Museo delle storie di Bergamo

Macrotipologia: Ente di cultura, ricreativo, sportivo, turistico

Altre denominazioni:

  • Museo del Risorgimento (<span class="translation_missing" title="translation missing: it.AU">Au</span>) [dal 1917 al 1945]
  • Museo del Risorgimento e della Resistenza (<span class="translation_missing" title="translation missing: it.AU">Au</span>) [dal 1946 al 1996]
  • Museo storico della CIttà di Bergamo (<span class="translation_missing" title="translation missing: it.AU">Au</span>) [dal 1997 al 2003]
  • Museo storico di Bergamo (<span class="translation_missing" title="translation missing: it.AU">Au</span>) [dal 2004 al 2017]

Cenni storico istituzionali:

L’inizio della storia
Il Museo del Risorgimento viene inaugurato il 20 settembre 1917 nelle sale che dal 1819 ospitano l’Ateneo di scienze, lettere e arti, accanto alla Basilica di Santa Maria Maggiore in città alta.
La decisione di aprire a Bergamo il Museo del Risorgimento viene adottata nel 1916 dalla giunta comunale governata da Sebastiano Zilioli, che forma nel mese di giugno una Commissione composta da sette membri esponenti del panorama culturale locale accomunati dal coinvolgimento nelle imprese risorgimentali e di orientamento liberalconservatore. Tra loro figurano anche i primi donatori di nuclei collezionistici: Cesare Camozzi Vertova, Giuseppe Locatelli Milesi e Achille Zappa, presidente della Società veterani e reduci.
Il manifesto
La giunta municipale invita la popolazione a collaborare alla raccolta di testimonianze storiche attraverso un manifesto che dichiara i presupposti ideologici su cui si fonda la costituzione del museo, eredità dell’Ottocento ed espressione del contesto della prima guerra mondiale.
Per gli intenti e lo spirito dell’organizzazione espositiva, il Museo bergamasco si ricollegava ai civici musei del Risorgimento sorti in Italia nell’ultimo decennio del secolo diciannovesimo, il cui intento era dichiarato: il Risorgimento come exemplum, come catarsi di tutto un popolo, in cui poter coniugare il sentirsi italiani con la nazione e lo stato.
20 settembre
La scelta della data di inaugurazione rimanda a uno dei momenti topici del Risorgimento: il 20 settembre 1870, quando il Regio esercito italiano fa breccia nelle mura e unisce Roma e il territorio laziale al giovane Regno d’Italia.
L’allestimento del Museo di Bergamo restituisce le linee ideologiche che ne sono all’origine. Grande rilevanza viene data ad esempio agli scontri armati e al sacrificio dei patrioti, così come al valore sacro e reliquiario delle testimonianze esposte che conferiscono ai documenti, agli oggetti e alle opere d’arte il valore di “carte dell’identità”.
Il trasferimento
Su progetto culturale di Antonio Locatelli e Locatelli Milesi, nel 1933 il Museo del Risorgimento, ospitato nella sede dell’Ateneo dalla sua apertura nel 1917, viene trasferito e riallestito all’interno del mastio della Rocca di Bergamo. Subito dopo il secondo Conflitto Mondiale il Museo si arricchisce di testimonianze relative alla Guerra di Liberazione e assume il nome di Museo del Risorgimento e della Resistenza.
All’inizio degli anni Ottanta il Museo viene chiuso per consentire il restauro della Rocca.
Un nuovo inizio
Nel 1997, dopo venti anni di chiusura, riapre come Museo storico della Città di Bergamo presso il Convento di San Francesco, con un allestimento temporaneo.
Nel 2003 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi inaugura la Rocca dopo il suo restauro e l’anno seguente il Museo viene lì trasferito con il nuovo nome di Museo storico di Bergamo. Il nuovo allestimento dà conto non soltanto delle trasformazioni politiche, sociali ed economiche della città, ma di tutto il territorio orobico. Dal 2002 è gestito da Fondazione Bergamo nella storia, e la Rocca è uno dei sei luoghi che compone la rete del Museo storico di Bergamo.
La nascita di Fondazione Bergamo nella storia
Nel 2002 nasce Fondazione Bergamo nella storia, creata con l’intento di proteggere, valorizzare e comunicare in forme nuove il patrimonio storico e l’identità del territorio bergamasco e di gestire il circuito del Museo storico di Bergamo.
Il Museo delle storie di Bergamo
Il 20 settembre 2017, in occasione del centenario dell’inaugurazione, il Museo storico di Bergamo celebra il significativo anniversario con un calendario di iniziative, si rinnova modificando la propria denominazione in Museo delle storie di Bergamo e attiva un nuovo sito internet dedicato, con un nuovo brand.
Il principale progetto della Fondazione è oggi il Museo delle storie di Bergamo, un museo storico diffuso su più sedi che racconta l’evoluzione della città e del territorio nei secoli dal punto di vista politico, economico, sociale e culturale.
I luoghi della rete del Museo delle storie sono sei:

