Comune di Torre Beretti ( sec. XIV - 1928 )
Tipologia: Ente
Tipologia ente: Ente pubblico territoriale
Altre denominazioni:
- Comune di Castellaro [Cronologia:]
- Comune di Torre Beretti e Castellaro [Cronologia:]
Sede: Torre Beretti e Castellaro
Codici identificativi
- MIDB000A04 (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]
Profilo storico / Biografia
Per ulteriori approfondimenti consultare la sezione Istituzioni storiche.
Comune di Torre Beretti, sec. XII – 1707
Località della Lomellina, anticamente si chiamava solo Torre, a motivo del turrito castello, di cui rimane solo qualche resto. Nel XII secolo Torre fu feudo dei pavesi conti Beretta, da cui prese il nome. Successero poi i Sannazzaro, i Canobbio e gli Arborio di Gattinara.
Non risulta nell’elenco delineato nel 1219 dell’antica contea Lumellina, probabilmente perché non era ancora comune ma solamente proprietà della nobile famiglia di Sartirana, collaterale dei conti palatini di Lomello, compreso quindi nella contea di Sartirana.
Nel XIII secolo fu coinvolto ed in parte distrutto negli scontri tra Pavesi e Milanesi.Nel 1315 Pavia cadde in potere dei Visconti, che riorganizzarono il territorio in podestarie, i cui podestà erano eletti dal principe. Mede fu sede di podestaria e Torre Beretti nella sua giurisdizione. Nel 1395 Gian Galeazzo Maria Visconti fu creato duca di Milano dall’imperatore e il contado pavese venne eretto contea separata.Nel 1447 la contea di Pavia passò agli Sforza(1). Negli Statuta Stratarum di Pavia del 1452 si legge nella squadra di Lumellina, Turris de Biretis. Un documento dell’Archivio Cavagna Sangiuliani, sezione relativa a Mede, riporta uno strumento del 1574 redatto in loci Turris olim de Berettis, in casa di Angelo Trabucchi, fittabile del conte Gattinara di Sartirana.
Nel 1456 il duca Francesco Sforza rinnovò l’investitura del feudo, già fatta da Filippo Maria Visconti a Pietro Francesco e Daniele Birago. Investitura che rimase tale sino al 1522.I Birago furono sostituiti poi dai Gattinara.
Alla morte di Francesco II Sforza, avvenuta nel 1535, Torre Beretti fu sottoposta alla dominazione spagnola e rimarrà tale fino al 1707, quando, secondo il trattato di Torino del 8 novembre 1703, stretto tra il duca Vittorio Amedeo II di Savoia e l’imperatore d’Austria Leopoldo, sarà aggregata al Piemonte.L’ingresso dello Stato di Milano, di cui il pavese faceva parte, nei domini di Carlo V, non implicò mutamenti profondi. Lo Stato di Milano fu diviso in 9 province, tra cui Pavia, che conservarono i propri ordinamenti e ampia autonomia. Nel 1566 Torre partecipò, con altri 24 comuni della Lomellina, alla Congregazione Generale del Principato di Pavia che si teneva a Pieve del Cairo, in cui furono definiti e distribuiti gli organi del potere esecutivo, affidato a cinque sindaci, uno generale, cui competeva specialmente la cura dei rapporti con la città, e quattro provinciali, addetti agli affari delle circoscrizioni e furono sanciti i primi ordinamenti del governo del contado. Torre Beretti fu inclusa nell’elenco delle terre del Principato di Pavia censite per fini fiscali da Ambrogio Opizzone nel 1644. Torre era amministrata dal Magnifico Consiglio Generale della Comunità, composto dai capi di casa, detentori di proprietà fondiarie nel comune, si riuniva una volta all’anno, delegava la conduzione degli affari del comune a pochi deputati che formavano il Consiglio, composto dal podestà o giudice e da due consoli, che venivano rinnovati ogni anno. Ai convocati interveniva il cancelliere, che sottoscriveva ogni deliberazione.
L’esattore, era preposto, con appalto, all’esazione dei dazi e alla fine di ogni anno doveva rendere conto del suo operato al consiglio.
