XXIV - Regio economato (1565 - 1785)
Serie
Altre denominazioni:
- XXIV, Regio economato (O) | Annotazioni: Denominazione in GG II 932
Metri lineari: 2.7
Consistenza archivistica: regg. 64 (In GG: regg. 64)
− Atti del Regio economato;
− lettere, dispacci ed ordini reali;
− consulte del Senato in materia economale;
− "appuntamenti di massima", placiti.
Gli ultimi registri sono costituiti da un "Libro delle lettere del Senato impeditive al non concedersi exequatur o placiti" (reg. 60), un repertorio definito "Supplemento al Registro dell'Economato" (reg. 61), due libri cassa (regg. 62 − 63) e un "Libro mastro delle abbazie vacanti e cassa del Regio economato" (reg. 64).
Storia archivistica:
Secondo quanto ricostruito da A. Piccardo (PICCARDO, L’Archivio del Regio Economato in Milano, in Archivi e archivisti milanesi. Scritti a cura di A.R. NATALE, vol. I, Milano 1975, pp. 281 – 308), l’archivio del Regio Economato, nato accanto a quello del Senato, ne fu successivamente staccato ed ebbe sede presso la cancelleria del Senato in Palazzo Reale, affidato alla custodia di un cancelliere.
La cancelleria conservava in realtà solo una parte delle carte prodotte, sia in quanto gli impiegati tenevano presso di sé la documentazione utile per il disbrigo degli affari giornalieri, sia in quanto l’economo custodiva nella propria abitazione “un archivio provvisorio, che passava con inventario e ricevuta dall’antecessore al successore (…)” (ibid., p. 294).
Non si conoscono riordinamenti sino all’opera di Ilario Corte alla metà del sec. XVIII; si ha notizia invece di un riordino dell’archivio provvisorio dell’economo, detto poi “novo archivio”, riordino condotto dal cancelliere responsabile Carlo Pizzolio e terminato nel 1707.
Nel 1754 Ilario Corte, allora segretario ed archivista del Senato, in conformità ai decreti imperiali dava inizio al riordinamento dell’archivio dello stesso Senato.
Egli operò dapprima sulle due classi di maggiore importanza, “Confini” ed “Economato”, trovandole divise in due serie: carte correnti e carte antiche. Mentre le prime si presentavano in discreto ordine, le seconde, assai più numerose, giacevano alla rinfusa. Il Corte le divise dunque in 53 titoli secondo la materia, ad eccezione di una parte che, non potendo essere compresa sotto di essi, fu ridotta in fascicoli provvisori con la denominazione di “miscellanea”.
Secondo una sua relazione del 19 agosto 1755 le carte ammontavano allora a duecentoquattro filze, delle quali fu compilato un repertorio in quattro volumi.
L’ammontare delle carte crebbe poi subito sensibilmente per l’aggiunta di documentazione pertinente all’Economato da altre classi dell’archivio del Senato. Carte più recenti furono consegnate dagli impiegati.
Dopo che nel 1765 l’imperatrice Maria Teresa tolse al Senato la cognizione delle materie ecclesiastiche miste (cioè pertinenti sia all’ambito temporale sia a quello spirituale, p. es. la materia matrimoniale) avocandole alla Giunta economale, fu nominato un archivista fisso nella persona dell’abate Ottavio Maurelli (1766).
Questi, assieme al Corte, curò il trasferimento delle scritture dai locali dell’archivio del Senato a quelli della Cancelleria segreta; risultarono presenti 276 filze inventariate (con quattro registri d’inventario per materia, dal 1754 al 1765, più uno relativo alle Consulte del Senato in materia economale dal 1725 al 1758) cui, successivamente, si aggiunsero in diversi tempi altre 32 filze non inventariate.
L’archivio fu quindi oggetto di un nuovo riordino, che portò alla compilazione da parte del Maurelli, di due “raccolte di documenti” per il periodo 1382 – 1600, rispettivamente intitolate “Archivium Regii Mediolanensis Oeconomatus” (che Piccardo dice situata nella “Raccolta inventari”, nn. 421a e 421b oltre che negli Atti di Governo, Culto parte antica, b. 45) e “Collectio notabiliorum Archivii Regii Mediolanensis Oeconomatus” (PICCARDO, L’Archivio del Regio Economato, p. 302).
