Ricovero vecchi di Leno ( 1906 - 1988 )
Tipologia: Ente
Tipologia ente: Ente di assistenza e beneficenza
Condizione: pubblico
Sede: Leno
Profilo storico / Biografia
Il Ricovero vecchi di Leno viene istituito per iniziativa della Cassa cooperativa di prestiti di Leno nel 1906.
Per provvedere alla fondazione della nuova istituzione, inizialmente denominata “Ricovero di mendicità”, viene costituita una commissione della quale fanno parte, oltre al rappresentante della Cassa rurale, anche rappresentanti del comune e della congregazione di carità.
L’idea del comitato promotore, rappresentato da Pericle Prestini, segretario comunali, e dal dott. William Zannini, è di istituire una società contro l’accattonaggio e di assistenza ai poveri adottando il regolamento di quella istituita e funzionante a Brescia. Viene promossa una sottoscrizione per la raccolta di offerte e viene presentata domanda anche alla Cassa di risparmio di Milano per un contributo.
Sul quotidiano La Provincia di Brescia, il 26 giugno del 1906, un lungo articolo annuncia l’iniziativa della Cassa cooperativa e l’istituzione del comitato promotore al quale viene demandato il compito lavorare a un progetto e a un programma pro vecchiaia.
Nelle intenzioni dei fondatori la nuova istituzione dovrebbe soccorrere almeno 30 persone povere e miserabili. Il piano finanziario prevede una spesa iniziale ipotizzata ammonta a lire 4320 (lire 12 a persona al mese, centesimi 40 al giorno).
Sul quotidiano il Cittadino di Brescia, il 4 aprile del 1907, si parla ancora dell’istituendo ricovero annunciando la composizione della commissione designata per amministrare provvisoriamente il nuovo ricovero in attesa dell’erezione in ente morale. I cinque membri sono Pericle Prestini, William Zannini, mons. Luigi Olivares, arciprete, Cesare Bozzoni, possidente, signora Celeste Locatelli, possidente. Sullo stesso giornale, si comunica, altresì, il contributo di lire 1.000 stanziato dalla Cassa di risparmio di Milano.
Dal 6 maggio 1907, il ricovero è aperto e comincia a funzionare regolarmente per 10 poveri vecchi ai quali è assicurato vitto, alloggio e assistenza medica.
Le prime spese comprendono l’acquisto di arredo per il primo impianto, le spese di vitto e legna, le spese per il pagamento dei custodi.
La commissione amministratrice provvisoria del nuovo ente, che è dotato di un patrimonio di circa £ 10.000 e con le rendite sufficienti per il funzionamento, predispone lo statuto e presenta istanza per la concessione della personalità giuridica. Il Regio decreto di riconoscimento porta la data 7 settembre 1908. Lo statuto, approvato nell’agosto del 1908, è composto di 25 articoli.
Nello statuto presentato per l’erezione in ente morale, la nuova istituzione intitolata “Ricovero pei vecchi e soccorso agli indigenti” ha il duplice scopo di assistere e mantenere i vecchi poveri inabili al lavoro e di venire in sollievo agli indigenti sottraendoli all’umiliante pratica dell’accattonaggio (art. 1). Nella versione definitiva dello statuto l’ente sarà intitolato “Ricovero dei vecchi inabili al lavoro”.
Il ricovero provvede alle spese di gestione con gli interessi derivanti dal capitale disposto dalla Cassa cooperativa ammontante a lire 200, con un assegno di lire 1.700 della congregazione di carità (deliberazione del 21 giugno 1906), con l’assegno del comune ammontante a lire 2.000 (deliberazione 6 settembre 1906), con oblazioni e sottoscrizioni di privati e con altri sussidi ammontanti complessivamente a lire 1.500 (art. 2).
La commissione definitiva di amministrazione, come la precedente provvisoria, si compone di cinque membri, nominati dal consiglio comunale, che durano in carica cinque anni. Il presidente viene scelto dalla commissione a maggioranza dei voti. Ogni anno la commissione viene rinnovata per un quinto dei membri scaduti per anzianità (art. 4). La commissione delibera sui bilanci preventivi e consuntivi, decide sui contratti, sulle domande di accettazione di legati e eredità, delibera l’accoglimento degli anziani, compilando ogni anno l’elenco dei poveri del paese.
Al servizio di amministrazione provvedono un segretario e un tesoriere. Il primo può essere anche un membro della commissione, mentre le funzioni di tesoriere possono essere ricoperte dall’esattore comunale (artt. 6-8). Nello statuto sono dettate norme sulle attribuzioni del presidente (artt. 12-13), sulle adunanze, sulle convocazioni della commissione e sulle deliberazioni (artt. 14-19).
Con il riconoscimento dello status di ente morale il ricovero beneficerà del sussidio governativo e di quelli della Cassa di risparmio, del comune, della Cassa cooperativa e della locale congregazione di carità.
