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Mazzi Angelo

Mazzi Angelo (1858 ottobre 16 - 1925)

350 unità archivistiche di primo livello collegate

Fondo

Storia archivistica:

Il fondo raccoglie le carte relative all’attività di studio di Angelo Mazzi, sia preparatorie a pubblicazioni (a partire dal 1869) sia appunti del periodo degli studi universitari e degli anni immediatamente successivi (sez. 2 “Carte del periodo giovanile”). Carte di carattere personale, insieme a carte inerenti la sua attività di Bibliotecario Civico, sono presenti in minima parte, perlopiù come fogli destinati ad essere riutilizzati per gli appunti di ricerca.

Dal necrologio pubblicato nel “Bollettino della Civica Bibilioteca di Bergamo” (1), risulta disposta dagli eredi, alla morte dello studioso, la donazione alla Biblioteca delle sue carte. Infatti nell’anno successivo viene registrata l’acquisizione di 32 pacchi di “manoscritti e corrispondenze varie”, inizialmente segnati: fi sopra IV, 1-2 (2); altre due fascicoli manoscritti, le unità 68 e 127, vennero donati il 25 giugno 1942 ad opera del colonnello Francesco Mazzi, nipote dello storico, come si ricava dalle note a matita apposte sui pezzi (3). Il carteggio, comprendente 541 tra lettere, cartoline e stampati (anni 1870-1876 e 1891-1925), è stato ordinato con indice alfabetico dei corrispondenti a cura di Fernando Bonandrini nel 1975 (4). Una piccola quantità di lettere sono tuttavia presenti anche nel fondo oggetto di questo riordino, sia all’interno dei fascicoli che tra le carte sciolte.

Prima del presente riordino il materiale era conservato presso la Biblioteca Civica in due scatole di cartone, frutto di una sistemazione degli anni Settanta (come indicava la presenza di schede di quell’epoca relative ad altri fondi), ma non vi era alcuna traccia di precedenti iniziative di riordino. Oltre alle carte del Mazzi era presente un fascicolo di lettere al violinista Emanuele Rovelli (fine XIX secolo) raccolte in una camicia realizzata con un giornale piegato: da ricerche fatte, il personaggio non ha evidenziato alcun rapporto con la persona di Angelo Mazzi, mentre la confezione materiale del pezzo è del tutto anomala rispetto agli altri del fondo: esso è stato quindi escluso dal riordino, considerandolo un’aggiunta erronea compiuta in occasione dell’imballaggio delle carte. Un altro pezzo escluso dal riordino è un fascicolo del sec. XVIII relativo ad una causa tra la Città di Bergamo e il Collegio dei Notai.

I contenuti più ricorrenti sono abbozzi di testi, più o meno formalizzati (talvolta più redazioni di uno stesso testo), appunti di riflessione su argomenti particolari, appunti da documenti utilizzati nel corso della ricerca.

In rapporto al contenuto e alla cronologia delle carte, il fondo è stato suddiviso in cinque sezioni:

1. “Carte relative all’attività di ricerca”, che costituiscono la parte più consistente.

2. “Carte del periodo giovanile”, precedenti all’inizio dell’attività di pubblicazione.

3. “Carte della Biblioteca”

4. “Carte personali”

5. Appendice

Le carte si presentavano perlopiù già suddivise in fascicoli, con una propria camicia ricavata da un foglio di registro, e spesso con un titolo rispecchiante il contenuto: questi fascicoli sono stati alla base dell’identificazione delle unità archivistiche. Vi è inoltre un gruppo di quaderni (o supporti analoghi) di vario formato, classificati come sottosezione separata per motivi di conservazione, ma nei quali si possono rilevare gli stessi contenuti dei fascicoli.

Quando il titolo originale era assente ne è stato attribuito uno rispecchiante il contenuto dell’unità, che possa servire da prima guida nella consultazione dell’inventario; nella formulazione di tali titoli si è tenuto conto il più possibile del modello rappresentato dai titoli originali.

Accanto ai suddetti fascicoli più formalizzati era presente anche una discreta quantità di carte prive di tale ordinamento originario, all’interno delle quali era però possibile individuare fascicoli di carte solamente piegate insieme o gruppi di carte dal contenuto omogeneo poste una di seguito all’altra: anche questi casi sono stati trattati come unità archivistiche. Confezionamento simile presentavano le carte della sezione 2.

