Ordinamenti (1531 - 1797)
94 unità archivistiche di primo livello collegateConsistenza archivistica: regg. 94
La serie è costituti la dai 94 registri delle deliberazioni degli organi depositari della potestà deliberativa del comune di Polpenazze e costituisce il nucleo fondamentale dell'archivio per le sue valenze istituzionali, ma anche per le sue caratteristiche contenutistiche e formali. Tali organi erano nell'ordine di importanza la vicinia generale, la vicinia ordinaria ed il consiglio: la vicinia generale, composta da tutti i capifamiglia originari residenti veniva convocata, su mandato del console, dal ministrale del comune; si riuniva solitamente di domenica nella casa del comune ("super resettum castri ") e successivamente presso l'ospedale, con maggior frequenza durante il periodo di rinnovo delle cariche, tra la fine dicembre e l'inizio gennaio di ogni anno (1).
Tutte le decisioni della vicinia, che riguardavano le questioni essenziali della vita comunitaria, venivano prese mediante "balottazione" cioè mediante votazione, effettuata con l'ausilio di palle colorate da deporre in un'apposita urna, ed il cui risultato è sempre annotato sui registri. Il consiglio, che in alcuni periodi si trova indicato come consiglio speciale (2), era formato invece da 12 membri eletti dalla vicinia generale in base al criterio di rappresentanza di tulle le "ville", o frazioni, che costituivano il comune: Fontanelle e Vedrine (1 consigliere ciascuna), Monte e Pozzolo (2 consiglieri ciascuna) ed infine Castello e Picedo (3 consiglieri ciascuna). Questi consiglieri. unitamente ad altri 36 detti di "vicinia ordinaria" (eletti sempre dalla vicinia generale con gli stessi rapporti di rappresentanza delle ville) formavano il consiglio generale o vicinia ordinaria, che costituiva un organo intermedio tra consiglio ed assemblea plenaria.
La suddivisione dei compiti tra questi tre organi non era rigidamente predeterminata anche se in generale il consiglio deliberava in merito all'ordinaria amministrazione, faceva convocare la vicinia ordinaria dopo avere preparato i lavori e provvedeva a controllare l'esecuzione degli ordini approvati; la vicinia ordinaria deliberava gli incanti, eleggeva i calcolatori che controllavano i conti del massaro, sovrintendeva alla gestione dell'ospedale e vagliava gli argomenti da sottoporre all'esame ed all'approvazione della vicinia generale, alla quale evidentemente spettavano le decisioni ritenute più importanti. Negli anni immediatamente successivi alla peste del 1630 (di cui mancano i registri) i membri della vicinia ordinaria furono ridotti a 12 o 24, in quanto la vicinia generale contava ormai solo una quarantina di capifamiglia (3).
Tra le varie cariche del comune la più importante è senza dubbio quella di console i cui compiti principali consistevano nella convocazione di consigli e vicinie e nel controllo della precisa attuazione delle decisioni adottate dagli organi deliberativi; svolgeva inoltre la funzione di giudice limitatamente alle cause che prevedevano una pena "fino alle 15 lire" come stabilito dagli statuti (nel 1454); il mandato di ogni console durava un mese, ed in pratica erano i 12 consiglieri, a turno, che ricoprivano tale carica istituzionale.
Le cariche di massaro (tesoriere), di camparo (guardia campestre), di ministrale (messo comunale) e di misuratore del vino e dell'olio venivano appaltate al migliore offerente tramite incanto e confermate dalla vicinia, mentre estimatori o procuratori del comune venivano nominati in caso di necessità dalla vicinia.
I 94 registri che compongono la serie si presentano omogenei ed uniformi sia dal punto di vista formale che sostanziale; raccolgono ciascuno documentazione relativa a pochi anni (in generale 2 o 4) e venivano redatti da un notaio che svolgeva le funzioni di cancelliere e segretario, cd era eletto annualmente dalla vicinia. Oltre alla data cronica ed al luogo di convocazione è sempre riportato l'elenco dei partecipanti, nonché le deliberazioni adottate; al contrario risulta sempre assente la verbalizzazione delle sedute mentre la sottoscrizione delle deliberazioni da parte del notaio è presente solo saltuariamente (nel senso che alcuni notai firmavano con regolarità i registri mentre altri non apponevano mai la loro firma); a margine troviamo annotazioni sommarie relative agli argomenti trattati nelle sedute, mentre solo alcuni registri riportano anche un indice delle delibere ritenute (dall'estensore) più significative.
