Eredità Gemi (1474 - 1554)
6 unità archivistiche di primo livello collegateSottoserie
Consistenza archivistica: Unità archivistiche 6 (comprendenti reg. 1, voll. 4, fascc. 2, atto sing. cart. 1)
Melchiorre Gemi q. Giovanni da Salò, abitante a Monselice, con testamento del 1512 gennaio 12 nomina erede il figlio Baldassarre; se questi morirà prima di aver compiuto vent'anni senza figli maschi, gli subentreranno quali eredi i comuni di Salò e di Savallo 1, che dovranno destinare i proventi dell'eredità a doti per nubende povere. Baldassarre, dopo aver ceduto parte dell'eredità, in Bedizzole ai Roveglio di Salò, muore di peste nel 1530, lasciando erede il cugino Pier Maria Lanterio di Padova; subito sorge una questione sull'età del testatore all'epoca del suo decesso. Un arbitrato del 1533 recepisce le istanze dei comuni, ma i fratelli Roberto e Pietro Gelmini di Padova (della famiglia della moglie di Melchiorre Gemi, ai quali nel frattempo è pervenuta l'eredità) ricorrono al podestà di Salò, il cui vicario sentenzia a loro favore. Vano appello dei comuni ai rettori di Brescia e quindi agli auditori nuovi, dai quali la causa viene intromessa alla quarantia civil nuova (qui detta anche nuovissima). Nel 1554 le parti in causa si accordano per un compromesso che pone fine all'annosa questione.
NOTE
1 Ora Mura, in Val Sabbia.
Codici identificativi:
- MIBA01B505 (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 28/05/2012
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/groups/****/fonds/36478