  • • il Convento di San Francesco, dove il Museo delle storie di Bergamo ha la propria sede con un ampio spazio espositivo per le mostre temporanee, gli archivi e le collezioni, il Museo della fotografia Sestini e l’Archivio fotografico Sestini;
  • il Palazzo del Podestà, con il Museo del Cinquecento;
  • il Campanone in Piazza Vecchia;
  • la Rocca, che ospita il Museo dell’Ottocento;
  • il Museo Donizettiano;
  • la Torre dei Caduti nel centro piacentiniano

Da sempre la mission del Museo delle storie di Bergamo ha tra i suoi punti saldi il progetto di far rete con vari enti culturali, locali e non, tra i quali Archivio Bergamasco, Archivio di Stato di Bergamo, Ateneo di Scienze Lettere ed Arti, Biblioteca civica Angelo Mai, Fondazione Famiglia Legler, Università di Bergamo.
Infine dal 1999 è attiva l’Associazione degli Amici del museo che ha lo scopo di promuovere e favorire l’attività del Museo anche in collaborazione con altre associazioni o fondazioni perseguenti le stesse finalità, proponendosi di:

  • promuovere conferenze, mostre, convegni e pubblicazioni di interesse storico;
  • acquisire materiale storico attraverso acquisti, donazioni, lasciti, prestiti e comodati;
  • incrementare la dotazione libraria della biblioteca del Museo, nonché la sua attrezzatura didattica (libri, audiovisivi, ecc.)
  • organizzare viaggi-studio e visite alle località e ai musei storici italiani ed esteri.

Fonti:
https://www.museodellestorie.bergamo.it/storia-del-museo/
https://www.museodellestorie.bergamo.it/chi-siamo/

Contatti:

Referente: Roberta Frigeni

Collegamenti:

Patrimonio:

L’Archivio fotografico Sestini, conservato dal Museo delle storie di Bergamo presso il Convento di San Francesco in Città alta, si compone di 1.200.000 immagini della storia della città e del territorio raccolte dal Museo nei suoi 100 anni di vita e donate da moltissimi cittadini ma anche in particolare da SIAD – Fondazione Sestini.
Di seguito i fondi e le raccolte principali di cui si compone:
Fondo Museo del Risorgimento: patrimonio fotografico donato tra il 1916 e il 2002, proveniente da donazioni private di piccola entità. Raccoglie e conserva circa 7.700 stampe in bianco/nero prevalentemente riferite a temi politico-militari e alla vita famigliare, tra cui importanti album fotografici e numerose cartes de visite.
Raccolta Domenico Lucchetti: nata dalla passione collezionistica di Domenico Lucchetti (1937-2008) fotografo e conoscitore di storia della fotografia bergamasca, la raccolta si compone di diversi fondi provenienti da archivi di fotografi professionisti e amatoriali. Le 7.700 stampe in bianco/nero, i 13.000 negativi su pellicola e i 15.000 negativi su vetro sono giunti, in parte, attraverso il deposito della SIAD -Fondazione Sestini (2000) e, un’altra parte, per donazione dello stesso Lucchetti (2005). Tra i fondi se ne annoverano alcuni di particolare interesse per la storia della città di Bergamo e della sua provincia.
Fondo Fausto Asperti: giunto al Museo nel 2012 come deposito da parte della Fondazione SIAD – Sestini, l’archivio raccoglie circa 4.000 ritratti su negativi in vetro provenienti dallo studio Weiller Mauri (anni Trenta-Sessanta del Novecento) e oltre 400.000 unità di positivi e negativi prodotti dallo studio fotografico Foto Express di Fausto Asperti (1927-2004) durante gli anni della sua attività (1957-1998). Tra questi si annoverano soprattutto i servizi realizzati da Asperti come fotografo ufficiale de’ L’Eco di Bergamo.
Fondo Studio Pesenti: depositati dalla Fondazione SIAD – Sestini nel 2015, gli oltre 100.000 fototipi documentano le vicende e le trasformazioni dell’Isola bergamasca – area in cui fu attivo lo Studio fotografico Pesenti (a lungo l’unico del territorio) – a partire dagli inizi del Novecento fino al 2002.
Fondo Gianfermo Musitelli: proveniente dalla collezione del Musitelli (1926-2011), appassionato e profondo conoscitore di aerei, le 3.717 stampe sono state donate al Museo dagli eredi nel 2009 e coprono un arco cronologico che va dai primi anni del Novecento fino al 2000. La collezione rispecchia la passione di Musitelli per l’aviazione e i fototipi ritraggono modelli di aerei di varie nazionalità e case produttrici, sia civili che militari.
Fondo Agenzia Viaggi Lorandi: prodotto dall’omonima Agenzia di viaggi, è costituito da 1.300 stampe moderne in bianco/nero riguardanti in prevalenza navi da crociera delle principali case produttrici italiane ed europee. Le immagini sono parte dell’archivio documentario dell’agenzia, la prima sorta a Bergamo, donato al Museo nel 2012.
Fondo Nicola Burgarella: donato dagli eredi nel 2014, conserva i materiali fotografici del fotografo professionista Nicola Burgarella (1922-2011), attivo a Zogno e Serina. È costituito da circa 1.100 stampe, 800 negativi su lastra di vetro e un centinaio di negativi su pellicola databili tra gli anni Cinquanta e Novanta del Novecento.
Fondo Tito Terzi: le 42.000 diapositive a colori testimoniano la lunga collaborazione di Pier Achille “Tito” Terzi (1936-2010) con la rivista Orobie, di cui fu uno dei fondatori, e hanno come soggetto privilegiato le Alpi e le Prealpi bergamasche fotografate tra gli anni Settanta e il 2009. Il fondo è stato depositato presso il Museo nel 2015 dalla moglie Adele Tavella.
Fondo Eugenio Goglio: il fondo raccoglie 3092 negativi su lastra, la produzione fotografica di Eugenio Goglio (1865-1926), attivo in Valle Brembana dal 1890 al 1926. Acquisito dalla Provincia di Bergamo nel 1984 e restaurato, nel 2018 è stato depositato in Museo. Le immagini immortalano momenti di vita comunitaria in montagna, usi e costumi della popolazione della Valle Brembana tra fine ‘800 e primi del ‘900.
Fondo Pepi Merisio: l’archivio del fotografo bergamasco Pepi Merisio (1931) documenta il territorio di Bergamo e provincia e il paesaggio italiano lungo il ‘900 ed è composto da 252.000 diapositive, 165.000 negativi su pellicola e 154.000 stampe. Il fondo testimonia la carriera di Merisio da fotografo autodidatta ad autore premiato e riconosciuto a livello internazionale come collaboratore delle principali realtà editoriali in ambito fotografico.
Fondo Alfonso Modonesi: l’archivio di Alfonso Modonesi (1941) è composto da 100.000 negativi, 20.000 stampe e 100.000 diapositive e conserva reportage di rilievo nazionale e internazionale realizzati lungo la seconda metà del ‘900.

