|||
Brera Gianni

Brera Gianni (1919 - 1992)

1.137 unità archivistiche di primo livello collegate

Archivio

Consistenza archivistica: 72 buste + 5 buste materiali fotografici 1 scatola materiali audiovideo

L’Archivio di Gianni Brera è un archivio di persona, costituito da 77 faldoni e 1 scatola, che raccolgono documenti, su diversi supporti, prodotti e raccolti dall’autore in particolare nello svolgimento della propria attività professionale. In esso si ritrova testimonianza non solo della prolifica, e certamente più celebre, attività di giornalista sportivo ma in generale, della sua attività creativa a tutto tondo, in campo letterario, saggistico che lo portò a spaziare in diversi ambiti culturali.
Il riordino è stato effettuato avvalendosi dell’applicazione open−source Archimista nella versione 3.0.
La prima delle serie nelle quali è stato strutturato il fondo è “Documenti personali”, dove sono stati raccolti un piccolo nucleo di documenti (condizionati in 2 faldoni), rinvenuti sparsi nel fondo, fondamentali per la ricostruzione delle vicende biografiche di Brera, tra questi alcune pagelle liceali, il libretto e il certificato della laurea conseguita nell’ottobre del 1943, alcuni documenti relativi alla carriera militare, come il Libretto dei voli e dei lanci paracadutistici datato settembre 1942.
La serie successiva raccoglie in 4 faldoni, documenti relativi all’ “Amministrazione” personale, anche in questo caso preziosissima fonte di dati biografici. La gran parte dei fascicoli che compongono questa serie (24 dei 28 totali) raccolgono, per anno, a partire dagli anni settanta sino al 1992, contratti e fatture per prestazioni professionali. Si tratta delle copie per Brera delle fatture da lui emesse e dei contratti stipulati con case editrici, emittenti televisive, agenzie pubblicitarie ecc., moduli rendiconto autori dei diversi editori o dell'Agenzia letteraria internazionale (Ali), comunicazioni relative a pagamenti di collaborazioni ecc. Sono poi presenti, rinvenute solo per un limitato arco cronologico, 1950−1962, ricevute e fatture di fornitori diversi relative alle spese principalmente domestiche e personali, e inoltre, documentazione relativa al pagamento dei tributi fiscali che risale sin al 1948.
Segue poi, il consistente nucleo di documenti epistolari, conservati in 20 faldoni, la serie “Corrispondenza”, organizzata in sottoserie cronologiche. L'arco cronologico rappresentato va dagli anni Quaranta al 1992, anno della scomparsa di Brera ma la parte più consistente è quella successiva agli anni Settanta. Esigua la consistenza del primo decennio, per la quale, nonostante si tratti in gran parte di fascicoli di poche carte, si segnala la presenza di scambi epistolari relativi soprattutto al periodo bellico, di interesse per ricostruire collaborazioni/rapporti professionali di quegli anni. Per gli anni Cinquanta poi, si trovano quasi esclusivamente missive degli anni 1954 e 1955, alle quali si aggiungono pochissimi documenti riferiti ad altri anni. Si segnala la presenza del fascicolo "Dimissioni Gazzetta" che raccoglie le lettere ricevute da Brera dopo l'annuncio delle sue dimissioni dalla rosea nel 1954. I fascicoli di questa serie sono principalmente intestati ai mittenti: autori, editori, giornalisti, personalità del mondo dello sport, della politica, imprenditori ma anche persone comuni che scrivevano a vario titolo a Brera che, come si deduce dalle sue annotazioni a penna sulle lettere in entrata, era solito rispondere puntualmente. Numerose le "lettere di lettori e tifosi", conservate nei fascicoli così intestati. Tra gli autori più noti, dei quali si ritrovano missive nel fondo, si segnalano, Arpino, Bevilacqua, Cassola, Chiara, Giudici, Montanelli, Pampaloni, Tobino, più consistenti gli scambi con gli artisti, amici, Ottorino Mancioli, Aligi Sassu, Rinaldo Burattin. Sono poi presenti le cartoline illustrate e i biglietti, che erano conservati separatamente dal resto della corrispondenza e i numerosi inviti, lettere e altri materiali di associazioni, club, Comuni ecc. che scrivevano a Brera per invitarlo a Premi, incontri, cene o manifestazioni di vario tipo, nelle quali si chiedeva la sua partecipazione spesso come relatore o anche generiche convocazioni di riunioni di associazioni delle quali era membro ecc.
Vengono poi gli scritti privati, le agende personali di Brera, che rappresentano un imprescindibile filo conduttore tra le carte dell’Archivio per il periodo 1972−1991, con le pagine ricche di annotazioni dove si intrecciano attività creativa e vita quotidiana.
A seguire, si trovano gli “Scritti” che costituiscono un altro rilevante nucleo documentario per consistenza, così come la corrispondenza. Sebbene non sia certamente possibile parlare di una conservazione completa della immensa produzione di Brera, quanto conservato, condizionato attualmente nei 33 faldoni che compongono questa serie, restituisce traccia della varietà delle sue scritture, non solo quelle giornalistiche, fulcro della sua attività, ma anche alcune esigue prove giovanili in altri ambiti (radofonico/drammaturgico/cinematografico) o, in anni successivi, della sua produzione narrativa e saggistica. La varietà dei materiali testimonia poi l'officina del processo creativo, dagli appunti manoscritti su foglietti o block−notes (più di un centinaio con annotati, in gran parte, appunti presi durante le partite di calcio, altri eventi sportivi – es. Olimpiadi di Los Angeles del 1984 e di Barcellona 1992 − o durante pranzi o cene o di interviste da lui effettuate a vari personaggi. A eccezione dei primi 4 fascicoli che contengono le poche tracce relative agli anni settanta, si tratta dei block−notes riferiti agli anni 1980−1992. Presenti poi gli originali degli articoli (dattiloscritti con le correzioni a mano) e di molte opere (es.Mille e non più mille; Il corpo della ragassa, Il mio vescovo e le animalesse; Naso bugiardo; Storia critica del calcio italiano; Coppi e il diavolo; Il gigante e la lima). Senza dimenticare anche la fondamentale presenza dei ritagli stampa, in alcuni casi inseriti sistematicamente in raccoglitori per testata o argomento, che documentano una sbalorditiva attività di scrittura giornalistica che andò ben oltre i noti contributi sulle principali testate sportive nazionali e che difficilmente sarebbe altrimenti ricostruibile.
In coda al fondo, si trova poi un nucleo di materiali che dà conto delle attività del figlio di Gianni Brera, Paolo, che sin da quando Gianni Brera era ancora in vita, si era occupato di gestirne l'attività professionale e che, dopo la scomparsa dell’autore, nel dicembre 1992, ha continuato, parallelamente, attività di gestione dei diritti d'autore e di ripubblicazione delle opere del padre e sul padre, di promozione di iniziative a lui dedicate, di raccolta dei relativi materiali a stampa e di conservazione dell’archivio.
Un ultimo nucleo di materiali è quello che conserva alcuni documenti di “Altri famigliari”. Come spesso accade negli archivi di persona, ai margini delle carte del soggetto produttore si trovano tracce di attività antecedenti, nella forma soprattutto di memorie di altri familiari, alcune delle quali conservate dallo stesso Brera. Il nucleo più corposo e strutturato è quello dei documenti di Pierina Gramegna, vi si trova infatti, corrispondenza, tra questa anche il fascicolo "Lettere di Gianni" che raccoglie le numerose missive che Brera scrisse alla moglie, in particolare negli anni quaranta e il fascicolo "Condoglianze scomparsa Gianni"; ma anche altri documenti personali relativi alla vita privata e a quella professionale (insegnamento scolastico in particolare).
Si segnala che il presente inventario non dà conto dei materiali fotografici (raccolti in 5 faldoni) e della scatola contenente materiali audiovisivi che saranno oggetto di un futuro intervento di riordino e schedatura. Si tratta di oltre 1300 foto, che ripropongono inedite immagini di Brera in famiglia e con gli amici ma anche un discreto numero di scatti che lo ritraggono durante convegni, cene di lavoro, spesso in compagnia di protagonisti del mondo sportivo.
Si segnala la presenza, presso Fondazione Mondadori di un piccolo nucleo di materiali bibliografici, circa 300 volumi, principalmente libri con dedica inviati a Gianni Brera e sue pubblicazioni.
Il fondo è stato notificato dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica della Lombardia nel 2012.

