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Comune di Monza - Pratiche di costruzione edilizia dal 1823 al 1950

Comune di Monza - Pratiche di costruzione edilizia dal 1823 al 1950 (1822 - 1968)

10.376 unità archivistiche di primo livello collegate

Serie

Il fascicolo più antico conservato nella serie "Pratiche edilizie" dell'archivio storico risale al 1822, mentre la serie conserva complessivamente documentazione fino al 1954, anno di cesura di tutto il carteggio comunale versato nell'Archivio storico.

Le prime licenze conservate riguardano fondamentalmente edifici collocati nel centro cittadino, ossia all'interno del vecchio tracciato delle mura che erano state demolite all'inizio del XIX secolo per utilizzarne i materiali per la recinzione del Parco.

Le principali caratteristiche di questi elaborati è la presenza dei soli disegni dei prospetti delle case, per cui risulta difficile una corretta comprensione della natura dell'edificio mediante la sola consultazione della pratica; inoltre raramente il nome della via ove esso è situato corrisponde a quello attuale.

In particolare i nomi delle vie del centro erano indicate con il nome di contrade, per la maggior parte intitolate a santi, chiese limitrofe o edifici posti su quella strada, inoltre la numerazione era unica per l'intera città: inizia dall'edificio comunale e continua a spirale per il resto delle strade.

Per quanto riguarda le aree extra moenia è indicato il quartiere di riferimento o la strada principale.

Storia archivistica:

Le pratiche edilizie del Comune di Monza sono collocate nell’archivio storico nel titolo 13 – “Edilizia ed ornato” alla classe 13.1 – “Costruzioni – Fabbriche – Opere edilizie diverse”.

La situazione delle pratiche di costruzioni edilizie si presentava in maniera differenziata sia per i diversi metodi di archiviazione che si erano succeduti nel tempo, sia per gli strumenti di accesso alle pratiche realizzati in tempi e con metodologie diverse.

In sintesi:

periodo 1832-1870: ordinamento: nessuno; strumenti di corredo: nessuno

periodo 1871-1929: ordinamento: per anno, in ordine alfabetico per richiedente le domande, in ordine di disegno le licenze; strumenti di corredo: rubriche annuali per richiedente(manoscritte)

1930-1945: ordinamento: per anno, in ordine alfabetico per richiedente le domande, in ordine di disegno le licenze; strumenti di corredo: elenco costruzioni dell’Ufficio tecnico (dattiloscritto)

Periodo 1946-1950: ordinamento: per anno e numero di disegno; strumenti di corredo: elenco costruzioni dell’Ufficio tecnico (dattiloscritto)

Nella situazione appena accennata la ricerca delle pratiche si rivelava assai problematica. L’unica possibilità di ricerca infatti era rappresentata:

- prima del 1929 dal nome del richiedente la licenza,

- dal 1930 al 1945 dal nome del richiedente e dal numero della licenza;

- dal 1946 al 1950 dal numero del disegno e dal numero della licenza.

Non era possibile effettuare alcuna ricerca per via e numero civico o per nome del progettista: elementi fondamentali per qualsiasi studio sistematico.

La situazione era del tutto diversa a partire dal 1951. Da questa data infatti esisteva una base dati presso il Settore gestione urbanistica ove erano raccolti una serie di dati relativi alle singole pratiche.

Notizie di intervento

Per superare la situazione di difficile consultazione delle pratiche si è dato il via all’intervento previsto nella “La città di carta”, progetto per il riordino, l’inventariazione informatizzata e la valorizzazione delle “pratiche di costruzioni edilizie” presenti nell’Archivio storico.

Il progetto avviato nel 2005 si è concluso nel maggio 2007.

© 2007 – Comune di Monza – Cooperativa CAeB

Progetto e direzione lavori: Paolo Pozzi.

Riordino ed inventariazione: Alessandro Merlini.

Realizzazione tecnica: Paolo Aldeghi.

Il progetto ha ricevuto il contributo della Regione Lombardia.

Si autorizza la riproduzione delle descrizioni archivistiche con il vincolo della completa citazione della fonte e del rispetto integrale del testo.

