Antonietti, Giovanni Antonio [sacerdote] ( Gandino (BG), 1892 febbraio 8 - Clusone (BG), 1976 novembre 23 )

Tipologia: Persona

Profilo storico / Biografia

Giovanni Antonietti nasce a Cirano di Gandino l’8 febbraio 1892 da Giovanni Antonio e Caterina Nodari. Orfano di padre fin dalla nascita, trascorre l’infanzia nella famiglia materna a Cirano dove compie gli studi elementari. Nel 1904 entra nel Seminario vescovile di Bergamo. Ordinato sacerdote il 25 luglio 1914, viene subito destinato a curato della parrocchia di Chiuduno dove rimane dodici anni.
Pochi giorni dopo l’inizio della guerra, il 1° giugno 1915, Antonietti viene arruolato nella terza Compagnia di Sanità di Milano e parte per il fronte. Nel marzo 1916 è nominato cappellano militare del Battaglione Stelvio (5° Reggimento alpini), poi, nel 1918, è assegnato al Battaglione Moncenisio (3° Reggimento alpini).
Il servizio prestato nell’esercito gli vale due medaglie d’argento al valore militare (una conferita nel 1916, l’altra nel 1923) e la nomina a Cavaliere della corona d’Italia nel 1919.
Finita la guerra torna a Chiuduno dove riprende il suo ministero di curato fino al maggio del 1926. A Chiuduno fonda anche la locale Sezione combattenti di cui diventa presidente, dedicandosi in particolar modo all’assistenza delle vedove e degli orfani di guerra. Affetto da problemi polmonari dovuti forse alla dilagante epidemia di spagnola, trascorre alcuni mesi nel Sanatorio di Groppino dove matura l’idea che si concreterà poi nell’istituzione della Casa dell’orfano. Del Sanatorio di Groppino sarà anche parroco per tre mesi, nel 1926.
Fermo sostenitore dell’ideologia fascista, si lega in rapporto di amicizia e collaborazione con personaggi fortemente compromessi con il regime, come Giacomo Suardo, Guido Letta, Ciro Prearo che fino alla fine sosterrà anche nei momenti più difficili.
Nel 1924 viene nominato presidente del Patronato provinciale per gli orfani di guerra e, attraverso il Patronato, realizza l’idea di istituire un’opera di ricovero permanente per gli orfani di guerra bisognosi a carattere di preventorio in funzione prevalentemente antitubercolare. Il 25 giugno 1925 apre così i battenti la Casa dell’orfano di Ponte Selva, in Comune di Clusone, di cui Antonietti diventa subito presidente e direttore, e alla quale da quel momento in poi dedicherà tutta la vita.
Nel 1926 su proposta del presidente del Consiglio dei ministri è nominato Cavaliere dell’ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro.
Dal dicembre 1926 al marzo 1929 ricopre la carica di direttore dell’Opera Bonomelli di Bergamo.
Quando nel 1929 viene istituita l’Opera nazionale per gli orfani di guerra (ONOG) Antonietti è nominato commissario prefettizio e poi presidente del Comitato provinciale ONOG di Bergamo. A seguito dell’istituzione della stessa Opera nazionale per gli orfani di guerra, Antonietti nel 1930 viene anche nominato commissario prefettizio del Patronato provinciale per gli orfani di guerra e della Casa dell’orfano e tale resterà fino al 1969.
Dal 1950 è commissario di zona per la Sezione bergamasca dell’Istituto del Nastro Azzurro fra combattenti decorati al valor militare e poi presidente della Sezione di Clusone.
Dal 1955 al 1969 è presidente della sezione locale dell’Associazione nazionale cappellani militari d’Italia in congedo.
Nel 1969 lascia la direzione della Casa dell’orfano, di cui continua però a ricoprire la carica di presidente.
Muore a Ponte Selva il 23 novembre 1976.

Complessi archivistici

Fonti

  • Antonietti 1939 = La Casa dell'orfano in Ponte Selva nelle nozze d'argento sacerdotali del presidente cav. don Giovanni Antonietti 1914-1939, S.A. Editrice S. Alessandro, 1939
  • Antonietti 1974 = Antonietti, Giovanni, Nozze di diamante, 1974
  • Antonietti 2016 = In memoria di mons. Giovanni Antonietti - Testimoninanza a più voci, Graphic & Print Lab, 2016
  • Cappellani1961 = Altare da campo. Chierici e sacerdoti della Diocesi di Bergamo al servizio della patria in armi, Poligrafiche Bolis spa, 1961

Compilatori

  • Prima redazione: Laura Soggetti (archivista) - Data intervento: 30 settembre 2016
  • Revisione: Sergio Primo Del Bello (archivista) - Data intervento: 31 ottobre 2016