Archivio ducale Visconti di Modrone (1134 - 1983)
4.941 unità archivistiche di primo livello collegateArchivio
Consistenza archivistica: 4.941 unità (fascc. 2.354, regg. 730, tavole 646, bb. 319 e 496 documenti sciolti e miscellanei)
L’Archivio ducale Visconti di Modrone, conservato dall’Associazione culturale Duca Marcello Visconti di Modrone per la storia dell’industria presso l’Università Cattolica di Milano, si configura come un ricchissimo fondo, attestante la storia del nobile casato, la gestione del suo patrimonio e le attività benefiche ed imprenditoriali, a cui si dedicarono i suoi esponenti.
Il fondo archivistico, con documentazione a partire dal XIII secolo, ricco anche di atti membranacei, mappe e disegni, consta di 4.941 unità archivistiche tra fascicoli e registri, e si articola secondo le seguenti sezioni:
I. Serie antiche
II. Serie ottocentesche per materia
III. Serie ad personam
IV. Mappe, disegni e stampe
V. Opuscoli a stampa
VI. Anguissola di Grazzano
VII. Taverna
VIII. Opere pie Visconti di Modrone e Ospedaletto di Vimercate
IX. Pio Istituto teatrale di Milano
X. Stabilimento Velluti Visconti di Modrone − Velvis di Vaprio d’Adda
XI. Società anonima per l’esercizio del Teatro alla Scala
XII. Secondo versamento
Storia archivistica:
L’archivio risente di una storia complessa, che si è tradotta in una struttura in cui si stratificano e si affiancano diversi interventi di ordinamento parziale.
La complessità della situazione è, senza dubbio, dovuta al fatto che i lavori di riordino per materia, iniziati a partire dal 1837, con Giuseppe Velini, attivo presso l’Archivio ducale da quell’anno al 1862, e proseguiti con Alessandro Brugnatelli (1862 – 1871), Antonio Vietti (1875 – 1883), Pietro Ghinzoni (1883 – 1895) e Giuseppe Gallarati (1895 – inizio XX secolo (1)), non sono mai stati pienamente compiuti, a causa dei continui versamenti di documentazione dagli uffici periferici dell’amministrazione patrimoniale o dalle amministrazioni particolari dei vari esponenti del nobile casato.
Sin dalle origini la storia dell’Archivio ducale dei Visconti, poi Visconti di Modrone (2), è caratterizzata da continui versamenti di carte, gestiti dagli archivisti in carica, provenienti sia dagli studi dei procuratori, che gestiscono il patrimonio e raccolgono tutta la documentazione prodotta dai fattori nella gestione dei numerosi possedimenti di famiglia, sia dalle residenze dei vari esponenti del casato, che posseggono sezioni d’archivio dedicate alla propria amministrazione patrimoniale, versate, per lo più, in occasione della morte, sia dalle eredità pervenute attraverso legami matrimoniali (beni Pirovano, Modrone, Taverna, Fagnani ed altri).
Il fascicolo più antico relativo alla tenuta dell’Archivio ducale, con atti databili tra il XVII e XVIII secolo, ritrovato per caso e mai inventariato (3), contiene memorie storiche, elenchi di mazzi e documenti presenti nella casa da nobile in Porta Ticinese, nella parrocchia di S. Pietro in Camminadella, appunti di lavoro ossia "diligenze da farsi nell’archivio di questa illustrissima Casa” realizzati da segretari di Casa Visconti, anche con mansioni di archivisti, come il segretario Bonenzio (1702) e l’abate segretario don Giuseppe Cattaneo (1787 – 1795).
Originariamente strutturato come una raccolta di documenti, atti a dimostrare diritti e proprietà di beni del nobile casato, un’eco dei trésor des chartes, con l’introduzione del riordino per materia e dell’applicazione del principio di pertinenza, l’archivio assume, attraverso l’operato degli archivisti incaricati, l’ordinamento attuale che si realizza pienamente nel corso del XIX secolo. È la predominante valenza amministrativa, rispetto a quella storica, attribuita alle carte, che favorisce l’applicazione del metodo per materia, avviato sugli archivi governativi milanesi per input del Kaunitz, attraverso le figure di Gaetano Pescarenico, Bartolomeo Sambrunico, Ilario Corte e portato a compimento da Luca Peroni.
L’Inventario de’ documenti già esistenti nell’archivio del signor conte Nicolò e fratelli Visconti (4), databile alla prima metà del XVIII secolo, è l’immagine più antica e completa dell’archivio familiare, di cui disponiamo, prima degli interventi per materia che ne hanno modificato l’ordine originario (5). Lo strumento di corredo descrive i singoli atti conservati in filza o in mazzi, con data cronica e regesto, raggruppati secondo le serie e numerati da uno a n per serie, conservati nella casa in contrada di Santa Marta, già del conte Nicolò Maria (1652 – 1731), poi passata ai suoi eredi: i figli Giovanni Battista (alias Alessandro marchese di Modrone) e Filippo (1695 – 1768) e i nipoti Antonio e Gian Vincenzo, figli di Carlo (1689 – 1752).
Nel corso dell’Ottocento, gli incarichi che i diversi archivisti hanno ricevuto dal nobile casato consistono principalmente nella sistemazione di singole, anche se consistenti, serie d’archivio, senza interventi di rilievo sulla struttura complessiva. Giuseppe Velini nel 1837 si occupa di «riordinare in ottimo sistema di archiviazione tutti i documenti e carte della eredità del duca Carlo Visconti di Modrone e quelle di ragione particolare del sig. conte Uberto Visconti, in modo che le une e le altre [vengano] a formare parte di un unico archivio» (6). Questo incarico è portato a compimento nel 1844, con la realizzazione dei nove registri, di cui oggi manca il vol. II:
- “Acque e loro edifici – Vol. I”
- “Beni allodiali – Vol. III”
- “Beni allodiali – Vol. IV”
- “Beni allodiali – Vol. V”
- “Beni allodiali – Vol. VI”
- “Livelli attivi sopra acque e fondi – Vol. VII”
- “Livelli passivi sopra fondi – Ipoteche e capitali attivi – Vol. VIII”
- “Commercio – Eredità legali – Censi – Limosine – Vol. IX”
Alessandro Brugnatelli, e in seguito Antonio Vietti, hanno l’incarico di riordinare i documenti relativi all’Amministrazione centrale della sostanza Visconti di Modrone per permettere una migliore gestione dei diversi beni mobili ed immobili del casato. Accanto al compito principale, questi archivisti si occupano anche della parte più antica dell’archivio di cui, in alcune loro note e memorie, si lamenta lo stato di quasi totale abbandono; sono, quindi, individuati o notevolmente arricchiti di carte nuovi titoli d’archivio tra i quali Araldica e Matrimoni (7).
La suddivisione in titoli principali e subalterni, operata attraverso questi interventi, è ripresa da Pietro Ghinzoni, l’archivista che più esplicitamente si richiama all’ordinamento peroniano. In una lettera del 16 giugno 1883, indirizzata al duca Guido Visconti di Modrone, Pietro Ghinzoni si propone come archivista, in sostituzione del defunto Vietti, presentandosi come «addetto (…) da 30 anni alla sezione storico diplomatica» dell’Archivio di Stato di Milano e insegnante di paleografia e diplomatica presso la Scuola dell’Istituto; nel suo curriculum ci sono riordini degli archivi gentilizi dei principi Belgioioso e dei conti Melzi d’Eril, attraverso i quali ha acquisito «la pratica necessaria a ben tenere un archivio qualunque pubblico e privato» (8).