Le rimanenti carte sciolte sono state suddivise in fascicoli dal contenuto omogeneo, riflettente argomenti che comparivano anche nei fascicoli originari dell’ordinamento conferito dal Mazzi, o semplicemente i temi propri delle serie in cui sono state suddivise le carte, e in unità attribuite alle sezioni 3 e 4. E’ nel caso di queste carte sciolte che si è posto in particolare il problema del trattamento delle carte con appunti di materia diversa chiaramente annotati in epoche diverse: per queste si è assunto come vincolante il contenuto delle annotazioni più recenti, perchè coerente con il comportamento osservabile nei fascicoli confezionati dal

Mazzi, in cui sono frequenti i casi di carte contenenti appunti di argomento diverso e riutilizzate per appunti relativi all’argomento del fascicolo. Unica deroga a questa regola è stata fatta nel caso di alcune carte in cui le annotazioni più recenti erano costituite solo da conteggi di difficile interpretazione e comunque non riconducibili a studi specifi; questo, in particolare, qualora il testo più antico contenuto nella carta fosse una lettera ricevuta o la minuta di una lettera inviata (cfr. serie 4.1 “Corrispondenza”), entrambe categorie di documenti di particolare interesse per la biografia intellettuale del Mazzi.

All’interno delle singole unità si è generalmente mantenuto l’ordine originario delle carte; solo nelle unità della sezione 1 si sono talvolta anteposti i testi preparatori alle pubblicazioni, poichè questo è risultato il criterio prevalente nelle altre unità della stessa sezione.

La descrizione delle unità procede talvolta con l’elencazione di tutti i pezzi contenuti (introdotti dall’espressione “Contiene”), più spesso con la menzione solo dei pezzi di particolare interesse (introdotti dall’espressione “Si segnala/ano in particolare”); tra questi sono segnalati:

- testi più o meno elaborati ed estesi, preparatori a pubblicazioni o semplici tesine (per il periodo giovanile), indicati generalmente come “abbozzi”; l’identificazione con opere pubblicate è stata sempre possibile, salvo in pochi casi.

- prospetti riassuntivi degli stessi testi;

- appunti di riflessioni più circosritte, non identificabili con opere date alle stampe, ma significativi per il riferimento a particolari temi o località;

- appunti da opere a stampa, ritenuti significativi come traccia del lavoro di ricerca svolta dal Mazzi e delle sue conoscenze storiografiche, oltre che come elementi utili per la datazione delle unità archivistiche; delle opere si è cercato di integrare le indicazioni contenute negli appunti del Mazzi con un controllo del titolo, del luogo e della data di edizione, avvalendosi degli strumenti di rapida consultazione disponibili quali il catalogo a schede della Biblioteca Civica, gli indici a stampa delle riviste, il “Catalogo dei Libri Italiani dell’Ottocento” (CLIO) e “The Royal British Library Catalogue of Printed Books” (BLC);

- lettere di studiosi al Mazzi e minute di lettere del Mazzi a questi, relative al tema oggetto dell’unità considerata, e spesso importanti per la datazione dell’unità stessa;

- documenti di ogni tipo non di mano del Mazzi, ritenuti significativi per le sue relazioni intellettuali; non sempre, tuttavia, è stato possibile identificare gli estensori di tali documenti;

- trascrizioni o appunti da documenti d’archivio di particolare interesse soprattutto per la storia medioevale, principale oggetto delle ricerche del Mazzi; nel caso di manoscritti conservati in Biblioteca si è indicata, ove possibile, la segnatura attuale; si sono trascurati i riferimenti alle opere manoscritte di spoglio più ricorrenti, presenti molto spesso nelle varie unità, e comunque fonti secondarie.

Nella descrizione dei pezzi segnalati si è riportato, ove presente, il titolo originale, e si è indicata al termine, tra parentesi, l’esistenza di una numerazione originaria delle carte, distinguendo tra paginazione e cartulazione.

Carte di argomento non omogeneo a quello dell’unità sono state segnalate al termine della descrizione, introdotte dall’espressione “Contiene anche:”; quando queste carte costituivano un corpo di una certa consistenza e dal contenuto omogeneo sono state scorporate come unità a sè stante, indicando in nota l’unità di provenienza.

