Sullam, Guido Costante ( Venezia (VE), 1873 luglio 5 - Venezia (VE), 1949 ottobre 17 )

Tipologia: Persona

Abstract

Sullam DR. Ing. Arch. Costante Guido (Venezia 1873-1949). Commendatore della Corona d’Italia – Decorato della Croce di Guerra (1918); libero docente di Architettura Tecnica presso l’Istituto Superiore di Architettura di Venezia (1927-39; 1945-49); Accademico di merito residente R. Accademia di Belle Arti dal 1909; membro del Comitato di presidenza dell’Istituto Veneto per il Lavoro dal 1921, membro del Comitato esecutivo del Consiglio Provinciale per l’Istruzione tecnica; Presidente della Commissione edilizia (1931-39; 1945-49)

Profilo storico / Biografia

Guido Costante Sullam, figlio di Benedetto e Giovannina Levi, nacque il 5 luglio 1873 a Venezia nel sestiere di Cannaregio a palazzo Fontana sul Canal Grande, dimora della famiglia materna sin dall’avvio del XIX secolo. Egli crebbe in seno a due delle maggiori famiglie della Comunità ebraica veneziana – i Levi, banchieri a Venezia sin dal XVIII secolo con la Jacob Levi & figli, e i Sullam che inseguito ai provvedimenti napoleonici erano divenuti proprietari terrieri sul delta del Po – in un’epoca in cui il processo di emancipazione aveva ormai compiuto il suo corso e l’integrazione era effettiva sotto ogni punto di vista. Il contesto sociale e i rapporti che gli provenivano dalla famiglia e dalla comunità di appartenenza determinarono in modo decisivo i suoi futuri rapporti professionali.
Guido Costante compì i suoi studi a Padova, presso la facoltà di Ingegneria Civile, laureandosi nel 1895. Inseguito partì volontario nell’esercito raggiungendo la carica di sottotenente sotto l’arma del Genio. Da qui entrò a far parte del primo nucleo fotografico dell’esercito nella specialità aerostieri durante gli anni 1896-97. Questa esperienza lo portò poi a coltivare l’arte della fotografia anche nell’ambito professionale, tanto che l’archivio fotografico del fondo Sullam dimostra come egli fosse solito documentare in modo sistematico con immagini fotografiche i suoi cantieri sin dall’inizio del secolo. Gli stessi album dei progetti dal primo 1900 ai primi anni Venti rendicontano l’attività progettuale privilegiando il mezzo espressivo della fotografia unita a tavole di progetto acquarellate di straordinaria qualità grafico-progettuale. Secondo l’iter previsto a quel tempo dopo il triennio di ingegneria Sullam si iscrisse al biennio di studi in architettura presso l’Accademia di Belle Arti, conseguendo nel 1900 il diploma di professore di disegno architettonico. Sotto la presidenza di Pompeo Molmenti a partire dal 1909 entra a far parte del collegio accademico, come accademico di merito corrispondente. Qui coltivò quelle relazioni accademiche che lo porteranno, sotto l’ala di Giovanni Bordiga, a divenire accademico residente con un incarico d’insegnamento per il corso di Elementi di architettura e per quello di Prospettiva. Sempre con Bordiga entrò a far parte del nucleo fondativo della Regia Scuola Superiore di Architettura di Venezia nel 1927. Mentre dal 1926 venne cooptato nella Commissione all’Ornato, che divenne sotto la sua direzione Commissione edilizia nel 1931, e dove rimase in carica sino al 1939, per poi rientrarvi dopo il congedo forzato dalle leggi razziali nel 1945 sino al 1949.
Secondo le parole di Angelo Scattolin, cui si deve il discorso di commemorazione tenutosi all’Ateneo Veneto (1950) a un anno dalla morte: «Con lui è scomparsa una singolare figura di studioso dotato di vasta cultura enciclopedica, ma particolarmente operante nei campi dell’arte e della tecnica edilizia».
