Società italiana per le strade ferrate meridioanli (Bastogi) ( 1862 - )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Stato

Profilo storico / Biografia

La Bastogi nacque a Torino il 18 settembre 1862 con la ragione sociale di Società italiana per le strade ferrate meridionali per iniziativa del conte Pietro Bastogi, con lo scopo di sfruttare la concessione per la costruzione e l’esercizio di linee ferroviarie nell’Italia meridionale. Nel 1871 il capitale iniziale di 100 milioni di lire venne portato a 130 milioni e la Società ottenne la convenzione anche per le ferrovie calabro-sicule. Con la ristrutturazione del sistema ferroviario del 1885, la Bastogi ebbe in gestione la Rete Adriatica e in tale occasione l’Assemblea degli azionisti decise di costituire in gestione indipendente dall’esercizio ferroviario una quota rilevante di capitali. Da questo momento l’attività della Società si sdoppiò: da una parte la gestione ferroviaria, dall’altra l’amministrazione di un patrimonio svincolato da investimenti prefissati. Il 1906 rappresentò l’anno di svolta per la Società, allorché lo Stato procedette al riscatto delle linee ferroviarie dalle società concessionarie. La Bastogi, da allora, investì massicciamente nel settore elettrico, in imprese di costruzione e immobiliari come pure in obbligazioni e titoli di Stato nazionali ed esteri. Fu senza dubbio la nascente industria elettrica ad attrarla principalmente: nel 1915 era già in possesso di pacchetti azionari di sedici imprese del settore tra le quali l’Adriatica, la Ligure-Toscana, l’Adamello, la Società elettrica della Sicilia orientale. Dopo aver superato non senza difficoltà i problemi del primo dopoguerra, nel 1926, sotto la presidenza di Alberto Beneduce, la Bastogi riprese a sviluppare la propria attività. A seguito della crisi del 1929 fu assorbita dall’Iri; riprivatizzata, aumentò il proprio capitale sociale a 340 milioni nel dicembre 1937. Nel secondo dopoguerra la Società, che aveva sede sociale a Firenze e direzioni e sedi amministrative a Milano e Roma e vedeva nel proprio Consiglio di amministrazione i rappresentanti dei maggiori gruppi industriali del Paese, divenne il principale centro di mediazione e confronto degli interessi economico-finanziari italiani. A partire dal 1962, con la nazionalizzazione delle industrie elettriche, la Bastogi iniziò il suo progressivo declino limitandosi sempre più a gestire partecipazioni azionarie senza alcun potere di comando e iniziativa. Nel 1971 un gruppo finanziario capeggiato dal banchiere Michele Sindona promosse, senza successo, un’offerta pubblica di acquisto sui titoli Bastogi. Nel 1972, trasferita la sede sociale a Roma, la Società assunse la denominazione di Bastogi finanziaria, modificata nel 1978 in Bastogi Irbs per effetto dell’incorporazione dell’Istituto romano di beni stabili. Dopo il 1980 il gruppo Bastogi era costituito dalle divisioni Immobiliare, Costruzioni, Elettromeccanica e dai settori Elettronico e Farmaceutico. Nel 1983 la società Italmobiliare, con l’acquisizione del 23% della Società, divenne il maggiore azionista della Bastogi, attuando un processo di alienazione delle partecipazioni industriali e concentrandosi nel settore immobiliare. Nel 1986 la Sapam – Società acqua pia antica marcia finanziaria del gruppo Romagnoli assunse una quota del 58,4% di Bastogi Irbs; nel
1987, dopo aver modificato la propria denominazione in Bastogi Spa, acquistò il 42,8% della società Beni stabili. Nel 1990 il gruppo Cabassi rilevò il 47% della Società; nel 1994 la Bastogi acquistò il 50,3% di Brioschi finanziaria e l’83,11% della società Frigoriferi milanesi specializzata nella custodia di beni di prestigio. A partire dal 1998 la Bastogi è operante nel settore immobiliare tramite le società facenti capo alla Brioschi finanziaria e in quelli della custodia attraverso la Frigoriferi milanesi.

Complessi archivistici