Comune di Ossimo ( sec. XV - )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente pubblico territoriale

Sede: Ossimo

Codici identificativi

  • MIDB0007F1 (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]

Profilo storico / Biografia

Le note che seguono hanno lo scopo di fornire al lettore, pur nella loro brevità, il quadro di riferimento storico ed istituzionale entro il quale viene a collocarsi la comunità della valle Camonica, di cui il comune di Ossimo fa parte.
I privilegi accordati dalla repubblica di Venezia alla valle Camonica, e tra questi il privilegio di separazione dalle città di Brescia e di Bergamo e dai rispettivi distretti del 1428, affondano le loro radici nella storia della valle dei secoli XIIXIII (1).
Nel sec. XII la valle Camonica è feudo del vescovo di Brescia che, oltre all’attuale territorio bresciano, comprende anche i beni e castelli della provincia bergamasca. Durante tutto il secolo la valle è teatro di contese tra i feudatari e i comuni per il possesso di beni, ma sopratutto per ottenere l’affrancazione dalla città di Brescia. L’autonomia della valle è sancita dal privilegio del 4 ottobre 1164, emesso da Federico I Barbarossa. In esso l’imperatore accorda “defensionem ac protectionem…”, e stabilisce “quod terra de Valcamoniga et eius milites et homines nulli onquam Civitati nulli Conmuni nulli Archiepiscopo, nulli Episcopo vel Marchioni vel Comiti nullique persone (…) libere et secure semper eos volumus retinere honorare et conservare…” (2). L’imperatore concede alla valle nella stessa occasione, la possibilità di governarsi autonomamente, con statuti propri e di eleggere i propri consoli (3).
Il diploma sarà ripetuto e confermato nel 1311 da Arrigo VII e, in seguito, da tutti i signori che si succederanno nel corso dei secoli.
La storia della valle emancipata e separata dalla città continua nei secoli XIIXIV tra aspri e aperti conflitti per il mantenimento di tale libertà, ma anche all’interno per la supremazia tra le varie contee. Dopo un breve periodo di dominio degli Scaligeri di Verona, vicari imperiali, passa nel 1337 sotto il dominio dei Visconti fino al 1428, ad esclusione degli anni tra il 1410 e il 1419 in cui è occupata da Pandolfo Malatesta.
La valle Camonica, realtà sovracomunale, dispone, come si è detto, di statuti propri e gode di privilegi che le conferiscono autonomia nella gestione, per esempio del commercio del ferro e delle lane.
Durante il dominio veneto, è podesteria maggiore insieme ad Orzinuovi, alla Riviera di Salò e ad Asola ed è soggetta, come queste e come il Territorio, al pagamento delle gravezze ordinarie, della taglia ducale, della limitazione, del sussidio e delle tasse “de huomini d’arme”. Nel 1609 l’ammontare di queste tasse è di lire 70.000 di planetti l’anno, alle quali si deve aggiungere il contributo, in misura di un dodicesimo delle spese, per le “fabriche”; le spese per i guastatori per gli scavi di Palmanova, che in quello stesso anno ammontano già a lire 30.000 di planetti; le spese per “cernide”, ovvero per il mantenimento di 294 soldati. Contribuisce, infine, unitamente al Territorio, per un quindicesimo, a tutte le spese straordinarie “de mandato domini” (4).
A carico della valle sono tutte le spese “interne” come i salari di funzionari e nunzi, del capitano e della sua corte, le spese per opere pubbliche come strade e ponti, per l’approvigionamento di sale, per le condotte di “salnidro”, ecc. (5).
Per il governo della valle si fa riferimento agli statuti del 1624, soprattutto ai capitoli 370 – 392 del primo libro, recanti il titolo “De officiis”, che descrivono l’organizzazione politica e amministrativa della comunità di valle (6).
L’organo di governo principale è rappresentato dal consiglio generale, costituito, come riferisce il Da Lezze (7), da circa 155 persone e formato dai rappresentanti eletti in seno alle diverse vicinie dei comuni dell’intera valle. L’assemblea è convocata dal sindico di valle scelto tra i consiglieri ed è presieduta dal capitano di valle inviato, invece, da Brescia.
Il consiglio generale elegge per ballottaggio nella seduta di fine anno i funzionari più rappresentativi della comunità di valle: il sindico, il tesoriere, l’avvocato, sette deputati, sei consiglieri o elezionari o razionatori, uno per ciascun “pievadego” (Edolo, Cemmo, Cividate, Rogno e Pisogne), e uno per la famiglia Federici, la cui carica è biennale facendo funzioni nel secondo anno di ragionati. Questo gruppo ristretto, unitamente al vice sindico, rappresentato dal sindico fuori carica, elegge dodici “additi” per il “li negotij importanti” e altri ventiquattro consiglieri per quelli “anco più importanti”. Insieme costituiscono il “consiglio secreto di valle”.
Nella seduta di marzo vengono eletti due deputati all’ospedale, due deputati ai “calmedri”, quattro esattori, due bollatori.
Il potere del sindico di valle è molto ampio: egli è incaricato di tutta la gestione amministrativa e in parte finanziaria della valle disponendo del denaro pubblico per le spese ordinarie o ritenute tali. Il consiglio secreto, convocato dal sindico, delibera per ballottaggio, come si è detto, per gli affari di maggiore importanza. Compito non secondario del gruppo ristretto formato dal sindico, vice sindico, avvocato, elezionari e ragionati, è quello di “fare le ragioni”, chiudere cioé, ad ogni quadrimestre, i conti di valle, saldare le partite del sindico e del tesoriere e imporre la taglia per coprire gli eventuali debiti e spese.
I capitoli 407 – 422 degli statuti sono invece dedicati alla figura del capitano di valle, alla sua curia e al suo ufficio (8).
Il capitano, come si è detto, viene mandato da Brescia, tra i “migliori soggietti del consiglio di quella magnifica città estratto per sorte”.
La curia è formata dal vicario, dal cancelliere, da due cavalieri e da coadiutori o commilitoni e dura in carica un anno. Il capitano e il suo vicario giudicano in civile senza limite di somma e in criminale rinviando le cause d’appello e “cum poena sanguinis” al foro di Brescia.
Il comune di Ossimo, con le due frazioni dette di Sopra e di Sotto, è situato nella media valle Camonica, in una zona prevalentemente montuosa ma soleggiata e abbastanza fertile.
La documentazione dell’archivio comunale e, tra questa gli statuti, ci consentono di dire che il comune è già organizzato con l’istituto della vicinia nel secolo XV e ben presente durante le vicende di dissidi e lotte della valle (9).
Nel gennaio del 1429 Ossimo è tra i comuni della valle a rendere omaggio al podestà Baldo de Bigantonibus e a giurare fedeltà alla Serenissima: “…erunt fideles hobedientes et devoti dominationis ducallis venetorum et tuebunt et salvabunt toto posse bona fide sine fraude dictam terram de ossemo ad statum et honorem prelibate dominationis…” (10).
Gli statuti comunali e i registri delle deliberazioni presenti nel fondo e alle cui note introduttive si rimanda (11), offrono numerose e precise informazione sul governo di Ossimo dalla metà del secolo XVII fino alla fine dell’antico regime.
Pare invece utile segnalare qui almeno un aspetto della gestione dell’economia ossimese di quei secoli cui sono dedicati numerosi capitoli degli statuti. Al di là dell’elencazione dei pochi beni dai quali il comune trae il proprio reddito, come mulini, boschi, bestiame, colture di frumento e viti, colpisce in primo luogo la meticolosità con la quale i vicini prevedono e predispongono la salvaguardia e la tutela dei propri beni: si preferisce considerarlo come un segno di civiltà piuttosto che soltanto di protezione di una economia agricola povera.