Tra le sue carte si conserva un manoscritto, intitolato “Metodo da osservarsi nella riordinazione di un archivio particolare d’una famiglia illustre”, tratto da lui stesso «da un originale dell’archivista Carlo (9) Peroni». Secondo questi appunti, un archivio familiare avrebbe dovuto articolarsi nei titoli di: Araldica, Benefici, Crediti, Debiti, Eredità, Fondi e Case, Matrimoni e Vari, struttura a cui Ghinzoni, modulando questo schema sulle carte dell’Archivio ducale, apporta alcune modifiche, con l’aggiunta di nuove voci.
A quest’epoca, un ampio nucleo di documentazione, contraddistinto dalla segnatura M, non risulta riordinato, se non in maniera molto sommaria (10).
Il Giornale dell’archivista (11), tenuto quotidianamente da Giuseppe Gallarati, successore del Ghinzoni, rappresenta, poi, una fonte preziosa per la comprensione del lavoro svolto e delle ragioni teoriche, di cui purtroppo manca una traccia così precisa per i suoi predecessori.
Il 25 febbraio 1895, a seguito di «graditissima comunicazione di nomina ad archivista della Ducal Casa Visconti di Modrone» e dell’omonima Opera pia, Giuseppe Gallarati, “sotto archivista dello Stato” (12), prende possesso del suo ufficio.
La prima fase del lavoro è dedicata allo studio e alla comprensione dell’organizzazione dell’Archivio ducale, attraverso un esame sistematico dei repertori numerici d’archivio, dal 1865 al 1885, e delle «bollette di consegna dei documenti», «per accertare lo stato odierno di conservazione o meno degli atti in archivio e provvedere al loro ritorno in sede», rilevando tutte quelle carte estratte dall’Amministrazione per la gestione del patrimonio ducale.
Questo scrupoloso lavoro porta all’elaborazione di tre fascicoli “di memorie”:
1. “Documenti restituiti in archivio”;
2. “Documenti di cui è incerta la restituzione o l’unione ad altre posizioni”;
3. “Documenti non restituiti in archivio”.
Nella seconda fase il Gallarati analizza i protocolli della corrispondenza, dal 1865 al 1893, «per vedere quali sono i documenti non stati versati in archivio».
A questo lavoro di spoglio è parallelo un lavoro di recupero di pratiche e documenti («messi in sede»), pervenuti dai cosiddetti “archivietti privati d’amministrazione”, altre volte definiti “archivi provvisori”, presso i rispettivi ragionieri che si occupano dell’Amministrazione patrimoniale.
Nel maggio 1895, Giuseppe Gallarati si dedica alla sezione d’archivio riservata all’Impresa teatrale Visconti di Modrone, estraendo una serie di autografi che vanno ad implementare la raccolta avviata, probabilmente dal Ghinzoni, con intento collezionistico, e sistemando «in stretto ordine alfabetico il carteggio con artisti ecc.», così come oggi lo vediamo.
A metà luglio 1896, di ritorno da una licenza estiva, Giuseppe Gallarati predispone, in accordo col Duca e gli amministratori del patrimonio, un piano per il trasporto di tutto l’Archivio ducale in nuove sale della residenza Visconti di Modrone di via Cerva 28, eccetto quello dell’Opera pia, conservato nella sua sede storica al pian terreno del Palazzo, e della serie dedicata alle Imprese industriali, «abbisognando prima di esser classificato» (vale a dire in stato di disordine). «Tutto l’archivio si porrà nelle tre stanze soprastanti alla saletta di ricevimento, salone d’archivio e studio del signor ragionier Marelli, al piano terreno, compreso lo stanzino di fondo che è d’accesso alla scala a chiocciola che comunica le stanze del nuovo archivio cogli studi dei signori Bodio e Marelli».
L’archivista numera le cartelle da movimentare, «previo qualche riordino da integrarsi all’atto della materiale loro nuova collocazione», ordina tutti i registri, «salvo disposizione razionale definitiva», e stila un prospetto di «cartelle e pacchi», con l’individuazione delle serie, il numero dei pezzi relativi e l’attuale collocazione, e dei registri:
«Archivio Anguissola, buste 367
Autografi, buste 6
Raccolte storiche, buste 15
“Archivio di salone a piano terreno”, buste 519
1° ammezzato dopo lo studietto di Verzino:
Ricapiti del conte Luigi, buste 36
Livelli Somma Lombardo, buste 49 e pacchi 11
2° ammezzato presso lo studio del signor Bodio, buste 139
Cartelle nel locale dell’Archivio Anguissola:
Cassino e Precotto, buste 90
Ricapiti del conte Guido, buste 36
Locale di rimessa, archivio di deposito, buste e pacchi 404
Scarto, pacchi 126
Stanzino presso la scala a chiocciola presso il giardino, pacchi 95 di scarto
Per un totale di 1.893 tra buste e pacchi, salvo l’archivio dell’Opera pia Visconti di Modrone, la serie Imprese industriali «e miscellanee varie da ordinarsi».
I registri, “sparsi in detti locali”, coprono metri lineari 22, 81.»
Il 24 luglio, «col concorso di due portieri del mio Archivio di Stato (Moltrasio E. e Barone Giovanni)» iniziano i lavori di trasloco.
Nella nuova disposizione il Gallarati lascia, «tra titolo e titolo (…) alcuna o alcune vuote buste» ossia uno spazio di accrescimento, evitando, per far posto alle nuove cartelle «di dover (…) portare nel così detto archivio di deposito la cartella o cartelle antecedenti, ritenendo non del caso smembrare ogni volta una parte delle carte archiviate dalle antecedenti e conseguenti, e di dover “far correre” tutte le cartelle seguenti per far posto alla nuova venuta.
In corso d’opera il Gallarati fa anche una riflessione sulla situazione dell’Archivio ducale, proponendo l’abolizione del cosiddetto “archivio di deposito”, all’epoca «un centone di atti importantissimi, di atti di mediocre utilità e d’altri che, previo esame attentissimo, potrebbero aggiungersi a quelli proposti allo scarto», e il mantenimento, secondo una visione di necessaria semplificazione, di:
- un “archivio provvisorio”, presso i rispettivi ragionieri che si occupano dell’amministrazione del patrimonio della Casa ducale;
- un «archivio vivo, custodito dall’archivista, che raccoglie tutte le posizioni che, salvo richiamo da parte dei signori ragionieri, non hanno più bisogno di restare in trattazione presso di loro»;
- e l’archivio di tutte le carte non più utili, né a fini amministrativi, né a fini storico genealogici, proposte dall’archivista allo scarto, sentito il parere degli amministratori e approvato dal Duca.
Alla fine dei lavori, i quasi 1.900 pezzi d’archivio (buste e pacchi) e i più di 22 metri lineari di registri sono così disposti nelle diverse stanze del Palazzo ducale di via Cerva:
Prima stanza d’ingresso:
- Archivio di deposito dei duchi Visconti di Modrone
- Archivio del conte Carlo Visconti
- Ricapiti di cassa dei conti Luigi e Guido [Carlo] e dei duchi Raimondo e Guido Visconti di Modrone
Salone centrale:
- Mappe e disegni delle varie amministrazioni
- Archivio ducale ossia Amministrazione centrale (negli scaffali alle pareti) e archivi dei conti Guido [Carlo] e Luigi (nello scaffale centrale)
Terza stanza, anche stanza di lavoro dell’archivista per la stagione estiva:
- Archivio dei marchesi Anguissola e amministrazione ducale del Piacentino
- Archivio delle raccolte storiche
- Pergamene
- Repertori, indici dei vari archivi, protocolli, rubriche, indici numerici di protocollo delle varie amministrazioni dei conti e dei duchi Visconti di Modrone
Stanzino di fondo (presso la scala a chiocciola):
- Materiale da ordinarsi (carte e registri, collocati presso le rispettive sezioni, riparti e titoli d’archivio dei documenti corrispondenti) di compendio delle varie amministrazioni
Stanza all’ammezzato, anche stanza di lavoro dell’archivista per la stagione invernale:
- Archivio industriale (non ordinato)
- Archivio di deposito (13) dell’Opera pia, con la “parte più vecchia dei ricapiti, doti, sussidi e altre carte di secondaria importanza”, mentre il resto del fondo archivistico, con pratiche utili all’amministrazione, rimane nella sua sede al pian terreno del Palazzo
- Pacchi di carte proposte per lo scarto, stampati e cancelleria “fuori uso”.