Comune di Torre Beretti, 1707 – 1796
Il 23 febbraio 1707 fu pubblicato l’editto che annunciava lo scorporo della Lomellina dallo Stato di Milano. Nella relazione del primo novembre 1707 dell’Intendente Generale di Alessandria Gian Battista Fontana, incaricato di censire i comuni della Lomellina dal duca di Savoia, Torre de Beretti contava 540 anime, il feudatario era il conte Gattinara, abitante in Sartirana, che in un documento dell’archivio comunale, definisce Torre Beretti suo feudo (2). Il comune, nella compartimentazione territoriale sabauda del 1723, faceva parte della Provincia di Lomellina di cui Mortara era il capoluogo; riconfermato nello stabilimento delle province del 3 settembre 1749, il manifesto senatorio del 1759 lo incluse nel primo cantone della Lomellina. Il censimento delle provincie del 15 settembre 1775 lo confermò alla Lomellina, sottoposto alla Prefettura di Mortara. Infine la riforma del 6 giugno 1775 stabilì nuovi ordinamenti per l’amministrazione pubblica dei comuni. Gli organi del governo centrale erano le Intendenze, le Prefetture e Sottoprefetture, l’Ufficio di Insinuazione. Torre dipendeva dall’Intendenza di Alessandria, dalla Prefettura di Mortara, le tappe di riferimento dell’Ufficio di Insinuazione erano quelle di Mede e di Valenza. Le Intendenze, istituite con patente del 12 maggio 1686, da Vittorio Amedeo II, avevano come compito principale di occuparsi delle imposte ducali e militari, e dal 1723, con Il regolamento delle Province o sia Dipartimenti per le Intendenze e Prefetture nei Stati di Sua Maestà al di qua del mare, anche di approvare i bilanci, verificare le imposizioni fiscali, ordinarne la distribuzione e ripartizione, procedere alle misure generale per il rinnovo del catasto, il cosiddetto “catasto sabaudo”, le cui operazioni inizieranno in Lomellina nel 1759 per concludersi nel 1761, ordinare le riparazioni degli argini dei fiumi e far mantenere in buono stato le strade e i ponti; gli intendenti erano i conservatori delle regie gabelle, giudici e conservatori dei boschi e delle selve, a loro dovevano essere fatte le consegne delle risaie. Dipendevano dalla Direzione Generale delle Finanze dello Stato. I prefetti, istituiti con manifesto senatorio del 1770, per amministrare la giustizia, come giudici di prima istanza nelle cause sia civili che criminali, dovevano legalizzare gli istrumenti, le scritture e tutti gli atti eseguiti da notai o da pubblici dipendenti. La loro nomina doveva essere approvata dal Senato di Torino.
L’editto di Carlo Emanuele del 28 aprile 1610 stabilì l’Ufficio di Insinuazione dove tutti gli instrumenti e gli atti pubblici dovevano essere trascritti e registrati. Era fatto obbligo a tutti i notai, segretari di comunità e magistrati inviare al segretario delle insinuazioni e dell’archivio di tappa, gli strumenti soggetti a tale obbligo. Con manifesto camerale del 9 novembre 1770 furono attivate le tappe, sedi degli uffici di insinuazione nelle province di nuovo acquisto. Torre era amministrata dal Consiglio Generale dei capi di casa che eleggeva i componenti del consiglio ordinario, formato da un podestà e due consoli, che dal 1775 prenderanno il titolo di sindaco e consiglieri. Il sindaco aveva scadenza annuale, e poteva ricandidarsi dopo tre anni, rappresentava il pubblico in tutti gli affari e interessi comuni. Il consiglio ordinario era dotato di un segretario. Le deliberazioni del consiglio venivano trascritte dal segretario, firmate dagli amministratori secondo il grado di anzianità, autorizzate dall’Intendente. Era compito dei consiglieri controllare la formazione dei causati, gli stati dei cotizzi, i registri delle esazioni i conti dell’esattore, fare in modo che gli archivi, i catasti, i libri di trasporto e tutte le scritture e gli atti comunali fossero ben tenuti, amministrare fedelmente la cosa pubblica, di osservare le costituzioni generali, gli ordini di governo, dei magistrati, degli uffici, di vegliare con fermezza e attività alla conservazione del territorio, del registro e dei diritti comunali, di cooperare alla salute pubblica e tranquillità.
