Governo provvisorio del 1848 - Carte Casati (1845 - 1848)
Fondo
Consistenza archivistica: fascc. 108
Verbali delle sedute di Consiglio, carteggi, rubriche, rendiconti etc.
Storia archivistica:
Il fondo è costituito dalle cosiddette “carte Casati”, cioè da quella parte, più strettamente politica, dell’archivio del Governo provvisorio del 1848 che fu custodita a lungo presso il conte Gabrio Casati, presidente dello stesso governo, e successivamente dai suoi eredi. La documentazione, costituita da carte di Stato, è attualmente conservata a titolo di deposito presso le Civiche raccolte storiche del comune di Milano.
Secondo la ricostruzione operata da Nunzio Guastella (GUASTELLA, L’archivio del Governo provvisorio, in Archivi e archivisti milanesi a cura di A.R. NATALE, p. 577 sgg.) all’indomani dell’agosto 1848, quando appariva ormai ineluttabile il ritorno degli Austriaci, ognuno di coloro i quali avevano avuto “parte nella cosa pubblica (…) riunì le carte del proprio ufficio e le nascose presso la propria famiglia o presso amici fidati. (…) Non fu un trasporto ordinato e regolare di uno o più archivi, ma la raccolta di carte, l’ammassamento di documenti alla rinfusa e il trasporto frettoloso in luogo sicuro.”
Ciò produsse inevitabilmente lo smembramento dell’archivio del governo “in tante parti quanti erano gli uomini che si trovavano allora al potere e la dispersione di documenti dimenticati qua e là negli uffici o trafugati.”
Buona parte della documentazione sia dell’archivio centrale, sia degli archivi dei governi provinciali e locali, caduta in mano dei repubblicani, fu portata all’estero.
Le parti dell’archivio del Governo provvisorio rimaste presso privati (fra cui Borromeo, Guerrieri Gonzaga, Durini, Correnti, D’Adda, Martini, Bertani, Cattaneo, Lissoni e Restelli), furono poco alla volta acquisite dal Museo del risorgimento di Milano attraverso la mediazione e l’opera di Antonio Monti, che negli anni trenta del sec. XX ne era sovrintendente.
Si trattava di atti per i quali – commenta Guastella (ivi, p. 580) – si sarebbe dovuto ravvisare il carattere di “atti di Stato”, questione che emerse in particolare per la documentazione conservata nell’archivio Casati.
Quest’ultima costituiva, infatti, la parte “politica” dell’archivio del Governo provvisorio, di cui il Casati aveva a suo tempo curato il trasporto in Piemonte “in 15 grossi pacchi e una cassa a due lucchetti” (Prefazione all’inventario di sala Governo provvisorio del 1848, cui si rimanda per le notizie qui di seguito riportate). Il materiale, rimasto poi nell’archivio Casati assieme agli atti della Consulta straordinaria per la Lombardia a Torino (2 agosto 1848 – 20 maggio 1849) succeduta al Governo provvisorio, era pervenuto per ragioni ereditarie ai Visconti di San Vito.
Fin dal 1932 Antonio Monti sostenne in diverse sedi e pubblicazioni l’opportunità che le carte Casati fossero “versate” al Museo del risorgimento milanese, in modo da consentire di integrare altri archivi di persone che ebbero parte rilevante nelle vicende del 1848.
Argomentava la richiesta di cessione delle carte al Comune – cioè il diritto di proprietà da parte del Municipio milanese – col sostenere che il Governo provvisorio aveva di fatto “sostituito” la municipalità di Milano e che questa ne era dunque – dopo il fallimento dell’esperienza del 1848 – la legittima erede.
La questione fu sottoposta al Ministero dell’interno (allora competente per gli archivi di Stato) dal soprintendente dell’AS MI (nota 25 giugno 1933 n. 1002), accompagnata da un parere di massima favorevole al deposito delle carte presso il Museo del Risorgimento. Il soprintendente sottolineava tuttavia, nell’ambito della stessa nota, “il carattere indiscutibile di atti di Stato che presentavano le dette carte” (Prefazione all’inventario di sala Governo provvisorio del 1848).