Per provvedere all’ordinaria amministrazione di ricoverati e personale, il ricovero si dota, fin dall’inizio del suo funzionamento, di regolamenti. Un regolamento interno viene redatto per gli anziani ricoverati che disciplina gli orari che scandiscono la giornata, i giorni e le ore in cui gli ospiti hanno facoltà di uscire, norme riguardanti l’igiene personale, il tempo libero e il comportamento in generale sia all’interno sia all’esterno dell’istituto (1).
Un secondo regolamento riguarda il servizio dei due custodi, un uomo e una donna, addetti al ricovero. Sui due custodi ricadono tutte le incombenze e i servizi per la buona manutenzione dei locali e delle biancherie, per l’assistenza e per la preparazione dei pasti ai ricoverati. I due custodi sono assunti in servizio per un anno e possono essere riconfermati. Essi hanno l’obbligo di rimanere nel ricovero sia di giorno che di notte, percepiscono un assegno annuale nonché vitto e alloggio.
Nel 1910, la commissione di amministrazione del ricovero delibera la costruzione di un apposito fabbricato provvisto dei locali necessari per accogliere gli ospiti di quel momento, ma con la possibilità di un futuro ampliamento. Per la redazione del progetto vengono incaricati gli ingegneri Emilio Lazzari e Giovanni Capitanio (2). L’area per l’erezione del fabbricato è rappresentata dall’orto unito alla Casa del Legato Bozzoni con ingresso dal vicolo Lupo (3). La realizzazione del fabbricato è aggiudicata alla Cooperativa edilizia di Leno per lire18.138, 70. I lavori verranno conclusi nel 1913 dalla ditta Palmini di Leno.
Con regio decreto 27 settembre 1928, il Ricovero vecchi viene concentrato nella congregazione di carità (4), già amministratrice dell’Ospedale civile di Leno. Il dispositivo del decreto, approvando il proposito espresso dalla commissione amministratrice, dalla stessa congregazione di carità e dal podestà, considera l’utilità del concentramento, stante la tenuità del patrimonio del ricovero, e considerando anche la possibilità di disimpegnare i pochi servizi amministrativi mediante l’opera degli stessi impiegati della congregazione di carità.
La congregazione di carità è soppressa nel 1937 (5) e viene sostituita dall’ECA nell’amministrazione dell’Ospedale civile e del Ricovero vecchi.
Nel gennaio del 1938, una deliberazione dell’ECA approva il decentramento, con amministrazione autonoma dell’Ospedale e del Ricovero vecchi, con la motivazione che “avendo scopi diversi dall’assistenza generica, [l’Ospedale civile e il Ricovero vecchi] importano una complessa gestione che ingombra e appesantisce l’andamento dell’ente medesimo”. Il decentramento sarà approvato con regio decreto 19 gennaio 1939.
E’ del settembre 1939 l’approvazione del regolamento organico e di servizio interno dell’infermeria acuti e ricovero vecchi in base al quale il segretario dell’Ospedale civile di Leno, ora classificato “Infermeria acuti” (6), presta servizio anche per il ricovero con obbligo di “tenere completamente separati gli archivi, la corrispondenza, i registri contabili, i bilanci, i conti e gli inventari” delle due istituzioni.
Da quell’anno il ricovero sarà amministrato da un comitato amministrativo costituito da cinque membri, che successivamente diventeranno sette: il podestà con funzioni di presidente, i rappresentanti del fascio femminile, e del fascio di combattimento, dei datori di lavori – agricoltura e commercio – dei professionisti e dei lavoratori dell’agricoltura. Il segretario comunale assume le funzioni di segretario dell’ente.
Nel secondo dopoguerra, i criteri di gestione del gerontocomio continueranno a mantenersi sostanzialmente simili a quelli degli anni precedenti. Nel 1967 e nel 1983, due deliberazioni del consiglio di amministrazione propongono di mutare la denominazione di “Ricovero” in quella di “Casa di riposo” (7). Il presidente Enrico Pasquali, nel 1983, propone il cambiamento di denominazione con la motivazione che “in tempi di nuovi orizzonti ed aspettative anche il nostro ricovero si deve adeguare ed è bene che assuma una denominazione meno cruda”.
Nel 1972, in una relazione inviata alla Regione Lombardia, il presidente del ricovero Lucio Scalvini descrive la struttura dell’ente e i criteri di nomina della commissione di amministrazione: i cinque membri sono eletti dal consiglio comunale e durano in carica cinque anni; gli eletti, nella prima seduta, nominano il presidente.
In questa relazione, il presidente parla anche dell’edificio che ospita il ricovero. Esso è una vecchia costruzione di due piani che si trova nelle immediate vicinanze dell’Ospedale civile di Leno. I degenti sono sistemati in stanzette di quattro letti ciascuna. Il piano terra è occupato dagli uomini, mentre il primo piano dalle donne. Ai piani vi sono due stanze soggiorno. Vi sono, inoltre, un locale cucina e un locale guardaroba. Il ricovero non disponendo di servizi generali, quali la cucina, la lavanderia, l’impianto di riscaldamento, si avvale degli impianti dell’Ospedale al quale corrisponde una quota forfettaria per il loro uso. I posti del ricovero sono 32. I ricoverati versano direttamente o tramite il comune, una retta giornaliera di lire 1.200 (1972) e l’ente provvede a tutte le loro necessità.
