Comune di Castellaro de' Giorgi ( sec. XIV - 1928 )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente pubblico territoriale

Altre denominazioni:

  • Comune di Torre Beretti [Cronologia:]
  • Comune di Castellaro [Cronologia:]

Sede: Torre Beretti e Castellaro

Codici identificativi

  • MIDB000A21 (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]

Profilo storico / Biografia

Per ulteriori approfondimenti consultare la sezione Istituzioni storiche.

Comune di Castellaro de’ Giorgi, sec. XIV – 1707
La località secondo alcuni studiosi risale al periodo della dominazione romana e deve il proprio nome a castra hiberna ossia quartieri invernali. Altri ritengono che il toponimo esprima la voce castelliere, piccolo castello, oppure tratto di territorio intorno al castello; altri ancora locativo in ariu di castellum nel significato metaforico di vetta, altura ben difesa, luogo alto fortificato. E’ stato feudo di Fiorello Beccaria, poi dei Giorgi, dai quali prende il nome e più tardi nel sec. XVII dei marchesi spagnoli di Patigno. La località è citata nell’elenco delle terre del contado di Pavia del 1250 come Castellarium, nella Contea di Lomellina. Alcuni documenti dell’Archivio Cavagna Sangiuliani, sezione relativa a Mede, riportano un atto di vendita (1), in data 16 maggio 1567, a favore di Giacomo Beretta di alcune terre poste nel territorio di Castellaro in Lomellina ; un atto di protesta (2) di Carlo Zaccaria, dei conti di Mede, rettore di Castellaro de’ Giorgi, in data 8 marzo 1650; la nomina (3) in data 20 aprile 1697 a prevosto di Mede del reverendo Cesare della Croce, rettore di Castellaro de’ Giorgi.
Nel 1315 Pavia cade in potere dei Visconti, che riorganizzano il territorio in podestarie, i cui podestà erano eletti dal principe. Mede è sede di podestaria e Castellaro si trova nella sua giurisdizione.
Nel 1395 Gian Galeazzo Maria Visconti è creato duca di Milano dall’imperatore e il contado pavese viene eretto contea separata. Nel 1447 la contea di Pavia passa agli Sforza (4). Negli Statuta Stratarum di Pavia del 1452 si legge nella Squadra di Lumellina, Castelarium.
Alla morte di Francesco II Sforza, avvenuta nel 1535, Castellaro è sottoposta alla dominazione spagnola e rimarrà tale fino al 1707, quando, secondo il trattato di Torino del 8 novembre 1703, stretto tra il duca Vittorio Amedeo II di Savoia e l’imperatore d’Austria Leopoldo, sarà aggregata al Piemonte. L’ingresso dello Stato di Milano, di cui il pavese faceva parte, nei domini di Carlo V, non implica mutamenti profondi. Lo Stato di Milano viene diviso in 9 province, tra cui Pavia, che conservano i propri ordinamenti e ampia autonomia. Nel 1566 Castellaro partecipa, con altri 24 comuni della Lomellina, alla Congregazione Generale del Principato di Pavia che si tiene a Pieve del Cairo, in cui sono definiti e distribuiti gli organi del potere esecutivo, affidato a cinque sindaci, uno generale, cui compete specialmente la cura dei rapporti con la città, e quattro provinciali, addetti agli affari delle circoscrizioni e sono sanciti i primi ordinamenti del governo del contado.
Una nuova congregazione si svolgerà a Pavia tra il 4 e il 6 gennaio 1567, sono presenti le 20 comunità già precedentemente riunitesi, compreso Castellaro, che hanno diritto di voto. Risulta incluso nell’elenco delle terre del Principato di Pavia censite per fini fiscali da Ambrogio Opizzone nel 1644. E’ amministrata dal Consiglio Generale della Comunità, composto dai capi di casa, detentori di proprietà fondiarie nel comune, che si riunisce una volta all’anno, delega la conduzione degli affari del comune a pochi deputati che formano il Consiglio, composto dal podestà o giudice e da due consoli, che vengono rinnovati ogni anno. Ai convocati interviene il cancelliere, che sottoscrive ogni deliberazione. L’esattore, è preposto, con appalto, all’esazione dei dazi e alla fine di ogni anno deve rendere conto del suo operato al Consiglio.