Il presente lavoro permette di consultare le 10.376 pratiche edilizie conservate presso l’archivio storico del Comune di Monza dal 1823 al 1950. L’intervento ha raccolto i dati attraverso l’analisi di ogni singola pratica:

Richiedente

Luogo dell’opera (via e numero civico)

Natura e destinazione del fabbricato

Tipo opera (nuova costruzione od ampliamento)

Mappali interessati dall’opera

Numero pratica (a partire dal 1897)

Numero disegno

Numero dei disegni o tavole allegate

Estremi cronologici dei documenti

Numero licenza

Data di rilascio della licenza

Numero di protocollo Commissione edilizia (o della Commissione di Ornato);

Tecnico progettista (ingegnere, architetto);

Studio tecnico;

Direttore lavori;

Capomastro;

Ditta costruttrice;

Collocazione: n. faldone/numero fascicolo.

Come è facile comprendere, numerose sono le differenze che è possibile riscontrare nella redazione delle pratiche di concessione delle licenze edilizie in un arco di tempo così prolungato.

Per quanto concerne le pratiche più antiche, spesso la ricerca non consente di risalire che a pochi dati, ovvero il richiedente, il luogo dell’opera, il progettista e/o il capomastro. I disegni stessi si riassumono poi in un semplice schizzo della facciata dello stabile, per cui non è facile comprendere eventuali modifiche a tavolati e muri interni. Inoltre è molto probabile che il nome della via non corrisponda a quello odierno, benché in questi casi si è cercato di porre a fianco del vecchio nome anche quello odierno o per lo meno il quartiere di riferimento.

Anche i numeri civici possono non essere gli stessi di oggi, per due motivi principali:

- il primo motivo è per via dell’unica numerazione che era stata assegnata all’intero territorio comunale, per cui si iniziava dal centro cittadino per poi continuare a spirale man mano che ci si allontanava;

- il secondo motivo risiede nel fatto che, una volta adottata l’odierna numerazione per vie, questa può essere stata modificata nel corso degli anni in seguito alla costruzione di nuovi edifici, in particolare nelle vie di maggior lunghezza.

Va poi ricordato che oltre al nome delle vie cittadine, anche i numeri di mappali sono diversi da quelli odierni per via del riaccatastamento del territorio comunale avvenuto negli anni Cinquanta e per successive partizioni dei terreni.

L’intervento ha portato anche al riordino delle pratiche per numero di concessione, indicato nelle pratiche dal 1897, per le licenze precedenti si è optato per l’ordinamento cronologico secondo la data di rilascio dell’autorizzazione.

Criteri di ordinamento

Le pratiche sono collocate fisicamente nelle quattro sezioni dell’Archivio storico secondo il seguente schema:

sezione prima (anni 1458-1870) bb. 45-48

sezione seconda (anni 1871-1935) bb. 377-484

sezione terza (anni 1936-1945) bb. 147-149; 157-160; 167-171; 179-186; 190-196; 198-201; 204-205; 209; 212-214;216-219

sezione quarta (anni 1946-1954*)(*sono interessate all’intervento le pratiche fino al 1950) bb. 63-72; 74-80

Avvertenze per la consultazione

1. Lo stesso identificativo di via punta a due vie diverse o zone diverse

2. Cascine con lo stesso nome o vie differenti

3. Vie che non sono più sul territorio del Comune

4. Vie che nel tempo si sono suddivise in più vie

5. Vie che cambiano nome e poi lo stesso viene dato ad altre vie

6. Traverse delle vie principali

1-2. Lo stesso identificativo di via punta a due vie diverse o zone diverse – cascine con lo stesso nome o vie differenti

Alcuni nomi di vie o di località, in particolare cascine, possono essere ritrovati in più zone del territorio comunale, per cui la ricerca di detti nominativi permetterà di definire i nomi dei proprietari, estremi cronologici e numeri di licenza, ma non saranno sufficienti per inquadrare sulla piantina il punto dove queste costruzioni si trovano. Di seguito riportiamo un elenco di nomi che presentano tale problematica.