Il segretario comunale, che era anche giudice di più terre, veniva eletto dal Consiglio Ordinario e approvato dall’Intendente, doveva essere notaio, veniva pagato dalla comunità, doveva assistere a tutte le adunanze dei consigli, stendere le deliberazioni ed atti del consiglio, seguire il carteggio comunale, conservare gli archivi, esperire i mandati, fare il riparto dei carichi reali e personali, i causati, i libri di riscossione per l’esattore, conservare e formare i registri degli incanti, dei parcellari, bandire ordinanze e decreti dell’Intendente, appalti.
Comune di Torre Beretti, 1797 – 1814
Nel 1796 i francesi occuparono il Piemonte e l’otto luglio 1797, instaurarono la Prima Repubblica Cisalpina.
Il comandante delle truppe austro-russe Suwarow Kimnisky, preso possesso di Torino, il 26 maggio 1799, ristabilì il sistema di governo sabaudo. Il 20 giugno 1800 gli austro-russi, sconfitti, abbandonarono il Piemonte. I Francesi ripresero il controllo della situazione, conservando il dominio su un territorio che si chiamò Seconda Repubblica Cisalpina sino al 1802, dal 1802 al 1805 Repubblica Italiana, dal 1805 al 1814 Regno Italico. Il primo decreto napoleonico del 1800 emanato per la Lomellina stabilì che il dipartimento dell’Agogna era diviso in 17 distretti o circondari comunali. Mede è capoluogo del terzo distretto e Torre Beretti ne fa parte. Il decreto del 6 maggio 1802 istituì le prefetture nei capoluoghi dipartimentali e le sottoprefetture in capoluoghi distrettuali. La legge del 24 luglio 1802 precisò ulteriormente il sistema dell’autorità centrale nelle circoscrizioni territoriali periferiche, imperniato sul prefetto, sotto prefetto e il cancelliere del censo nei capoluoghi di cantoni. I comuni vengono divisi in tre classi a seconda del numero degli abitanti. Torre Beretti fu unito a Cassina de’ Bossi, considerato comune di terza classe, sottoposto alla Prefettura di Pavia, Sottoprefettura di Mortara, al cancelliere del censo di Mede. Nella compartimentazione territoriale del 28 aprile 1806 Torre Beretti fu ascritto nel compartimento dell’Agogna, distretto di Vigevano, cantone quarto di Mede, come comune di terza classe unito con Cassina de’ Bossi con popolazione di 698 abitanti.
In seguito all’istituzione dei comuni denominativi, derivanti dalla fusione amministrativa di due o più comuni, dal 1810 al 1813 Torre Beretti fu aggregato con Cassina de’ Bossi a Frascarolo. La restaurazione a partire dal 1814 operò una netta inversione di tendenza in proposito.
In ogni provincia furono istituite le Direzioni Centrali di Finanze a sostituzione delle Intendenze; il Cancelliere censuario o Commissario distrettuale, la Municipalità e il Consiglio Comunale sostituirono le amministrazioni dei pubblici. I compiti delle direzioni erano strettamente legati al campo amministrativo mentre la giurisdizione sia penale che civile era demandata ai tribunali ordinari.
Venne abolito l’Ufficio di Insinuazione e istituita la registrazione degli atti. La municipalità era formata da un sindaco e due membri, eletti fra i possidenti, era affiancata due volte l’anno, per l’approvazione del conto consuntivo e di quello preventivo da un consiglio comunale o convocato generale composto da 20 persone fra gli estimati e tutti i capi di famiglia non possidenti, ma iscritti nel registro civico della comune, di età superiore ai 35 anni (legge 6 maggio 1802), che avessero uno stabilimento di agricoltura, industria e commercio e versassero la tassa personale. Il consiglio, organo deliberativo del comune, esaminava il rendiconto presentato dalla municipalità relativo al precedente esercizio finanziario, nominava i componenti della municipalità, determinava le spese e l’ammontare delle imposte comunali per l’anno in corso. I consigli si tenevano alla presenza del cancelliere distrettuale; il consiglio si rinnovava per un terzo ogni anno.
Le cariche comunali erano elettive, ma nel 1805 lo stato avocò a sé tali nomine (legge 8 giugno 1805) e la carica di sindaco venne attribuita dal prefetto, il grande interprete dell’opera napoleonica di statalizzazione del territorio.
