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Casa dell'orfano - Preventorio per la fanciullezza

Casa dell'orfano - Preventorio per la fanciullezza (1925 - 1976)

581 unità archivistiche di primo livello collegate

Fondo

Metri lineari: 26.0

Consistenza archivistica: bb. 172

Il fondo conserva la sezione storica dell'archivio della Casa dell'orfano di Ponte Selva, con documentazione datante dalla sua istituzione nel 1925 fino al 1976, anno della morte del presidente Giovanni Antonietti.
Il fondo è suddiviso in sezioni che rispecchiano le diverse funzioni, competenze e attività dell'ente.
Le prime sezioni sono dedicate all'amministrazione generale e alla gestione economica della Casa − amministrazione, personale dipendente, gestione patrimoniale e finanziaria − le successive riflettono invece gli scopi dell'ente − il preventorio per i ricoveri a lungo termine, le attività scolastiche e educative rivolte agli ospiti, le colonie per i ricoveri temporanei estivi, i servizi religiosi. Ogni sezione è articolata in serie in prevalenza ordinate per materia, corrispondente al contenuto della documentazione; in alcuni casi specifici le serie sono a loro volta suddivise in sottoserie.
Segue una sezione fotografica in cui sono conservati una raccolta di fotografie sciolte e album fotografici tematici riguardanti in maniera più o meno diretta la vita della Casa.

Criteri d'intervento
All'inizio del presente intervento di riordino e inventariazione dell’archivio la documentazione storica fino al 1976 versava per lo più in condizioni critiche a causa della presenza massiccia di polvere e, in molti casi, di muffe sviluppatesi a causa dell'eccessiva umidità dei locali in cui parte della documentazione era stata depositata fino a quel momento. La documentazione si trovava in stato di generale disordine: gran parte del fondo era costituito da buste titolate "miscellanea", create probabilmente nel 2012 in fase di recupero e prima condizionatura del fondo. Si potevano però distinguere alcune serie che ancora presentavano una struttura logica presumibilmente originaria, in particolare le serie "Corrispondenza Casa" e "Corrispondenza personale", i fascicoli dei ricoverati, le cartelle cliniche.
Per prima cosa la documentazione è stata pulita meccanicamente per asportare la polvere e, almeno parzialmente, le muffe che la infestavano, mentre la documentazione troppo deteriorata è stata accantonata per eventuali futuri interventi di restauro. Nel contempo si è proceduto ad analizzare le carte per la rilevazione di segnature che potessero indicare l'esistenza di criteri originari di ordinamento e/o classificazione degli atti; la rilevazione ha avuto esito negativo, così come la ricerca di strumenti di corredo, fatta eccezione per l’elenco prodotto nel 2012 e la relazione di sopralluogo del 2014 di cui si è già detto.
Il fondo è stato riordinato secondo il metodo storico. Si è creata ex novo una struttura che rispecchiasse in maniera sufficientemente fedele il soggetto produttore dell'archivio, e nella quale potessero essere inseriti senza essere snaturati gli accorpamenti di atti che avevano mantenuto una loro identità e che si presentavano come presumibilmente originari. Ne è scaturita una struttura piuttosto articolata, ma necessaria a spiegare le funzioni e le numerose attività, anche collaterali, della Casa, che è stata poi discussa e convalidata dalla Soprintendenza archivistica della Lombardia. La struttura si basa in linea di massima su due livelli di descrizione, sezione e serie, mentre in alcuni casi è stato necessario introdurre il terzo livello di sottoserie.
Ogni unità archivistica è stata ricondotta ad una delle sezioni, serie o sottoserie impostate nella struttura; le carte all'interno del fascicolo sono state ordinate in sequenza cronologica, alfabetica o tematica a seconda dei casi. Alcuni accorpamenti di atti omogenei per natura e contenuto sono stati descritti come un'unica unità archivistica: Fascicoli dei ricoverati, Cartelle cliniche, Agende, Diari dell'infermeria.
Sono state riportate eventuali segnature precedenti e conservate le camicie originarie
Ogni unità è contraddistinta da una segnatura composta dal numero della busta che la contiene e dal numero che indica la posizione dell'unità all'interno della busta; la numerazione delle buste è unica e progressiva per l'intero fondo.
Sono stati redatti gli indici dei nomi di enti, persone, famiglie e toponimi citati nei campi titolo, contenuto e note dell'inventario; per gli enti privati e le persone si è cercato, per quanto possibile, di indicare la qualifica e gli estremi cronologici di esistenza.
Per la tutela della riservatezza di dati sensibili nell'inventario sono stati omessi i nomi dei minori ricoverati presso la Casa e delle relative famiglie.