Comune di Castellaro de’ Giorgi, 1707 – 1796
Il 23 febbraio 1707 è pubblicato l’editto che annuncia lo scorporo della Lomellina dallo Stato di Milano. Nella relazione del primo novembre 1707 dell’Intendente Generale di Alessandria Gian Battista Fontana, incaricato di censire i comuni della Lomellina dal duca di Savoia, Castellaro conta 450 anime; tale numero risulta essere la somma degli abitanti di Castellaro e Cassina Comune; i feudatari sono i marchesi Antonio e Diego Patigno, ivi abitanti, di provenienza spagnola. Il comune, nella compartimentazione territoriale sabauda del 1723, fa parte della Provincia di Lomellina di cui Mortara è il capoluogo; è riconfermato nello Stabilimento delle Province del 3 settembre 1749; il manifesto senatorio del 1759 lo include nel primo cantone della Lomellina.
Il censimento delle provincie del 15 settembre 1775 lo conferma alla Lomellina, sottoposto alla Prefettura di Mortara assieme alla Cascina Comune. Infine la riforma del 6 giugno 1775 stabilisce nuovi ordinamenti per l’amministrazione pubblica dei comuni. Gli organi del governo centrale sono le Intendenze, le Prefetture e le Sottoprefetture, l’Ufficio di Insinuazione. Castellaro dipende dall’Intendenza di Alessandria, dalla Prefettura di Mortara, le tappe di riferimento dell’Ufficio di Insinuazione sono quelle di Mede e di Valenza.
Le Intendenze, istituite con patente del 12 maggio 1686, da Vittorio Amedeo II, avevano come compito principale di occuparsi delle imposte ducali e militari, e dal 1723, con Il regolamento delle Province o sia Dipartimenti per le Intendenze e Prefetture nei Stati di Sua Maestà al di qua del mare, anche di approvare i bilanci, verificare le imposizioni fiscali, ordinarne la distribuzione e ripartizione, procedere alle misure generale per il rinnovo del catasto, il cosiddetto ’ catasto sabaudo’, le cui operazioni inizieranno in Lomellina nel 1759 per concludersi nel 1761, ordinare le riparazioni degli argini dei fiumi e far mantenere in buono stato le strade e i ponti; gli Intendenti erano i conservatori delle regie gabelle, giudici e conservatori dei boschi e delle selve, a loro dovevano essere fatte le consegne delle risaie. Dipendevano dalla Direzione Generale delle Finanze dello Stato.
I Prefetti, istituiti con manifesto senatorio del 1770, per amministrare la giustizia, come giudici di prima istanza nelle cause sia civili che criminali, dovevano legalizzare gli istrumenti, le scritture e tutti gli atti eseguiti da notai o da pubblici dipendenti. La loro nomina doveva essere approvata dal Senato di Torino. L’editto di Carlo Emanuele del 28 aprile 1610 stabilisce l’Ufficio di Insinuazione dove tutti gli instrumenti e gli atti pubblici dovevano essere trascritti e registrati. Era fatto obbligo a tutti i notai, segretari di comunità e magistrati inviare al segretario delle insinuazioni e dell’archivio di tappa, gli strumenti soggetti a tale ufficio. Con manifesto camerale del 9 novembre 1770 sono attivate le tappe, sedi degli uffici di insinuazione nelle province di nuovo acquisto.
Castellaro è amministrata dal Consiglio Generale dei capi di casa che elegge i componenti del Consiglio Ordinario, formato da un podestà e due consoli, che dal 1775 prenderanno il titolo di sindaco e consiglieri. Il sindaco ha scadenza annuale, può ricandidarsi dopo tre anni, rappresenta il pubblico in tutti gli affari e interessi comuni. Il Consiglio Ordinario è dotato di un segretario. Le deliberazioni del consiglio vengono trascritte dal segretario, firmate dagli amministratori secondo il grado di anzianità, autorizzate dall’Intendente. E’ compito dei consiglieri controllare la formazione dei causati, gli stati dei cotizzi, i registri delle esazioni i conti dell’esattore, fare in modo che gli archivi, i catasti, i libri di trasporto e tutte le scritture e gli atti comunali siano ben tenuti, amministrare fedelmente la cosa pubblica, osservare le costituzioni generali, gli ordini di governo, dei magistrati, degli uffici, vegliare con fermezza e attività alla conservazione del territorio, del registro e dei diritti comunali, cooperare alla salute pubblica e tranquillità. Il segretario comunale, che era anche giudice di più terre, viene eletto dal Consiglio Ordinario e approvato dall’Intendente, deve essere notaio, è pagato dalla comunità, assiste a tutte le adunanze dei consigli, stende le deliberazioni e gli atti del consiglio, segue il carteggio comunale, conserva gli archivi, redige il riparto dei carichi reali e personali, i causati, i libri di riscossione per l’esattore, conserva e forma i registri degli incanti, dei parcellari, bandisce le ordinanze e i decreti dell’Intendente, gli appalti.

