Steiner, Albe ( Milano (MI), 1913 novembre 15 - Raffadali (AG), 1974 agosto 17 )

Tipologia: Persona

Profilo storico / Biografia

Albe Steiner nasce a Milano il 15 novembre 1913, da madre toscana e padre cecoslovacco. La forte personalità e le culture dei genitori, profondamente italiana l’una e mitteleuropea l’altra, influenzarono la prima formazione di Albe. L’infanzia e l’adolescenza sono segnate dalla violenza fascista che colpisce la sua famiglia, ha 11 anni quando nel 1924 viene assassinato lo zio Giacomo Matteotti. Di qui la coscienza antifascista di militante, di combattente per «la libertà che è cultura». Morto il padre nel 1928, dopo essersi diplomato in ragioneria, abbandona gli studi e decide di non proseguire l’attività industriale del padre ma di dedicarsi alla “grafica”. Albe compie i primi passi nel ‘mestiere’ in un clima culturale nel quale la conoscenza di quanto avviene all’estero in questo campo è frutto solo dell’attenzione di singoli e piccoli gruppi.
Inzia a disegnare e dipingere seguendo l’influenza del critico d’arte Edoardo Persico – fondatore della rivista Casabella – nella cui Galleria “Il Milione” vede le prime mostre di arte astratta (Soldati, Licini, Radice, Fontana, Melotti, Veronesi) e dello Studio di Antonio Boggeri, fucina di ritrovo dei grafici italiani e stranieri più qualificati (Munari, Nizzoli, Schawinsky, Huber). Ai primi anni trenta risale anche la sua conoscenza delle esperienze grafiche del costruttivismo sovietico – in particolare El Lisitzkij – e del Bauhaus, la scuola razionalista di progettazione industriale, di artigianato e di architettura sorta in Germania nel 1919 che, sotto la direzione prima di Walter Gropius e poi di Hannes Meyer, ebbe come insegnanti tra gli altri, Itten, Kandinsky, Klee, Moholy-Nagy, Mies van der Rohe, e fu centro di confluenza e di raccolta delle esperienze più moderne dell’arte europea. Nel 1933 inizia la sua attività di grafico, quando ancora questa professione come tale non esiste. Espone disegni di stoffe per bambini in una mostra collettiva alla galleria “il Milione” e realizza il suo primo lavoro di comunicazione con l’impaginazione del pieghevole e il disegno del motociclo 175 per la fabbrica Atala, fondata dal padre. Nel 1938 sposa Lica, che sarà la sua inseparabile compagna di vita e di lavoro. Con lei apre a Milano lo studio LAS. Sono gli anni dei progetti di grafica e di design per Bemberg (di cui diviene consulente fisso), Savoma medicinali, Vitafos, Tavennes, Palazzo del ghiaccio, della prima mostra di grafica alla VII Triennale di Milano (1940 con Sinisgalli e Pintori) e della collaborazione con lo Studio Boggeri.
Albe e Lica si avvicinano al Partito Comunista, attraverso l’amicizia con Salvatore Di Benedetto. Con lui e con Elio Vìttorini, cui è legato da affetto profondo e amicizia fraterna, si occupa fino alla Liberazione di compilare e stampare nella propria abitazione volantini e fogli clandestini di informazione e propaganda.
Nei primi anni della guerra prosegue la sua attività professionale avendo continui contatti con l’avanguardia culturale antifascista milanese: gli architetti Banfi, Belgiojoso, Peresutti, Rogers (studio B.B.P.R.), Persico, Pagano, Giolli, Albini, De Carlo e i pittori e grafici Genni e Gabriele Mucchi, Veronesi, Max Huber, Treccani, Birolli, Guttuso, Sassu, ecc. Lavora in quegli anni per Agfa, per Rosa e Ballo editori, per riviste di architettura, per AR AR (Architetti Riuniti), per Domus editore. Negli anni ’40 espone disegni astratti con artisti come Munari e Fontana, e cura il volume “Fotografia”, prima rassegna della fotografia italiana, edito da Domus.
Nel 1943 è partigiano con Lica nella Val d’Ossola, è commissario politico comunista della 85a Brigata Garibaldi. I nazisti trucidano il padre e due cugini di Lica a Mergozzo e nel 1944 il fratello Mino viene deportato a Mauthausen e successivamente nel campo di lavoro di Ebensee dove morirà nel marzo del 1945.
