Comune di Leno - Acque irrigue ( sec. XV - 2008 )
Tipologia: Ente
Tipologia ente: Ente pubblico territoriale
Condizione: pubblico
Sede: Leno
Profilo storico / Biografia
Merita senza dubbio attenzione e studio la documentazione che costituisce il nucleo documentario di cui qui si presenta l’inventario, in quanto fonte indiscussa di vicende che hanno contrassegnato per secoli la storia della comunità di Leno.
L’arco cronologico documentato da queste carte, che come si dirà sono strettamente congiunte all’archivio comunale, è ampio ma la maggior parte di esse si concentra dalla metà circa del sec. XVIII fino alla metà circa del sec. XX.
La documentazione della sezione, denominata semplicemente Acque irrigue comunali, attraversa vicende storico giuridiche molto complesse, in secoli durante i quali il Comune di Leno si è trovato ad amministrare e a difendere la sua più grande ricchezza rappresentata dall’acqua irrigua.
Fin da tempi remoti, l’acqua attraverso una fitta rete di rogge, vasi secondari e fontanili, bagna l’intero territorio del Comune di Leno e permette la realizzazione di una fiorente agricoltura. L’acqua dei fontanili esistenti sul territorio della Bassa pianura bresciana, venne ab antiquo progressivamente incanalata e portata verso le campagne più aride, mentre lungo il percorso delle seriole sorsero insediamenti rurali, cascine e mulini.
Le fonti che documentano la storia delle acque irrigue di Leno fino alla fine del secolo XVIII, sono veramente molto estese: l’archivio comunale antico, per esempio, è dominato dai carteggi relativi all’acquisizione e alla difesa dei diritti d’acqua.
Anche successivamente, nei sec. XIX-XX, l’archivio comunale è ricco di documenti sull’amministrazione ordinaria delle acque. Parallelamente all’archivio, le carte della sezione Acque irrigue comunali costituiscono un ulteriore supporto, complementare ai primi, per comprendere le vicende più recenti legate alle bonifiche delle campagne.
Il Comune di Leno acquista sorgenti e i diritti d’acqua in diversi tempi, concentrati nei sec. XV-XVII, dall’Abbazia di Leno e dalle famiglie nobili che sul territorio possiedono grandi appezzamenti (1).
La gestione ordinaria delle acque comunali, rimasta immutata per secoli, prevede un’attenzione particolare da parte del comune che, dai secoli remoti, ogni anno nomina i “deputati” responsabili della buona amministrazione delle acque, gli adacquaroli addetti alla sorveglianza dei canali; nell’Otto-Novecento, un’apposita commissione comunale è nominata per la sistemazione e la manutenzione dei vasi irrigui e vi è un assessore delegato esclusivamente agli affari delle acque.
L’acqua, da grande risorsa naturale, diviene per il comune una risorsa economica: essa viene affittata a coloro che possiedono campi da irrigare. I proventi derivanti dall’affitto delle acque in parte servono, tuttavia, anche per la cura dei canali, per la manutenzione di manufatti e per il salario degli addetti alla sorveglianza.
Ogni anno vengono effettuate le cosiddette curazioni che consistono nella pulizia di argini, letti, bocche delle seriole; ad ogni stagione, inoltre, viene controllata la portata d’acqua dei canali per ragguagliare i canoni d’irrigazione e per evitare reclami da parte degli utenti. L’azione comunale di tutela e di amministrazione delle acque è bene documentata sia in questa sezione sia nell’archivio storico comunale.
Dalla fine del sec. XIX, il comune è impegnato in opere finalizzate all’ammodernamento della rete irrigua necessarie per apportare migliorie ad un’agricoltura rimasta ferma per lungo tempo. Viene così avviata la bonifica delle campagne comunali. I progetti di bonifica sono di Emilio Lazzari e prevedono la derivazione di nuovi vasi irrigui e l’allargamento degli esistenti. Per realizzare tali opere il comune vende le proprie campagne: prima le Campagne Onizzetto e Moresche, Serioletta, poi Codebò, Fontanone sera, Fontanone mattina, Schiavetto, Viganovo, Longura, Bosco. Per queste bonifiche il comune riceverà anche un premio dallo Stato.
Dovranno trascorrere oltre vent’anni perchè le carte d’archivio ricomincino ad occuparsi di acque oltre l’ordinaria gestione. Nel 1926 viene costituito il Consorzio di bonifica dell’Agro bresciano fra Mella e Chiese che, tra i suoi progetti, ha quello della bonifica di una estesa plaga della Bassa bresciana.
Nel 1932, il regime fascista celebra il suo primo decennale di storia. Il regime in questi anni vara un ambizioso programma di realizzazione di opere pubbliche e, tra queste, opere di bonifica e d’irrigazione di numerosi territori della pianura Padana, da tempo trascurati e incolti. Le opere di bonifica servono anche per creare lavoro e per occupare manodopera, altrimenti allo sbando e pronta ad un’emigrazione senza ritorno fino in paesi d’oltreoceano. In questo quadro generale di riferimento si vengono ad inserire anche le nuove opere di bonifica e d’irrigazione sul territorio di Leno. Nel 1932-1933, sulla base dei progetti dell’ingegnere Achille Marangoni, vengono realizzate numerose opere idrauliche di allargamento, di deviazione, di miglioramento dell’assetto delle rogge comunali. Il comune per portare a compimento queste opere accede ad un contributo dallo Stato bene documentato dalle carte conservate in archivio.