I lavori si concludono il 19 settembre 1896, con l’ordine allo stampatore per cartelli e cartellini di nomenclatura da mettere sugli scaffali.
Alla fine dell’Ottocento, attraverso gli interventi successivi degli archivisti Vietti, Ghinzoni e Gallarati, l’Archivio ducale ha ormai assunto la sua struttura definitiva, che a grandi linee mantiene ancor oggi. La prassi archivistica prevede un regolare versamento della documentazione prodotta dai diversi membri del casato e delle carte amministrative e gestionali dei possedimenti e delle imprese in cui la famiglia è coinvolta. L’opera degli archivisti si esplica attraverso un’analisi delle carte pervenute, la classificazione secondo la struttura per materia ormai consolidata (i titoli principali e subalterni, ispirati al Peroni), l’eventuale proposta di scarto (previa regolare autorizzazione del Duca) e la creazione di pratiche da ricondurre alle serie aperte del fondo.
Nel corso della sua storia, la tendenza del casato è sempre stata quella di mantenere un archivio ducale che fosse di proprietà del titolare e in cui confluissero sezioni d’archivio, intestate a singoli esponenti, o archivi pervenuti attraverso eredità e legami matrimoniali. Ancora nel 1923, nell’atto di divisione dei beni tra gli eredi del duca Uberto, deceduto il 13 gennaio a Sanremo, si ribadisce che: «la documentazione di proprietà degli stabili ereditari rimarrà nella sua integrità, presso l’archivio del duca Marcello Visconti di Modrone, in quanto non riflette in modo esclusivo beni in assegno a altri coeredi; fermo, però, in questi ultimi il diritto di ritirare la documentazione dei beni in loro assegno nel caso di alienazione a terzi».
Molto probabilmente, all’inizio del Novecento e ad opera del Gallarati, è realizzata la nuova sezione Serie ad personam, attraverso la creazione di serie intestate a singoli esponenti del casato (14), contenenti documentazione amministrativa e contabile e i cosiddetti “oggetti particolari”, che rappresentano tutti gli aspetti della loro vita quotidiana (interessi culturali e sportivi, attività imprenditoriali e benefiche). Per le carte prodotte a partire dall’amministrazione del duca Raimondo sino a quella del duca Uberto, l’archivista incaricato ha attinto alle serie ottocentesche per materia, già strutturate secondo la vecchia modalità, per poi proseguire secondo la nuova.
Un carteggio intercorso tra Achille Giussani, funzionario dell’Archivio di Stato di Milano, e l’Amministrazione di Casa Visconti di Modrone, dal novembre 1941 al novembre 1942 (15), permette di far luce sulla situazione dell’Archivio ducale nei difficili anni di guerra. Le carte d’archivio, infatti, tacciono per quasi 40 anni lo stato del fondo archivistico.
Nella sua relazione del 25 novembre 1941, il Giussani, «dopo una più che sommaria ricognizione», propone di «alleggerire l’archivio del materiale che può ritenersi a prima vista senza discussione superfluo e inutile sotto qualsiasi considerazione», allegando una serie di elenchi di carte, registri e stampati da sottoporre al giudizio del Duca. Il lavoro d’individuazione di materiale suscettibile di scarto prosegue fino al maggio 1942, con la contestuale inventariazione di pochi atti «veramente di valore» («chiusi a chiave nello zoccolo dell’armadio centrale»), il riordino virtuale dei registri da conservare («operazione, alla quale, come le dissi, ho atteso le sere a casa» (16)) e la ricognizione delle pergamene «parte arrotolate, parte piegate assai male in cassetti». L’ultima lettera del Giussani risale al 30 novembre 1942 e aggiorna l’Amministrazione riguardo il suo incarico, «se si potrà continuare il lavoro, sia perché ho dovuto ridurre le ore concesse da 3 ½ per volta a 2 ½, sia perché gli allarmi intempestivi mi hanno sottratto qualche giornata». Con i bombardamenti su Milano, Giussani si occupa della scelta delle cartelle da trasportare in altra sede; si conservano, infatti, due elenchi per il trasporto di cartelle e documenti preziosi. Si presume, pertanto, che fino a quella data l’Archivio ducale sia stato conservato presso il Palazzo di via Cerva, in cui l’archivista opera il suo intervento, per essere spostato nelle residenze fuori città (prima a Cassago (17), poi a Macherio) e salvaguardarlo dagli eventi bellici.
Un elenco dattiloscritto del 22 aprile 1947 descrive le casse contenenti le cartelle d’archivio e le planimetrie, forse per il loro passaggio da Cassago a Macherio (18).
Un prospetto, inserto nell’Inventario dei registri divisi per qualità e per località, elaborato da Achille Giussani nel 1942, riporta la disposizione di buste, registri, mappe e disegni in 10 scaffalature, denominate con lettere alfabetiche, dalla A alla L, e disposte in diverse sale della residenza.
Gli antichi dorsi delle buste superstiti riportano, infatti una segnatura alfanumerica, con timbro a inchiostro, che indica la posizione del pezzo archivistico; una segnatura topografica diversa da quella originale, costituita da un numero arabo associato ad una lettera, per ogni cartella, e a una numero romano per ogni fascicolo (Es. Cart. 18 S, fasc. IV).
Questa la disposizione e i contenuti (indicati da cartellini) degli scaffali nella stanza d’archivio presso la villa Belvedere di Macherio:
Scaffale A
“Senato del Regno”, “Camera dei Deputati”, “Pergamene”, “Manoscritti” e “Opuscoli di guerra”
Scaffale B
“Fondi e case. Alienati”, “Eredità Taverna”, “Vaprio” e “Case alienate”
Scaffale C e Scaffale D
“Anguissola”
“Conte Giovanni”
Scaffale F
“Conte Giovanni”, “Duca Raimondo”, “Precotto”, “Persone diverse”, “Fondi e case. Titoli diversi” e “Paesi diversi”
“Canegrate”, “Duca Marcello”, “Duca Guido” e “Duchessa Ida”
Scaffale H“Duca Marcello”, “Duca Uberto”
Scaffale I“Rotoli”, “Anguissola”, “Diversi”, “Cartelle Archivio”, “Cartellette e disegni siglati y”, “Matrimoni”, “Beneficenze”, “Imprese industriali”, “Censi e redditi”, “Ricapiti di cassa”, “Culto”, “Araldica”, Eredità”, “Somma Lombardo”, “Case in Milano”, “Teatro Scala”, “Teatri Milano” e “Amministrazione centrale”
Scaffale L“Opera pia”, “Besate”, “Besate – Acque in genere”, “Cassago”, “Feudi”, “Somma Lombardo”, “Paesi diversi”, “Bruzzano”, “Registri Teatro Scala”, “Registri Cassago”, “Monitore dei prestiti”, “Bruzzano”, “Besate”, Canegrate ed Uniti”, “Amministrazione centrale”, “Registri Cimbro”, “Rotoli” e “Cartelette e disegni siglati y”
L’attuale segnatura alfanumerica delle buste riflette la loro collocazione topografica sugli scaffali d’archivio (denominati A – L (19)), presso la villa Belvedere di Macherio, in cui erano conservate prima del loro passaggio, nel 1980, all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, per volontà di Uberto Visconti di Modrone (1927 – 2001).
