Ricovero di Santa Valeria, convertite ( 1532 - 1786 )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente ecclesiastico

Altre denominazioni: monastero di Santa Valeria [Cronologia:]

Sede: Milano porta Vercellina

Codici identificativi

  • MIDB000521 (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]

Profilo storico / Biografia

Secondo una breve “cronaca” stampata su foglio volante, pubblicata forse nel primo trentennio del Settecento dai deputati amministratori di Santa Valeria e riportata integralmente dal Latuada per conservarne memoria, nel 1532 alcuni cittadini milanesi di agiata condizione sociale risolsero di dare la possibilità alle donne in difficoltà di trovare assistenza acquistando per loro una casa situata presso la chiesa di Santa Valeria, da cui il ricovero prese il nome.
L’anno successivo il duca Francesco II Sforza riconobbe ufficialmente l’istituzione con apposito privilegio, affidandone l’amministrazione ad alcuni deputati.
Nel 1535 sempre un diploma ducale concesse alle ricoverate di poter uscire dal ricovero o di rimanervi vita natural durante; a queste ultime venne data una regola da seguire. Nel 1539 i deputati ottennero dall’imperatore Carlo V di poter accedere al beneficio dei luoghi pii secolari della città.
Il ricovero s’allargò nel tempo e a partire dal 1574 circa, all’epoca dell’arcivescovo Carlo Borromeo, accolse anche, per volontà del presule, monache velate che avevano mancato ai voti e dato scandalo; fu qui che nel secolo successivo fu rinchiusa la manzoniana “monaca di Monza”, suor Virginia Maria de Leyva (proveniente dal monastero di Santa Margherita), dopo il processo e la condanna subita (1608), e vi rimase fino al 1622.
In quell’anno il ricovero di Santa Valeria fu interamente parificato agli altri luoghi pii secolari di Milano.
Col tempo il ricovero venne ad assomigliare sempre più ad un monastero: gli fu assegnato un confessore dalla Curia arcivescovile e la conferma della nomina della priora veniva fatta dal Vicario delle monache di clausura pontificia.
Fu soppresso nel 1786.
Va segnalato che altre fonti riportano per l’origine di Santa Valeria l’azione di frate Bono da Cremona (nel 1534 inventore della pratica devozionale delle Quarant’Ore di adorazione del Santissimo Sacramento), il quale raccoglieva le prostitute e le ospitava in una casa nei pressi della chiesa omonima, o la volontà di Ludovica Torelli contessa di Guastalla, già impegnatissima in opere assistenziali e caritative e fondatrice nel 1536 delle Angeliche di San Paolo converso.

Complessi archivistici

Profili istituzionali

Soggetti produttori

Fonti

  • LATUADA, Descrizione di Milano, 4 = LATUADA, S., Descrizione di Milano (...), delle Fabbriche più cospicue che si trovano in questa Metropoli (...), 5 tomi, Milano, Giuseppe Cairoli, 1737-1738, (tomo IV, porta Ticinese/Vercellina, 1738; riprodotto integralmente a cura di G. MASTRULLO per i tipi delle Edizioni La Vita Felice: tomo IV, Milano 1997 (Biblioteca Milanese; 10)
  • POGLIANI, Contributo = POGLIANI, M., Contributo per una bibliografia delle fondazioni religiose di Milano, in «Ricerche storiche sulla Chiesa ambrosiana», 1985, XIV, pp. 157-281
  • SEBASTIANI, Gruppi di donne = SEBASTIANI, L., Gruppi di donne tra convivenza e assistenza, in La città e i poveri. Milano e le terre lombarde dal Rinascimento all'età spagnola, a cura di D. ZARDIN, Milano 1995, pp. 101-115.

Compilatori

  • Prima redazione: Eleonora Saita (archivista) - Data intervento: 24 giugno 2004