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Camillo Quarenghi

Camillo Quarenghi (1893 settembre 13 - [1905])

151 unità archivistiche di primo livello collegate

Fondo

Consistenza archivistica: Unità 151

Il fondo Camillo Quarenghi, conservato in Archivio di Stato di Bergamo, è costituito da un lacerto della corrispondenza dell’avvocato, il cui nucleo più cospicuo è rappresentato dalle lettere inviate dal conte Girolamo Secco Suardo (1822−1906), attestanti i loro rapporti di stima e collaborazione nell’ambito della ricerca storica.

Storia archivistica:

Il fondo è stato acquistato dalla Soprintendenza archivistica per la Toscana nel 2004, presso la libreria antiquaria L.I.M. Antiqua di Lucca ed inviato per pertinenza all’Archivio di Stato di Bergamo. Le carte, provenienti da un fondo miscellaneo della Libreria Forni di Bologna (1), risultano di notevole interesse per la storia locale, tenendo conto dei legami e dei riferimenti del consistente nucleo di missive del conte Girolamo Secco Suardo con il mondo culturale bergamasco, a cavallo tra il XIX e XX secolo.
Dalla scheda realizzata dal libraio antiquario e allegata al fondo intitolato al Secco Suardo, questo risulta composto da 151 documenti, così distinti:

- n. 120 lettere del conte Girolamo Secco Suardo all’avvocato Camillo Quarenghi, datate tra il 1893 e il 1906 (2);
- n.1 lettera di Camillo Quarenghi al conte Girolamo Secco Suardo del 30 ottobre 1902 (3);
- n. 19 minute di lettere del Quarenghi al conte (4) + 8 documenti in copia del Quarenghi a Secco Suardo (1893-1896) (5);
- n. 10 lettere all’avvocato Quarenghi, inviate da mittenti diversi: A. Sobrora, P. Stefanelli, G. Scarabelli, C. Lochis, G. Bellini, Congregazione di Carità di Bergamo, Commissione araldica per le province di Romagna, A. Mazzi e C. Malagola (6).

Innanzi tutto è necessario ridefinire la denominazione del fondo, intitolato dall’antiquario al conte Secco Suardo per finalità chiaramente commerciali, ma in realtà afferente all’avvocato Camillo Quarenghi, in quanto destinatario delle missive del conte e di altri corrispondenti e autore delle lettere inviate; per questo si è denominato il fondo Camillo Quarenghi, da un punto di vista teorico archivistico, soggetto produttore.
L’analisi delle carte ha permesso un ripensamento e l’elaborazione di una nuova struttura, con l’aggiunta, rispetto all’intervento del 2012, della serie Carte estranee per la presenza di due lettere completamente estranee al fondo:

Serie 1 – Corrispondenza tra Girolamo Secco Suardo e Camillo Quarenghi, con 120 lettere del conte e 31 dell’avvocato (di cui 30 minute (7) e una copia);
Serie 2 – Corrispondenza di Camillo Quarenghi proveniente da mittenti diversi, con 8 lettere;
Serie 3 – Carte estranee.

Anche gli estremi cronologici del fondo sono cambiati rispetto al 2012, considerando come primo estremo la data della prima missiva del carteggio tra il conte e l’avvocato (1893 settembre 13) e non la data della lettera più antica conservata (1865), completamente estranea al fondo.
Il nucleo più consistente del carteggio è costituito dalla corrispondenza scambiata tra il conte Girolamo Secco Suardo e l’avvocato Camillo Quarenghi, in un arco di tempo che va dal 1893 al 1905, in serie continua, apparentemente senza grandi mancanze. Al contrario le missive del Quarenghi presentano una profonda lacuna tra il 1897 e il 1902, e si collocano cronologicamente tra il 1895 e il 1896, per poi comparire con una lettera in copia del 30 ottobre 1902 (8).
Le missive raccontano l’erudizione del conte e la genesi delle sue opere, in particolare di quella dedicata al Palazzo della Ragione (9). È uno scambio continuo di citazioni latine, indicazioni archivistiche, trascrizioni paleografiche, ritrovamenti d’archivio che delineano il milieu culturale bergamasco di quegli anni. Ma il provincialismo è in agguato.
Una lunga polemica coinvolge suo malgrado il conte che diventa bersaglio incrociato del sarcasmo del Fornoni e della rigidità dogmatica del Mazzi. Elia Fornoni (1847-1925) è uomo di spicco della comunità cittadina: architetto ed ingegnere, è autore di edifici civili e religiosi, ma anche erudito per passione, autore di numerosi articoli ed opuscoli sulla storia di Bergamo. Antonio Mazzi (1841-1925) è direttore della Biblioteca civica, dal 1898 all’anno della sua morte, ed è un prolifico autore di opere storiche sul Medioevo bergamasco.
Nel ristretto mondo culturale cittadino compare, nel 1894, un’opera di grande valore storico, Lo Studio di Ferrara a tutto il XV secolo (10), di un magistrato settantenne ormai a riposo. L’avvocato Girolamo Secco Suardo entra da protagonista nel mondo degli studi storici con quest’opera, frutto di un rigoroso e scientifico metodo storiografico, memore della lezione di Leopold von Ranke e, perché no, dell’esercizio giurisprudenziale di una vita, attento alle fonti indiziarie.
I problemi sorgono quando il conte, esponente di una delle più antiche famiglie bergamasche, forte della sua erudizione, punta l’attenzione sulla città dei suoi antenati e decide di scrivere un’opera sul Palazzo della Ragione, all’epoca sede della Biblioteca civica. Nuove tesi si oppongono a visioni consolidate, rappresentate dal Mazzi e dal Fornoni, ed esplode una campagna giornalistica contro il Secco Suardo. Mazzi invia una lettera anonima in latino in cui accusa il conte di essere tenebrosus, uno pseudoerudito che fa «di ogni erba un fascio, pur di godere la breve ora di un ingannevole trionfo, mentre non è possibile scovare la verità quando il preconcetto domini sovrano». Non per questo il conte perde coraggio, anzi risponde con forti argomentazioni alla polemica orchestrata dal Mazzi, senza perdersi d’animo, secondo il motto di famiglia Vim vi.