Una convenzione, sottoscritta nel 1989, tra l’Università e il Centro Visconti di Modrone per la storia dell’industria (20), istituito nel 1981, con sede presso l’Istituto di storia economica e sociale Mario Romani dell’Università, affida al Centro la gestione del fondo archivistico, dichiarato, dalla Soprintendenza archivistica per la Lombardia di notevole interesse storico, il 23 dicembre 1991.
Giovanni Luca Dilda, archivista
Note
(1) L’ultimo riferimento al Gallarati risale al primo trimestre 1918, in cui si accorda “un grazioso prestito” all’archivista (vedi “Mandati di pagamento, 1° trimestre 1918”, b. H 70, fasc. 45).
(2) Ramo della famiglia Visconti, con a capo Uberto, detto “il Picco”, fratello del signore di Milano Matteo I, vissuto nella seconda metà del XIII secolo e deceduto nel 1315. Nel corso del XVIII secolo il ramo discendente da Guido, figlio di Giovanni Battista (XV secolo), unisce al proprio il cognome quello di Modrone, a seguito delle volontà testamentarie dell’abate Giovanni Carlo Modrone che testa in favore dell’unica nipote ed erede Teresa Modrone, moglie di Nicolò Maria Visconti.
(3) b. I 350, fasc. 1.
(4) Sul frontespizio: “Nota di scritture diverse descrite nell’inventaro delle scritture che esistono nell’archivio dell’illustrissimo signor conte Nicolò e fratelli Visconti, da consegnarsi all’illustrissima Casa, come appartenenti a beni spettatigli nella divisione”, reg. 36. Nella scheda relativa sono completamente trascritti i titoli dell’inventario.
(5) Si conservano in archivio altri inventari della stessa epoca, realizzati prima dell’intervento peroniano sulle carte, ma sono solo parziali come il “Repertorio d’archivio – Besate – Milano case e altri fondi e case” dell’inizio del sec. XVIII e l’"Indice archivio eredità marchese abate Giovanni Modrone" del 1708.
(6) Vedi b. I 18, fasc. 8.
(7) Giuseppe Velini raccoglie e classifica in nove cartelle i documenti relativi ai matrimoni, fino al 1837; Alessandro Brugnatelli e Antonio Vietti, oltre ad individuare più precisamente le carte relative ai matrimoni, si occupano del riordino dei documenti araldici.
(8) Vedi b. I 21, fasc. 1.
(9) Figlio di Luca Peroni, archivista e segretario di I classe della Sezione amministrativa presso gli Archivi di Milano, diretti da Luigi Osio.
(10) A tutt’oggi, nonostante i lavori d’elencazione di questo materiale, assai eterogeneo, a cui si aggiunge tutta la documentazione conservata nelle buste con segnatura P, manca un intervento che permetta di ricondurre le carte (spesso singole unità documentali) alle pratiche, a volte già esistenti, o alle serie di pertinenza.
(11) B. I 19, fasc. 3.
(12) Vedi biglietto da visita, conservato in “Oggetti particolari 1899”, b. G 108, fasc. 24.
(13) In questo caso l’accezione della locuzione “archivio di deposito” ha il significato di quello che noi oggi intendiamo sia come archivio storico, con la documentazione più antica, non più utile all’attività corrente del soggetto produttore, sia come spazio di rimessa per carte di secondaria importanza.
(14) Serie relative ai duchi Raimondo (1835 – 1882), Guido (1838 – 1902), con la consorte Ida Renzi (1850 – 1915), Uberto (1871 – 1923) e Marcello (1898 – 1964) e i conti Guido Carlo (1881 – 1967) e Giovanni (1873 – 1931).
(15) B. I 344, fasc. 6.
(16) “Inventario dei registri divisi per qualità e per località” del 15 maggio 1942.
(17) L’ipotesi che l’Archivio ducale sia stato conservato presso la villa Visconti di Modrone a Cassago è corroborata dalla presenza di una planimetria del “vecchio locale archivio (Cassago)” a fronte di una planimetria del “nuovo locale archivio” a Macherio, a corredo dello schema degli scaffali d’archivio.
(18) Villa Belvedere a Macherio è l’ultima sede di famiglia in cui l’archivio è custodito, prima del suo trasferimento in Università Cattolica nel 1980 e la vendita all’asta del bene nel 1988.
(19) La segnatura delle buste M e P (Provvisorio) indica tutto quel materiale archivistico miscellaneo estratto in occasione del riordino per materia, applicato nel corso dell’Ottocento, o versato in anni diversi e mai integrato all’archivio principale.
(20) Nel 1992 il Centro muta la sua denominazione e natura in Associazione culturale Duca Marcello Visconti di Modrone per lo studio della storia dell’impresa.
Nota dell'archivista:
Nell’ambito del progetto “Descrivere il patriziato”, il mio intervento ha previsto, innanzi tutto, la lettura e l’analisi di tutti gli strumenti di corredo, sia antichi, compilati tra il XVIII e il XIX secolo, sia moderni, realizzati dai molti archivisti incaricati a partire dagli anni Novanta del XX secolo e riversati nel software Archimista (1).
Gli antichi inventari rappresentano fasi di riordino del complesso archivistico o di alcune sue sezioni, superati nel tempo per riordini o versamenti di nuove carte nel fondo principale, ma fonti preziose per la storia archivistica dell’Archivio ducale.
Gli inventari o i semplici elenchi di consistenza, spesso parziali, realizzati alla fine del Novecento, presentano, invece, gradi di analiticità assai diversi nelle descrizioni dei contenuti e nella compilazione delle schede dei soggetti produttori e dei complessi archivistici, a volte mancanti.
L’assenza di note introduttive che spiegassero la modalità di riordino di sezioni o serie del fondo ha reso, in molti casi, estremamente complessa la comprensione degli inventari; attraverso un controllo puntuale o a campione delle carte, è stato, poi, possibile accertare che gli interventi di inventariazione si sono limitati alla descrizione della documentazione presente nel fondo (per busta, per fascicolo o per semplice unità documentale, a seconda dei casi) e al suo riordino virtuale, chiarendo, così, l’attuale dispersione di elementi di una stessa sezione, serie, sottoserie e sottosottoserie, su tutto il fondo e la presenza di una segnatura non univoca dei pezzi. Un esempio limite è dato dalla busta M 117 che contiene quattro fascicoli n. 1:
- “Amministrazione patrimonio Visconti di Modrone, duca Raimondo”, 1875;
- “Eredità Pirovano. Miscellanea”, 1718 – 1733;
- “Lonate Pozzolo. Imbottato”, 1491 marzo 28;
- Corrispondenza di Carlo Monferini, agente di Besate, 1822.
I quattro fascicoli, conservati nella stessa busta, presentano la stessa segnatura perché fascicoli n. 1 di quattro serie diverse, mai riordinati fisicamente, secondo la coerenza della serie archivistica di pertinenza.
L’altro elemento che implementa il grado di complessità del fondo è l’assenza, in moltissimi casi, di una numerazione di corda dei fascicoli e/o delle unità documentali inventariate ossia la numerazione è presente in inventario o elenco di consistenza, ma non sul pezzo archivistico; per il recupero del materiale è necessario, quindi, aprire la busta indicata e sfogliare tutte le carte non numerate, sperando che non abbiano subito alcuno spostamento (evenienza che in molti casi risulta avvenuta).
