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Comune di Casnigo

Comune di Casnigo (1598 - 1961)

3.807 unità archivistiche di primo livello collegate

Fondo

Storia archivistica:

Le prime notizie su questo archivio si hanno in una lettera datata 20 aprile 1860, ancora in fase di transizione, cioè, tra “vecchio” dominio austro-ungarico e “nuovo” regno italiano: la lettera proviene dal regio commissario mandamentale di Gandino, il quale lamenta il fatto che anche il Comune di Casnigo figuri tra quei comuni che ancora non hanno provveduto al ritiro dei documenti d’archivio che normalmente venivano conservati nell’ex-Commissaria Distrettuale di Gandino, durante la dominazione austriaca; vi si dice, infatti, che “non è più nelle attribuzioni della commissaria” – che verrà sciolta di lì a poco – “assistere come nel passato le giunte municipali” (v. unità 484).

Tra settembre e ottobre dello stesso anno la regia intendenza del circondario di Clusone rinnova l’invito al sindaco affinché siano prelevate tali documenti, chiedendo di conoscere, nel contempo, le misure di sicurezza messe in atto, o meno, dal comune di Casnigo per il proprio archivio (v. unità 587).

Il materiale d’archivio del periodo “austriaco”, una volta ritirato, fu spesso lasciato e conservato nelle “camicie” o copertine originali che venivano precedentemente utilizzate nell’ex-Archivio Generale del Commissariato Distrettuale di Gandino: in tale archivio i documenti venivano suddivisi per “Materie”, la cui denominazione compare sia nel titolo della camicia che raccoglie tali carte, sia sul retro di ogni singolo documento.

In una nota informativa del 1867 (v. unità 833), il sindaco di Casnigo comunica alle autorità superiori che “ufficio e archivio comunale esistono nel centro del comune, precisamente in località ‘Canevaletto’”, e che “sono tenuti regolarmente, avendo pur assunto l’inventario ed i registri prescritti dal regolamento per la Legge Comunale del 1865”.

L’inventario di cui parla la nota appena citata non è stato rinvenuto nel corso del presente lavoro di riordino. Tuttavia, il fatto che nel primo periodo post-unitario, l’archivio comunale di Casnigo fosse tenuto regolarmente è facilmente desumibile da una rubrica alfabetica del 1870 (v. unità 903), sulla quale appaiono ben 45 “voci” o titoli, che servivano per l’archiviazione dei documenti.

A fianco di ogni titolo compare il numero della busta, in tutto 55, in cui erano conservati i fascicoli; sotto ogni titolo, anno per anno, sono elencati i numeri di protocollo dei fascicoli raccolti.

Col passare del tempo, tuttavia, lo stato di riordino dell’archivio può essere andato deteriorandosi; in una lettera del 1896 (v. unità 727), il sottoprefetto di Clusone lamenta l’irregolarità della tenuta degli atti dello stato civile, da cui egli deduceva un certo “disordine negli atti e nell’archivio” del comune.

E’ molto probabile che a questa sollecitazione abbia fatto seguito il secondo riordino effettivamente testimoniato in questo archivio, realizzato questa volta in epoca immediatamente anteriore all’entrata in vigore e all’applicazione del titolario del 1897.

Si tratta di un’opera di riordino di cui non si conserva né inventario né registro di protocollo, ma che sembra confermato da alcuni “indizi”: il primo è una titolazione, con una stessa mano, del bordo dei faldoni, per un arco temporale che va dal 1860 al 1896; il secondo è la titolazione con stessa mano e stessa matita blu di diversi fascicoli e di una annotazione in forma di diario datata 16 luglio 1896 (v. unità 606).

Non si possono escludere riordini effettuati nel periodo immediatamente successivo all’entrata in vigore del titolario del 1897, tuttora utilizzato dalle amministrazioni comunali; tuttavia l’unico riordino realmente testimoniato è solo quello in base al quale è giunto fino a noi l’archivio storico comunale, riordino effettuato intorno alla metà degli anni ’70.

Nell’intraprendere il presente lavoro di inventariazione, quest’ultimo riordino ci consegnava i documenti dell’archivio storico ottocentesco raccolti secondo un’applicazione retroattiva del titolario attualmente in vigore.

Notizie di intervento

Il presente lavoro di riordino si è trovato ad avere a che fare con le “forzature” derivanti dall’applicazione a ritroso nel tempo del titolario del 1897.