Il personale in servizio è costituito da una suora infermiera e tre inservienti. Il lavoro di segreteria è svolto gratuitamente dal segretario dell’Ospedale, il geometra Paolo Bonometti. La consulenza medica è svolta da un sanitario dell’Ospedale.
Il patrimonio dell’ente è costituito da un appezzamento di circa 10 piò, da una casa ad uso civile a Leno in via Solferino e da una costruzione adibita a sezione locale dell’INAM. Da questo patrimonio deriva un reddito quasi insignificante.
Negli anni ‘70, nell’ambito della riorganizzazione dei servizi di assistenza e beneficenza (8), anche i ricoveri e l’assistenza rivolta agli anziani vengono ripensati. La Regione Lombardia promulgherà leggi per interventi per l’assistenza alle persone anziane (9), destinando fondi per la creazione di nuovi servizi e il potenziamento delle case di riposo e, successivamente, per la programmazione dei servizi socio assistenziali (10).
In base alla Legge regionale 3 settembre 1974 n. 55, viene a cessare l’amministrazione dell’ente da parte del medesimo consiglio di amministrazione gestore dell’Ospedale civile di Leno (11)e viene nominato dal consiglio comunale il nuovo consiglio di amministrazione del ricovero.
Tuttavia, il processo di cambiamento avviato in questi anni, è destinato progressivamente a sopprimere anche le IPAB per trasferirne progressivamente le funzioni ai comuni di competenza (12). Con la deliberazione del consiglio comunale del 25 luglio 1986, preceduta dalla deliberazione del consiglio di amministrazione dell’ente che propone l’estinzione della casa di riposo, il ricovero vecchi viene sciolto. Dal 1 ottobre dello stesso anno il comune subentra nella titolarità delle funzioni.
La Casa di riposo viene dichiarata estinta con decreto regionale n. 11272 del 1 giugno 1988 (13). Il patrimonio dell’ente viene attribuito al comune di Leno con il vincolo di destinazione a servizi sociali. Il personale tanto di ruolo quanto non di ruolo viene assegnato al comune. Viene nominato un commissario liquidatore con il compito di procedere al compimento delle operazioni di consegna del patrimonio e di messa a disposizione del personale. L’immobile di proprietà del Ricovero vecchi situato a Leno in via Zannini angolo vicolo Lupo, viene venduto all’USSL n. 43 per lire 160.000.000.
Dopo la proposta di estinzione, già dal 1987, gli ospiti della Casa di riposo, che in quel momento sono 19, vengono indirizzati 15 alla Casa di riposo di Pralboino, 2 a quella di Ghedi e 1 a Calcinato.
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1. Un nuovo regolamento interno sarà approvato con deliberazione del comitato amministrativo del 14 luglio 1938.
2. Progetto del 23 giugno 1910. Il progetto è privo dei disegni.
3. Legato dei fratelli Bozzoni Vincenzo (testamento 2 agosto 1891) e Arsenio Cesare (testamento 1 gennaio 1907) consistente in una casa con orto e brolo
4. Cfr. Archivio storico comunale. Sezione 1898-1932, fasc. Aggregazione del Ricovero vecchi e inabili al lavoro alla congregazione di carità. b. 408/11.
5. Legge n. 847/1937.
6. Decreto prefettizio 9 marzo 1939, n. 7712 Divisione sanità.
7. Deliberazione n. 20 del 1967 e deliberazione n. 13 del 1983.
8. Si ricorda che nel 1978 vengono soppressi gli ECA e sostituiti dalle IPAB; viene istituito il Servizio sanitario nazionale sul quale graveranno anche i ricoveri (Legge 23 dicembre 1978 n. 833).
9. Legge regionale n. 143 Interventi per l’assistenza alle persone anziane.
10. Legge regionale 26 marzo 1985 n. 427 Riorganizzazione e programmazione dei servizi socio assistenziali della Regione Lombardia.
11. In base a tale legge regionale, l’Ospedale civile di Leno entra a far parte di un nuovo organismo alle dipendenze della Regione Lombardia che fonde in un unico ente gli Ospedali di Leno, Manerbio e Pontevico, mentre il ricovero vecchi rimane sotto la vigilanza del comune. Verrà stipulata un convenzione tra l’Ente ospedaliero di Leno, Manerbio, Pontevico e le case di riposo di Leno e Manerbio per la fornitura del personale, del vitto per gli anziani ricoverati e per servizi generali dietro corresponsione di somme.
12. DL 29 marzo 1979 n. 113 Norme per la disciplina del trasferimento ai Comuni delle IPAB operanti in ambito regionale.
13. Ai sensi della Legge regionale 28 dicembre 1981 n. 72 (art. 4).
Complessi archivistici
- Ricovero vecchi di Leno (1901 - 1988)
Fonti
- BIB = Favagrossa Battista, L'Ospedale civile di Leno, [1986?]
Compilatori
- Revisione: Giuseppina Caldera (Archivista) - Data intervento: 28 novembre 2017
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/groups/Leno/creators/4349