Dopo la Liberazione è chiamato da Vittorini a collaborare alla redazione e alla impostazione grafica de «Il Politecnico» e di «Milano Sera». Collabora con Einaudi alla realizzazione della «Biblioteca Politecnico» che si affianca alla rivista. Sempre nel 1945 allestisce con Mucchi, Veronesi ed altri le mostre della Liberazione e della Ricostruzione e fonda con un gruppo di pittori, architetti e grafici la Scuola Convitto Rinascita per partigiani e reduci, ‘inventando’ appositamente un corso di grafica.
Nel 1946 è in Messico, dove conosce Vittorio Vidali, l’eroico comandante Carlos del V reggimento della guerra di Spagna, cui rimarrà sempre legato da profonda amicizia. Collabora con Hannes Meyer, architetto militante comunista ed ex direttore del Bauhaus, alla campagna di alfabetizzazione e al Taller de Grafica Popular, con il gruppo di Diego Rivera, Alfaro Siquieros, Leopoldo Mendez e tanti altri. Cura le relazioni culturali Italia Messico. E’ chiamato da Vincente Lombardo Toledano, segretario della Confederazione Generale dei Lavoratori di America Latina, a collaborare al loro periodico «Partido Popular».
Emblematica la sua collaborazione durante il periodo messicano per il manifesto e l’immagine coordinata per l’VIII Triennale in collaborazione con Max Huber, che rappresenta il suo costante ed intenso lavoro anche nell’ambito delle attività culturali dell’orizzonte milanese. Rientra in Italia nel 1948, poco prima delle elezioni e inizia a lavorare per il Pci ad ogni tipo di propaganda come segretario della sezione Gramsci di Milano, carica che conserverà per 10 anni. Riprende ad esercitare la libera professione, impagina riviste di fotografia, design e architettura.
Si impegna nuovamente nell’insegnamento presso la Scuola del Convitto Rinascita, ed in seguito all’Umanitaria dal 1959 , dove resterà fino alla morte oltre che come insegnante di progettazione grafica anche come direttore della Scuola del Libro della Società Umanitaria Milano.
E’ chiamato come art director per l’allestimento interno ed esterno del grande magazzino la Rinascente, rimanendovi dalla riapertura fino al 1954; in seguito realizza anche la prima mostra «Estetica del Prodotto», punto di partenza per il premio «Compasso d’Oro» che sarà la maggiore manifestazione, non solo italiana, del design di produzione industriale con lo scopo di educare compratori e venditori.
Nel decennio 1950-60 per qualificare ed ottenere l’effettivo riconoscimento della professione del grafico, fonda e diviene membro di organismi di categoria quali il Sindacato Artisti di Milano e Nazionale, il direttivo del Centro Studi della Triennale, il Centro Studi Grafici, l’AGI (Alliance Graphique Internationale), il Movimento Studi di Architettura, l’ADI (Associazione Disegno Industriale).
Collabora con numerose ditte industriali e commerciali: Olivetti, Lineoleum, Pirelli, Arflex, Lanerossi, Cotonificio Cantoni, Necchi, Aurora, Bethafarm, Pierrel, Coldinava, Lark, Carimate, ecc. progettando di volta in volta marchi, imballaggi, carte da lettera, opusoli, pagine pubblicitarie e segnaletica. In particolare per la Pierrel Farmaceutici (1956-59) lavorò dalla fondazione, disegnandone il marchio, gli stampati, le confezioni, rivoluzionando la grafica di tutto il settore farmaceutico. Steiner collabora inoltre con enti ed istituzioni culturali, come la Rai, il Piccolo Teatro, la Triennale di Milano (IX, X XI,XII, XIV), Il Teatro Popolare Italiano, Italia’61.
