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Esattoria delle Cause Pie

Esattoria delle Cause Pie (1540 - 1797)

9 unità archivistiche di primo livello collegate

Sottoserie

Consistenza archivistica: Unità archivistiche 9 (regg. 5, fascc. 4)

L'esattoria delle cause pie è un officio del comune di Salò, il cui compito consiste nel riscuotere le rendite (per lo più livelli) dei beni che sono stati legati a "cause pie" (celebrazione di messe, elargizione di doti a nubende povere e altro) e nell'impiegare le somme riscosse per i fini cui sono state destinate. Fino al 1638 la funzione viene assolta dal massaro del comune, che si occupa della esazione di tutti i crediti del comune; i conti vengono controllati periodicamente da un collegio formato dal console e da due ragionatti.
Con parte del 1638 gennaio 24 il consiglio generale divide le due competenze e istituisce la nuova figura dell'esattore delle cause pie allo scopo di evitare che nascano confusioni nei pagamenti e che i denari destinati a cause pie vengano utilizzati per altro fine; l'esattore sarà pagato "ad ratham delli denari delle raggioni che scoderà", secondo il capitolato di accordo con il comune. A conferma e completamento della suddetta parte, il consiglio decreta nel 1666 gennaio 28 di separare i beni relativi alle cause pie da quelli del comune, in ottemperanza a delibere 1652 e 1658 rimaste inapplicate.
L'esattoria viene assegnata attraverso un incanto, il cui oggetto è l'esazione delle somme indicate in entrata sul registro delle cause pie: all'aspirante esattore viene concessa una percentuale sulle riscossioni. L'asta inizia con la proposta dell'un per cento e, in assenza di offerte, viene riconvocata; dopo più convocazioni andate deserte, si invitano gli interessati all'appalto a presentare le proprie offerte segrete al cancelliere.
Il consiglio generale decide quindi di assegnare l'esattoria al miglior offerente; costui, con propria scrittura, si impegna ad assumere l'officio all'interesse pattuito, rispettando il capitolato steso dal comune, con cui si stabiliscono le modalità di pagamento, i tempi ed eventualmente i depositi al sacro monte o pagamenti a terzi.
L'esattoria è a "rose e spine", cioè l'esattore deve comunque la somma pattuita e non può per nessuna ragione venire meno agli accordi. Tuttavia spesso si registrano entrate inferiori al previsto: le somme non riscosse, previo controllo della regolarità dei conti da parte del collegio suddetto, vengono iscritte nel bilancio dell'anno successivo, se il debitore risulta insolvente, o cancellate, se lo stesso risulta non essere in grado di pagare.
L'esattore, una volta nominato, deve indicare un pieggio che garantisca per lui; la pieggeria, sottoscritta dal pieggio insieme a due testimoni, viene annotata sui registri degli incanti (vedi serie 9).
La presente sottoserie contiene la documentazione contabile prodotta sia dalla massaria comunale, sia dalla esattoria delle pie cause.
La funzionalità dell'esattoria non doveva essere del tutto soddisfacente, come testimonia una parte del consiglio generale del 1684 dicembre 14: constatata la difficoltà che i celebranti della chiesa parrocchiale incontrano nel riscuotere le somme loro dovute dagli esattori, si concede loro di riscuotere di persona, con l'impegno di registrare su un "libretto" somme incassate e nomi dei paganti; il "libretto" sarà poi controllato a fine d'anno dai ragionatti ordinari e straordinari.

Codici identificativi:

  • MIBA01B4F0 (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 28/05/2012