Storia archivistica:

L’archivio è stato affidato, con versamenti successivi avvenuti tra il 2011 e il 2015, da Paolo Brera a Fondazione Mondadori che, nel 2017, lo ha acquistato. In precedenza i materiali erano conservati presso le abitazioni private degli eredi Brera di Milano e di Monterosso al mare.
Come spesso accade per queste tipologie di archivi, anche in questo caso, appare molto difficile poter rinvenire in modo uniforme tracce di ordinamento originario, non solo perché trattandosi di un archivio di persona, i documenti si sono sedimentati con criteri individuali, poco strutturati, ma soprattutto per le vicende occorse alle carte negli anni: dalle motivazioni pratiche di spazio, che hanno portato nel corso del tempo i detentori dell’archivio a creare accumulazioni necessarie ma casuali di materiali, alle esigenze specifiche di ricerca (in particolare la stesura di biografie o la riedizione di opere) che hanno portato a ripetute manipolazioni dei documenti, non ordinati e inventariati, da parte di terzi. Alcuni nuclei documentari, come ad esempio quello della corrispondenza amministrativa e dei contratti, sono però pervenuti all’istituto conservatore in forma particolarmente strutturata e hanno reso evidenti alcuni criteri di organizzazione.

Nota dell'archivista:

Archivio versato in più tranche tra giugno 2011- settembre 2012 – marzo 2015
Accordo con eredi per deposito in Fondazione Mondadori, 6 marzo 2012
Acquistato da Fondazione Mondadori in data 17 maggio 2017

Soggetti titolari:

  • Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori
  • Diritti: Franco Brera + Eredi Brera

Condizione di accesso:

accessibile previa autorizzazione

Soggetti conservatori

Soggetti produttori

Compilatori

  • Anna Lisa Cavazzuti (archivista)