Consorzio volontario per la difesa dei vini tipici e pregiati dell'Oltrepò pavese ( 1960 - )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente funzionale territoriale

Sede: Pavia

Codici identificativi

  • MIDB001BB9 (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]

Profilo storico / Biografia

Il Consorzio volontario per la difesa dei vini tipici e pregiati dell’Oltrepò pavese si costituì il 4 agosto 1960, con rogito del Notaio dr. Ernesto Gallotti. Lo statuto fu modificato il 16 gennaio 1965 in Pavia con rogito nel Notaio dr. Cesare Rognoni e il 13 dicembre 1966, sempre in Pavia, con rogito del Notaio dr. Cesare Rognoni. Inizialmente istituito fra i produttori di vini e Cantine sociali fu allargato, con la modifica dello Statuto nel 1966, anche ad industriali e commercianti di Pavia. Il Consorzio aveva sede a Pavia, presso la Camera di Commercio e aveva una durata di dieci anni, salvo proroga. Esercitava la sua azione nel territori viticoli dell’Oltrepò e tra i suoi scopi e i compiti aveva:
- l’accertamento della produzione globale del vino tipico e pregiato ottenuto annualmente;
- la vigilanza sulla vendita affinchè fosse venduto vino prodotto nella zona del Conzorzio e con le caratteristiche stabilite;
- la promozione di studi ed iniziative in campo vinicolo ed enologico, anche all’estero;
- la collaborazione con organi governativi per l’applicazione della legge sui vini tipici;
- la facilitazione ed l’eventuale organizzazione della vendita per conto dei consorziati e la promozione di iniziative a favore degli stessi;
- la vigilanza affinché il titolo di consorziato, i marchi ed i segni distintivi adottati e trascritti dal Consorzio fossero esclusivamente usati dagli aventi diritto.
Del Consorzio potevano far parte produttori, Cantine Sociali, industriali e commercianti che producevano almeno 30 ettolitri di vino considerato tipico e pregiato, salvo il caso di vini di particolare antica tradizione, e che non impieghino resine e scambio ionico nel trattamento dei vini.
La denominazione del vino tipico e pregiato dell’Oltrepò pavese spettava solo ai vini ottenuti con vinificazione di uve scelte, provenienti da viti coltivati nelle località stabilite dal regolamento. Il riconoscimento dei vini tipici e pregiati avveniva da parte di apposita Commissione tecnica composta da dieci enotecnici du cui tre designati dai produttori, e tre dalle Cantine Sociali, tre dai commercianti e dagli industriali e uno con funzioni di Presidente dai componenti della stessa Commissione tecnica.
Lo statuto del Consorzio disponeva che il marchio consorziale fosse determinato dal Consiglio di Amministrazione nel corso della prima seduta. I marchi dovevano essere applicati si tutti i recipienti contenenti vini tipici e pregiati posti in commercio.
Il Consorzio era regolato dalla normativa vigente e dalle norme dello Statuto e dal regolamento. Gli ammessi a far parte del Consorzio dovevano versare una quota associativa.
Gli organi del Consorzio erano:
- l’Assemblea costituita da tutti iconsorziati con diritto di voto in proporzione agli ettolitri di vino tutelato dal marchio prodotto; essa si riuniva ogni anno in via ordinaria entro i tre mesi successivi alla chiusura dell’esercizio fissata al 31 dicembre di ogni anno. L’Assemblea deliberava su modifiche allo statuto, scioglimento del Consorzio ed eventuale devoluzione del fondo sociale, approvazione dei bilanci sociali, nomina del Consiglio di Amministrazione, nomina del Collegio dei revisori, nomina del Collegio dei probiviri. Erano ammesse convocazioni straordinarie.
- il Consiglio di amministrazione composto da nove membri di cui tre designati dalle Cantine sociali, tre dai produttori privati, e tre dai commercianti e dagli industriali nominati dall’Assemblea. Essi duravano due anni ed erano rieleggibili. Il Consiglio si riuniva almeno ogni tre mesi in seduta ordinaria e provvedeva all’organizzazione interna del Consorzio, fissava annualmente in contributo sociale, compilava i bilanci preventivi e consuntivi da sottoporre all’Assemblea, compilava i ruoli dei contributi annuali, autorizzava le spese per il funzionamento del Consiglio sia di natura ordinaria che straordinaria, nominava la Commissione tecnica, determinava le assunzioni del personale, sorvegliava l’enotecnico e provvedeva a tutto quello che poteva servire al raggiungimento degli scopi di Consorzio secondo la legislazione vigente. Il Consiglio inoltre nominava un presidente e tra i suoi membri tre vice presidenti, di cui uno riservato alle cantine sociali, uno ai produttori privati e uno agli industriali e commercianti di vino. Sia il presidente che il suo vice duravano due anni ed erano rieleggibili. Membro di diritto era il presidente della Camera di commercio di Pavia
- il presidente, o nel caso il vice presidente anziano, aveva la rappresentanza legale del Consorzio, convocava e presidieva l’Assemblea del Consiglio di amministrazione, firmava la corrispondenza, le deliberazioni e agni documento riguardante l’attività del Consorzio.
- la Commissione tecnica aveva il compito di rilasciare l’autorizzazione all’uso del marchio. I suoi componenti avevano la facoltà di prelevare, in qualsiasi momento e luogo, campioni di vino consorziato da sottoporre ai controlli della Commissione stessa. Ogni infrazione deve essere comunicata al presidente del Consorzio.
- l’Enotecnico ha la direzione tecnica del Consorzio e doveva provvedere alla custodia, distribuzione e contabilizzazione dei marchi consorziali; tenere lo schedaro delle quantità e qualità dei vini tipici denunciati e del quantitativo dei marchi consegnati; tenere un conto riassuntivo annuale di carico e scarico della produzione e dei marchi consorziali; fare accertamenti di persona presso le cantine consorziate, almeno una volta l’anno per ogni consorziato, e compilare per ogni visita un’apposita relazione.
- i Revisori dei conti, in numero di tre effettivi e due supplenti nominati dall’Assemblea, che duravano in carica tre anni ed erano rieleggibili;
- i Probiviri, in numero di tre, nominati dall’Assemblea che duravano tre anni ed erano rieleggibili.
Oltre allo Statuto il Consorzio aveva un regolamento che disciplinava la vinificazione, la compravendita dei vini tra i consorziati, la dichiarazione di idoneità per i vini giacenti nelle cantine dei consorziati all’entrata in vigore del regolamento, la Commissione tecnica e le sanzioni interne.
I Comuni appartenenti al comprensorio del Consorzio erano: Borgo Priolo, Borgoratto Marmorolo, Bosnasco, Broni, Calvignano, Canevino, Canneto Pavese, Castana, Casteggio, Cigognola, Codevilla, Corvino S. Quirico, Fortunago, Golferenzo, Lirio, Montalto Pavese, Montebello della Battaglia, Montecalvoo Versiggia, Montescano, Montù Beccaria, Mornico Losano, Oliva Gessi, Pietra de’ Giorgi, Redavalle, Retorbido, Rivanazzano, Rocca de’ Giorgi, Rocca Susella, Rovescala, S. Damiano del Colle, S. Giuletta, S. Maria della Versa, Stradella, Torrazza Coste, Torricella Verzate, Volpara, Zenevredo.

Complessi archivistici