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Cecilio Arpesani (1853-1924)

Cecilio Arpesani (1853-1924) (1875 - 1924)

62 unità archivistiche di primo livello collegate

Fondo

Consistenza archivistica: 141 unità archivistiche

I documenti che costituiscono l’archivio Arpesani, oggi conservati presso il Centro di Alti Studi sulle Arti Visive (CASVA) di Milano testimoniano in particolare l’attività professionale svolta da Cecilio Arpesani (1853−1924) nel campo del progetto d’architettura.
Il fondo così come pervenuto al CASVA rappresenta certamente una porzione limitata e del tutto parziale di quello che in origine costituiva l’archivio professionale di Cecilio Arpesani. Nel complesso i documenti pervenuti al CASVA rappresentano un interessante corpus relativo all’attività portata avanti da Arpesani tra il 1875 e il 1924, in grado di restituire, anche se solo in parte, il percorso professionale di uno dei protagonisti della scena culturale milanese attivo tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento.

Storia archivistica:

I materiali oggi presenti al CASVA sono pervenuti in varie fasi nel corso di dieci depositi avvenuti tra il 3 novembre 2016 e il 31 agosto 2017.
L’ordinamento originario dei materiali progettuali appartenenti al fondo Cecilio Arpesani così come sono pervenuti al CASVA pur organizzato e suddiviso sommariamente per formato e tipologia di supporto (acquerelli, disegni, documenti, fotografie) non presentava alcuna classificazione archivistica. Nello specifico non esisteva un inventario formale che desse indicazioni precise e complete sulla consistenza originaria dell’archivio, né registri relativi al fondo depositato, e solo in pochissimi casi i documenti – custoditi in cartelle, rotoli, fascicoli e scatole – corrispondevano alla descrizione sommaria riportata in alcuni casi all’esterno del contenitore; molto spesso poi i contenitori racchiudevano insieme unità progettuali differenti mischiate tra loro. Si trattava nell’insieme di una suddivisione sommaria dei diversi documenti effettuata in periodi diversi dagli eredi secondo dinamiche che nulla avevano a che fare con la possibile struttura originaria dell’archivio e in ogni caso condotta in maniera del tutto arbitraria. I materiali così come sono pervenuti non presentavano quindi alcun vincolo archivistico. Inoltre le condizioni di conservazione dei diversi elaborati grafici e fotografici conservati all’interno delle cartelle o avvolti in rotolo non erano nel complesso idonee ad una perfetta conservazione dei documenti e molti fogli si presentavano in cattivo stato di conservazione.
Si è provveduto quindi all’analisi preliminare dell’intero fondo, alla schedatura dei documenti, dei disegni e delle fotografie. I materiali sono stati organizzati in tre serie (Documenti personali, curriculum e fotografie; Progetti e studi di architettura; Corrispondenza) e ordinati e schedati mediante il software Archimista, scelto su indicazione del CASVA. Si tratta di un’applicazione open source per la descrizione archivistica, nata sulla base di un accordo tra Regione Lombardia, Regione Piemonte e Direzione Generale per gli Archivi (MiBAC).
Ogni singolo progetto, secondo le impostazioni del software, viene a coincidere con la scheda dell’unità archivistica, mentre gli elementi appartenenti al progetto stesso e afferenti alle categorie disegni, fotografie, documenti, sono analiticamente rappresentati da una scheda sottounità archivistica (documento, disegno, fotografia) collegata alla scheda progetto.
L’organizzazione dei documenti secondo le elencate serie corrisponde alla organizzazione delle diverse unità progettuali ed i materiali relativi sono stati organizzati e suddivisi (per ragioni conservative) in disegni, fotografie e documenti.
Ad ogni singolo progetto è stata assegnata una sigla di riferimento riportata nel campo segnatura definitiva nella scheda unità archivistica di Archimista e costituita dalla forma abbreviata “CA” seguita da un numero progressivo corrispondente all’ordinamento cronologico dei progetti realizzato in seguito all’ordinamento del fondo: CA.001; CA.002; CA.003.
A conclusione del lavoro di riordino e catalogazione dell’archivio è stato effettuato il condizionamento di tutti i materiali ricorrendo all’utilizzo di materiali idonei alla conservazione (buste, fascicoli, cartelle, tubi,…). I materiali sono stati contrassegnati da un numero definitivo di segnatura che identifica in maniera univoca le diverse sottoserie e le relative unità (documenti, disegni, fotografie, oggetti). Complessivamente l’archivio è formato da 141 unità archivistiche organizzate e collegate secondo il software Archimista.

Nota dell'archivista:

Disciplinare d’incarico – firmato in data 12 dicembre 2017, in esecuzione della determinazione dirigenziale n. 616 del 04/12/2017 – riguardante il riordino archivistico e la catalogazione scientifica dell’archivio professionale dell’architetto Cecilio Arpesani (1853-1924), conservato presso il CASVA (Centro di Alti Studi sulle Arti Visive) del Comune di Milano al Castello Sforzesco.

Compilatori

  • Schedatura: Matteo Iannello (architetto) - Data intervento: 31 dicembre 2017