La parte essenziale dell’intervento di revisione è stata quella relativa all’articolazione della struttura dell’Archivio ducale, nel segno della chiarezza e della semplificazione, prima assente se non per alcune serie, ma molto spesso assai confusa.
La vecchia struttura del fondo, realizzata a partire dagli anni Novanta del Novecento, prevedeva 11 parti, con la presenza di serie fittizie, corrispondenti ad interventi archivistici su lotti diversi, denominate Buste AVM, Buste P, Buste Bonif (2), Buste Riva e Registri Riva (3).
1
Archivio della famiglia Visconti di Modrone
1.1 SERIE ANTICHE
1.1.1 Banchi, collegi, monti, accademie
1.1.1.1 Buste (AVM)
1.1.2 Censimento
1.1.2.1 Buste (01_Serie antiche.doc e Buste P)
1.1.3 Corrispondenza
1.1.3.1 Buste (AVM)
1.1.3.2 Buste (Buste P)
1.1.4 Fedecommessi
1.1.4.1 Buste (AVM)
1.1.4.2 Buste (Buste P)
1.1.5 Giudiziaria
1.1.5.1 Buste (AVM)
1.1.5.2 Buste (Buste P)
1.1.6 Gridario
1.1.7 Varie
1.1.7.1 Buste (AVM)
1.1.7.2 Buste (Buste P)
1.2 SERIE OTTOCENTESCHE PER MATERIA
1.2.1 Amministrazione centrale
1.2.1.1 Buste (AVM)
1.2.1.2 Buste (Buste P)
1.2.1.3 Buste (Riva)
1.2.1.4 Registri (Riva)
1.2.2 Archivio
1.2.2.1 Buste (Visconti)
1.2.2.2 Registri (Visconti)
1.2.3 Araldica
1.2.3.1 Buste (AVM)
1.2.3.2 Buste (Buste P)
1.2.4 Autografi
1.2.4.1 Buste (Bonif)
1.2.5 Beneficenze
1.2.5.1 Buste (Bonif)
1.2.6 Censi e redditi
1.2.6.1 Buste (AVM)
1.2.6.2 Buste (Buste P)
1.2.6.3 Buste (Bonif)
1.2.7 Culto
1.2.7.1 Buste (Buste P)
1.2.7.2 Buste (AVM)
1.2.7.3 Buste (Bonif)
1.2.7.4 Registri (Riva)
1.2.8 Eredità
1.2.8.1 Buste (Bonif)
1.2.8.2 Buste (Buste P)
1.2.8.3 Registri (Riva)
1.2.8.4 Eredità Modrone
1.2.8.4.1 Buste (AVM)
1.2.8.4.2 Buste (Buste P)
1.2.8.5 Eredità Pirovano
1.2.8.5.1 Buste (AVM)
1.2.8.5.2 Buste (Buste P)
1.2.8.6 Eredità Taverna
1.2.8.6.1 Buste (AVM)
1.2.8.6.2 Buste (Buste P)
1.2.8.7 Eredità Visconti
1.2.8.7.1 Buste (AVM)
1.2.8.7.2 Buste (Buste P)
1.2.8.8 Eredità Porta – Nibbia
1.2.8.9 Eredità diverse
1.2.9 Feudi
1.2.9.1 Buste (AVM)
1.2.9.2 Buste (Riva)
1.2.10 Fondi e case
1.2.10.1 Buste (AVM)
1.2.10.2 Alienati
1.2.10.2.1 Buste (AVM)
1.2.10.2.2 Buste (Riva)
1.2.10.3 In genere e titoli diversi
1.2.10.3.1 Buste (Riva)
1.2.10.4 Basiglio
1.2.10.4.1 Buste (Buste P)
1.2.10.5 Besate
1.2.10.5.1 Buste (AVM)
1.2.10.5.2 Buste (Buste P)
1.2.10.5.3 Registri (Riva)
1.2.10.6 Bruzzano
1.2.10.6.1 Buste (AVM)
1.2.10.6.2 Buste (Buste P)
1.2.10.6.3 Registri (Riva)
1.2.10.7 Canegrate
1.2.10.7.1 Buste (AVM)
1.2.10.7.2 Buste (Buste P)
1.2.10.7.3 Registri (Riva)
1.2.10.8 Cassago ed Uniti
1.2.10.8.1 Buste (AVM)
1.2.10.8.2 Buste (Buste P)
1.2.10.8.3 Registri (Riva)
1.2.10.9 Cimbro
1.2.10.9.1 Registri (Riva)
1.2.10.10 Corsico
1.2.10.10.1 Registri (Riva)
1.2.10.11 Macherio, Balsamo e Belvedere
1.2.10.11.1 Registri (Riva)
1.2.10.12 Melegnanello ed uniti
1.2.10.12.1 Registri (Riva)
1.2.10.13 Milano
1.2.10.13.1 Buste (AVM)
1.2.10.13.2 Buste (Buste P)
1.2.10.13.3 Buste (Riva)
1.2.10.14 Mirabello e Rosate
1.2.10.14.1 Buste (AVM)
1.2.10.15 Monate
1.2.10.15.1 Buste (AVM)
1.2.10.15.2 Buste (Buste P)
1.2.10.16 Novate
1.2.10.16.1 Buste (AVM)
1.2.10.17 Precotto
1.2.10.17.2 Buste (AVM)
1.2.10.17.2 Registri (Riva)
1.2.10.18 San Giorgio Mantovano
1.2.10.18.1 Buste (Riva)
1.2.10.19 Somma Lombardo e Uniti
1.2.10.19.1 Buste AVM
1.2.10.19.2 Registri (Riva)
1.2.10.20 Vaprio d’Adda ed Uniti
1.2.10.20.1 Buste (Bonif)
1.2.10.20.2 Registri (Riva)
1.2.10.21 Paesi diversi
1.2.10.21.1 Buste (Riva)
1.2.10.21.2 Registri (Riva)
1.2.10.22 Bareggio
1.2.10.22.1 Registri (Riva)
1.2.10.23 Beverate
1.2.10.23.1 Buste (AVM)
1.2.10.24 Busto Piccolo, Villa Cortese, Arconate
1.2.10.24.1 Buste (AVM)
1.2.10.25 Casorate
1.2.10.25.1 Buste (AVM)
1.2.10.26 Castiglione
1.2.10.26.1 Buste (AVM)
1.2.10.27 Ceresario
1.2.10.27.1 Buste (AVM)
1.2.10.28 Colciago
1.2.10.28.1 Buste (AVM)
1.2.10.29 Dergano
1.2.10.29.1 Buste (AVM)
1.2.10.30 D – F
1.2.10.30.1 Buste (AVM)
1.2.10.30.2 Buste (Buste P)
1.2.10.31 L-N
1.2.10.31.1 Buste (Buste P)
1.2.10.32 M – N
1.2.10.32.1 Buste (AVM)
1.2.10.33 O
