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Incantatori dei mulini

Incantatori dei mulini (1484 - 1678)

5 unità archivistiche di primo livello collegate

Sottoserie

Consistenza archivistica: Unità archivistiche 5 (comprendenti regg. 2, voll. 5, fascc. 7)

Soprattutto dall'esame degli inventari dei mulini è stato possibile identificare nel tempo questi edifici del comune di Salò nella contrada di Barbarano.
Nella prima metà del sec. XVI vi compaiono tre mulini così denominati: della Via, di Mezzo o della Madonna, della Fucina; a completare il numero dei mulini di Salò c'è il mulino delle Tivine o delle Rive. Gli accurati inventari, ordinati dal console e regolarmente aggiornati, riportano l'elenco dettagliato degli utensili ("robbe") presenti nei mulini del comune e da consegnarsi all'incantatore subentrante; questi a sua volta può darli in subappalto a un mulinaro, che si impegna ad averne cura e a restituire il tutto nel tempo stabilito.
Talora il comune incanta anche la voladiva, ossia la polvere di farina che durante la macinatura viene a svolazzare nell'edificio. La figura dell'incantatore somiglia a quella del nostro impresario: ottiene l'incanto di un mulino confrontandosi con altri aspiranti e offrendo la cifra più alta; il mulinaro invece lavora nell'edificio o come stipendiato dell'incantatore o come subappaltatore dell'incantatore. A tutti i residenti è fatto obbligo di macinare grano e "biave" esclusivamente nei mulini del comune, diversamente incorrono in pene che variano dal pagamento di una multa pecuniaria (solitamente soldi 10 planeti), alla confisca di tutto il macinato (carro e animali compresi).

Codici identificativi:

  • MIBA01B4FC (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 28/05/2012