Comune di Bianzone ( sec. XIV - )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente pubblico territoriale

Sede: Bianzone

Codici identificativi

  • MIDB0002D4 (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]

Profilo storico / Biografia

Ben poche notizie si hanno sulle origini del comune di Bianzone: certamente la località è abitata fin dalla preistoria, come si deduce dal ritrovamento di un’ascia dell’età del ferro. L’etimologia del luogo è ancora incerta, attribuendola alcuni Autori, senza sicurezza, al nome di persona romano “Blandius” o al sostantivo “oblationes”.
L’abitato, appartenente alla pieve di Villa di Tirano, ha legami con Bormio, in quanto nel 1100 le sorelle Nalucia e Pagana de Vico Arenato, figlie di Lanfranco, donano la chiesa di S. Siro (sec. XI), da loro fondata, con tutte le pertinenze, all’arciprete ed ai canonici di Bormio.
Il comune si libera da questo patronato solo nel 1595 quando, dopo lunghe controversie, l’arciprete di Bormio ridona la chiesa a Bianzone.
La famiglia Capitanei di Stazzona esercita la potestà sul feudo di Stazzona, comprendente anche Bianzone, ed influenza la vita del luogo fino al sec. XIV.
Dopo la dominazione viscontea sforzesca si ha, nel 1512, il passaggio della Valtellina sotto il governo dello stato delle Tre Leghe che mantiene la suddivisione della valle in cinque giurisdizioni: Bianzone era un comune del terziere superiore. Il comune è composto da cinque contrade o cantoni: “Piazza”, “Canova”, “Cambrem”, “Selva” e “Montagna”, quest’ultima comprendente: le località di “Bratta” e “Piazzeda” denominate a volte contrade al posto di Montagna.
La vicinanza, costituita dalla riunione di tutti i capifamiglia del comune viene convocata ad istanza del decano per l’elezione annuale di quest’ultimo e dei consiglieri e per deliberare in merito a questioni importanti della vita comunitaria. Altre figure elette annualmente dalla vicinanza sono il notaio del comune che roga i sindacati, riscuote le taglie forestiere ed è depositario dei libri dell’estimo, delle accole e dei conti, ed il procuratore della comunità, che la rappresenta in ogni questione e causa. Nel sec. XVIII viene nominato anche il direttore di comunità delegato a rappresentare quest’ultima in particolari rapporti con l’esterno. Il consiglio di comunità, massimo organo deliberante, è composto dal decano, che lo presiede, da cinque consiglieri e da cinque sindici che rappresentano i cantoni o contrade.
Gli ordini comunali, conservati presso l’Archivio di Stato di Sondrio nel fondo “Manoscritti della biblioteca”, in copia semplice del sec. XVIII stilata dal notaio di comunità Giovanni Antonio Bario, regolamentano, in accordo con gli statuti di valle, tutte le attività economiche politiche aventi rilievo giuridico.

Complessi archivistici