Comune di Sernio ( sec. XIV - )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente pubblico territoriale

Sede: Sernio

Codici identificativi

  • MIDB00080A (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]

Profilo storico / Biografia

Non si è rinvenuto alcun documento che ci consenta di collocare storicamente la nascita del comune di Sernio, probabilmente avvenuta verso il 1000, all’epoca in cui sorsero gli altri comuni rurali.
Il primo documento valido sulla base del quale il Varischetti(1) collocherebbe le origini di Sernio, è un atto del sec. XI, detto “breve de fictis”, in cui risulta che il monastero di S. Ambrogio in Milano riscuoteva censi in Valtellina e precisamente a “Sundali, Sirni, Teriane, Tillio, Sundri”.
E’ soltanto in un documento del 1350, tra quelli del Santuario di Tirano, che appare per la prima volta il nome del decano di Sernio, Pagano de Spineda, indice del fatto che già in quell’anno la comunità era organizzata amministrativamente.
Intorno al 1400 il Ceppi (2) dà per certa l’esistenza delle contrade di Biolo, Piazza, di Sotto e Valchiosa, precisando che le prime abitazioni di Sernio sorgevano nella parte più alta del territorio, nella località di Biolo, per la naturale tendenza ad insediarsi in una zona elevata, meno soggetta a rischi.
L’estrema povertà della documentazione rinvenuta non consente di tentare una ricostruzione dell’organizzazione della vita civica e religiosa.
Di grande aiuto è stato il manoscritto del Ceppi, riportante copia di parte degli statuti di Sernio del 1608 (una copia degli stessi è depositata presso la biblioteca del Senato in Roma), in cui troviamo un’articolata descrizione degli ufficiali in carica con le relative competenze.
La figura di maggior spicco è quella del decano che presiedeva il consiglio, provvedeva alle spese necessarie e riscuoteva le “mendanze”; era nominato tra due uomini “delli più idonei che la coscienza detterà” (cap. 1 statuti) e doveva essere ad anni alterni “nobile” e “vicino” (o contadino).
Analogamente l’elezione annuale dei quattro consiglieri prevedeva il conferimento dell’incarico a due nobili e a due vicini; quindi ogni ceto sociale era rappresentato nella vita amministrativa della comunità.
Altri ufficiali in carica erano gli estimatori pubblici “quali siano idonei e sufficienti ad esercire tale incarico secondo che dispongano gli Statuti di Valtellina” (cap. 3 statuti) e il caneparo che aveva competenze in materia finanziaria ed economica e si occupava in particolare dell’incasso di tasse e taglie.
Si fa poi menzione dei “saltari dei boschi”, responsabili della cura e della custodia di tutto il territorio di Sernio; dei “saltari della coltura”, responsabili della cura di coltivazioni e di prati e incaricati della conduzione dell’acqua della Valchiosa; dell’arbostaro, responsabile della cura delle vigne e della pulizia delle strade confinanti con le stesse nel periodo che precedeva le vendemmie.
Erano anche previsti “duoi canepari e gubernatori” della scuola della Madonna del comune di Sernio che si occupavano delle entrate e dei problemi inerenti la scuola stessa.
Tutti gli incarichi erano di norma retribuiti e l’inadempienza degli stessi comportava delle pene pecuniarie.
Gli statuti prevedono poi un’analitica descrizione delle norme comportamentali che regolavano la vita comunitaria, oltre che disposizioni sulla “tensa dei boschi” (protezione), sul pascolo, sull’alpeggio e sul taglio degli alberi.

Note
1. Cfr. VARISCHETTI, Sernio.
2. Cfr. CEPPI, Brevi cenni.

Complessi archivistici

Fonti

  • CEPPI, Brevi cenni = Giacomo CEPPI, "Brevi cenni storici del comune di Sernio", ms., Sernio, 1932, in Biblioteca "P. Rajna" di Sondrio.
  • VARISCHETTI, Sernio = Lino VARISCHETTI, "Sernio, appunti di storia", Sondrio, 1965.