1.2.10.33.1 Buste (AVM)
1.2.10.34 P – Q
1.2.10.34.1 Buste (AVM)
1.2.10.34.2 Buste (Buste P)
1.2.10.35 S
1.2.10.35.1 Buste (AVM)
1.2.10.35.2 Buste (Buste P)
1.2.10.36 T – Z
1.2.10.36.1 Buste (AVM)
1.2.10.36.2 Buste (Buste P)
1.2.11 Impresa teatrale Visconti di Modrone
1.2.11.1 Buste (Riva)
1.2.11.2 Registri (Riva)
1.2.12 Imprese industriali
1.2.12.1 Buste (BusteP)
1.2.12.2 Buste (Bonif)
1.2.13 Matrimoni
1.2.13.1 Buste AVM
1.3 SERIE AD PERSONAM
1.3.1 [Amministrazione] Duca Raimondo (n. 1835, m. 1882)
1.3.1.1 Buste (Inventario Maveri-Perelli Cippo 2017)
1.3.1.2 Registri (Riva)
1.3.2 [Amministrazione] Duca Guido (n. 1838, m. 1902)
1.3.2.1 Buste (Inventario Maveri-Perelli Cippo 2017)
1.3.3 [Amministrazione] Duchessa Ida nata Renzi (n. 1850, m. 1915)
1.3.3.1 Buste (Inventario Maveri-Perelli Cippo 2017)
1.3.4 [Amministrazione] Duca Uberto [e duchessa Marianna] (n. 1871, m. 1923)
1.3.4.1 Buste (Inventario Maveri-Perelli Cippo 2018)
1.3.4.2 Registri (Riva)
1.3.5 Conte Giovanni (n. 1873, m. 1931)
1.3.5.1 Buste (03_04_C-giovan.doc)
1.3.5.2 Registri (Riva)
1.3.6 Conte Guido Carlo (n. 1881, m. 1967)
1.3.7 Duca Marcello (n. 1898, m. 1964)
1.3.7.1 Buste (03_07_Marcello.doc)
1.3.8 Persone diverse
1.4 ANGUISSOLA DI GRAZZANO
1.4.1 Araldica
1.4.1.1 Araldica. Anguissola di Grazzano
1.4.1.2 Araldica. Anguissola di San Polo
1.4.1.3 Araldica. Fontana
1.4.1.4 Araldica. Fontana: ered. Scotti di Sarmato (e Coppalati)
1.4.2 Matrimoni
1.4.2.1 Matrimoni. Anguissola di Grazzano
1.4.2.2 Matrimoni. Anguissola di San Polo
1.4.2.3 Matrimoni. Fontana
1.4.2.4 Matrimoni. Fontana: ered. Scotti di Sarmato (e Coppalati)
1.4.2.5 Matrimoni. Scotti di Agazzano
1.4.3 Eredità
1.4.3.1 Eredità. Anguissola di Grazzano
1.4.3.2 Eredità. Anguissola di San Polo
1.4.3.3 Eredità. Fontana
1.4.3.4 Eredità. Fontana: ered. Scotti di Sarmato (e Coppalati)
1.4.3.5 Eredità. Scotti di Agazzano
1.4.4 Amministrazione centrale (Anguissola di Grazzano)
1.4.5 Fondi e case
1.4.5.1 Fondi e case. Fontana
1.4.5.2 Fondi e case. Anguissola di Grazzano
1.4.5.3 Fondi e case. Anguissola di San Polo
1.4.5.4 Fondi e case. Scotti di Agazzano
1.4.5.5 Fondi e case. Fontana: ered. Scotti di Sarmato ( e Coppalati)
1.4.6 Culto
1.4.6.1 Culto. Anguissola di San Polo
1.4.6.2 Culto. Anguissola di Grazzano
1.4.6.3 Culto. Scotti di Agazzano
1.4.6.4 Culto. Fontana: ered. Scotti di Sarmato (e Coppalati)
1.4.6.5 Culto. Fontana
1.4.6.6 Culto. Non collegabili
1.5 TAVERNA
1.5.1 Buste (Bonif)
1.6 ALTRE SERIE
1.6.1 Pergamene
1.6.2 Manoscritti
1.6.2.1 Buste (Bonif)
1.6.3 Mappe, disegni e stampe
1.6.4 Documenti di particolare valore per la famiglia
1.6.5 Fotografie
1.6.6 Varie
1.6.6.1 Registri (Riva)
1.6.7 Opuscoli a stampa
1.7 ARCHIVIO DI FAMIGLIA (SECONDO VERSAMENTO)
1.8 OPERA PIA VISCONTI DI MODRONE – MILANO
1.8.1 Amministrazione
1.8.1.1 Provvidenze generali
1.8.1.2 Personale di amministrazione
1.8.1.3 Bilanci
1.8.1.4 Imposte e tasse
1.8.1.5 Passività, operai, somministrazioni
1.8.2 Legati
1.8.2.1 Messe
1.8.2.2 Culto chiese e monastero
1.8.2.3 Doti spirituali
1.8.2.4 Sussidi
1.8.2.5 Bagni e borse di studio
1.8.3 Fondi e Case
1.8.3.1 Milano
1.8.3.2 Zibido S. Giacomo (Centopertiche)
1.8.3.3 Zelada e Motta Visconti
1.8.4 Protocolli
1.8.5 Ospedaletto di Vimercate
1.8.5.1 Legato pio Ospedaletto
1.9 PIO ISTITUTO TEATRALE – MILANO
1.9.1 Pio Istituto Teatrale
1.9.1.1 Buste (C_01_Pio Istituto Teatrale.doc)
1.10 VELVIS – STABILIMENTO VELLUTI VISCONTI DI MODRONE DI VAPRIO D’ADDA
1.10.1 Buste (Bonif)
1.10.2 Registri (Riva)
1.11 SOCIETÀ ANONIMA PER L’ESERCIZIO DEL TEATRO ALLA SCALA E CANNOBIANA – MILANO
1.11.1 Buste
1.11.2 Registri (Riva)
A seguito di un’attenta analisi, ho articolato la struttura del fondo nei vari livelli, numerati e denominati sezioni, serie (corrispondenti, nelle parti riordinate per materia, all’antica denominazione di titoli principali), sottoserie (corrispondenti, nelle parti riordinate per materia, all’antica denominazione di titoli subalterni) e sottosottoserie, evidenziando il loro rapporto gerarchico, secondo il modello “ad albero”.