Dopo questi anni, le carte della sezione Acque irrigue comunali si riducono documentando comunque sempre l’ordinaria amministrazione delle acque (2).
Nel secondo dopoguerra e fino al 1956, le acque irrigue continuano ad essere amministrate dalla Commissione comunale delle acque costituita da 5 membri più il sindaco pro tempore con funzioni presidente. L’ordinaria amministrazione prevede la fissazione degli orari di distribuzione dell’acqua, dei canoni annuali dell’acqua irrigatoria estiva e dell’acqua invernale per le marcite – detta di marcentazione -, l’esame delle domande per la concessione di maggiore acqua agli utenti, la manutenzione dei canali, l’esecuzione di lavori urgenti lungo i canali, la sorveglianza, le trattative per appianare le vertenze sorte tra comune e utenti.
Fin dai primi anni Cinquanta viene avviata in ambito comunale una riflessione su tale gestione che si rivela non più adeguata alle esigenze di una più moderna attività agricola. Così, nel 1956 la gestione delle acque irrigue del comune passa a quella che comincerà a chiamarsi Azienda acque, definizione che dura ancora oggi.
Dalla gestione attraverso una commissione ristretta con solo voto consultivo da parte degli utenti di tutti i vasi irrigui comunali sui diversi problemi legati alle acque irrigue, si passa ad una gestione partecipativa degli utenti medesimi.
Il cambiamento da Commissione acque a Azienda acque non è soltanto nella denominazione ma anche nella organizzazione della gestione delle acque irrigue. Nella prima riunione degli utenti del vaso Littorio del 28 ottobre 1956, il sindaco illustra brevemente le caratteristiche dell’Azienda acque. Dalle sue parole si evince che l’Azienda acque è amministrata da un consiglio che comprende i rappresentanti dei diversi vasi irrigui. Le parole del sindaco sono chiare “gli utenti saranno chiamati, per tramite dei loro rappresentanti che formano il consiglio, a gestire in modo autonomo l’Azienda, nel senso che gli stessi utenti, nel limite delle disponibilità di bilancio [formulato dal consiglio] programmeranno lavori, sia di carattere ordinario che straordinario, potranno rivedere le concessioni in atto ed in genere controlleranno l’andamento della gestione”. Il consiglio in sintesi è chiamato principalmente a:
1. formulare il bilancio con un programma di spese,
2. disciplinare e controllare la gestione,
3. rivedere le concessioni.
I consiglieri, che durano in carica due anni, sono 17 più il presidente che è il sindaco pro tempore. In seno al consiglio, che ha funzioni deliberative, viene nominata una delegazione di 5 membri con funzioni esecutive. Da questo momento, ad amministrare le acque irrigue intervengono l’assemblea degli utenti dei vasi irrigui che delibera con un voto impegnativo per l’amministrazione comunale, un consiglio formato dai rappresentanti dei singoli vasi ed eletti dalle rispettive utenze. Vi è, dunque, una partecipazione diretta e democratica da parte degli utenti.
A distanza di poco più di 10 anni, questa gestione si rivela fragile e difficile. Si registrano nuove ipotesi di cambiamento nella gestione delle acque. Inizialmente, l’idea è di costituire un Consorzio di miglioramento fondiario e, successivamente, un Bacino autonomo dell’Università delle acque irrigue di Leno. Il confronto sul tema della nuova gestione prosegue per molti anni mentre nel frattempo le acque irrigue sono amministrate da una deputazione ad interim a detrimento di nuovi progetti migliorativi e con la fatica amministrativa di bilanci non in attivo. Dopo lungaggini burocratiche – Prefettura, Genio civile, Ispettorato compartimentale dell’agricoltura di Milano – lo statuto del Consorzio di miglioramento fondiario predisposto dal comune non sarà approvato e si andrà delineando l’ipotesi di costituzione del Bacino autonomo agganciato all’esistente Consorzio di bonifica agro bresciano fra Mella e Chiese. Quest’ultima ipotesi non sarà inizialmente accolta dal consiglio comunale protraendo la vicenda, ora quasi del tutto di carattere politico, per anni fino ad arrivare al 1994. In questo anno, gli utenti acque sono chiamati ad esprimersi sull’adesione o meno al Consorzio di bonifica agro bresciano fra Mella e Chiese. La consultazione darà parere negativo.
Negli anni immediatamente successivi, la gestione delle irrigue sarà affidata ad un ufficio esterno al comune, sempre denominato Azienda acque, chiudendo definitivamente, secondo il parere di chi scrive, una pagina di storia comunale tra le più antiche e rilevanti.
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1. Dai Manerba in territorio di Ghedi, dagli Occanoni in territorio di Bagnolo.
2. I fascicoli di riferimento per le acque irrigue, ponti, consorzi di bonifica, nell’archivio comunale sono classificati rispettivamente Categoria X, classi 2, 4, 5.
Complessi archivistici
- Comune di Leno - Acque irrigue (sec. XV - 2008)
Fonti
- BIB = Cirimbelli Luigi, Acque irrigue, Comune di Leno, 2007
Compilatori
- Revisione: Giuseppina Caldera (Archivista) - Data intervento: 15 gennaio 2018
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/groups/Leno/creators/4342