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Rezzonico, Ferruccio

Rezzonico, Ferruccio (1954 - 2002)

286 unità archivistiche di primo livello collegate

Fondo

Consistenza archivistica: 217 faldoni ; 30 rotoli di disegni di progetto ; 2 scatole di materiale fotografico; 2 volumi fascicolati

Il Fondo conserva la documentazione relativa all'attività professionale del soggetto produttore nell'ambito della progettazione architettonica e dell'urbanistica, attività legata anche all'impego accademico e di ricerca presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano e all'impegno civile che porta Ferruccio Rezzonico a ricoprire la carica di assessore all'urbanistica e alla programmazione e all'edilizia popolare presso il comune di Olgiate Comasco. Dalle carte del fondo − lucidi, copie eliografiche, disegni esecutivi, dettagli tecnici, schizzi, appunti manoscritti, dattiloscritti, corrispondenza, fotografie di siti, cantieri, realizzazioni, documentazione normativa, rassegne stampa, perizie, computi metrici − è possibile cogliere l'intero iter del progetto architettonico e del piano urbanistico. Di notevole interesse sono anche le carte che documentano la partecipazione a concorsi, convegni, soprattutto di argomento urbanistico, con particolare riferimento all'edilizia sociale.
Il Fondo è nel contempo testimonianza di un importante tassello nella storia della cultura architettonica milanese degli anni cinquanta − settanta, che vede l'attività professionale di Ferruccio Rezzonico, e la sua personale qualità di disegno e realizzazione, in dialogo con le opere degli esponenti più significativi del periodo (Viganò, BBPR, Gregotti, Grisotti, “Studio Verde”).

Storia archivistica:

Il Fondo archivistico relativo alla propria attività professionale e di ricerca era conservato dall’architetto Ferruccio Rezzonico nella casa studio di Cavallasca (Como), dove egli si era trasferito negli ultimi anni.
Tale Fondo, da noi visionato il 9 maggio 2018, si presentava ordinata dallo stesso soggetto produttore in faldoni e in rotoli di disegni, e appariva in ottimo stato di conservazione.

I 217 faldoni erano distribuiti su 5 ripiani di scaffalatura per una consistenza totale di 20 metri lineari. Ordinati cronologicamente, documentano un’attività professionale svolta tra Milano e la provincia di Como nell’ambito del riuso e recupero edilizio, dell’architettura sociale e delle attrezzature collettive, dell’architettura industriale, dell’urbanistica (concorsi e piani regolatori) e del design.

I faldoni contengono schizzi, disegni esecutivi, copie eliografiche e lucidi, documentazione relativa a progetti, concorsi e piani regolatori, stampati e cataloghi.
I rotoli di disegni, in numero di 30, erano conservati della casa studio di Cavallasca in posizione verticale in un mobile ad hoc progettato dallo stesso Rezzonico.
Fa parte del Fondo una raccolta di fotografie relative all’attività professionale, conservate dal soggetto produttore in due scatoloni (uno solo di lastre fotografiche in vetro raccolte in scatole rigide originali).

Erano già presenti ad Archivi Storici, anteriormente alla donazione del Fondo, due volumi fascicolati di copie fotostatiche presentati al concorso per professore di ruolo – fascia degli associati – disciplina “Tecnologia dell’Architettura”. I due volumi documentano l’attività professionale e scientifica di Ferruccio Rezzonico relativamente agli anni 1954 – 1981.

Il Fondo è stato donato dalla figlia architetto Giovanna Rezzonico ad Archivi Storici del Politecnico di Milano nel luglio del 2018 e trasferito nei depositi di A.S. nel Campus Bovisa Candiani del Politecnico di Milano, in via Candiani 72.

Nota dell'archivista:

Il Fondo Ferruccio Rezzonico, per precisa scelta del soggetto produttore, risulta suddiviso fisicamente in tre grandi partizioni che ne documentano l’attività progettuale e di ricerca: faldoni (serie “Documenti di progetto”), tubi (serie “Disegni di progetto”), scatole di fotografie (serie “Raccolta fotografica” ulteriormente suddivisa in “Lastre” e “Fotografie”).

I faldoni, considerati ciascuno come unità archivistica, possono contenere più progetti (soprattutto all’inizio dell’attività professionale dell’Architetto) ma più spesso conservano un progetto solo, quando il progetto – di particolare rilevanza – non occupa invece più faldoni collocati in ordine consecutivo. Proprio per questo, per non spezzare questa continuità di disegno, si è scelto di rispettare l’ordine stabilito dal soggetto produttore con puntuale numerazione dei faldoni stessi. Si tratta di un ordine sostanzialmente cronologico, con qualche lieve discrepanza dello stesso dovuto alla necessità di non suddividere quanto intellettualmente e professionalmente egli riteneva andasse tenuto insieme. Per i tubi e le fotografie si è reso invece necessario un riordino cronologico.

Le unità archivistiche sono state descritte fisicamente, dando conto dei materiali che le costituiscono, dei quali è stata data la consistenza numerica in carte (cc.) o in tavole (tav.) nella sezione “Disegni di progetto” o, nella sezione “Raccolta fotografica” in lastre, positivi, negativi.

I titoli delle unità archivistiche sono stati uniformati, mettendo in primo piano il luogo del progetto – come da indicazione del soggetto produttore – sciogliendo quando possibile gli acronimi, e uniformando così le indicazioni su uno stesso progetto situate in più punti del Fondo. Quando il faldone conteneva progetti situati in più luoghi gli è stato attribuito un titolo generico comprensivo (es. Progetti di edilizia sociale). Nell’area della descrizione è stata conservata l’ortografia del soggetto produttore, rispettando abbreviazioni, acronimi, differenze nell’uso delle maiuscole, punteggiatura e integrando, all’occorrenza, tra parentesi quadre. Le date sono pressoché sempre ricavate dal materiale archivistico. Solo nella sottosezione “Lastre” sono state in alcuni casi attribuite e risultano pertanto tra parentesi quadre.

Tutto il materiale del fondo verrà etichettato con le nuove segnature di collocazione

Soggetti conservatori

Soggetti produttori

Progetti

Compilatori

  • Schedatura: Marco Vitale (Archivista)