Archivio ducale Visconti di Modrone
I. Serie antiche
1. Banchi, collegi, monti, accademie
2. Censimento
3. Corrispondenza
4. Fedecommessi
5. Giudiziaria
6. Gridario
7. Pergamene
8. Miscellanea
II. Serie ottocentesche per materia
1. Amministrazione centrale
1.1 Archivio
1.1.1 Amministrazione
1.1.2 Protocolli della corrispondenza
1.1.3 Rubriche di protocollo
1.1.4 Repertori numerici d’archivio
1.1.5 Inventari Velini
1.1.6 Inventari Brugnatelli
1.1.7 Inventari Vietti
1.1.8 Inventari diversi
1.2 Attività
1.2.1 Capitali attivi
1.2.2 Azioni ed obbligazioni
1.2.3 Crediti verso persone e verso lo Stato
1.3 Cassa
1.3.1 Mandati e ricapiti
1.4 Corrispondenza
1.5 Esercizio amministrativo
1.5.1 Bilanci consuntivi
1.5.2 Rendiconti e conti – Confessi
1.5.3 Registri contabili
1.6 Passività
1.7 Debiti e crediti estinti
1.8 Operai somministratori
1.9 Oggetti diversi
1.10 Raccolta di leggi, decreti, regolamenti, ordini, notificazioni
Documenti sciolti e miscellanei
2. Araldica
2.1 In genere
2.2 Araldica e feudi
2.3 Famiglia Visconti e Visconti di Modrone
2.4 Famiglie diverse
3. Autografi
3.1 Famiglia Visconti
3.2 Dignitari ecclesiastici
3.3 Militari
3.4 Letterati ed artisti
3.5 Diversi
4. Beneficenze
4.1 Privati, chiese e corpi morali
4.2 Varie
5. Censi e redditi
5.1 In genere
5.2 Malgrate
5.3 Milano
5.4 Moncucco
5.5 Pavia
5.6 Comunità diverse
6. Culto
6.1 In genere
6.2 Provvidenze generali
6.3 Conventi, monasteri, oratori
6.4 Benefici e cappellanie
6.4.1 Barengo
6.4.2 Besana
6.4.3 Besate
6.4.4 Bologna
6.4.5 Borghetto, con Saresana
6.4.6 Canegrate ed Uniti
6.4.7 Cassago
6.4.8 Macherio
6.4.9 Mezzana
6.4.10 Milano
6.4.11 Ornavasso
6.4.12 Somma Lombardo
Documenti sciolti e miscellanei
7. Eredità
7.1 Eredità Visconti di Modrone
7.1.1 Teresa Modrone Pirovano
7.1.2 Giovanni Battista Visconti
7.1.3 Gaetano Visconti e Aurelia Gonzaga
7.1.4 Giovanni Francesco Visconti
7.1.5 Marianna Fagnani
7.1.6 Giuseppe Visconti di Modrone
7.1.7 Carlo Visconti di Modrone e Maria Kevenhüller
7.1.8 Uberto Visconti di Modrone e Giovanna dei marchesi Gropallo
7.1.9 Carlo Francesco Visconti di Modrone
7.1.10 Francesca, detta Fanny, Visconti di Modrone
7.1.11 Raimondo Visconti di Modrone
7.1.12 Luigi Visconti di Modrone
7.1.13 Uberto Visconti di Modrone
7.1.14 Diversi
Documenti sciolti e miscellanei
7.2 Eredità Modrone
Documenti sciolti e miscellanei
7.3 Eredità Pirovano
Documenti sciolti e miscellanei
7.4 Eredità Taverna
Documenti sciolti e miscellanei
7.5 Eredità diverse
7.6 Eredità ripudiate
7.7 Registri d’eredità
8. Feudi
8.1 Agnadello
8.2 Carate
8.3 Cassino Scanasio
Documenti sciolti e miscellanei
8.4 Cella
8.5 Cislago
8.6 Corte di Casale
8.7 Lonate Pozzolo
Documenti sciolti e miscellanei
8.8 Somma Lombardo
9. Fondi e case
9.1 Alienati
9.2 Bareggio
9.3 Besate
9.4 Borghetto ed Uniti
9.5 Bruzzano
9.6 Busto Piccolo, Villa Cortese e Arconate
9.7 Canegrate
9.8 Caselle Landi, bosco del Pontone
9.9 Cassago ed Uniti
9.10 Cimbro ed Uniti
9.11 Corsico
9.12 Macherio, Balsamo, Belvedere
9.13 Milano
9.14 Monate
9.15 Precotto
9.16 San Giorgio Mantovano, possessione Costa Vecchia
9.17 Somma Lombardo ed Uniti
9.18 Vaprio d’Adda ed Uniti
9.19 Vedano, Malnate, Castiglione e Lozza
9.20 Villanterio, possessione Malcontenta
9.21 Paesi diversi
9.22 In genere
10. Impresa degli Imperial Regi Teatri in Milano
10.1 Corrispondenza
10.2 Amministrazione
10.3 Protocolli della corrispondenza, indici e rubriche
10.4 Copialettere
10.5 Libri mastri
10.6 Giornali di cassa
10.7 Abbonati
10.8 Artisti
11. Imprese industriali
11.1 Battelli a vapore
11.2 Stabilimenti Visconti di Modrone
11.2.1 Stabilimento tessile di Vaprio d’Adda
11.2.2 Società anonima Lanificio di Somma
11.3 Imprese diverse
12. Manoscritti
13. Matrimoni
13.1 Contraenti nobili Visconti
13.1.1 Doti attive
13.1.2 Doti passive
13.2 Contraenti nobili Modrone Pirovano
13.2.1 Doti attive
13.2.2 Doti passive
13.3 Famiglie diverse
III. Serie ad personam
1. Duca Raimondo Visconti di Modrone
1.1 Amministrazione
1.2 Oggetti particolari
2. Duca Guido Visconti di Modrone
2.1 Amministrazione
2.2 Oggetti particolari
2.3 Eredità
2.4 Araldica
3. Duchessa Ida Renzi Visconti di Modrone
3.1 Amministrazione
4. Conte Guido Carlo Visconti di Modrone
4.1 Amministrazione
5. Duca Uberto Visconti di Modrone
5.1 Amministrazione
5.2 Oggetti particolari
5.3 Araldica
6. Conte Giovanni Visconti di Modrone
6.1 Amministrazione
6.2 Oggetti particolari
7. Duca Marcello Visconti di Modrone
7.1 Amministrazione
7.2 Oggetti particolari
IV. Mappe, disegni e stampe
1. Bareggio
1.1 Casa colonica
2. Besate
2.1 Mappe del territorio
2.2 Case
2.3 Fiume Ticino
3. Bolla e Bolletta
3.1 Mappe del territorio
3.2 Caseggiati
4. Bruzzano
4.1 Casa
5. Buccinasco
5.1 Mappe del territorio
6. Canegrate
6.1 Mappe del territorio
6.2 Casa colonica
6.3 Filanda da seta
7. Cassago
7.1 Mappe del territorio
7.2 Oratorio e portici di S. Salvatore
7.3 Mausoleo Visconti di Modrone
8. Cimbro, Montonate e Mornago
8.1 Mappe del territorio
9. Como
9.1 Villa Olmo
10. Cremella
10.1 Mappe del territorio
11. Lonate Pozzolo
11.1 Case
12. Macherio
12.1 Mappe del territorio
13. Mediglia
13.1 Mappe del territorio
14. Milano
14.1 Mappe della città
14.2 Palazzo ducale di via Cerva 28
14.3 Casa Modrone
14.4 Case in via Camminadella
14.5 Case in via S. Simone
14.6 Casa in via della Stella
14.7 Casa sulla strada del Naviglio di Porta Tosa
14.8 Chiese
14.9 Palazzo e case della Nobile società
15. Oriano
15.1 Mappe del territorio
16. Ornavasso
16.1 Casa Modrone
16.2 Chiesa
17. Somma Lombardo
17.1 Mappe del territorio
17.2 Chiesa e quartiere della Maddalena
17.3 Stabilimento tessile Visconti di Modrone
18. S. Vittore Olona
18.1 Tessitura Visconti di Modrone
19. Trezzo d’Adda
19.1 Mulini Visconti di Modrone
20. Vaprio d’Adda
20.1 Mappe del territorio
20.2 Stabilimento tessile Visconti di Modrone
20.3 Acque
21. Anguissola
21.1 Palazzo Anguissola di Piacenza
21.2 Mappe dei tenimenti di famiglia
22. Carte dell’Istituto Geografico Militare
23. Carte geografiche
24. Ponti, strade e ferrovie
25. Stampe e disegni diversi
26. Miscellanea
V. Opuscoli a stampa
VI. Anguissola di Grazzano
1. Araldica
1.1 Anguissola di Grazzano
1.2 Anguissola di San Polo
1.3 Fontana
1.4 Fontana – Eredità Scotti di Sarmato (e Coppalati)
2. Matrimoni
2.1 Anguissola di Grazzano
2.2 Anguissola di San Polo
2.3 Fontana
2.4 Fontana – Eredità Scotti di Sarmato (e Coppalati)
2.5 Scotti di Agazzano
3. Eredità
3.1 Anguissola di Grazzano
3.2 Anguissola di San Polo
3.3 Fontana
1.4 Fontana – Eredità Scotti di Sarmato (e Coppalati)
3.5 Scotti di Agazzano
4. Amministrazione centrale
5. Fondi e case
5.1 Fontana
5.2 Anguissola di Grazzano