Merita di essere segnalato anche il fatto che di alcuni registri esistono le minute, che possono essere utili per verificare il processo di redazione dei registri e la pratica concreta del lavoro del cancelliere. Molto interessante la presenza in tutti i registri delle trascrizioni degli ordini inviati al comune dal provveditore di Salò e capitano della riviera, corredati dalla delibera di esecuzione dell'ordine o di presa visione dello stesso; l'arco cronologico coperto dai registri risulta abbastanza omogeneo per lutto il periodo di riferimento, tranne alcune lacune minime per i seco li XVI e XVII, mentre ancora una volta si segnala purtroppo la mancanza del registro relativo al 1630 (4). Si constata inoltre che per i restanti anni del XVII secolo la frequenza di riunione degli organismi deliberativi subì profonde modifiche: per esempio la vicinia ordinaria venne convocata in modo molto saltuario, e nel 1651 per esempio non venne convocata affatto (5).
Oltre a queste informazioni generali, è opportuno ricordare alcune particolarità legate alla redazione o alla formazione dei registri che compongono la serie: la rappresentanza proporzionale delle ville costituenti il comune era garantita anche nella nomina di tutti gli altri funzionari comunali: per molte cariche l'elezione veniva effettuata mediante una preliminare estrazione a sorte della frazione alla quale l'eletto avrebbe dovuto necessariamente appartenere. Venivano scritti su biglietti i nomi delle frazioni (una volta per Vedrine una per Monte, ecc.) quindi era estratto a sorte il nome della frazione; si procedeva in fine alla normale elezione mediante votazione dei candidati qui residenti .
In alcuni casi il nome di uno stesso notaio risulta indicato per molte unità di seguito e quindi per un periodo continuativo abbastanza lungo; ciò è dovuto al fatto che sovente alcuni dei notai che si succedevano anno dopo anno non sottoscrivevano mai i registri e quindi il loro avvicendarsi nella carica di cancelliere non viene evidenziato correttamente nella descrizione delle unità (6).
Particolare di rilievo istituzionale va considerato il fatto che anche dopo l'unione del comune di Polpenazze alla repubblica bresciana, gli organi deliberativi del comune restarono in vigore (non si sa con quale funzione o con quale tipo di rappresentatività) malgrado la loro teorica soppressione; fino al 1800 troviamo infatti delibere di consiglio (definito per l'esattezza consiglio speciale) e di vicinia come si può constatare dall'analisi dei registri corrispondenti, collocati nella serie "registri" della sezione dell'archivio relativa alle carte del periodo ottocentesco (7).
Per quanto riguarda la descrizione dei registri costituenti la serie, non si sono in generale segnalati gli argomenti delle delibere, tranne nel caso di decisioni di particolare rilevanza istituzionale, come ad esempio i capitoli per il funzionamento dell'ospedale o quelli relativi alle cariche ed ai compiti dei diversi ufficiali comunali.
NOTE:
(l) Per ulteriori informazioni si veda Bocchio Gabriele, Gli statuti del comune di Polpenazze, 1986, a cura dell'Amministrazione comunale. L'opera contiene tra l'altro, oltre alla traduzione degli statuti, un'introduzione che schematizza le funzioni svolte dai vari organi o dagli ufficiali del comune.
(2) Soprattutto a partire dal XVII secolo; in generale è sempre stato indicato come consiglio, tranne per le unità relative successive alla caduta della repubblica di Venezia, quando forse alla dicitura consiglio speciale, corrispondevano anche modalità di funzionamento differenti, cfr. unità 507, 533 c 534.
(3) Il numero degli abitanti originari che intervenivano alle assemblee era stato mediamente di circa 100 nel secolo XVI, e di 80 in quello successivo; si stabilizzò poi intorno alle 40 unità fino alla fine del secolo XVIII.
(4) Il pezzo venne probabilmente trafugato da qualche cultore della peste manzoniana; tra l'altro l'emergenza demografica che seguì tale epidemia modificò, come già accennato, anche la composizione numerica degli organismi deliberativi comunali che risultò sensibilmente ridotta.
(5) Si vedano per esempio le deliberazioni del 1650 o 1651.
(6) Per identificarli basta però verificare la delibera di nomina all'inizio dell'anno.
(7) Con delibera della vicinia Polpenazze aderì in data 27 aprile 1797 alla neo costituita repubblica bresciana, o governo provvisorio bresciano.
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/fonds/37088