Nota dell'archivista:

L’intervento è consistito in un’attività di revisione al riordino e inventariazione del fondo, da me compiuto nel 2012, con il ricontrollo dei regesti di ogni documento, delle date croniche e topiche e delle schede per il Soggetto produttore e il Complesso archivistico.
A suo tempo l’intervento aveva previsto anche la digitalizzazione di tutte le lettere componenti il fondo.

Criteri di descrizione delle unità archivistiche

L’inventario descrive i singoli documenti; per ogni unità documentaria sono stati compilati i seguenti descrittori:

- Numero di unità
Il software Archimista attribuisce automaticamente un’unica numerazione di corda a tutti i pezzi schedati.

- Classificazione
È indicato l’indice di classificazione, risultato della strutturazione del fondo in serie.

- Titolo
Nei titoli compare l’indicazione di mittente e destinatario delle lettere (es. Lettera del conte Secco Suardo all’avvocato Quarenghi).

- Estremi cronologici e Note alla data
Si sono indicate le date croniche e topiche dei documenti. In caso di documentazione non datata, gli estremi cronologici sono stati attribuiti in base al contenuto della missiva e indicati tra parentesi quadre; in nota compare la dicitura “Missiva priva di data”. Si è lasciata l’indicazione “s.d.” (senza data), se non si è stati in grado di datare per mancanza di riferimenti precisi nel testo; queste lettere sono state collocate in coda alle rispettive serie.
L’indicazione della data topica non è segnalata se sull’unità documentaria compaiono più missive, come nel caso delle minute del Quarenghi scritte disordinatamente su fogli di protocollo.

- Contenuto
Stesura di regesti delle singole unità documentali.

- Note
Sono stati indicati:
- allegati alla documentazione principale;
- segnalazione di tipologia documentale (es. minuta, copia), di lacune al testo (es. lettera incompleta), di riconduzione di pezzi di missiva e di caratteristiche estrinseche del supporto (carta intestata e presenza di annotazioni).

- Descrizione estrinseca
Sono stati rilevati i seguenti elementi:
- supporto;
- consistenza;
- stato di conservazione e rilevazione di eventuali danni.

- Segnatura precedente
L’indicazione della numerazione di mano del Quarenghi dei fogli di protocollo con le sue minute.

- Segnatura definitiva
Si tratta della nuova numerazione delle unità documentali, progressiva da 1 per tutto il fondo, in base all’ordine cronologico delle carte.

Note
(1) Nel 1983 è pubblicata, in edizione Forni, la prima opera storica di Girolamo Secco Suardo, Lo Studio di Ferrara a tutto il XV secolo, forse un indizio per la difficile ricostruzione della storia del fondo.
(2) Per la datazione della lettera, corrispondente all’unità 140, che segna il secondo estremo cronologico del fondo, sorge un problema: sappiamo che il conte Girolamo Secco Suardo si spegne il 7 aprile 1906, mentre questa lettera risulta datata di suo pugno 26 novembre 1906 o così appare alla lettura. Potrebbe essere un lapsus calami, di cui spesso il conte parla nelle sue missive all’avvocato, e la lettera sarebbe da anteporre al 26 novembre 1905, data che abbiamo preferito e indicato tra parentesi quadre.
(3) Che ritengo una copia di una lettera inviata.
(4) In realtà 30 minute.
(5) Allegati al carteggio, di mano del Quarenghi e del Secco Suardo, che nel tempo si sono staccati dai testi e che ora sono stati ricondotti alle missive relative e segnalati nel campo Note.
(6) In realtà le missive di Pietro Stefanelli, professore di scienze naturali a Firenze, e di Giuseppe Scarabelli Gommi Flaminii, senatore e geologo di Imola, risultano estranee al fondo per il contenuto totalmente eccentrico rispetto ai temi abituali. Il sospetto è che siano finite per caso tra le carte del Quarenghi, provenienti da quel fondo miscellaneo acquistato dalla libreria L.I.M. Antiqua di Lucca presso la libreria Forni di Bologna.
(7) Le minute del Quarenghi, a parte un caso su carta intestata (unità n. 37), sono state scritte su fogli di protocollo numerati di mano dell’avvocato nn. 1 – 21 (mancano i nn. 9 e 19) non in ordine rigorosamente cronologico e sono state schedate per unità documentaria, descrivendo nel contenuto il regesto di una o più lettere contenute nei singoli fogli.
(8) Tutte le missive dell’avvocato Quarenghi inviate al conte sono conservate presso l’archivio Secco Suardo di Lurano.
(9) Il Palazzo della Ragione in Bergamo ed edifici ad esso adiacenti. L’antica demolita Basilica di S. Alessandro in Bergamo, Bergamo, Istituto italiano d’arti grafiche, 1901.
(10) Pubblicato negli Atti della Deputazione Ferrarese di Storia Patria, 1894.

Lingua della documentazione:

  • ita

Stato di conservazione:

mediocre

Note sullo stato di conservazione:

Le carte sono in discreto stato di conservazione, anche se parte del fondo ha subito danni dovuti a infiltrazioni d’acqua e umidità.

Soggetti produttori

Compilatori

  • Prima redazione: Dilda, Giovanni Luca (archivista) - Data intervento: 05 gennaio 2024