Firrao, Luigi ( Roma (RM), 1927 - Porto Ercole, 1975 )

Tipologia: Persona

Profilo storico / Biografia

Luigi Maria Firrao (Roma, 1927 – Porto Ercole, Monte Argentario, 1975). Dopo il diploma al liceo classico, frequentò la facoltà di chimica dell’Università di Roma per due-tre anni. Si iscrisse nel 1944-46 al Partito d’Azione e quindi al Partito comunista, fino al 1969, quando fu radiato per aver sostenuto il gruppo del Manifesto, con cui proseguì l’attività politica fino alla morte. Nel Viterbese, si occupò, quale dirigente del Pci, dal 1948 al 1953, dell’occupazione delle terre appartenenti ai Torlonia, fino alla legge stralcio e all’arrivo dell’Ente Maremma con la formazione delle cooperative contadine. Fu arrestato numerose volte, fu detenuto nel carcere di Viterbo per un anno circa. Alla morte del padre Filippo, il Pci lo obbligò a dirigere per 5 anni la fabbrica di Elettromedicali Firrao, a Roma in Via Virgilio. Quindi, dopo il fallimento dell’azienda, divenne, fino alla morte, dirigente della Misal una fabbrica italiana di macchine utensili. Si occupò, insieme a Giulia D’Angelo, sua compagna di vita dal 1962, di una ricerca sulla cultura popolare collaborando con il Nuovo Canzoniere Italiano, con Nuova Scena, Nanni Ricordi, Gianni Bosio, Dario Fo e Franca Rame. Nel 1963-64, collaborarono con l’Arci per l’organizzazione di comizi cantati e allestirono a Roma uno spettacolo di cantastorie siciliani con Ignazio Buttitta, Otello Profazio, Vito Santangelo e Ciccio Busacca. Nel1964 anche Giulia si iscrisse al Pci. Nel 1965 Luigi e Giulia organizzarono il primo cabaret politico italiano, “l’Armadio”, con sede a Roma in via La Spezia, nel quartiere di San Giovanni. Al cabaret collaborarono: Marco Ligini, Leonardo Settimelli, Elena Morandi, Ines Carmona, Jan Antonio Anteguera, Juan Capra, Castronuovo, Alfredo Liberatori e molti altri. Dagli anni ‘68-’69, fino alla sua morte, si occuparono dell’organizzazione capitalistica del lavoro, intervistando numerosi operai e studiando i testi padronali. Firrao poi, organizzò una serie di lezioni sull’argomento, all’Università di Roma, alla Cgil e nei collettivi del Manifesto, mentre Giulia, divenuta segretaria della sezione Eur in Viale dell’Arte, anche lei radiata dal Pci, lavorava al quotidiano “Il Manifesto”. Per il Manifesto, contribuirono alla formazione del gruppo “Collettivo dei Tecnici”, pubblicando un documento dal titolo “La rivolta dei tecnici”. Dopo la sua morte Giulia fondò, in suo ricordo. la Libreria Internazionale il Mare che è tutt’ora diretta dal figlio, Marco Firrao.

Complessi archivistici