Processi in materia di acque (1171 - 1773)
Serie
La documentazione consera veniva utilizzata generalmente per la istruzione di cause civili che il comune di Bergamo promuoveva per rivendicare propri diritti in materia di acque contro singoli privati e altri comuni o enti.
Il problema della proprietà e dell'uso di acque, nel periodo della dominazione veneta, diviene spesso argomento per accese e, spesso, annose vertenze.
I lavori di scavo e di costruzione dell'invaso delle prime e più importanti rogge, come per esempio la roggia Serio e le sue derivazioni fino alla roggia Coda di Serio, sono, infatti, opera del comune di Bergamo. Questo impone a tutti coloro che intendono utilizzare le acque di questi invasi l'obbligo di costituirsi in consorzi, generalmente chiamati "compagnie", e di eleggere propri "campari" e "consoli" con il compito di controllare lo stato delle rogge e di difendere gli interessi di tutti i "compartecipi". L'apertura, inoltre, di nuove bocche di derivazione, sulla base di suppliche inviate al consiglio dagli interessati, è subordinata alla garanzia di non recare il minimo danno agli altri utenti. Tutti i "compartecipi" sono poi tenuti al pagamento di "taglie", proporzionali al diritto goduto dall'utente di disporre dell'acqua, onde contribuire alle spese di manutenzione delle rogge; tale diritto è commisurato alle ore giornaliere di acqua utilizzata, ovvero alla superfice da irrigare. In caso di sovrabbondanza d'acqua, la "compagnia" può affittare le ore a terzi e i proventi vengono incamerati in un fondo comune quale parziale copertura degli oneri sociali.
Questa organizzazione consortile si diffonde gradualmente su tutto il territorio bergamasco, anche per quelle rogge che non sono di proprietà comunale. Tutti questi elementi trovano un riscontro istituzionale nel collegio delle acque a cui sono attribuite diverse funzioni sia in sede amministrativa, (licenza di acque, suppliche per l'apertura di nuove bocche, calcolo dei riparti di ore d'acqua) che in fase di controllo, (riparazione e pulitura dei canali), e, nel caso di controversie, di predisporre la necessaria documentazione per promuovere azioni in sede giudiziaria.
La prima menzione di un organismo deputato alla gestione del patrimonio idrico si ha con l'elezione, da parte del consiglio maggiore il 1527 aprile 12, di tre deputati con il compito di controllare lo stato di conservazione delle rogge. Del collegio delle acque vero e proprio si ha notizia in una delibera del consiglio maggiore del 1561 giugno 21: "siano elletti per questo consiglio sette spettabili deputati non interessati et fuori d'ogni suspicione di diverse parentele quali abbiano trattare consultare e diffendere le raggioni di questa comunità, si in questa città avanti gli clarissimi rettori come nell'Inclita città di Venezia avanti qualunque Illustrissimo magistrato et excellentissimo consiglio contra ciascuno qual pretenda et voglia subtrarsi dalle sudette spese, possando ditti Magnifici deputati overo la maggior parte intorno di questi far tutta quella provisione per diffendere, far ispedir dette cause et ogn'altra promisione che sia a beneficio di questa comunità per conservar e mantenir detta aqua et ancho trattar et concluder ogn'accordo, […]ita questa ellettione habbia a durare per anni doi prossimi a venire".
I documenti costituenti la serie presentano, naturalmente, tipologie assai differenti; si ritrovano, in particolare, attestati di proprietà, strumenti di vendita, lettere ducali, originali e copie, proclami a stampa, sentenze, stampe al taglio, rubriche per concessioni d'acqua e licenze, note di ripartizione delle ore d'uso delle acque e relative taglie, disegni e schizzi illustranti tratti di fiume e di rogge, oppure, bocche di derivazione con relative misure e portate d'acqua.
La titolazione dei volumi rivela un primo intervento di riordino di probabile datazione settecentesca: in essa compare, accanto al termine "processo", una sigla alfabetica che, nella maggior parte dei casi, risulta essere la lettera iniziale della località coinvolta nella causa. Per esempio, "Processo Z." indica il comune di Zanica nel cui territorio scorre un tratto della roggia Nuova oggetto della causa giudiziaria.
Un secondo intervento ordinatorio è rilevabile ancora dalla coperta e si riferisce alla sistemazione avvenuta nel 1813. In questo caso, l'anno è immediatamente seguito da un numero d'ordine attribuito dall'archivista.
La serie si configura come un insieme eterogeneo di copie di documenti utilizzati per la formazione di cause. Nessuna indicazione si ritrova, invece, per quanto riguarda l'epoca in cui queste carte sono state raccolte. Si può avanzare l'ipotesi che la serie "Acque processi" si sia formata nel periodo che va dalla istituzione del "Collegio alla Acque", 1561, e la fine della dominazione veneziana, 1797, ma in mancanza di un dato preciso non è possibile stabilire fino a quale data sia lecito considerare alcune carte come antecedenti. E' quindi una scelta obbligata quella di dare come estremi cronologici la data del documento più antico e quella del più recente.
Codici identificativi:
- MIBA002FB0 (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/groups/****/fonds/5474