Il cancelliere censuario o commissario distrettuale rappresentava l’organo dell’amministrazione periferica nella repubblica cisalpina, doveva diramare le leggi, i regolamenti, i proclami e verificarne la pubblicazione, presiedeva e scioglieva i convocati, custodiva i libri censuari del comune, controllava la regolarità delle elezioni dei deputati e dei bilanci comunali, segnalava eventuali abusi, fungeva anche da segretario nei comuni di terza classe, doveva essere o notaio, o dottore, o ingegnere o pubblico agrimensore, non poteva essere affittuario o agente di nessun possessore sottoposto al suo distretto e veniva remunerato direttamente dalle comunità. Il cancelliere era inoltre tenuto a scegliere la sede per la collocazione dell’archivio e dei suoi uffici. Nel 1786 i salari dei cancellieri vengono trasferiti alle casse provinciali. Alla dipendenza dei municipi fu istituita la Guardia Nazionale con funzioni di tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico, composta da cittadini tra i 18 e i 50 anni e distribuita in compagnie, battaglioni e mezze brigate, con l’affidamento alla municipalità della nomina dei graduati.
Comune di Torre Beretti, 1814 – 1859
Il 7 ottobre 1814 Vittorio Emanuele emanava il regio editto per il nuovo stabilimento delle province dipendenti dal Senato di Piemonte; il territorio fu ripartito in divisioni, province, mandamenti, comunità; ogni comunità aveva una propria amministrazione. Torre entrò a far parte della Divisione di Novara, della Provincia di Mortara, del Mandamento di Mede. Le regie patenti del 1815 stabilirono che la nomina del sindaco era attuata dall’Intendente.
Per mezzo del regio editto del 10 novembre 1818, portante una nuova circoscrizione generale delle province dei regi stati di terra ferma, Torre venne inserita nel Mandamento di Mede, nella Provincia di Lomellina, che per la prima volta nella storia univa l’intera regione sul piano amministrativo; l’Intendenza di Lomellina aveva sede a Mortara; il magistrato di Appello di Casale, gli uffici di Insinuazione, Ipoteca e Posta a Mede. Le regie patenti del 1826 stabilirono nuove norme per l’elezione dei consiglieri e dei segretari delle comunità. Il consiglio della comunità con i consiglieri aggiunti forma una lista di tre candidati, l’elezione avverrà per votazione. L’Intendenza di Lomellina conserva le prerogative e i compiti stabiliti dalle regie costituzioni del 1770. I Conservatori del censo (1815 – 1859) stabiliti in ogni capoluogo di distretto, di nomina governativa, eseguivano le operazioni di estimo e catasto, formavano i ruoli delle imposte dirette, del servizio di leva, e delle somministrazioni militari, erano i custodi dei libri censuari, dei trasporti d’estimo.
Con regio editto del 12 luglio 1814 furono ristabiliti gli archivi di insinuazione e con manifesto camerale del 1 luglio 1816 vengono le tappe di insinuazione.
L’amministrazione comunale era formata dal sindaco, dal vicesindaco, dal consiglio ordinario o consiglio delegato e dal consiglio comunale.
Il consiglio ordinario, era formato dal sindaco, dal vicesindaco, da due consiglieri e dal segretario. II sindaco era capo dell’amministrazione comunale e agente di governo, scelto tra i consiglieri comunali che dimoravano nel comune formava le liste degli elettori, presiedeva alle adunanze del Consiglio, convocava i consiglieri, rendeva conto al consiglio della gestione economica e morale del comune, nominava e licenziava gli agenti e i salariati del comune, spediva gli affari del comune, ne custodiva il sigillo, autenticava gli atti non notarili, provvedeva alla buona tenuta del protocollo, dei registri e dell’archivio, procedeva con l’assistenza di due consiglieri agli incanti e alla stipula dei contratti, rappresentava il comune in giudizio, promuoveva e faceva eseguire le deliberazioni comunali. La durata della carica era triennale soggetta a riconferma, il giuramento era fatto davanti all’Intendente. Il vicesindaco prestava assistenza al sindaco e ne faceva le veci in caso di sua assenza, rimaneva in carica un anno, come i due consiglieri, ed era scelto dal sindaco tra i consiglieri comunali. l consiglio ordinario nel 1849 assumerà il nome di consiglio delegato e sarà sostituito nel 1859 dalla giunta municipale. Il Consiglio Comunale o Duplice Consiglio era composto da 20 consiglieri, compreso il consiglio ordinario, eletti tra i maggiori imposti nel ruolo delle contribuzioni dirette, si riuniva due volte all’anno, nella tornata di primavera e di autunno, eleggeva i consiglieri del consiglio ordinario, deliberava il bilancio comunale, formava le liste delle contribuzioni, esaminava il conto consuntivo dell’anno precedente.