In alcuni casi si trovavano raccolte insieme quelle che originariamente e storicamente costituivano delle “serie” di documenti a sé stanti.

Un esempio fra gli altri: le carte della serie “Agricoltura”, uno dei titoli dell’archivio comunale nel periodo austriaco, si sono ritrovate mischiate con quelle della serie “Patrimonio comunale”.

In altri casi si è verificato il contrario, e cioè che una serie di documenti che, nel periodo postunitario, venivano raccolti sotto il titolo di “Affittanze dei boschi” si ritrovasse "smembrata"in parte sotto il titolo attuale “Agricoltura” ed in parte sotto quello di “Finanze”.

Comunque, al di là delle forzature prodotte dall’applicazione retroattiva del titolario del ‘97, al momento del presente riordino l’archivio storico di Casnigo si presentava in uno stato piuttosto disordinato. Ad esempio, interi fascicoli classificati sotto uno dei titoli del titolario attuale venivano ritrovati all’interno di un faldone recante un titolo completamente diverso. In certi faldoni l’ordine cronologico annuale andava comunque ricostruito. Altri faldoni, invece, si rivelavano vere e proprie “miscellanee” di vari titoli: la materia patrimoniale, ad esempio, appariva subito come quella più bisognosa di riordino.

Al momento di intraprendere il presente lavoro di riordino, i documenti dell’archivio storico comunale si ritrovavano forzatamente suddivisi, smembrati o accorpati in una raccolta di faldoni senza inventario costituiti a seguito dell’applicazione retroattiva del titolario del 1897.

Il primo lavoro dell’archivista è consistito quindi in una prima ricognizione “fenomenologica”, operata sul materiale documentario di tutto l’archivio. Ancor prima, cioè, di una qualsiasi schedatura inventariale, si sono passati in rassegna tutti i fascicoli dell’archivio allo scopo di rilevarne eventuali titolazioni o annotazioni che potessero in qualche modo indicare o suggerire i titolari originari in base ai quali tali fascicoli venivano archiviati nel periodo precedente all’entrata in vigore del titolario del 1897.

Tale tipo di approccio è risultato tanto più utile per il materiale del periodo “austriaco”, rispetto al quale non veniva rinvenuto nessuno strumento di corredo, inventario, rubrica o registro di protocollo che fosse.

Rispetto alla consistente sezione “austriaca” (1816-1859), sono state raccolte le titolazioni che compaiono sulle camicie o copertine originali con cui venivano raccolti in fascicoli i documenti dall’archivista impiegato presso l’Archivio Generale della Commissaria Distrettuale di Gandino.

Altrettanto eloquenti risultavano le titolazioni abbreviate che spesso si riscontrano “a tergo”, ovvero sul retro delle carte stesse.

Al termine di tale ricognizione è stato possibile, quindi, dedurre 15 titoli che, salvo rare eccezioni indicate nelle rispettive schede introduttive, corrispondono al titolario originario del periodo “austriaco”, la cui ricostruzione è servita come struttura portante di questo riordino e inventariazione.

Lo stesso tipo di approccio è stato adottato anche per la sezione del regno italiano (1859-1897), ma in questo caso è stato supportato dal ritrovamento di una rubrica alfabetica archivistica relativa al primo periodo post-unitario (v. unità 903), la quale, anno per anno, indicava numero di protocollo del documento o fascicolo archiviato, e faldone in cui era conservato.

Il titolario desunto da questa rubrica ha costituito la struttura portante del riordino e la guida per l’inventariazione. Tuttavia, trattandosi di ben 45 titoli originari, si sono operate alcune scelte, di cui si darà conto nelle singole schede introduttive, tese a favorire una maggiore “leggibilità” dell’inventario. Ad esempio, alcuni titoli sono stati trasformati in sottotitoli di una categoria che li potesse comprendere insieme, mentre in altri casi sono stati accorpati in un unico titolo due titoli assai affini tra loro. Si è giunti, così, ad una struttura definitiva di 25 titoli.

Un’ultima annotazione riguarda le scelte relative all’arco cronologico delle singole unità e al loro ordinamento cronologico all’interno dei singoli titoli.

Nei casi di evidente disordine delle carte o dei fascicoli si è adottata la suddivisione annuale dei documenti, rispondendo così ad un criterio che appare già vigente sia nel periodo “austriaco”, sia nel periodo post-

unitario: le uniche eccezioni sono state fatte per quei fascicoli che apparivano raccolti già in una camicia originaria recante una titolazione pluriennale.