Il Ministero rispose (nota 22 settembre 1933 n. 8946/5304) accordando che i documenti potessero essere lasciati presso il Comune ma “a semplice titolo di deposito, rivendicabili in qualsiasi tempo” (Prefazione all’inventario di sala Governo provvisorio del 1848). Ne veniva in tal modo sottolineata la demanialità, ribadita ancora fermamente dal senatore Francesco Salata, allora presidente del Consiglio degli Archivi, in occasione del Congresso del risorgimento tenutosi a Brescia nell’ottobre dello stesso anno 1933 e rimarcata nell’adunanza dello stesso Consiglio superiore degli archivi tenuta il 23 novembre 1933. Nel verbale della riunione sono menzionati gli ulteriori strascichi della vicenda che pareva conclusa con le disposizioni sopra menzionate del Ministero dell’interno e che fu risolta solo con il ricorso ad un parere dell’Avvocatura di Stato (Consiglio superiore degli archivi del Regno, Verbale relativo all’adunanza n. 208 dell’anno 1933 tenutasi in data 23.11.1933).
Furono dunque avviate le trattative col marchese Visconti di San Vito per la rivendicazione delle carte Casati all’AS MI, operazione che doveva costituire la prima fase del deposito.
Sulla base di una schedatura preliminare delle carte ancora non sottoposte a riordino (23 buste totali e un “mazzo” di registri), si accertò che:
- alle carte del Governo provvisorio erano frammisti atti di uffici lombardi precedenti tale governo e ad esso estranei; le carte si trovavano unite solo in quanto erano state casualmente custodite nei medesimi locali;
- non si ravvisava alcuna corrispondenza tra le carte Casati e i protocolli del Governo provvisorio, custoditi già da tempo con i relativi atti (la parte “amministrativa” dell’archivio del Governo provvisorio, per cui cfr. più oltre) in AS MI; la documentazione del presidente era infatti registrata “in uno speciale ‘protocollo diplomatico’ in quattro fascicoli facenti parte del suddetto mazzo di registri” (Prefazione all’inventario di sala Governo provvisorio del 1848).
Sulla base di tali risultanze fu dal soprintendente dell’AS MI rinnovata la proposta (nota 31 luglio 1936 n. 2007) che, previa l’estrapolazione degli atti estranei, sia le carte del Governo provvisorio, sia quelle della Consulta lombarda fossero consegnate in deposito al Comune.
Il Ministero accolse l’istanza, ribadendo tuttavia che, considerata “la natura demaniale di tali atti resta fermo che dovrà risultare dal verbale di consegna che essi saranno conservati dal Comune a semplice titolo di deposito, rivendicabili in qualsiasi tempo da parte dello Stato” (ministeriale 7 agosto 1936 numero 8946.11).
Il perfezionamento della pratica col marchese Visconti di San Vito ritardò di molto la consegna effettiva all’Archivio di Stato delle carte. Questa poté avvenire soltanto il 30 aprile 1940, appena prima dell’entrata in guerra dell’Italia.
Si riuscì allora ad eseguire esclusivamente una ricognizione sommaria del materiale conservato nelle buste “e a munire ciascuna di esse di un foglio con menzione dei fascicoli da trattenere e di quelli da consegnare” (Prefazione all’inventario di sala Governo provvisorio del 1848).
L’archivio Casati fu quindi incluso fra il materiale di cui si decise lo sfollamento in via cautelativa a villa Greppi di Monticello (Como), al fine di preservarlo dai danni delle incursioni aeree che gli eventi bellici lasciavano prevedere su Milano.
Rientrate nel luglio 1946, le 23 buste – di cui nel frattempo fin dall’ottobre 1945 era stata sollecitata l’effettuazione del deposito al Comune ad opera di Leopoldo Marchetti, successore del Monti nella direzione delle Civiche raccolte storiche – e separate le carte estranee (costituenti a loro volta 7 buste), i pezzi rimanenti furono riordinati con la redazione contestuale di un inventario analitico.
Il 4 aprile 1949, secondo le disposizioni ministeriali (nota 23.7.1946 n. 60565.8953.18) si procedette quindi al deposito al Comune delle scritture del Governo provvisorio di Lombardia.