Fonti:
Comunicato conferenza stampa “Archivio fotografico Sestini verso il futuro”, 5 aprile 2018, Convento di San Francesco – Città Alta, Bergamo
Sito dedicato all’Archivio fotografico Sestini: https://archivio.museodellestorie.bergamo.it/

Politiche di gestione e di acquisizione:

Il Museo delle storie di Bergamo dalla nascita come Museo del Risorgimento ad oggi tutela, conserva e valorizza il proprio patrimonio di interesse per la storia del territorio e costituito da archivi e collezioni frutto di depositi e donazioni di privati e di enti e istituzioni. Dall’inaugurazione del Museo della fotografia Sestini e dell’Archivio fotografico Sestini le politiche di acquisizione e di gestione privilegiano i fondi di fotografia storica. A tal proposito è in corso di elaborazione una policy con politiche annuali di accettazione di depositi e donazioni, in modo da garantire standard adeguati di tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio fotografico. Sono parte integrante del progetto relativo all’Archivio fotografico Sestini la catalogazione, secondo i parametri della scheda F, e la digitalizzazione dei fondi fotografici.

Struttura amministrativa:

Organi sociali

Soci fondatori
Comune di Bergamo
Fondazione Banca Popolare di Bergamo
Fondazione Pesenti
Confindustria Bergamo
Camera di Commercio di Bergamo
Fondazione Credito Bergamasco
ATB
Odissea s.r.l.
Fondazione Famiglia Legler
Fondazione per la Storia Economica e Sociale di Bergamo
Opera Diocesana S. Narno
Provincia di Bergamo
Miro Radici Families of Company
Ascom

Soci benemeriti
Fondazione Sestini
Fondazione Istituti Educativi
Rulmeca

Soci di diritto
Associazione Amici del Museo storico
Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti di Bergamo
Università degli Studi di Bergamo

Comitato di indirizzo
Sergio Crippa
Gianluigi Della Valentina
Nadia Ghisalberti
Giorgio Gori
Alessandro Guerini
Alfredo Gusmini
Italo Lucchini
Riccardo Martinelli
Luciano Mauri
Maria Mencaroni Zoppetti
Emilio Moreschi
Remo Morzenti Pellegrini
Franco Nicefori
Alessandra Pioselli
Alessandro Redondi
Pierpaolo Rossi
Giovanna Ricuperati
Mietta Denti Rodeschini
Carlo Salvioni
Gianni Scarfone
Roberto Sestini
Ettore Tacchini
Mario Volpi

