|||
Grassi Liliana

Grassi Liliana (1930 - 1985)

679 unità archivistiche di primo livello collegate

Fondo

Consistenza archivistica: bb. 224 ; scatole 128 ; rotoli 89 ; cartelle 2 ; pubblicazioni monografiche 31 ; pubblicazioni periodiche 53

Sono sei le serie che compongono il complesso archivistico, denominate "Formazione scolastica e universitaria", "Carte personali", "Libera professione", "Docenza", "Materiale grafico" e "Pubblicazioni a stampa". Arricchiscono il fondo due scatole di cocci provenienti dagli scavi per il restauro dell'Ospedale Maggiore e tre scatole con campionari di materiali per rivestimenti e arredi.

Una molteplicità di materiali caratterizza l'archivio: accanto a corrispondenza, appunti e relazioni, sia accademiche sia professionali, a firma di Liliana Grassi, sono conservati elaborati di studenti in forma di ricerca o di progetto, indagini di docenti e professionisti, oltre a una consistente presenza di materiale grafico composto da lastre, fotografie, negativi, disegni e tavole tecniche.
È presente anche del materiale a stampa, in originale o in fotocopia: riviste, quotidiani ed estratti non sono stati accorpati alla collezione libraria perché strettamente collegati all'archivio personale. L'estrapolazione di questo tipo di documentazione avrebbe snaturato l'impostazione del complesso archivistico: durante le operazioni di riordino e schedatura si è optato per offrire una citazione bibliografica sintetica (1) per i contributi a stampa inclusi nelle unità archivistiche. Nel fondo compaiono anche opere a stampa non contenute in unità archivistiche: si tratta di cataloghi di mostre, mappe e guide turistiche consultate dall'architetto a fini di ricerca, oppure di estratti, periodici e monografie escluse dalle operazioni di catalogazione della collezione libraria di Liliana Grassi perché originariamente distinte dalla biblioteca dell'architetto e conservate insieme con il suo archivio.
Per queste tipologie documentarie è fornita una descrizione a livello di serie e sottoserie, poiché in sede di inventariazione è stato ritenuto superfluo fornire una descrizione a livello unità per le opere a stampa conservate singolarmente.

(1) Le citazioni bibliografiche sono organizzate secondo lo schema "Autore, Titolo (Luogo edizione, Editore, Anno)".

Storia archivistica:

Il fondo Liliana Grassi nel dicembre 2001 è donato dagli eredi dell’architetto alla Biblioteca Centrale di Architettura del Politecnico di Milano e nel 2011 confluisce entro la struttura Archivi Storici del Politecnico di Milano.
Al momento dell’acquisizione la documentazione si presentava in due nuclei distinti: la biblioteca personale, comprendente circa 2500 tra monografie, periodici ed estratti, e l’archivio personale di Liliana Grassi, composto da materiale didattico e da materiale collegato all’attività professionale, sia di ricerca sia progettuale.
Dalla morte di Liliana Grassi, nell’agosto del 1985, sino al 2001 il fondo è stato conservato in via Reina, abitazione e studio dell’architetto. Sono evidenti alcune spie di interventi posteriori alla scomparsa della Grassi: un esiguo numero di messaggi pubblicitari e di esercitazioni di disegno sono posteriori all’agosto del 1985, elementi che testimoniano la frequentazione continua della casa da parte di una collaboratrice domestica e degli eredi.
La presenza di titoli e di appunti annotati da Liliana Grassi sulle camicie cartacee ha facilitato il riordino del fondo, si è rivelata particolarmente utile anche la conservazione di molte unità di condizionamento originali arricchite da etichette con riferimenti ad argomenti e tipologie di materiale. Questi elementi estrinseci hanno consentito di comprendere e descrivere l’organizzazione della documentazione senza dover ricorrere a congetture, mantenendo la stessa impostazione conferitale dall’architetto.
Dall’analisi delle carte e della loro strutturazione, emerge la necessità avvertita dalla Grassi di organizzare in maniera funzionale tutti i materiali legati alla didattica e all’attività professionale: etichette, riferimenti incrociati, indici e sommari evidenziano una conservazione tanto rigorosa nel metodo quanto funzionale ai fini di un rapido reperimento delle informazioni. Dall’impostazione delle carte si scorge la “coscienza archivistica” di Liliana Grassi: l’architetto dimostra una particolare sensibilità nei confronti del suo archivio e delle relative modalità di conservazione, formazione, ordinamento e accesso.
Dal riordino delle carte appare evidente la concezione che Liliana Grassi ha di archivio personale: le sue carte non sono un ammasso di documenti sparsi negli armadi di casa, ma un complesso organizzato da seguire e da tutelare perché testimone della sua identità, delle sue scelte didattiche e professionali. In quest’ottica, divengono eloquenti le lacune, in modo particolare le assenze di documenti riferiti agli anni della contestazione: come Liliana Grassi sa conservare, così sa scartare. È verosimile supporre che messaggi e lettere a cavallo fra anni Sessanta e Settanta siano stati distrutti dalla mano della docente-architetto, che preferì filtrare o addirittura eliminare commenti, giudizi e posizioni personali a favore della conservazione di testimonianze neutre, quali ad esempio gli articoli dei giornali.

