delle Calci Idrauliche. Società riunite: Italiana – Fratelli Pesenti Radici e Previtali. Due anni più tardi, con l’acquisto dell’impianto di Vittorio Veneto, la società copriva il 15% del mercato prebellico del cemento. Nel 1917, in pieno periodo bellico, venne decisa la fusione tra Società Italiana e la Società Anonima Fabbrica Calce e Cemento di Casale; conseguentemente la denominazione divenne Società Italiana e Società Fabbriche Riunite Cemento e Calce. A partire dal Primo dopoguerra, l’impresa si rese protagonista di una vera e propria corsa all’ acquisizione di aziende del settore sparse in tutt’Italia. In questo modo, nel 1927, il 40% della produzione nazionale di cemento era appannaggio della nuova Italcementi Fabbriche Riunite di Cemento Bergamo. Questa nuova denominazione era stata scelta appunto per sottolineare la dimensione nazionale ormai raggiunta e questo grazie anche ai 33 stabilimenti, 452 forni e oltre 6.300 tra operai e impiegati. Insieme alla rapida espansione territoriale, l’impresa avrebbe perseguito, da sola ma anche collaborando con laboratori esteri, pure la strada del progresso tecnico orientando la ricerca verso nuovi processi e nuovi prodotti. Il decennio successivo e ancora il Secondo periodo bellico non avrebbero consentito all’azienda bergamasca di proseguire nel suo sviluppo agli stessi ritmi degli anni Venti. Anzi, con lo scoppio della Seconda guerra mondiale si apriva per l’Italcementi un periodo assai burrascoso e caratterizzato da distruzioni fisiche, perdite di personale e sconvolgimenti organizzativi. Nel 1942, inoltre, Carlo Pesenti assumeva la guida della società con il doppio incarico di consigliere delegato e direttore generale, mentre la presidenza era ricoperta dal cugino Antonio. Terminato il difficile periodo bellico, già nel 1946 venne decisa una riorganizzazione del gruppo. L’Italcementi e le sue associate avrebbero continuato ad occuparsi del core business, mentre il settore dei manufatti di legno-cemento e cemento-amianto vennero conferiti alla Sacelit Spa, quello della calce idrata nella CIDI e, infine, le partecipazioni finanziarie nell’Italmobiliare. Tra il 1947 e il 1974, limitatamente al settore principale, sarebbero state 12 le cementerie interamente progettate e costruite ex-novo dall’Italcementi, 9 delle quali realizzate nel Mezzogiorno. Il rapido sviluppo economico nazionale e il conseguente aumento della domanda di nuovi abitazioni e infrastrutture avrebbero permesso una rapida crescita. Al 1964, solo per far un esempio, il gruppo orobico (con 28 stabilimenti e 8 consociate) figurava al 13° posto fra le aziende italiane per fatturato. Nel periodo seguente, e specie nei primi anni Settanta, la crescita dell’azienda sarebbe stata rallentata dalla difficile congiuntura economica. Nel 1979, dopo che sei anni prima era stato acquisito il gruppo Calce e Cementi di Segni, ragioni economiche e finanziarie avrebbero consigliato di trasformare Italmobiliare venerdì 8 gennaio 2010 da controllata a controllante di Italcementi, nonché holding del gruppo. Nel 1984, in seguito alla scomparsa del padre Carlo, Giampiero Pesenti entrato nell’azienda di famiglia alla metà degli anni Sessanta passava da direttore generale a consigliere delegato. A metà anni ‘80, intanto, la società aveva raggiunto la ragguardevole produzione annua di 14 milioni di tonnellate di cemento, con 30 cementerie e 6.500 dipendenti. A partire dal 1987, si ebbero le prime avvisaglie di una nuova strategia espansiva, specie in ambito internazionale. Nello stesso anno, infatti, venne acquistata una partecipazione in un’impresa statunitense aprendo così all’Italcementi il mercato americano. Accanto
ad altre operazioni, vennero aperte trattative per l’acquisizione di cementerie in Jugoslavia (poi non San Paolo (Bg), 2005; C. Fumagalli, La Italcementi. Origine e vicende storiche, Bergamo, 1964 finalizzate) e in Cecoslovacchia, quest’ultime conclusesi positivamente nell’estate del 1991.
L’anno seguente avrebbe rappresentato un momento di grande crescita per il gruppo bergamasco. Nel 1992, infatti, con l’acquisizione del controllo di Ciments Français, secondo produttore transalpino, il fatturato consolidato triplicò balzando ad oltre 5 mila miliardi di lire e facendo così del gruppo Italcementi uno dei protagonisti mondiali del settore. Nel 1997, attraverso l’acquisizione di Calcestruzzi, si completava l’integrazione a valle del core business dove già peraltro operava l’Italcalcestruzzi. Sul finire del secolo, la fase di internazionalizzazione si concentrò maggiormente verso i paesi emergenti. Tra il 1998 e il 2005, infatti, le acquisizioni interessarono paesi come Marocco, Bulgaria, Kazakistan, Thailandia, India ed Egitto. A quell’anno, facevano parte del gruppo Italcementi 60 cementerie, 570 centrali per il calcestruzzo e 152 cave di inerti. I dipendenti, inoltre, erano circa 20 mila sparsi in 19 nazioni. Intanto, nel 2004, Giampiero Pesenti aveva assunto la carica di presidente della società, mentre il figlio Carlo quella di consigliere delegato. Negli anni seguenti, la strategia espansiva di quello che a pieno titolo può essere considerato uno dei protagonisti mondiali del settore è proseguita andando a coinvolgere anche Arabia Saudita e Kuwait. Nel 2007, Italcementi è entrata a far parte del Dow Jones Sustainability World Index, l’indice mondiale per la responsabilità sociale dell’impresa che raccoglie le società best performer.

Complessi archivistici

Compilatori

  • Geoffrey Pizzorni (Archivista)