Comune di Castellaro de’ Giorgi, 1797 – 1814
Nel 1796 i francesi occupano il Piemonte e l’otto luglio 1797, instaurano la Prima Repubblica Cisalpina. Il comandante delle truppe austro-russe Suwarow Kimnisky, preso possesso di Torino, il 26 maggio 1799, ristabilisce il sistema di governo sabaudo. Il 20 giugno 1800 gli austro-russi, sconfitti, abbandonano il Piemonte. I Francesi riprendono il controllo della situazione, conservando il dominio su un territorio che si chiamò Seconda Repubblica Cisalpina sino al 1802, dal 1802 al 1805 Repubblica Italiana, dal 1805 al 1814 Regno Italico. Il primo decreto napoleonico del 1800 emanato per la Lomellina stabilisce che il dipartimento dell’Agogna è diviso in 17 distretti o circondari comunali. Mede è capoluogo del terzo distretto e Castellaro de’ Giorgi e Cascina Comune ne fanno parte.
Il decreto del 6 maggio 1802 istituisce le Prefetture nei capoluoghi dipartimentali e le Sottoprefetture in capoluoghi distrettuali. La legge del 24 luglio 1802 precisa ulteriormente il sistema dell’autorità centrale nelle circoscrizioni territoriali periferiche, imperniato sul Prefetto, Sottoprefetto e il Cancelliere del Censo nei capoluoghi di cantoni. Nella compartimentazione territoriale del 28 aprile 1806, Castellaro de’ Giorgi, unito a Cassina Comune, con una popolazione di 327 abitanti, è considerato comune di terza classe, sottoposto alla Prefettura di Pavia, Sottoprefettura di Mortara, al Cancelliere del Censo di Mede.
In seguito all’istituzione dei comuni denominativi, derivanti dalla fusione amministrativa di due o più comuni, dal 1810 al 1813 Castellaro con Torre Beretti è aggregato a Frascarolo. Mentre la restaurazione a partire dal 1814 opera una netta inversione di tendenza in proposito. In ogni provincia sono istituite le Direzioni Centrali di Finanze a sostituzione delle Intendenze; il Cancelliere censuario o Commissario distrettuale, la Municipalità e il Consiglio Comunale sostituiscono le amministrazioni dei pubblici. I compiti delle Direzioni sono strettamente legati al campo amministrativo mentre la giurisdizione sia penale che civile è demandata ai tribunali ordinari. Viene abolito l’Ufficio di Insinuazione e istituita la registrazione degli atti. La municipalità è formata da un sindaco e due membri, eletti fra i possidenti, è affiancata due volte l’anno, per l’approvazione del conto consuntivo e di quello preventivo da un Consiglio Comunale o Convocato Generale composto da 20 persone fra gli estimati e tutti i capi di famiglia non possidenti, ma iscritti nel registro civico della comune, di età superiore ai 35 anni (legge 6 maggio 1802), che abbiano uno stabilimento di agricoltura, industria e commercio e versino la tassa personale. Il Consiglio, organo deliberativo del comune, esamina il rendiconto presentato dalla Municipalità relativo al precedente esercizio finanziario, nomina i componenti della Municipalità, determina le spese e l’ammontare delle imposte comunali per l’anno in corso, si rinnova per un terzo ogni anno. I consigli si tengono alla presenza del Cancelliere Distrettuale. Le cariche comunali sono elettive, ma nel 1805 lo stato avoca a sé tali nomine (legge 8 giugno 1805) e la carica di sindaco viene attribuita dal Prefetto, il grande interprete dell’opera napoleonica di statalizzazione del territorio. Il Cancelliere Censuario o Commissario Distrettuale rappresenta l’organo dell’amministrazione periferica nella Repubblica Cisalpina, dirama le leggi, i regolamenti, i proclami, ne verifica la pubblicazione, presiede e scioglie i convocati, custodisce i libri censuari del comune, controlla la regolarità delle elezioni dei deputati e dei bilanci comunali, segnala eventuali abusi, funge anche da segretario nei comuni di terza classe, deve essere o notaio, o dottore, o ingegnere o pubblico agrimensore, non può essere affittuario o agente di proprietari terrieri sottoposti al suo distretto ed è remunerato direttamente dalle comunità.
Il Cancelliere è inoltre tenuto a scegliere la sede per la collocazione dell’archivio e dei suoi uffici. Nel 1786 i salari dei Cancellieri vengono trasferiti alle casse provinciali. Alla dipendenza dei municipi è istituita la Guardia Nazionale con funzioni di tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico, composta da cittadini tra i 18 e i 50 anni, distribuita in compagnie, battaglioni e mezze brigate, con l’affidamento alla municipalità della nomina dei graduati.