- Al Cimitero: via San Fruttuoso o via Lecco;

- Al Parco: viale Battisti o viale Brianza;

- Balossa: via Parravicini o via Gramsci o via Pavoni o via Cavallotti o via XX settembre o via Solferino;

- Colombo: via Colombo o via Boito;

- Monza – Bergamo: via Amati o via Libertà;

- Nuova: se (porta) corso Milano; se (cascina) via Giovanni delle Bande nere o via Monfalcone o via Lecco o

via De Gasperi;

- Paleari: via Gondar o via della Mornerina o via Lecco;

- Porta Milano: se (contrada) corso Milano; se (terraggio) via Manzoni;

- Rossi: via Rossi o via Casati o via Lecco;

- San Carlo: via Poliziano o via Borsa o via Buonarroti o via Donizetti o via Speri;

- Villa: via Boito o via Villa o via Monte Santo o viale Lombardia;

- Vittoria: via della Vittoria o via della Taccona;

- Viganoni: via Marco d’Agrate o via Lissoni;

- San Pietro: via della Mornerina o via Leoncavallo o via Confalonieri;

- San Giorgio: via Blandoria o strada nel Parco;

- Cimitero: viale Foscolo o via Marelli o via Borsa;

- ant’Andrea: via Speri o via Piermarini o via Sant’Andrea.

3. Vie che non sono più sul territorio del comune di Monza

Alcune pratiche edilizie conservate presso l’Archivio storico del Comune di Monza si riferiscono ad immobili oggi siti nei comuni di Villasanta e Brugherio per via del distacco di alcune frazioni avvenuto nel corso del XIX e XX secolo.

In particolare:

- l’antica frazione della Santa venne aggregata al Comune di San Fiorano formando il Comune di Villasanta (R.D. del 2 luglio 1929 n. 1383);

- il Comune di Brugherio venne costituito nel 1866 con i soppressi comuni di Cassina Baraggia, San Damiano di Monza, con parte del soppresso comune di Moncucco di Monza, con le frazioni di Brugherio, Bindellera, Cesena, Gelosa, San Paolo e Torrazza, staccate dal comune di Monza, con la frazione di Occhiate staccata da Sesto San Giovanni e con la frazione di Increa staccata da Cernusco sul Naviglio (R.D. 9 dicembre 1866, n. 3395).

- Alla Stazione: ora in Villasanta o via Lecco;

- Camperio: via Camperio (zona centro Monza) o via in Villasanta

- Ghiringhella: ora in Villasanta

- San Fiorano: ora in Villasanta

- Occhiate: ora in Brugherio

4. Vie che nel tempo si sono suddivise in più vie

Alcune vie nel corso degli anni sono state frazionate in più parti, ognuna delle quali con un nome diverso, così come può accadere che il nome di un quartiere indicasse diverse vie, in seguito intitolate con nomi diversi.

Per questo motivo è necessario tenere presente, al momento della ricerca, la possibilità di indicare, come via da trovare, non la via in questione ma quella adiacente o il nome del quartiere.

Inoltre, nei casi delle pratiche edilizie più antiche, il nome della zona è segnato con l’indicazione di “contrada”, per cui possono corrispondere aree cittadine diverse da quelle odierne per via di modifiche urbanistiche o intitolazioni di strade avvenute successivamente a vie limitrofe. Ecco alcuni casi:

- Balossa: via Parravicini o via Gramsci o via Pavoni o via Cavallotti o via XX settembre o via Solferino;

- Porta Milano: se (contrada) corso Milano; se (terraggio) via Manzoni;

- Torneamento: oggi divisa tra via Torneamento e via Col di Lana; inoltre se (villa) in via della Taccona;

- San Biagio: se (circonvallazione interna) via Manzoni; se (circonvallazione esterna) via Mosè Bianchi e via Parravicini.

5. Vie che cambiano nome e poi lo stesso viene dato ad altre vie

Vi è poi il caso di alcuni nomi di vie che cambiano nel corso degli anni, tuttavia il vecchio nome viene utilizzato per intitolare una strada in un’altra area cittadina. Anche in questo caso può essere utile tenere presente il quartiere ove la via è sistemata. Questi i casi in cui questo caso è stato rilevato.

- Varisco: via Varisco o via Valdossola;

- Sant’Andrea: via Speri o via Piermarini o via Sant’Andrea

6. Traverse delle vie principali

Vi è poi l’ultimo caso delle traverse delle vie principali, per le quali è possibile il caso che siano riferite alla via maggiore, in particolare le vie che dipartono dalle vie Boito, Buonarroti, Brianza, Lombardia e Cederna.

Codici identificativi:

  • MIBA00A68C (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013

Soggetti conservatori

Progetti

Compilatori

  • Paolo Pozzi (Archivista)
  • Alessandro Merlini (Archivista)