Nel caso dei fascicoli miscellanei si è data una descrizione più analitica del contenuto, secondo i suddetti criteri, per favorire l’opera di individuazione di soggetti e voci d’indice.

Nella descrizione delle unità delle sezioni 1 e 2 si sono segnalate inoltre, nel campo Note, tutte le carte personali o della Biblioteca rinvenute nei fascicoli quale materiale di riutilizzo, ma che possono essere significative per la ricostruzione di aspetti della biografia del Mazzi e soprattutto per la datazione delle unità.

Questo della datazione ha rappresentato uno scoglio di rilievo nell’ordinamento del fondo. La maggior parte delle unità infatti sono datate solo indirettamente, attraverso il riferimento alle opere pubblicate, alla bibliografia citata, alla datazione delle citate carte di riutilizzo, o infine per approssimazione paleografica, mentre poche sono quelle unità in cui siano presenti carte recanti una data esplicita e puntuale (ad es. qualora contengano delle lettere pertinenti l’argomento trattato).

In primo luogo è bene precisare che nel campo Data, funzionale al riordino delle unità, si è riportato solo l’anno, salvo in pochissimi casi particolari, in cui si sono indicati anche mese e giorno, questo sia per il primo estremo (su cui è ordinato l’archivio) che per il secondo; date più complete sono state riportate nella descrizione delle unità in riferimento a singoli documenti in esse contenuti (ad es. lettere). Nel caso di una data formulata con due estremi, questi possono anche essere indicati con due forme diverse tra quelle di seguito descritte.

Il modo di indicazione della data non necessita di precisazioni nel caso di unità contenenti documenti datati esplicitamente, dato questo reperibile nel campo Contenuto. Nel caso di unità sicuramente identificabili come scritti preparatori ad una pubblicazione (abbozzi e appunti da documenti), si è assunta come data l’anno di questa (specificato nel campo Note), indicato tra parentesi quadra. Nel caso di unità databili per il riferimento a bibliografia citata negli appunti o nelle note ai testi si assunta la data “post…” indicando l’anno dell’opera citata per esteso nel campo Contenuto o nel campo Note, considerata quando prossima alla datazione formulabile su base paleografica. Nel caso di unità contenenti carte di riutilizzo, si è assunta la data presente in queste (o nella più recente di queste) senza parentesi, supponendo come immediato il riutilizzo stesso: il riferimento cronologico utilizzato per tale datazione è generalmente reperibile nel campo Note.

Qualora la datazione potesse essere formulata solo su base paleografica, in base al confronto con documenti datati con sicurezza, si è indicata tra parentesi quadra l’anno conclusivo di un decennio (ad es. 1880, 1910), da leggersi come “attorno al…”. Tale data non è stata espressa nel caso della sez. 2 “Carte del periodo giovanile”, definita di per se stessa per le caratteristiche paleografiche e circoscrivibile entro un arco cronologico molto ristretto (v. scheda relativa).

La grafia del Mazzi subisce un’evoluzione abbastanza netta dai primi agli ultimi documenti conservati: una scrittura tondeggiante e distesa negli appunti del periodo giovanile, fino al 1870 circa, caratterizzata dalla presenza di a e o aperte, diviene un po’ più compressa nel periodo 1880-90, conservando però ampi occhielli; scritti databili attorno al 1900 sono caratterizzati da una scrittura più spigolosa, con scarsa differenziazione di a, o, n, u; una scrittura con occhielli più stretti si nota attorno al 1910, grafia che diventa molto tremolante negli ultimi anni di vita dello studioso. Le datazioni formulate in base a questo criterio risentono comunque delle differenze dovute alla diversa qualità degli scritti considerati: appunti con grafia minuta, annotati quasi occasionalmente, testi più elaborati, con grafia più grande, e testi redatti probabilmente per essere letti da altri, in cui c’è una cura grafica molto maggiore.

Note

1. vol. XIX (1925), p.166.

2. Annotati nel Registro d’entrata della Biblioteca, a.1926, n.480.

3. Questi pezzi non sono contemplati nei Registri d’entrata.

4. Segnatura: MA 644-645.

Codici identificativi:

  • MIBA00D852 (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013

Soggetti conservatori

Soggetti produttori

Progetti

Compilatori

  • Andrea Zonca (Archivista)
  • Antonino Piscitello (Archivista)