Nel campo editoriale inizia con la rivista “L’Indicatore” la collaborazione di Steiner con la casa Editrice Feltrinelli. Per cui in seguito sarà consulente editoriale, art director e progetterà l’impostazione grafica sia delle riviste Cinema nuovo, Indicatore EDA e l’Illustrazione Scientifica che delle varie collane, compresa l’Universale Economica. Per questa collana è coautore, nel 1960, con Caleffi di « Pensaci uomo», primo libro di documentazione fotografica sui campi di sterminio nazisti, con cira 300 immagini.
Per quanto riguarda i periodici dà impostazione grafica e collabora alla redazione di gran parte delle riviste culturali della sinistra italiana quali l’Emilia nel 1949 e, negli anni successivi, Realismo (1952), il Contemporaneo settimanale e poi mensile dal 1957, Problemi del Socialismo, Tempi Moderni, la rivista Storica del socialismo, la Sinistra, Marche Nuove, Modena oggi, Utopia, l’Erba voglio, ecc. Per la rivista Rinascita (1964-68), quando diventa settimanale, si incontra e lavora personalmente con Togliatti.
Collabora con Geigy farmaceutici, Ilses, B.P. Italiana, Steiner junior, Icsid, Aeropack, Aterni, Termolux, Sicet, Pap, Ratti, Atkinson, Oms, Zambeletti, Keller, ecc. occupandosi di immagine coordinatata, progettando marchi, opuscoli, imballaggi, stampati.
Nel 1961, diviene membro anche dell’AIGEC (Associazione italiana periti esperti e consulenti nelle attività grafiche editoriali e cartarie), nel 1963 dell’ICTA (International Center for the typographic arts), nel 1964 dell’ ICOGRADA (International Council of Graphic Design Associations), dell’International Designers Directory e del Centro Studi Bodoni di Parma; nel 1970 si iscrive all’ANEDI (Albo Nazionale Esperti d’Imballaggio).
Nel 1962 allestisce il primo magazzino a libero servizio: la COOP di Reggio Emilia. L’attenzione per la razionale esposizione dei prodotti nel grande magazzino, come per l’imballaggio e per il design degli oggetti d’uso e di serie è legata al suo interesse per il miglioramento da ogni punto di vista delle condizioni di vita delle masse.
Dal 1962 e per dieci anni, è professore di arte del libro e di storia d’arte grafica all’istituto Statale d’Arte di Urbino, nella cui università dal 1967 al 1969, è incaricato del corso di giornalismo.
Si occupa sempre delle iniziative dell’Associazione degli ex deportati (ANED), fino all’allestimento, in collaborazione con lo studio B.B.P.R., e alla cura delle pubblicazioni del Museo-Monumento al deportato politico nei campi di sterminio nazisti di Carpi. Per Zanichelli, dal 1960 al 1974, rinnova con Derlfino Insolera le edizioni scolastiche, curando pagina per pagina soprattutto i volumi a carattere scientifico, dando un contributo fondamentale nel determinare una nuova immagine del libro scolastico italiano.Scrive e pubblica con Lica le dispense di Storia e tecnica della cartellonistica per l’insegnamento a lunga distanza dell’Accadernia di Roma. Lavora con Vangelista, alle cui edizioni dà l’impostazione grafica per le collane d’arte, della Resistenza e della saggistica. Dal ‘70 per la Compagnia Edizioni Internazionali (CEI) imposta le riviste e i volumi dei Protagonisti della Rivoluzione, scegliendo ogni immagine, intervenendo anche nell’impostazione redazionale dei contenuti. Impagina il libro sul Portogallo edito da Teti nel 1974. Dal periodo della clandestinità segue gran parte della grafica di Partito e delle organizzazioni democratiche: manifesti, periodici, opuscoli, volantini, mostre, stand, fino all’impaginazione della rivista Orientamenti Nuovi, al progetto, non realizzato, di Noi Giovani, all’allestimento di parte delle mostre dell’ultimo Festival dell’Unità di Milano del ’74.Nel 1972 per la 36ma Biennale di Venezia allestisce, con Carboni e Lionni, la mostra sperimentale della grafica per la stampa. Muore improvvisamente il 17 agosto 1974 a Raffadali (Agrigento) mentre è ospite nella casa di Salvatore Di Benedetto.

Complessi archivistici

Soggetti produttori

Compilatori

  • Prima redazione: Luciana Gunetti (PhD - AS)