Comune di Castellaro de’ Giorgi, 1814 – 1859
Il 7 ottobre 1814 Vittorio Emanuele emana il Regio Editto per il nuovo stabilimento delle province dipendenti dal Senato di Piemonte; il territorio è ripartito in divisioni, province, mandamenti, comunità; ogni comunità ha una propria amministrazione. Castellaro entra a far parte della Divisione di Novara, della Provincia di Mortara, del Mandamento di Mede. Le regie patenti del 1815 stabiliscono che la nomina del Sindaco è attuata dall’Intendente.
Per mezzo del Regio Editto del 10 novembre 1818, portante una nuova circoscrizione generale delle Province dei Regi Stati di Terra Ferma, Castellaro è inserita nel Mandamento di Mede, nella Provincia di Lomellina, che per la prima volta nella storia unisce l’intera regione sul piano amministrativo; l’Intendenza di Lomellina ha sede a Mortara; il magistrato di Appello di Casale, gli uffici di Insinuazione, Ipoteca e Posta a Mede.
Le Regie Patenti del 1826 stabiliscono nuove norme per l’elezione dei consiglieri e dei segretari delle comunità. L’Intendenza di Lomellina conserva le prerogative e i compiti stabiliti dalle Regie Costituzioni del 1770. I Conservatori del censo (1815 – 1859) stabiliti in ogni capoluogo di distretto, di nomina governativa, eseguono le operazioni di estimo e catasto, formano i ruoli delle imposte dirette, del servizio di leva, e delle somministrazioni militari, sono i custodi dei libri censuari, dei trasporti d’estimo.
Con Regio editto del 12 luglio 1814 sono ristabiliti gli Uffici di Insinuazione e con Manifesto Camerale del 1 luglio 1816ne vengono stabilite le tappe.
L’amministrazione comunale è formata dal Sindaco, dal Vicesindaco, dal Consiglio Ordinario o Consiglio Delegato e dal Consiglio Comunale. Il Consiglio Ordinario, è formato dal Sindaco, dal Vicesindaco, da due Consiglieri e dal Segretario. II Sindaco è capo dell’amministrazione comunale e agente di governo, scelto tra i consiglieri comunali che dimoravano nel comune, forma le liste degli elettori, presiede alle adunanze del Consiglio, convoca i consiglieri, rende conto al Consiglio della gestione economica e morale del comune, nomina e licenzia gli agenti e i salariati del comune, spedisce gli affari del comune, ne custodisce il sigillo, autentica gli atti non notarili, provvede alla buona tenuta del protocollo, dei registri e dell’archivio, procede con l’assistenza di due consiglieri agli incanti e alla stipula dei contratti, rappresenta il comune in giudizio, promuove e fa eseguire le deliberazioni comunali. La durata della carica è triennale, soggetta a riconferma, il giuramento avviene davanti all’Intendente. Il Vicesindaco presta assistenza al sindaco, ne fa le veci in caso di sua assenza, rimane in carica un anno, come i due consiglieri, ed è scelto dal sindaco tra i consiglieri comunali. Il Consiglio Ordinario nel 1849 assumerà il nome di Consiglio Delegato e sarà sostituito nel 1859 dalla Giunta Municipale. Il Consiglio Comunale o Duplice Consiglio era composto da 20 consiglieri, compreso il Consiglio Ordinario, eletti tra i maggiori imposti nel ruolo delle contribuzioni dirette, si riunisce due volte all’anno, nella tornata di primavera e di autunno, elegge i componenti del Consiglio Ordinario, delibera il bilancio comunale, forma le liste delle contribuzioni, esamina il conto consuntivo dell’anno precedente. Alla dipendenza dei Municipi viene organizzata la Milizia Comunale, nata in periodo francese come Guardia Nazionale, detta anche Milizia Nazionale, in Piemonte prende il nome di Milizia Comunale.