Alla dipendenza dei Municipi venne organizzata la Milizia Comunale, nata in periodo francese come Guardia Nazionale, detta anche Milizia Nazionale, in Piemonte prese il nome di Milizia Comunale.
Comune di Torre Beretti, 1859 – 1928
La legge comunale e provinciale del 23 ottobre 1859 riprese i caratteri della precedente normativa del regno di Sardegna, impostata sul modello francese napoleonico, suddividendo il territorio in province, circondari, mandamenti e comuni. Torre Beretti fu compresa nell’Intendenza di Lomellina, nella Provincia di Pavia, nel terzo circondario di Lomellina, nel mandamento settimo di Mede.A capo del circondario vi era l’Intendente, che presiedeva la Deputazione Provinciale. La prefettura era quella di Pavia, la Sottoprefettura di Lomellina aveva sede a Mortara. Il comune era retto da un Consiglio Comunale e da una Giunta Municipale, e si avvaleva dell’opera di un segretario e di un ufficio comunale. La Giunta Municipale, che sostituì il consiglio delegato, durava in carica 3 anni, era formata dal sindaco, che la presiedeva, da due assessori, dal segretario, dava esecuzione alle deliberazioni del Consiglio, vegliava sul regolare andamento dei servizi municipali e provvedeva agli atti di semplice amministrazione esecutiva. Il Consiglio Comunale era composto da 20 consiglieri, scelti da un elettorato iscritto nelle liste in base al pagamento delle imposte dirette e a requisiti di istruzione. Si radunava ordinariamente due volte l’anno, nella sessione di primavera e nella sessione d’autunno, revisionava le liste elettorali, esaminava il conto dell’anno precedente in seguito al rapporto dei revisori, ne deliberava l’approvazione, eleggeva i membri della Giunta Municipale, deliberava il bilancio per l’anno seguente. Il nuovo ordinamento disciplinò il sistema elettorale, diede pubblicità alle sedute dei consigli, stabilì la pubblicazione delle deliberazioni all’albo pretorio.
Tale ordinamento delle amministrazioni locali venne sostanzialmente confermato dalla legge provinciale e comunale del 20 marzo 1865. Le leggi speciali del 1926 disposero notevoli trasformazioni nell’amministrazione centrale e locale; vennero abolite le funzioni dei sindaci, delle Giunte Municipali e dei Consigli comunali.
Il Podestà fu l’unico amministratore del comune.
Nel 1928, con Regio Decreto del 31 maggio, n. 1509, venne unito al comune di Castellaro de’ Giorgi, dando origine al comune di Torre Beretti e Castellaro, con capoluogo Torre Beretti.
Note
1. Durante il periodo sforzesco, con il rinnovarsi dei centri abitati, l’intero territorio della Lomellina sarà sottoposto ad una intensa attività di valorizzazione agraria, con la costruzione di canali, prosciugamento di paludi, opere queste che continueranno sino ai nostri giorni, facendo di un territorio per sua natura difficile alle culture, uno dei più produttivi d’Italia.
2. Cfr. Sezione antica, busta 1, 3.
Complessi archivistici
- Comune di Torre Beretti (1618 - 1900)
Fonti
- Civita, Pavia = Le istituzioni storiche del territorio lombardo. XIV - XIX secolo. Pavia, Progetto CIVITA, Regione Lombardia, Milano, 2000, repertoriazione a cura di Valeria Bevilacqua, Elisa Bassi, Gloria Ferrario
Compilatori
- Emilia Mangiarotti (archivista)
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/creators/984