La nuova organizzazione dell’archivio economale data dal Maurelli prevedeva una divisione in due sezioni: l’"archivio vecchio", formato dalle carte anteriori all’erezione della Giunta, e l’"archivio nuovo", composto dalla documentazione posteriore. "Ambedue erano divisi in “rubriche” con sottodivisioni in “capitoli” o “classi” e talvolta in “parti”. Le carte dell’archivio nuovo provenivano quasi esclusivamente dalla segreteria della Giunta; man mano che arrivavano all’archivio, il Maurelli le classificava sotto i titoli prestabiliti" (ibid., p. 303).
Il riordino dell’"archivio vecchio" fu completato entro il 1772; l’"archivio nuovo" fu classificato secondo un titolario di sette rubriche, e il Maurelli a fine lavoro compilò una “Guida al diritto economale di Milano” in sette tomi, uno per rubrica, ove riunì una raccolta sistematica della legislazione in materia economale corrispondente e relativa ai vari titoli. A ciascuno era premessa un’ampia introduzione.
La “Guida” fu inviata al cancelliere Kaunitz, che non la trovò corrispondente agli scopi per i quali era stata creata, ritenendo più utile un’organizzazione della materia sotto forma di dizionario alfabetico.
Il Maurelli pose nuovamente mano al lavoro e nel 1782 produsse un “Dizionario per servire di Registro all’Archivio della Real Giunta Economale: particolarmente nella parte del Carteggio colla Corte sopra i vari Articoli delle materie contenute in tale Archivio dall’anno 1765 al 1781. Con indice degli articoli” (in Atti di Governo, Culto parte antica, b. 49).
L’opera era “un dizionario alfabetico delle voci (…) di cui è composto il titolario con indicazione per ogni singola voce della classifica d’archivio, sotto la quale si trattavano di quell’argomento, con ampie spiegazioni storico amministrative per ogni singola voce (…)” (PICCARDO, L’Archivio del Regio Economato, pp. 303 – 304).
Dopo le riforme giuseppine le notizie sull’archivio economale sono piuttosto scarse; si sa che dovette subire almeno un altro ordinamento sino a che, dopo aver mutato due sedi (il Palazzo del Governo prima e San Fedele poi) fu smembrato da Luca Peroni nelle varie materie costituenti il complesso archivistico Atti di Governo, dove "anche attualmente – scriveva Piccardo nel 1916 – ricercando nelle classi più disparate, spesso accade di rinvenire fascicoli ancora intatti, già appartenenti all’archivio economale, portanti la classifica del Maurelli e non di rado quella precedente del Corte. Tuttavia il nucleo principale di essa resta concentrato nella ‘parte antica’ della classe di Governo “Culto” (…)." (ibid, p. 307).
Codici identificativi:
- MIBA00246E (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013
- asmi1060250 (ASMI Anagrafe) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013
Soggetti produttori
- Regio economato sec. XVI - 1786
Fonti
- DAHYOT DOLIVET, Materia mixta = DAHYOT DOLIVET, I., Materia mixta, in Dictionarium morale et canonicum, a cura di P. PALAZZINI, vol. III, Roma 1966, p. 184
- MUONI, ASMi = MUONI, D., Archivi di Stato in Milano. Prefetti o direttori (1468-1874), Milano 1874
- PICCARDO, L'Archivio del Regio Economato = PICCARDO, A., L'Archivio del Regio Economato in Milano, in Archivi e archivisti milanesi. Scritti a cura di A.R. NATALE, vol. I, Milano 1975, pp. 281 - 308
Compilatori
- Prima redazione: Eleonora Saita (archivista) - Data intervento: 29 giugno 1999
- Revisione: Ermis Gamba (archivista) - Data intervento: 27 marzo 2006
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/fonds/3322