Comune di Castellaro de’ Giorgi, 1859 – 1928
La legge comunale e provinciale del 23 ottobre 1859 riprende i caratteri della precedente normativa del regno di Sardegna, impostata sul modello napoleonico, suddividendo il territorio in province, circondari, mandamenti e comuni. Castellaro è compreso nell’Intendenza di Lomellina, nella Provincia di Pavia, nel terzo circondario di Lomellina, nel mandamento settimo di Mede.
A capo del circondario vi è l’Intendente, che presiede la Deputazione Provinciale. La Prefettura è quella di Pavia, la Sottoprefettura di Lomellina ha sede a Mortara.
Il comune è retto da un Consiglio Comunale e da una Giunta Municipale, e si avvale dell’opera di un segretario e di un ufficio comunale. La Giunta Municipale, che sostituisce il Consiglio Delegato, dura in carica 3 anni, è formata dal Sindaco, che la presiede, da due assessori, dal segretario, dà esecuzione alle deliberazioni del Consiglio, veglia sul regolare andamento dei servizi municipali e provvede agli atti di semplice amministrazione esecutiva. Il Consiglio Comunale è composto da 15 consiglieri, scelti da un elettorato iscritto nelle liste in base al pagamento delle imposte dirette e a requisiti di istruzione.
Si raduna ordinariamente due volte l’anno, nella sessione di primavera e nella sessione d’autunno, revisiona le liste elettorali, esamina il conto dell’anno precedente in seguito al rapporto dei revisori, ne delibera l’approvazione, elegge i membri della Giunta Municipale, delibera il bilancio per l’anno seguente.
Il nuovo ordinamento disciplina il sistema elettorale, dà pubblicità alle sedute dei consigli, stabilisce la pubblicazione delle deliberazioni all’albo pretorio.
Tale ordinamento delle amministrazioni locali viene sostanzialmente confermato dalla legge provinciale e comunale del 20 marzo 1865. Le leggi speciali del 1926 dispongono notevoli trasformazioni nell’amministrazione centrale e locale; sono abolite le funzioni dei sindaci, delle Giunte Municipali e dei Consigli Comunali. Il Podestà è l’unico amministratore del comune. Nel 1928, con Regio Decreto del 31 maggio, n. 1509, Castellaro viene unito al comune di Torre Beretti, dando origine al comune di Torre Beretti e Castellaro, con capoluogo Torre Beretti.

Note
1. Cfr. Archivio Cavagna Sangiuliani.
2. Cfr. Archivio Cavagna Sangiuliani.
3. Cfr. Archivio Cavagna Sangiuliani.
4. Durante il periodo sforzesco, con il rinnovarsi dei centri abitati, l’intero territorio della Lomellina sarà sottoposto ad una intensa attività di valorizzazione agraria, con la costruzione di canali, prosciugamento di paludi, opere queste che continueranno sino ai nostri giorni, facendo di un territorio per sua natura difficile alle culture, uno dei più produttivi d’Italia.

Complessi archivistici

Compilatori

  • Emilia Mangiarotti (archivista)