L'analisi della documentazione ha inoltre evidenziato come nell'archivio della Casa si trovassero frammisti fondi prodotti da soggetti diversi. In particolare due sono i fondi che con quello della Casa si integrano e si completano.
In primo luogo il fondo del Patronato provinciale per gli orfani di guerra di Bergamo in seno al quale la Casa ha avuto origine e che fino al 1969 ne è stato il rappresentante giuridico, non essendo fino a quel momento la Casa dotata di personalità giuridica propria; per questi motivi parte della documentazione riguardante la Casa fino al 1969, in special modo gli atti di natura giuridica, come le acquisizioni patrimoniali, le vertenze e le cause giudiziarie, sono intestati al Patronato provinciale.
In secondo luogo il fondo personale di Giovanni Antonietti, fondatore, presidente e anima della Casa fino alla sua morte nel 1976.
La separazione di questi due fondi aggregati non è sempre stata facile, né sempre possibile: nei casi dubbi o in caso di commistioni inestricabili, di cui si dà conto volta per volta con opportuni rimandi, la documentazione è stata integralmente mantenuta nel fondo d'origine.

La documentazione che versa nelle peggiori condizioni di conservazione, gravemente intaccata dalla muffa, è stata raccolta in faldoni separati dal resto dell'archivio in attesa di eventuale restauro. Si tratta di n. 3 faldoni contenenti: 1. relazioni sulle opere di assistenza agli orfani di guerra in provincia di Bergamo, anni 1925−1930 circa; 2. corrispondenza personale di Giovanni Antonietti/Casa anni 1929−1950; 3. corrispondenza Casa anni 1931, 1933, 1935, 1936; 4. estratti conto bancari, mandati di pagamento e pezze giustificative anni 1942−1947; 5. estratti conto bancari, mandati di pagamento e pezze giustificative anni 1961 e 1963; 6. fascicolo titolato "Voce ecumenica − don Brizio − Ringraziamenti a comm. Pernigotti e a don Piccinini" relativo alla distribuzione di opera a stampa su don Brizio Casciola del 1965 circa; 7. libri paga del personale dipendente degli anni '60; 8. fascicolo titolato "Diplomi vecchi" con schede di valutazione scolastica per l'a.s. 1980−81; 9. fascicolo personale A. M.; 10. fascicolo personale anno 1980; 11. registro contabile di epoca recente; 12. opuscoli a stampa.

Storia archivistica:

Non sono state rinvenute informazioni relative alla formazione, gestione e conservazione dell’archivio fino al 1976, né strumenti di corredo antecedenti a quella data. L’unica eccezione è costituita da una breve corrispondenza degli anni 1968-1970 tra il presidente della Casa Giovanni Antonietti e la Soprintendenza archivistica per la Lombardia con ripetute sollecitazioni per la sistemazione del locale archivio e il riordinamento della documentazione conservata con produzione di inventario. Documentazione conservata presso la Soprintendenza archivistica conferma che nel dicembre del 1969 era stata effettuata una visita ispettiva all’archivio della Casa, all’epoca dislocato in due locali, uno al piano terra dell’edificio scolastico, l’altro al primo piano della sede; l’archivio conteneva un totale di 94 pezzi, dei quali 1 costituiva l’archivio corrente (anno 1969) e 93 l’archivio di deposito (1925-1968); la documentazione, eccetto i conti consuntivi, risultava disordinata e priva di mezzi di corredo. La pratica sembra però non aver avuto seguito.
Per quanto attiene in particolare alla sezione storica, l’analisi del fondo, e principalmente l’esame dei caratteri estrinseci dei fascicoli, ha permesso di rilevare le tracce di almeno un intervento sull’archivio, operato probabilmente durante gli anni Settanta del secolo scorso, forse sotto la direzione dello stesso Antonietti. Ma è anche possibile che altri rimaneggiamenti abbiano avuto luogo in momenti diversi. Spesso i fascicoli sono conservati in camicie riutilizzate, principalmente cartellette prestampate e compilate intestate al Comitato provinciale per gli orfani di guerra di Bergamo. Le mani di scrittura sui fascicoli cambiano a seconda delle epoche, spesso ricorre quella di Antonietti. In molti casi all’interno della nuova camicia è stata conservata parte di quella vecchia riportante il titolo originale del fascicolo, mentre gli atti – suddivisi per anno o per argomento – sono trattenuti da fascette di carta ricavate da pagine di giornali e riviste di varie epoche.
Le buste, tranne pochissime eccezioni, sembrano risalire a più recenti interventi di ricondizionatura del fondo.
La prima notizia certa di un lavoro di sistemazione dell’archivio storico porta la data del 27 aprile 1994 ed è costituita dalla relazione stesa a seguito di un intervento di riordino e inventariazione dell’archivio e del patrimonio librario della Casa che porta la firma A. Previtali . In quell’occasione l’archivio viene prelevato dal “vecchio deposito”, una “stanza che fu la sede originaria dell’archivio”, dove resta soltanto “materiale eterogeneo che dopo attento esame e valutazione si ritiene possa essere destinato allo scarto (trattasi di schede mediche degli ospiti dell’orfanotrofio, reversali di pagamento, raccolte di schede varie ecc.; di materiale estraneo e di nessun interesse come riviste, giornali ecc.)”. Non si sa se lo scarto sia effettivamente stato effettuato, ma documentazione analoga a quella indicata come passibile di scarto è tutt’ora conservata in archivio. Il materiale archivistico è poi “stato riordinato secondo le serie originarie in cui si è formato l’archivio e raccolto in n. 48 faldoni ora depositati nel salone del Museo”. Alla relazione d’intervento è allegato un elenco di consistenza dell’archivio storico, dal 1925 al 1975. E’ l’elenco di 51 faldoni costituiti per lo più da corrispondenza (in particolare “Corrispondenza casa” e “Corrispondenza personale”) frammista a pratiche di natura contabile, amministrativa o “varia” e ad altra documentazione ora riordinata in diversi fondi aggregati. L’elenco non evidenzia un assetto logico (per serie o altro) né cronologico dell’archivio, per cui sembra probabile che non si trattasse dell’assetto originario dell’archivio, quanto del frutto di un precedente rimaneggiamento o di un accorpamento casuale delle buste.
Il 21 aprile 2008 un incendio in uno dei padiglioni della Casa dove è conservata parte dell’archivio ne distrugge parzialmente il contenuto e ne danneggia il restante.
Nel 2014 la Soprintendenza archivistica della Lombardia, dopo un sopralluogo volto a verificare lo stato dell’archivio, invita ad effettuare il riordino e l’inventariazione della documentazione.
Lo stesso anno l’archivista Marina Sambusiti compie una rilevazione dell’archivio della Casa da cui è possibile rilevare le condizioni di conservazione dell’archivio e la sua consistenza.
L’archivio storico, con documentazione fino al 1975, si trovava dislocato in due dei fabbricati che costituivano un tempo la Casa dell’orfano ma ormai disabitati. In uno dei due fabbricati era stata collocata la documentazione scampata all’incendio del 2008, in condizioni di conservazione molto precarie soprattutto a causa di infiltrazioni di acqua dalle pareti (molta della documentazione presenta infatti danni anche gravi dovuti all’umidità e a muffa). La consistenza di questa documentazione era di 51 buste per una lunghezza di circa 7,30 ml.