Da tempo il corpus omogeneo costituito dalla collezione libraria, descritta dall’OPAC di Ateneo, è accessibile al pubblico, consultabile o in loco o attraverso il servizio di prestito della Biblioteca Centrale di Architettura. L’archivio personale è stato oggetto di un intervento di riordino e inventariazione, condotto dall’agosto al novembre 2005 dalla cooperativa CAeB: di concerto con la Soprintendenza Archivistica e la Regione Lombardia è stato utilizzato l’applicativo Sesamo 4.1, in conformità con quanto indicato dagli standard ISAAR e ISAD.
Nel 2012 la banca dati è stata trasposta in Archimista 1.1.0

Nota dell'archivista:

L’intervento di riordino e inventariazione non ha previsto la creazione di sottounità: sono state adottate due modalità di descrizione per distinguere le aggregazioni di carte costituite da Liliana Grassi da quelle frutto delle attività di riordino. Un progressivo numerico segnala i gruppi di materiale originariamente composti dall’architetto (1), mentre un semplice punto elenco (2) distingue quelli individuati durante la schedatura.
Si è scelto di indicare la datazione per ogni gruppo di materiale o di segnalare l’eventuale assenza di data (3), mentre è stata effettuata la ricostruzione degli estremi cronologici a livello di unità.
L’inventariazione ha privilegiato la creazione di titoli uniformi, integrando le denominazioni – sia originali sia desunte – con indicazioni di luogo, di argomento o di supporto: una simile impostazione è stata scelta per un duplice scopo, ovvero tutelare le informazioni originali sulle unità di condizionamento e contemporaneamente creare omogeneità fra i titoli originali, spesso difformi tra loro, e quelli ricostruiti (4).
All’interno di ciascuna serie le unità sono state ordinate per ordine cronologico subordinato a una sequenza argomentativa; all’interno di ciascuna sequenza appaiono prima le unità con estremi cronologici certi, in clausola compaiono quelle con datazione ricostruita.

(1) Per esempio: 1) corrispondenza (1970-1985).
(2) Per esempio: – corrispondenza (1970-1985).
(3) L’assenza di data è segnalata da “s.d.”.
(4) Si rimanda a livello di serie per le modalità di creazione dei titoli.

Note sullo stato di conservazione:

Nel suo complesso il fondo appare ben conservato. Sono emersi problemi di conservazione unicamente per il materiale grafico: si segnala in modo particolare la presenza di nastro adesivo applicato su tavole, lucidi, positivi e diapositive oppure il posizionamento di negativi e positivi all’interno di buste di plastica, elementi controproducenti per una conservazione a lungo termine.

Soggetti conservatori

Soggetti produttori

Progetti

Compilatori

  • Aggiornamento scheda: Paola Ciandrini (Archivista)