Note
1 Cfr G. Da Lezze, “Il catastatico bresciano, 1609-1610”, ed. anast., 3 voll., Brescia, 1969-1973, (Studi Queriniani, III), vol. III, p. 284; R. Putelli, “intorno al castello di Breno. Storia di Valle Canonica, lago di Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo”, Breno, 1915, pp. 296-297.
2 R. Puntelli, “Intorno…”, cit. pp. 41-43, nota
3 Cfr. R. Puntelli, “Intorno”, cit.
4 G. Da Lezze, “Il catastatico”, cit. pp. 257-259
5 G. Da Lezze, “Il catastatico”, cit. pp. 260-263
6 Cfr. “Statuta Vallis Camonicae nuper ex deliberatione consilii generalis ipsius Vallis multis de novo additis reformata et a serenissimo principie Venetiarum confirmata”, Brescia, 1624
7 G. Da Lezze, “Il catastatico…”, cit. pp. 265-270
8 Cfr “Statuta…”, cit. capp. 407-422: “De dominio Capitaneo eiusque curia et eorum officio”; G. Da Lezze, “Il catastatico”, cit. pp. 263-265
9 O. Franzoni, “Ossimo”, in “Quaderni camuni”, n. 9, 1980, pp. 100-113
10 R. Puntelli, “Intorno…”, cit. pp. 312-313, nota; O. Franzoni, “Ossimo”, cit., p. 103
11 Cfr serie 1 e serie 2

Complessi archivistici