|||
Comune di Bondione

Comune di Bondione (1848 - 1927)

1.319 unità archivistiche di primo livello collegate

Fondo

Metri lineari: 6.0

Consistenza archivistica: bb. 41 (fascc. 1275), regg. 44

Fondo lacunoso soprattutto delle parti più antiche, non sono stati rinvenuti atti di Antico Regime e quelli del secolo XIX sono molto scarsi. Si ha notizia di un consorzio esattoriale formato dai comuni di Bondione, Fiumenero e Lizzola per gli anni 1878−1882. Nonostante sia capo−consorzio il comune di Bondione, gli unici riferimenti a tale ente sono stati rinvenuti all'interno del carteggio ottocentesco del comune di Fiumenero (cfr. segn. b. 22, fasc. 581).

Storia archivistica:

Fondo molto lacunoso e frammentario, che ha seguito, a partire dal 1927, anno della soppressione del comune, le stesse sorti dell’archivio comunale di Valbondione con il quale condivideva la sede (v. nelle schede complesso archivistico Comune di Valbondione). Come nel caso di Lizzola, anche per questo comune cessato la documentazione ottocentesca è andata quasi completamente distrutta e dispersa in occasione di traslochi ed a causa di un incendio avvenuto nel febbraio 1941 nell’edificio scolastico comunale. Nella soffitta della scuola, dove erano stati trasferiti gli uffici comunali, vi erano in deposito gli atti dell’archivio assieme alla legna per il riscaldamento dello stabile. Per causa dell’incendio venne distrutta “molta parte dell’archivio degli ex comuni di Bondione, Fiumenero e Lizzola.”, (risposta del comune, 31 agosto 1949, ad un indagine della Soprintendenza Archivistica). Altre dispersioni sono probabilmente avvenute per manomissioni fatte prima del trasferimento dell’intero archivio nella sede del nuovo comune di Valbondione. Nel mese di novembre del 1927, alcuni mesi dopo la loro soppressione, gli archivi degli ex comuni di Lizzola e Fiumenero sono ancora presso le vecchie sedi in stato di disordine come viene dichiarato dal sindaco in risposta ad un’indagine della Soprintendenza Archivistica.

Nel 1952 il comune provvede con proprie risorse ad effettuare un riordino sommario senza produrre però alcun strumento di corredo. Un secondo intervento, molto simile al precedente, viene fatto nel 1974 per mano di Giovanni Moraschini appositamente incaricato dal comune. Del primo riordino non sono state rinvenute soltante tracce sui fascicoli mentre sono rimasti evidenti gli effetti dell’intervento fatto da Moraschini nel 1974. I fascicoli sono stati sommariamente ordinati senza rispettare un criterio definito e senza alcuna segnatura mentre le buste sono state numerate in serie unca. Non è stato prodotto alcun strumento di corredo ne relazione descrittiva. Da un’indagine sugli archivi comunali dell’Assessorato alla cultura della Regione Lombardia del 18 dicembre 1974, si conferma che il riordino è in corso e si denuncia lo stato pessimo di conservazione dei documenti e l’inadeguatezza del luogo di deposito. Si segnala inoltre nel fondo l’assenza di pergamene e le carte più antiche sono fatte risalire al 1850.

Nel censimento del 1988 della Regione Lombardia e Soprintendenza Archivistica si riporta che sono stati individuati 160 bb. e regg. con estremi cronologici imprecisati per lo stato di disordine.

Criteri di ordinamento

Il fondo, si è presentato molto disordinato e senza un ordine cronologico o di materia. Sono state individuate e ricostituite le tre sezioni originarie in cui l’archivio si era naturalmente formato e che corrispondono alle cesure storico-amministrative a cui è stato sottoposto negli ultimi due secoli. Il carteggio è stato mantenuto diviso nelle due sezioni cronologiche nella quali si era formato: la prima ottocentesca e la seconda novecentesca dal 1898 (anno di applicazione del titolario Astengo) al 1927. Le serie omogenee di atti sono state riordinate nella terza sezione denominata Serie particolari. Non sono state rilevate ulteriori sezioni per il periodo preunitario: Salvo poche eccezioni, i titoli e la tipologia documentaria sono trasversali a questa arco storico. Lo stato di disordine in cui è stato rinvenuto l’archivio, la mancanza di strumenti di corredo completi e adeguati e la commistura fra le carte di fondi diversi hanno reso necessario un lavoro di analisi ed approfondimento delle carte ed uno studio dei soggetti produttori. Sono stati ricostruiti, per quanto è stato possibile, i titolari originari utilizzando le classificazioni riportate sui documenti, sulle camice dei fascicoli o ricavate dal confronto con i titolari dei comuni limitrofi o ancora dalla manualistica amministrativa dell’epoca. Per i criteri generali d’inventariazione ci si è riferiti alle “Norme per la pubblicazione degli inventari”, circolare del Ministero dell’Interno n. 39/1966, Direzione Generale degli Archivi di Stato, Ufficio Studi e Pubblicazioni. Queste norme sono state integrate dalle indicazioni contenute in R. Grassi, P. Pozzi, M. Savoja, “Guida operativa alla descrizione archivistica. La descrizione inventariale, Regione Lombardia”, Archilab, Milano 2001 e dalle indicazione della Soprintendenza Archivistica per la Lombardia che ha approvato il progetto di riordino. Terminati il ripristino dell’organizzazione originaria della documentazione e la schedatura analitica delle unità archivistiche, individuata e ricostruita la struttura dell’archivio, è stato prodotto l’inventario indicizzato.

I fascicoli, organizzati cronologicamente rispetto alla classificazione (serie, titolo, categoria e classe) costituiscono le unità archivistiche. All’interno del fascicolo le carte sono disposte cronologicamente o in sottofascicoli o per carte sciolte. Nel campo descrizione dell’unità si da conto della presenza di sottofascicoli (separati da un punto e virgola). Gli allegati sono riportati a capoverso in coda alla descrizione del contenuto senza numerazione ed indicazione di consistenza. La consistenza dell’unità, rilevata solo per la prima sezione, viene sempre espressa in quantità numerica (carte, tavole, stampe, ecc.). La segnatura archivistica comprende una numerazione in cifra in serie unica per le buste, i fascicoli e i registri. Nell’inventario il materiale documentario è ordinato e descritto per unità archivistiche. Tutte le unità archivistiche sono state contrassegnate da un numero progressivo continuo (numero di corda) e sono state ordinate nelle rispettive serie, rispetto alla data di apertura.

Codici identificativi:

  • MIBA01D26F (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013

Soggetti conservatori

Soggetti produttori

Progetti

Compilatori

  • Sergio Primo Del Bello (Archivista)
  • Roberta Capelli (Archivista)