All’interno di ogni titolo, le unità sono state ordinate cronologicamente sulla base del secondo estremo cronologico.

Nel 1897 anche il Comune di Casnigo provvede all’adozione del titolario previsto dalla circolare, div. III, sez. II, n. 17100/2 del 1 marzo 1897, circa le istruzioni per la tenuta del protocollo e dell’archivio per gli uffici comunali, conformandosi dunque ai criteri di gestione della documentazione adottati su tutto il territorio nazionale, ed è sostanzialmente in riferimento alla struttura prevista da tale titolario che i documenti a noi pervenuti si sono nel tempo sedimentati

Tuttavia, come si è potuto costatare nel lavoro svolto, anche il carteggio appartenente a questa nuova sezione, così come il precedente, è stato conservato in maniera piuttosto disordinata, mostrando un’applicazione solo parziale delle norme di ordinamento e un’aggregazione spesso confusa della documentazione sia all’interno dei fascicoli che dei faldoni.

In particolare è da rilevare nel complesso archivistico originale la presenza di oltre 30 faldoni, riportanti sul dorso l’indicazione “atti vari” o “oggetti vari” e contenenti carteggio relativo all’intero arco temporale della sezione (in particolare anni 1900-1950) e che pur concernendo prevalentemente la categoria “amministrazione”, si è tuttavia dimostrato appartenere a tutte le diverse voci del titolario, alle quali si è provveduto a riassegnarlo, Anche nei restanti faldoni è stato frequente il rinvenimento di carteggio disomogeneo, spesso non corrispondente alle indicazioni riportate sulle etichette esterne.

Da segnalare, a livello di consistenza documentaria, una diminuzione quantitativa abbastanza marcata attorno all’anno 1912 rispetto al periodo precedente, soprattutto in riferimento alla categoria “carteggio generale”; ed anche la qualità della gestione archivistica, sino a quel momento condotta con migliore cura sia nella conservazione materiale delle carte sia con maggiore attenzione al rispetto della classificazione dettata dal titolario, risulta nettamente peggiorata.

L’unico intervento di riordino della documentazione eseguito nel secolo scorso di cui si ha notizia ha inizio nell’anno 1957, ad opera dell’archivista Pietro Bottagisi di Albino, che in una relazione descrive in questi termini lo stato dell’archivio, “devo affermare che un archivio vero e proprio non esiste esiste un ammasso di carte e documenti inseriti in faldoni senza nessun ordine, classificazione e registrazione”. Lo stesso archivista stima in numero di 500 i faldoni necessari per assicurare la conservazione della documentazione e per garantire funzionalità futura all’archivio (vedi unità 5-4, 58). L’indicazione, nella descrizione delle schede, degli enti e delle persone con i quali il Comune si è relazionato ha privilegiato i soggetti più frequentemente ricorrenti e con i quali sono state costituite le pratiche di maggior rilievo ed interesse. Nel caso la scheda contenga documentazione relativa ad ulteriori istituti o persone, si è provveduto a segnalarlo aggiungendo la dicitura “carteggio con enti diversi e fornitori” o “carteggio con enti diversi e privati” al termine della descrizione.

Criteri di ordinamento

Il presente inventario è stato redatto a seguiti di interventi eseguiti in momenti differenti. Il primo lavoro è stato eseguito sulla documentazione “ottocentesca” nell’anno 2000. Successivamente si è intervenuti sulla restante documentazione dell’archivio storico fino al 1961 e sugli archivi aggregati. Durante tali operazioni sono stati rinvenuti documenti, sfortunatamente occultati da una conservazione archivistica ai limiti dell’agibilità, che avrebbero dovuto essere oggetto del primo lavoro. Da ultimo occorre aggiungere che la documentazione della serie “Acque e strade” è stata oggetto di un intervento assai analitico prima dell’anno 2000 e di fatto è stata estrapolata dall’archivio. I risultati di quel lavoro sono stati accolti nell’inventario.

La numerazione dei faldoni/registri e delle unità parte da 1 per la documentazione dalle origini alla fine del secolo XIX. Per le sezioni successive riparte da 1 per la sezione 1897-1961 e da 1 per ogni archivio e sezione di carteggio generale. Le sezioni di serie particolari hanno numerazione che riparte da 1 per ogni serie. Per la documentazione relativa al titolo “Acque e strade” è stata mantenuta la segnatura data.

Codici identificativi:

  • MIBA00D836 (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013

Soggetti conservatori

Soggetti produttori

Progetti