I suoi primi incarichi professionali furono in area Marciana prima presso la biblioteca nazionale per l’adeguamento degli spazi della Zecca (1900) e poi con il ruolo di Vice Direttore dei lavori di presidio della Basilica Marciana a seguito del crollo del campanile (1902). Con l’incarico di verifica statica e di messa in sicurezza la volta dell’Apocalisse, nonché della revisione delle strutture delle altre volte. Oggetto di intervento particolare fu l’angolo della Basilica che più era stato compromesso dal crollo. Fortemente attirato dalla modernità e dai nuovi linguaggi architettonici, di fronte all’opportunità di entrare a far parte della commissione di studio sulle Scuole d’Arti e mestieri in Nord Europa, decise di rinunciare a sovraintendere il cantiere della Basilica, subappaltando l’incarico al collega ingegnere, Luigi Marangoni.
L’ambiziosa commessa da parte della Società Umanitaria di Milano lo portò ad approfondire lo studio delle arti applicate, ambito al quale rimase legato per il resto della sua esperienza professionale divenendo, sempre secondo Scattolin: «Sensibilissimo al problema spirituale dell’Arte, intravide l’importanza estesa anche nel campo sociale, della macchina nata per la produzione». In particolare restò influenzato dall’architettura modernista, come si legge in modo evidente dagli esiti formali delle Villini Thea e Montplasir al Lido di Venezia (1904), divenendo l’esponente senza dubbio più interessante dell’Art Nouveau a Venezia e in Veneto (GD. Romanelli).
Tutti i suoi progetti sono contraddistinti da un’ispirata cura per il dettaglio sin nei minimi particolari tradendo un linguaggio costantemente contaminato dalle nuove espressioni d’arte. Tra le architetture del primo decennio del Novecento meritano risalto l’edificio della stazione di Asiago, la committenza da parte di Ugo Levi a San Vidal e Santa Maria Mater Domani e di Marco Bismark Sullam a Santa Maria Formosa a Venezia. Guido Costante Sullam fu di nuovo arruolato nel 1914 come capitano e poi maggiore del Genio, destinato ai servizi generali della piazzaforte di Venezia. Decorato con la Croce di guerra, ritornò dopo il conflitto all’attività professionale. Degli anni Venti va ricordato il portale del Cimitero israelitico del Lido (1924 )e alcune tombe in cui risaltano elementi architettonici e decorativi riconducibili a una libera interpretazione dell’architettura palestinese. A partire da questo periodo intensificò moltissimo l’attività accademica e pur restando di base a Venezia diresse l’Università delle Arti applicate di Monza, lavorando simultaneamente alla configurazione dell’Istituto Veneto per il lavoro. Egli contribuì in modo fattivo alla rinascita delle arti decorative e dell’istruzione professionale, convito che fosse necessario provvedere all’elevazione culturale dell’artigianato attraverso una preparazione tecnica, ma anche culturale ed artistica. Dal 1927 entrò a far parte del corpo docente della Scuola Superiore di architettura con un corso di Arredamento d’interni. Salvo poi con l’avvio degli anni Trenta ricoprire ben quattro incarichi d’insegnamento: “Elementi costruttivi”, “Carattere distributivo degli edifici”, “Arredamento e decorazione” e di “Tecnologia dell’edilizia” nonchè di “Urbanistica”. Divenne ben presto un maestro amato e considerato dai suoi allievi, affiancò Guido Cirilli sostituendolo nella direzione dell’Istituto. Tornò alla vita attiva dopo delle persecuzioni razziali; tornò al lavoro amareggio e fiaccato dalla malattia anche se ciò non gli impedì di essere attivissimo sul fronte accademico e istituzionale. Morì a Venezia il 17 ottobre 1949.

Compilatori

  • Schedatura: Martina Massaro (PhD) - Data intervento: 25 gennaio 2018