5.3 Anguissola di San Polo
5.4 Scotti di Agazzano
5.5 Fontana – Eredità Scotti di Sarmato (e Coppalati)
6. Culto
6.1 Anguissola di San Polo
6.2 Anguissola di Grazzano
6.3 Scotti di Agazzano
6.4 Fontana – Eredità Scotti di Sarmato (e Coppalati)
6.5 Fontana
6.6 Non collegabili
VII. Taverna
1. Amministrazione e cause
VIII. Opere pie Visconti di Modrone e Ospedaletto di Vimercate
1. Opera pia Visconti di Modrone
1.1 Amministrazione
1.1.1 Provvidenze generali
1.1.2 Personale di amministrazione
1.1.3 Bilanci
1.1.4 Imposte e tasse
1.1.5 Passività, operai, somministratori
1.2 Legati
1.2.1 Messe
1.2.2 Culto
1.2.3 Doti spirituali
1.2.4 Sussidi
1.2.5 Bagni e borse di studio
1.3 Fondi e case
1.3.1 Milano
1.3.2 Zibido San Giacomo, possessione Centopertiche
1.3.3 Zelada e Motta Visconti
1.4 Protocolli
2. Opera pia Ospedaletto di Vimercate
2.1 Amministrazione
IX. Pio Istituto teatrale di Milano
1. Amministrazione
X. Stabilimento Velluti Visconti di Modrone – Velvis di Vaprio d’Adda
1. Amministrazione
2. Inventari
3. Saldaconti
4. Partite generali e fornitori
5. Mastri
XI. Società anonima per l’esercizio del Teatro alla Scala
1. Amministrazione
2. Copialettere
3. Verbali del Consiglio di Amministrazione
4. Libri dei soci
5. Libri dei sottoscrittori
6. Mastri
7. Giornali di cassa
8. Incassi e borderaux
9. Contratti
10. “Cronaca scaligera”
11. Scuola di ballo del Teatro alla Scala
XII. Secondo versamento
I fascicoli sono stati riclassificati secondo la nuova struttura e ordinati cronologicamente su primo estremo o alfabeticamente, a seconda della modalità storica di sedimentazione della serie.
A parte pochi casi (per es. sottoserie 7.2 Eredità Modrone e 7.3 Eredità Pirovano), le varie sezioni del fondo erano state schedate per busta, quindi disallineate rispetto alla corretta schedatura per fascicolo (unità archivistica di base). Ad ogni busta, ossia al semplice contenitore, era stata associata in Archimista una scheda unità da cui dipendevano schede sottounità, corrispondenti agli effettivi fascicoli esistenti. Il livello di ogni sottounità è stato, pertanto, modificato e riportato a quello di unità e le schede relative ai semplici contenitori sono state cancellate.
Molte schede, poi, corrispondevano a singole unità documentali. Nel caso in cui risultavano chiaramente afferenti ad una pratica originaria, è stato possibile ricostituirne l’unità, parcellizzata arbitrariamente in fase di schedatura, attraverso l’accorpamento dei contenuti delle singole schede in un’unica relativa al fascicolo reale; quando, invece, i documenti risultavano eterogenei, in particolare quelli contenuti nelle buste M, ammassi di carte diverse per contenuto ed epoca, ci si è limitati, nell’ambito di questo intervento, a ricondurli in sottoserie fittizie, poste in coda alle serie relative, denominate “Documenti sciolti e miscellanei”, che necessitano di un’attenta analisi per un loro riordino organico.
Ogni scheda delle unità archivistiche di primo livello è stata rivista con la compilazione e/o il completamento dei campi relativi:
- agli estremi cronologici;
- alla tipologia documentale (fascicolo o altra unità complessa/ registro o altra unità rilegata);
- ai contenuti, riletti ed eventualmente corretti da un punto di vista sintattico, con la normalizzazione delle denominazioni di enti e persone;
- passaggio di eventuali informazioni, accessorie alla descrizione del contenuto, dal campo Note dell’archivista a quello del Contenuto;
- alla segnatura definitiva, con il mantenimento delle segnature topografiche (4) delle buste.
In Archimista, sono stati, poi, calcolati e redatti gli estremi cronologici e le consistenze di tutti i livelli (sezione, serie, sottoserie e sottosottoserie), mai compilati.
Gli estremi cronologici delle serie non tengono conto di quelli dei documenti sciolti e miscellanei, evidenziati solo in testa di serie.
Laddove presenti sono stati conservati, sempre in testa alle serie o sottoserie, e rivisti gli elenchi delle buste, con titoli originali e segnatura topografica.
Per ogni sezione e per ciascuna delle serie ottocentesche per materia è stata stilata una nota relativa all’intervento di revisione, a cui si rimanda.
L’esito del lavoro è stato, dunque, un tirare le fila nell’ambito dei diversi contributi, in una visione il più possibile ampia e totale dell’Archivio ducale, fornendo uno strumento di corredo completo, omogeneo e funzionale, che sia una chiave d’accesso chiara, ma segnalando al contempo criticità e necessità di nuovi interventi per sanare i problemi e le mancanze.
Note
(1) Tutti i risultati dei vari interventi di inventariazione, presentati nel formato .rls (software Sesamo) e in fogli Excel, sono stati riversati in Archimista, tranne l’elenco di consistenza della serie Pergamene, a cura di Giovanna Tonelli e Angela Viotti (1991), consegnato, a suo tempo, in dattiloscritto. Gli archivisti coinvolti sono stati: Gilberto Bargellini, Piero Rizzi Bianchi, Daniela Bellettati, Edoardo Bina Sforza Fogliani, Marina Bonifazio, Daniela Borello, Eleonora Canetta, Chiara Maria Perelli Cippo, Francesco Lisanti, Federica Maria Clementina Maveri, Anna Riva, Secondo Sabbioni, Giovanna Tonelli, Angela Viotti e l’architetto Alessandra Improta.
(2) Buste inventariate da Marina Bonifazio.
(3) Buste e registri inventariati da Anna Riva.
(4) Le buste dell’archivio Visconti di Modrone presentano una numerazione alfanumerica, che ho definito topografica, perché derivata dalla disposizione fisica delle buste, a seguito del loro trasloco dal Palazzo ducale di via Cerva, prima a Cassago, poi a Macherio, dove sono state rinumerate a seconda della posizione (scaffalature indicate con lettere dell’alfabeto da A a M e buste indicate con numeri).
Compilatori
- Prima redazione: Bonifazio, Marina (archivista)
- Prima redazione: Bargellini, Gilberto (archivista)
- Prima redazione: Bina Sforza Fogliani, Edoardo (archivista)
- Prima redazione: Canetta, Eleonora (archivista)
- Prima redazione: Tonelli, Giovanna (archivista)
- Prima redazione: Viotti, Angela (archivista)
- Prima redazione: Borello, Daniela (archivista)
- Prima redazione: Riva, Anna (archivista)
- Prima redazione: Sabbioni, Secondo (archivista)
- Prima redazione: Maveri, Federica Maria Clementina (archivista)
- Prima redazione: Perelli Cippo, Chiara Maria (archivista)
- Prima redazione: Improta, Alessandra (architetto)
- Prima redazione: Rizzi Bianchi, Piero (archivista)
- Prima redazione: Bellettati, Daniela (archivista)
- Prima redazione: Lisanti, Francesco (archivista)
- Revisione: Dilda, Giovanni Luca (archivista)
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/fonds/187687