In seguito alle operazioni di revisione delle schede approntate per il progetto “Anagrafe informatizzata degli archivi italiani” (1998 – 2000), la denominazione del fondo è stata modificata da “Governo provvisorio del 1848” in “Governo provvisorio del 1848 – Carte Casati”.
Si segnala infine che, prima dei bombardamenti che nell’agosto 1943 devastarono il palazzo del Senato, si conservavano in AS MI come fondo autonomo le carte del Governo provvisorio del 1848 costituenti la sola parte “amministrativa” dell’archivio assieme agli atti del Ministero della guerra di tale governo. Durante la Seconda guerra mondiale tale documentazione – recuperata dal governo austriaco dopo il 1848, successivamente portata a Vienna e quindi resa nel 1869 – non fu compresa tra i fondi trasferiti in via cautelativa ma, rimasta nei depositi dell’AS MI, andò completamente distrutta. Per le vicende di tale fondo precedenti la distruzione si rinvia in particolare all’articolo di N. Guastella (GUASTELLA, L’archivio del Governo provvisorio, in Archivi e archivisti milanesi a cura di A.R. NATALE, p. 577 sgg.) e all’Annuario dell’AS MI (Annuario AS MI (1911 – 1919), vol. 6/1916, p. 17 sgg, in partic. p. 23 sgg.). Scarne ma essenziali indicazioni sono contenute inoltre nella guida ai fondi conservati negli archivi di Stato italiani del 1944, la cui compilazione precede di poco le devastazioni belliche (Archivi di Stato 1944, p. 162), nei Danni di Guerra (p. 15), e nel contributo di L. Prosdocimi (PROSDOCIMI, L’AS MI e la storia svizzera, in Archivi e archivisti milanesi a cura di A.R. NATALE, p. 668).
Codici identificativi:
- MIBA0025C4 (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013
- asmi2180 (ASMI Anagrafe) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013
Soggetti conservatori
Soggetti produttori
- Governo provvisorio di Milano 1848 marzo 22 - 1848 aprile 8
- Governo provvisorio centrale di Lombardia 1848 aprile 8 - 1848 agosto 2
Progetti
Fonti
- MONTI, Il Governo Provvisorio di Lombardia = MONTI, A., Il Governo provvisorio di Lombardia e il senso della sovranità, Milano 1933
- Danni di guerra = I danni di guerra subiti dagli Archivi di Stato, a cura del Ministero dell'Interno, in "Notizie degli Archivi di Stato", IV - VII (1944 - 1947), Roma, Istituto poligrafico dello Stato, 1950
- GUASTELLA, L'archivio del Governo provvisorio = GUASTELLA, N.G., L'archivio del Governo provvisorio del 1848. Vicende dell'archivio, in Archivi e archivisti milanesi, scritti a cura di A.R. NATALE, Milano, Cisalpino Goliardica, 1975, vol. II, pp. 577 - 593 (già in "Archivi", s. 11, VII (1940), pp. 106 - 120)
- PROSDOCIMI, L'AS MI e la storia svizzera = PROSDOCIMI, L., L'Archivio di Stato di Milano e la storia svizzera. Danni di guerra e iniziative post-belliche, in Archivi e archivisti milanesi, scritti a cura di A.R. NATALE, Milano, Cisalpino Goliardica, 1975, vol. II, pp. 663 - 671
- FUMI, L'Archivio di Stato in Milano = FUMI Luigi, "L'Archivio di Stato in Milano al 31 dicembre 1908. Notizie e proposte", in NATALE Alfio Rosario (a cura di), "Archivi e archivisti milanesi", vol. I, Milano 1975, pp. 3 - 66 (già in "Archivio Storico Lombardo", a. XXXIV [1908], pp. 198 - 242)
- Annuario AS MI (1911 - 1919) = Annuario del Regio Archivio di Stato in Milano, Perugia, Unione Tipografico Cooperativa, voll. 1 - 9, 1911 - 1919
- MICA0002CA = Governo provvisorio del 1848, 1946 - 1949
Compilatori
- Prima redazione: Daniela Bernini (archivista) - Data intervento: 30 agosto 1999
- Rielaborazione: Ermis Gamba (archivista) - Data intervento: 05 aprile 2006
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/fonds/73