Consiglio di amministrazione
Giorgio Gori – Presidente
Maria Mencaroni Zoppetti – Vicepresidente
Emilio Moreschi – Consigliere Delegato
Nadia Ghisalberti
Italo Lucchini
Maria Mencaroni Zoppetti
Remo Morzenti Pellegrini
Carlo Salvioni

Collegio sindacale
Gianangelo Benigni – Presidente
Giuseppe Fassi
Franco Torda

Staff
Roberta Frigeni, Direttore scientifico e Responsabile del personale
Jennifer Coffani, Responsabile archivio fotografico
Lia Corna, Responsabile ricerca ed editoria
Silvana Agazzi, Responsabile servizi educativi
Roberta Marchetti, Direttore amministrativo e segreteria generale
Pierpaolo Boninelli, Responsabile segreteria, sicurezza e logistica
Tiffany Pesenti, Ufficio stampa, web e social

Fonte: https://www.museodellestorie.bergamo.it/chi-siamo/

Orari e indicazioni per l'accesso ai fondi:

La consultazione in sede dell’Archivio fotografico Sestini avviene previo appuntamento con il personale specializzato del Museo delle storie di Bergamo.

Servizi:

L’Archivio fotografico Sestini offre una pluralità di servizi per la preservazione e la valorizzazione della fotografia storica. Oltre alla possibilità di consultare online il materiale fotografico catalogato e digitalizzato, il personale qualificato è a disposizione su appuntamento per ricerche e per eventuali consulenze storiche.
L’Archivio si sta dotando di una biblioteca di settore per l’approfondimento della storia della fotografia di ambito locale e nazionale.
All’attività di conservazione e catalogazione del patrimonio fotografico si affianca quella di valorizzazione: laboratori, incontri, iniziative e visite rendono vivo l’archivio.
L’intero polo della fotografia è visitabile liberamente o con visite guidate dedicate all’evoluzione della fotografia in un percorso multidisciplinare e multimediale tra storia e scienza e adatto a ogni età.

Sedi

Sede di consultazione

Edificato tra la fine del Duecento e l’inizio del Cinquecento, il Convento di San Francesco rappresenta un pregevole esempio di architettura conventuale medievale, costruita intorno a chiostri.
Dalle fonti si evince che il complesso era così composto: la chiesa di San Francesco, i chiostri (Chiostro delle Arche e Chiostro del Pozzo) e la struttura a tre piani comprensiva di sala capitolare, celle, dormitori, refettori, cucine e infermeria.
Situata nel corpo di fabbrica che divide i due chiostri, la sala capitolare, come dice la parola stessa, era la sala dove si svolgeva il Capitolo, ossia l’assemblea dei frati. Di forma quadrangolare, con volta a crociera, l’ambiente si caratterizza per la presenza, sulla parete di fondo, dell’affresco raffigurante la Crocifissione con S. Girolamo e dolenti, Maddalena e Santa.
Ad adornare e impreziosire l’intero complesso, troviamo numerosi affreschi databili a partire al Trecento e in parte visibili ancora oggi.
Nel corso della sua storia, l’edificio non subisce particolari modifiche fino alla soppressione avvenuta nel 1797: gli spazi modificati vengono adibiti prima a ospedale, poi a carcere e infine a casa di pena.
Negli anni trenta del Novecento il Convento di San Francesco viene restaurato e, ormai di proprietà del Comune, è destinato a scuola elementare.
Dal 1997 il Convento è adibito a spazio museale. Attualmente è la sede del Museo delle storie di Bergamo, di cui ospita gli uffici, gli archivi, la biblioteca e gli spazi per le mostre temporanee.
Dal 17 novembre 2018 la struttura è arricchita dal Museo della fotografia Sestini, un polo all’avanguardia dedicato alla fotografia storica. Il Museo si articola nell’Archivio fotografico Sestini, dotato di tecnologia all’avanguardia per la conservazione archivistica e di sistemi di catalogazione innovativi, in uno spazio espositivo con un percorso interdisciplinare sulla storia e il funzionamento del processo fotografico e in un’aula attrezzata per workshop con una biblioteca di settore.

Fonte: https://www.museodellestorie.bergamo.it/storia-del-convento-san-francesco/

Indirizzo:
Convento di San Francesco
Piazza Mercato del Fieno 6/a
24129 Città alta, Bergamo

Complessi archivistici

Compilatori

  • Prima redazione: Chiara Perico (archivista) - Data intervento: 27 marzo 2019
  • Aggiornamento scheda: Lia Corna (responsabile ricerca ed editoria Museo delle storie di Bergamo) - Data intervento: 01 aprile 2019