Azioni dei consigli (1428 - 1800)
Serie
Nel 1331, con l'atto di dedizione della città a Giovanni di Boemia, ha termine l'età comunale in Bergamo. I consigli cittadini, fino ad allora composti in virtù del criterio della rappresentanza, sono da quel momento subordinati nella loro formazione alla volontà del re, cui spetta il potere di controllo delle nomine dei consiglieri.
Passata sotto il dominio di Giovanni Visconti (1349), Bergamo vede il proprio consiglio maggiore, o "provisione grande", ridotto da 300 a 144 membri, i quali, suddivisi in dodici "mude", vengono a formare, a turno, un consiglio ristretto con funzioni esecutive al quale spetta, tra l'altro, il potere di convocare la provisione grande.
Anche Venezia, sotto il cui dominio Bergamo passa nel 1428, tenta di mantenere il potere di controllo sulla nomina dei consiglieri, ma la città riesce ad ottenere il privilegio della cooptazione.
Il numero dei consiglieri passa a 72 "savi" eletti ogni anno, nel mese di dicembre, dallo stesso consiglio maggiore alla presenza di almeno uno dei due rettori. I consiglieri devono essere "de melioribus et magis comunibus civitatis Bergomi". L'elezione avviene mediante il sistema delle "ballotte", espressione personale del voto dei consiglieri e i consiglieri già eletti non possono partecipare alla ballottazione di persone appartenenti alla stessa famiglia e agnazione, mentre sono possibili le rielezioni.
Con decreto del 1517 aprile 21 (1) il consiglio dei dieci di Venezia stabi di portare a cento il numero dei consiglieri. In dicembre vengono così estratti a sorte cinquanta consiglieri destinati ad uscire dal consiglio maggiore, non prima però di aver nominato, assieme ai restanti cinquanta consiglieri, i sostituti; dopo un anno di "contumacia", i consiglieri estratti ritornano a far parte del consiglio maggiore. L'età minima per poter sedere in consiglio è di 30 anni ed ogni casata può essere rappresentata da un massimo di tre membri.
Il 23 maggio 1619 il numero dei consiglieri è portato a 132, ma il 21 novembre del 1620 si ritorna a cento (2). E' da segnalare il fatto che l'elezione del consiglio mediante l'estrazione a sorte e la "contumacia" di cinquanta consiglieri hanno, per decenni, determinato l'erronea considerazione che il consiglio maggiore fosse composto da 150 membri (3).
Il consiglio maggiore rappresenta "totam civitatem et commune Bergomi", ed ha "plenam et generalem administrationem bonorum, iurium et officiorum ac rerum omnium" (4).
Il consiglio maggiore non può essere legittimamente convocato se prima non siano stati convocati i rettori; alla seduta del consiglio deve essere presente almeno un rettore o, in sua vece, il camerario (camerlengo) o il vicario pretorio. Il consiglio puo validamente deliberare solo se raggiunge il quorum di settanta consiglieri. I consiglieri (ora non più di quattro per casata), sono liberi di esprimere le proprie opinioni all'interno dei consigli; hanno l'obbligo di esprimere il proprio voto, personale e segreto, sopra ogni singola "parte", pena la privazione di tutti gli uffici per la parte restante del mandato e per il decennio successivo, tranne quelle attinenti materie nelle quali abbiano interessi le loro famiglie e agnazione.
I membri del consiglio maggiore, divisi in sei gruppi, nei quali è vietata la contemporanea presenza di consiglieri della stessa famiglia, ed estratti a sorte ogni due mesi da uno dei rettori, formano il consiglio minore, o "bina". Il consiglio minore, detto anche degli anziani, per il quale valgono le modalità di convocazione già viste per il consiglio maggiore, quando si riunisce, al solo fine consultivo senza la presenza dei rettori, prende il nome di "bina secca"; quando, invece, si riunisce per deliberare alla presenza dei rettori, prende il nome di "bina verde" (5).
Il consiglio minore ha il potere di convocare il consiglio maggiore e di proporre qualsiasi "parte", anche contro il parere degli altri consiglieri; vigila sull'esecuzione delle deputazioni, delle quali è informato bimestralmente dai cancellieri del comune; propone ogni due mesi i piani volti alla diminuzione delle spese del comune e le autorizza.
I cancellieri del comune devono partecipare a tutte le riunioni dei consigli ed annotare su di un apposito registro di deliberazioni oltre ai nominativi dei consiglieri riuniti in seduta, la "parte" sopra la quale è stato richiesto il voto e, subito dopo, l'esito dello stesso.
La serie comprende, oltre ai registri delle deliberazioni, anche tre registri contenenti le minute delle stesse deliberazioni(6). Su nove registri (7), la cui destinazione era probabilmente "ad uso interno d'ufficio", sono invece copiate solo alcune delle "parti" votate dai consigli e non è chiaro quale sia stato il criterio di scelta adottato per la loro compilazione.
1 Cfr. ducale 1517 aprile 21, in Biblioteca civica "A. Mai" di Bergamo, "Archivio dei rettori" serie "Ducali originali" (in corso di inventariazione)
2 Capitolare Officiorum. Ms., 1657, Bergamo, Biblioteca "A. Mai", AB 94
3 Cfr. B. Belotti, "Storia di Bergamo…", cit. vol III, p.8
4 Cfr. "Capitolare Officiorum", cit.
5 Istituto di Storia Economica dell'Università di Trieste (a cura di), "Relazioni dei rettori veneti di Terraferma. Vol. XII. Podestaria e capitanato di Bergamo", Milano, 1978, p. 445
6 Cfr. unità 93−95
7 Cfr. unità 96, 98−105
Codici identificativi:
- MIBA002F8E (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/groups/****/fonds/5440