Monte di Pietà di Bergamo ( 1557 - 1864 )
Tipologia: Ente
Tipologia ente: Ente di assistenza e beneficenza
Condizione: pubblico
Profilo storico / Biografia
L’istituzione del Monte di Pietà è deliberata l’11 marzo 1557 dai rettori veneti della città di Bergamo e, nell’aprile dello stesso anno, sono eletti sei deputati, con l’incarico di proporre i capitoli e lo statuto del nuovo ente, approvato dal Senato della Serenissima il 13 luglio 1557 (1).
Il Monte di Pietà è istituito con donazioni offerte dalla carità cittadina e attraverso il concorso della Repubblica di Venezia per «sollevare, con sovvenzioni contro pegni ad interesse, i bisogni di coloro che, trovandosi in momentanea necessità, sarebbero altrimenti esposti ai danni dell’usura» (2). La prima sede è posta nella vicinia di S. Eufemia.
Secondo i Capitoli et ordini del Sacro Monte di Pietà, il Maggior Consiglio di Bergamo ha il compito di eleggere ogni anno il tesoriere «fra i gentiluomini più onorati della città», con la funzione di priore, e i dodici conservatori del Monte, prescelti tra cavalieri, dottori, nobili e mercanti, che ne costituiscono il Consiglio; custode dei pegni è il massaro, con il compito di stimare gli oggetti consegnati e concedere i prestiti.
Il tesoriere gestisce il denaro del Monte, accettando, ricevendo e liquidando ogni quantità di denaro «che per qualonque causa, ragione & occasione bisognasse & appartenesse a detto Monte» (3). Il tesoriere registra tutte queste operazioni in un libro cassa, contestualmente alle registrazioni fatte dal notaio del Monte, ed è tenuto al controllo settimanale delle riscossioni dei massari, alla gestione amministrativa dell’ente e alla stesura del bilancio annuale, da presentare al Consiglio dei conservatori con una relazione delle attività svolte dai massari. A chiusura dell’incarico è obbligato a «render conto della amministratione del danaro» (4).
Il Consiglio dei dodici conservatori, che agiscono a titolo gratuito «per loro carità & senza premio alcuno», ha la finalità di controllare l’attività del Monte nel rispetto dei Capitoli; un conservatore deve presenziare in occasione del prestito di denaro su pegno e della vendita dei pegni all’incanto a garanzia dell’onestà delle operazioni.
In origine il prestito, concesso solo a residenti bisognosi, non poteva essere superiore a 15 Lire imperiali e il valore degli oggetti dati in pegno doveva essere maggiore della somma prestata almeno del 15% in caso di metalli, del 25% in caso di tele e del 33% per ogni altro oggetto (5).
Sono ricevuti in pegno oggetti preziosi e mercanzie varie, tranne commestibili e oggetti deperibili (6), per la durata di un anno, ma riscattabili anche prima della scadenza annuale. Il pignorante, in occasione del riscatto o del rinnovo della polizza, deve corrispondere un interesse sulla somma ricevuta in prestito, calcolato a rate mensili, nonché il pagamento di eventuali tasse governative e del diritto fisso per il taglio della polizza.
Scaduto l’anno, il pegno che non sia stato riscattato o rinnovato, è venduto all’asta, il cui prodotto rimborserà il Monte «della fatta sovvenzione, degli interessi decorsi, delle tasse governative, del diritto fisso per lo stacco di polizza, nonché d’una provvigione (…) per le spese d’incanto» (7).
Lo statuto originario è riformato all’inizio del XVII secolo. Fino alla fine della dominazione veneta il Monte di Pietà è disciplinato dal proprio statuto, ma a partire dall’età napoleonica le riforme dell’assistenza comportano la perdita dell’autonomia e la sua unione alla neonata Congregazione di Carità di Bergamo (1 gennaio 1809). Nuovo cardine dell’istituzione è l’ispettore cassiere, con la responsabilità di tutte le operazioni finanziarie, come previsto dal Piano di regolamento pel Monte di Pietà in Bergamo, approvato dal Ministro dell’Interno del Regno d’Italia il 6 agosto 1811.
La restaurazione del Regno Lombardo Veneto ristabilisce l’autonomia dell’ente nel 1827 fino all’Unità d’Italia, quando il Monte entra nuovamente a far parte del novero delle opere pie (8) ed è aggregato alla ricostituita Congregazione di Carità.
Note
(1) In archivio si conserva la fotocopia dei Capitoli et ordini del Sacro Monte di Pietà di Bergomo, 1557 (b. 1, fasc. 1); l’edizione a stampa è conservata nella Biblioteca civica “Angelo Mai” (segnatura MIA, F.7.31).
(2) Statuto organico del Monte dei Pegni di Bergamo, approvato con Regi Decreti 2 gennaio e 17 ottobre 1930, Tit. I, art. 1 (b. 2, fasc. 5).
(3) «Terzo. Debba accettare, recevere & esborsare ogni quantità de dinari, che per qualonque causa, ragione & occasione bisognasse & appartenesse a detto Monte & quelli che riceverà subito mettere nella cassa a ciò deputata & di quella cavar quella summa de dinari che giudicherà espediente sì per consignare al Massaro, che prestarà sopra pegni di volta in volta, che farà bisogno; come per restituire a chi havesse imprestato overo depositato & anche ricever dalli Massari ogni quantità de dinari restituitali per quelli a quali fossero stati imprestati & della estrattione & repositione ne faccia partita sopra il libro di Cassa in debito o in credito in consonanza del Nodaro, qual libro resti in Cassa, dove si tiene li danari» in Capitoli et ordini del Sacro Monte di Pietà, 1557, Della ellettione de Signori Priore e Thesoriero & tredeci Conservatori, art. 3 (b. 1, fasc. 1).
(4) Capitoli et ordini del Sacro…, art. 8.
(5) Chiaramente la cifra del prestito su pegno cambia nel corso del tempo, nella seconda metà dell’Ottocento non può essere inferiore a £ 1 né maggiore di £ 300, con una deroga a discrezione della Direzione fino a £ 600.
(6) In un Regolamento della seconda metà del XIX secolo si escludono, inoltre, «la seta in natura, tanto greggia che lavorata, i commestibili d’ogni sorta, i mobili d’uso sacro, le divise ed armi militari» in Regolamento del Monte di Pietà in Bergamo, art. 5 (b. 1, fasc. 1).
(7) Art. 19, Statuto organico del Monte di Pietà in Bergamo, gennaio 1892 (b. 1, fasc. 1).
(8) Legge del 9 agosto 1862, n. 753.
Complessi archivistici
- Monte di Credito su Pegno di Bergamo (1557 - 1964)
Compilatori
- Prima redazione: Dilda, Giovanni Luca (archivista) - Data intervento: 07 maggio 2023
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/groups/****/creators/8658