Comune di Gambolò (1283 - 1880)
Fondo
Storia archivistica:
Il 3 gennaio 1596 il consiglio generale, nominando due sindaci e procuratori per attendere a tutti i negozi della comunità, affida loro anche l’incarico di “far un inventario di tutte le scritture che sono nell’archivio” senza lasciare che nessuna esca dall’archivio e recuperando “tutte li libri et altre scritture” che, a quanto pare in gran copia, dovevano trovarsi presso privati.
Dai verbali della seduta del consiglio del 14 gennaio dello stesso anno si apprende che tutte le scritture sono tenute in un cassone le cui chiavi vengono consegnate una al cancelliere ed una ciascuno ai due consoli. Nel consiglio generale del 31 agosto 1603 uno dei consoli propone che sarebbe necessario che la comunità “facesse far uno archivio bello et che avesse qualche forma per riponervi dentro le scritture et libri (…) li quali hora si trovano sopra il presente palazzo (probabilmente quello del comune, n.d.r) in un cassone tutti confusi, et quando sarà fatto detto archivio se gli riponeranno ordinatamente”. Di tale sistemazione viene incaricato un console.
Il 1 aprile 1685 uno dei consoli dichiara di avere ricevuto dal marchese Litta, a Milano, “un sacco di scritture rubbate nell’archivio della comunità di detta terra existente sopra la torre grande (…) ove si suole farsi il consiglio” ed il consiglio decide di mettere dette scritture in un sacco sigillato e di deputare due persone per stilarne un elenco prima di riporle nell’archivio.
Il 28 ottobre dello stesso anno, dato che le scritture “sono di presente tutte sottosopra” viene affidato l’incarico di riordinarle al cancelliere ed al ragionato. Il 27 gennaio 1686 si deputano due membri del consiglio ordinario ad “attendere all’aggiustamento delle scritture existenti nell’archivio”.
Nell’istrumento di nomina di Antonio Gatto a cancelliere ed attuario della comunità, del 2 luglio 1763, si stabilisce che il nuovo cancelliere debba “tenere con tutta cura le scritture dell’archivio”. Dal momento che “parte di tali scritture si credon sparse per varie case di questa comunità, ed in consequenza difficile l’unione d’esse”, il consiglio generale della comunità delibera inoltre di “far esponer editti per obligar chi tiene tali scritture a consegnarle” per collocarle “in un buon regolato archivio”. In calce alla nomina del Gatto è altresì riportato un elenco delle scritture che gli furono assegnate in custodia, tra cui 10 registri delle ordinazioni e delle spese, alcuni istrumenti relativi soprattutto alla causa per i dazi ed a quella con i marchesi Litta, documentazione legata all’appartenenza al contado di Vigevano.
Tra il 1778 ed il 1779 la comunità provvede a riparare la stanza in cui è sistemato l’archivio per ovviare all’inconveniente dei “ratti che fanno danno tutte le scritture di detta comunità”.
Il più antico inventario delle scritture dell’archivio della comunità che è pervenuto risale al 1779, porta il titolo di “Inventario di tutte le scritture e libri che ritrovansi nell’archivio della comunità di Gambolò” e venne compilato da Domenico Raverta, notaio del collegio di Vigevano e segretario della comunità di Gambolò (qui descritto nell’unità 340). Nell’inventario sono descritti i registri delle ordinazioni, delle spese, i catasti ed i sommarioni, i “libri de’ capitoli, dazi ed affiti de beni e ragioni comunitative”, la raccolta di editti regi, manifesti ed ordini, un’altra raccolta di lettere ed ordini provenienti dagli uffici centrali dal 1771 al 1777, un “registro delle scritture e vari capitoli attinenti alla comunità di Gambolò”.
Il nucleo più consistente della documentazione dell’archivio venne invece riordinato in undici filze. Nelle prime sei la documentazione venne raggruppata per argomento (atti, ragioni e privilegi della comunità per i dazi ed il castello e causa con i marchesi Litta; causa con gli amministratori dell’Ospedale di S. Arcangelo; causa per la giudicatura delle strade; causa con i Cotta ed i Foppa per le peschiere ed i dazi; causa con i padri del convento di S. Maria delle Grazie di Milano per i dazi; scritture per le peschiere ed i mulini), nelle altre filze i documenti vennero invece cuciti senza nessun apparente ordine logico o cronologico, attribuendo ad ogni pezzo una segnatura numerica. Ancora oggi è possibile rintracciare tra la documentazione numerosi pezzi che recano le segnature settecentesche apposte dal Raverta e confrontarli con il suo antico inventario. L’archivio venne riordinato ancora nel 1953 da un funzionario della Prefettura che attuò per la sezione storica un riordino per materie, suddividendo la documentazione tra 43 “titoli” da “Affittamenti” a “Tasse”. Una copia dell’inventario è depositata in archivio. Le camicie che attualmente ricoprono i documenti sono ancora quelle preparate in occasione di questo intervento di inventariazione. La situazione dell’archivio tra il 1957 ed il 1981 è descritta in tre successive relazioni di funzionari della Sovrintendenza archivistica per la Lombardia, disponibili in copia presso l’archivio. Un ultimo intervento di riordino e di inventariazione venne attuato nel 1980. In tale occasione la documentazione subì un riordino cronologico generale e venne suddivisa in serie. La documentazione sciolta andò a formare una serie miscellanea, classificata in base ad un titolario di 15 categorie, di provenienza non chiarita, senza badare né al principio di provenienza del documento né all’applicazione del metodo storico. Altre serie vennero costituite con i registri delle deliberazioni, i registri di protocollo, i volumi di circolari, lettere e provvidenze, i registri dell’estimo del catasto, i registri di natura finanziaria e contabile.
Nell’inventario stilato in occasione di tale riordino la documentazione della serie Miscellanea viene descritta con un brevissimo regesto. Un regesto più ampio della medesima documentazione si può trovare sulle schedine dattiloscritte, consultabili insieme all’inventario, utilizzate per l’inventariazione del fondo. Nell’ambito del riordino cronologico generale attuato nel 1980, la documentazione in copia, autentica o semplice, è stata descritta in inventario alla data di quest’ultima e non a quella dell’originale, come suggeriscono i moderni criteri diplomatistici e come è stato fatto durante l’intervento Archidata. La documentazione fascicolata è stata descritta, ancora nell’inventario del 1980, al secondo estremo cronologico, mentre è descritta al primo estremo cronologico nel presente inventario. Un intervento particolare (descritto più dettagliatamente nella scheda serie della Miscellanea) è stato effettuato per tentare la ricomposizione (soltanto “sulla carta”, dal momento che non si è ritenuto opportuno spostare i documenti dalla posizione loro assegnata attualmente e stabilita dall’inventario citato) della documentazione attinente le numerose cause e litigi che videro come attore la comunità di Gambolò.
Codici identificativi:
- MIBA000509 (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013
Soggetti conservatori
Soggetti produttori
- Comune di Gambolò sec. XIV -
Progetti
- Archidata (1986-1990)
Compilatori
- Gian Mario Folini
- Agnese Mandrino
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/fonds/2