Nel secondo locale, uno scantinato posto nel cortile esterno della Casa, la documentazione si trovava invece accatastata in 8 scatoloni di cartone di grandi dimensioni ed era costituita prevalentemente da riviste, corrispondenza e mandati di pagamento, agende, cartelle personali, “registri scolatici”, “registri colonie” e “registri ragazzi”.
Unico strumento di corredo erano dei “repertori non archivistici” compilati nel 2012 nell’ambito di un progetto condotta da Mirella Bonadei per conto del Museo MAT e in collaborazione con l’Università degli Studi di Bergamo, che aveva interessato la sezione d’archivio storica conservata nel primo locale. Durante questo intervento, ben presto abbandonato, il materiale archivistico era stato parzialmente ricondizionato, con sostituzione di buste e camicie, ed era stata iniziata una schedatura integrale della documentazione (la schedatura risulta di fatto limitata ad una sola busta).
La documentazione conservata nel secondo locale non aveva invece mai subito interventi di riordino.
La documentazione più recente, dal 1976 al 2009, era conservata in un terzo locale, adiacente al primo, e collocata in buste di cartone in buone condizioni di conservazione. Lo strumento di accesso a questo materiale era costituito da schede mobili cartacee elaborate dal Centro servizi di Clusone, che dal 1995 gestiva la documentazione della ex Casa dell’orfano; su ogni scheda sono riportati il numero di corda della busta di riferimento e l’elenco dei fascicoli in essa contenuti. Le schede erano conservate in una cassetta metallica presso il Centro servizi. La consistenza di questa sezione d’archivio ammontava a 100 buste circa per un totale di circa 14,30 ml.
Il Centro servizi di Clusone conservava inoltre presso di sé la documentazione corrente, dal 2010 al 2014, collocata in buste di cartone e in ottime condizioni di conservazione.
L’archivio si è arricchito, nel corso del tempo, di alcuni fondi pervenuti alla Casa per motivi diversi e non sempre chiari. Alcuni di questi fondi sono da attribuire alle varie attività e ai numerosi incarichi ricoperti in diversi momenti della sua vita da Giovanni Antonietti, che ha poi mantenuto presso di sé la documentazione prodotta: è il caso dei fondi del Patronato provinciale orfani di guerra, del Comitato provinciale orfani di guerra facente capo all’ONOG, dell’Istituto del nastro azzurro di Clusone, dell’Opera Bonomelli di Bergamo, del fondo del cappellano militare don Giuseppe Gotti. Altri fondi sono invece presumibilmente pervenuti ad Antonietti in conseguenza dei rapporti che lo legavano alle persone che li avevano prodotti, come nel caso dei fondi della Presidenza del senato e della Presidenza del Consiglio dei ministri – entrambi riconducibili alla figura di Giacomo Suardo – o del fondo Ciro Prearo. Altri ancora sono strettamente legati alla gestione della Casa, come il fondo della società Amor et labor e quello dell’Associazione allievi e amici di mons. Antonietti. Due infine sono da ricondurre a persone che alla Casa avevano trascorso gran parte della loro vita, come nel caso dello stesso Antonietti e dell’ex orfana e infermiera Vittoria Dentella.
Esistevano in passato anche alcuni pezzi di pregio provenienti dall’eredità di Giacomo Suardo, consistenti in 762 pergamene di varia natura stese da notai e pubblici uffici dal sec. XIV ai primi del sec. XVI, e alcune lettere autografe di Gabriele D’Annunzio. Nel 1957 questo materiale viene donato da Antonietti alla Biblioteca civica di Bergamo (cfr. fondo Giovanni Antonietti, b. 14, f. 2). A questo proposito si segnala che altro materiale di carattere bibliografico e archivistico presumibilmente proveniente dall’archivio della Casa, tra cui buste autografe di D’Annunzio, è stato donato da privato alla biblioteca civica di Bergamo nel 2009.
Si segnala infine che la molteplicità delle cariche ricoperte da Giovanni Antonietti nella Casa dell’orfano, nel Patronato provinciale per gli orfani di guerra di Bergamo e nel Comitato provinciale ONOG di Bergamo ha creato una stretta connessione tra i rispettivi fondi archivistici oltre che con il fondo personale di Antonietti.

Lingua della documentazione:

  • ita

Soggetti titolari:

  • Fondazione Casa dell'orfano

Condizione di accesso:

accessibile previa autorizzazione

Stato di conservazione:

mediocre

Soggetti conservatori

Soggetti produttori

Progetti

Compilatori

  • Prima redazione: Laura Soggetti (archivista, ARCA Soc. Coop.) - Data intervento: 30 settembre 2016
  • Prima redazione: Patrizia Sotgiu (archivista, ARCA Soc. Coop.) - Data intervento: 30 settembre 2016
  • Revisione: Sergio Primo del Bello (archivista) - Data intervento: 31 ottobre 2016