Affari (1871 - 1892)
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Storia archivistica:
Numerosi, e spesso avventati, furono gli affari stipulati dalla Banca di costruzioni di Milano nell’arco della sua breve esistenza, come rivelano le numerose carte depositate presso l’archivio. Fin dal 30 giugno 1871, a soli cinque giorni dalla pubblicazione del Decreto reale d’autorizzazione, venivano, infatti, sottoscritti i contratti per la realizzazione di due tronchi ferroviari, il primo per la linea da Contursi a Romagnano, il secondo per la diramazione da Cosenza, nel tratto Cassano Macchia. Nel mese di agosto la società si impegnava nei lavori per l’arsenale di Venezia, quindi, nel gennaio successivo ottenneva l’appalto per la costruzione della linea Mantova-Cremona. Nel giugno dello stesso anno veniva firmato il contratto per la realizzazione della linea galiziana da Lemberg a Stryi, cui seguì, pochi mesi dopo (2 novembre 1872), quello per la linea Stryi-Stanislau. Sempre nel mese di giugno, venivano, inoltre, assunti i lavori per la ferrovia Monza-Calolzio. Alla fine del successivo mese d’agosto la Banca riusciva ad ottenere anche l’esecuzione delle opere d’escavazione per due tratte di canali in Ungheria. Intanto venivano avviate le trattative con la Banca Generale per l’assunzione in conto sociale della concessione della linea di confine Udine-Pontebba. Non riuscendo a concludere tale affare, poiché la società dell’Alta Italia aveva esercitato il diritto di prelazione, la Banca di costruzioni riuscì, comunque ad ottenere, sempre in accordo con la Banca Generale, l’esecuzione delle opere di costruzione. Una settimana dopo (9 novembre 1872), il Governo appaltava alla società alcuni lavori di arginatura del Po presso Revere. Nel frattempo si ampliavano gli impegni all’estero, con la partecipazione ai lavori per la linea ferroviaria turca da Usküb a Varos e la firma del contratto per la costruzione delle Ferrovie della Waagthal in Ungheria. Gran parte di queste operazioni, però, erano state concluse senza compiere adeguati studi ed impegnando la Banca in misura eccessiva rispetto alle sue possibilità. Le conseguenze non tardarono a farsi avvertire, provocando giustificato allarme fra gli azionisti. In effetti, le prime avvisaglie delle difficoltà della Banca iniziarono a manifestarsi fin dal 1872, mentre la situazione era destinata ad aggravarsi rapiamente nei mesi successivi, come rivelarono i revisori dei conti dopo aver esaminato il “bilancio generale” del 1873. Da quel momento, le condizioni finanziarie in cui versava la Banca non riuscirono più a risollevarsi, tanto che nella seduta del 2 maggio 1875, l’assemblea giungeva a deliberare lo scioglimento della Società.
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