Congregazione del Ducato (1578 - 1801)
11 unità archivistiche di primo livello collegateSerie
L'origine della congregazione del ducato non è sancita da alcun atto ufficiale, analogamente all'origine della congregazione dello stato, in reazione alla quale(1) in un certo senso si è costituita l'organizzazione generale delle comunità foresi, comprese nel ducato amministrativo o provincia di Milano(2). Secondo uno studio di E. Verga(3) sulla base di documenti dell'archivio civico oggi non reperibili, già dal 1561 si hanno notizie della congregazione del ducato, che si oppone "al riparto delle imposte fatto dalla città di Milano a troppo danno della dipendente campagna".
Le singole comunità, con a capo un proprio "agente" o "sindaco", sono raggruppate in pievi a capo di ciascuna delle quali vi è un "anziano" o "sindaco provinciale". Il ducato, o contado, conta sostanzialmente sessantacinque pievi; numero che subì variazioni per le diverse cessioni di parti del territorio milanese ad altri stati, rispetto alle originarie ottantacinque all'epoca dell'istituzione del Ducato nel 1397(4). Nel 1561 l'amministrazione provinciale viene affidata a due "sindaci generali" (seniore e juniore, rinnovati a rotazione), detti anche "procuratori" e residenti a Milano. Nel 1591 si ha notizia di una congregazione di "quattro anziani delle pievi" che si riunivano, sempre a Milano, per difendere le cause del ducato. Soltanto nel 1595 il senato istituisce per decreto (v. b. 329) una regolare "congregazione generale" delle sessantacinque pievi, detta anche "congregazione del ducato"(5) con il compito di eleggere i sindaci generali. Viene altresì istituito un "consiglio minore dei diciotto anziani", scelti dalla congregazione generale e con carica biennale, ma non viene attivato prima del 1599. Dallo stesso anno la congregazione del ducato elegge normalmente e nomina gli anziani della congregazione dei diciotto sino al 1607, quando il senato stabilisce che gli stessi "diciotto" eleggano i propri successori, lasciandone però di volta in volta sei in carica per meglio curare la continuità degli affari. Pertanto alla congregazione generale rimane solamente la facoltà di nominare i procuratori, che dal 1623 viene peraltro vincolata ad una lista comprendente da sei a dodici soggetti approvata dal governatore, sulla base di un certo numero di candidati proposti dal sindaco generale che rimane in carica in qualità di nuovo sindaco seniore (ex juniore).
La congregazione del ducato invia un proprio ambasciatore a Madrid (v.b. 332) per sostenere gli interessi del contado anche presso la corte del re. Del resto l'amministrazione provinciale e quella cittadina sono costantemente in aperto contrasto: dopo il tentativo di realizzare un sistema unico d'imposta fondiaria, secondo il progetto del nuovo censimento di Carlo VI, i sindaci generali nel 1756 chiedono espressamente alla regia giunta del censimento, presieduta da Pompeo Neri, che i beni siti nel contado e posseduti da cittadini milanesi siano compresi nell'estimo rurale, ovvero passino ad essere competenza dell'amministrazione della provincia, mentre l'estimo civico sia limitato ai confini delle case e dei Corpi Santi di Milano (la risposta della città è conservata nella b. 330). La rivalità cessa definitivamente con lo scioglimento della stessa congregazione del ducato per opera di Maria Teresa (1760).
La funzione della congregazione del ducato(6), più esattamente quella dei diciotto anziani, come si è già accennato, è di tutelare gli interessi del contado nei confronti della città: controlla principalmente la distribuzione delle imposte, sia di quelle fondamentali (tassa su sale, perticato) sia dei carichi secondari (mensuale, alloggiamenti militari, tassa sui cavalli, presidi ordinari e foresi, diaria, manutenzione delle strade ecc.). A tale scopo i diciotto in un primo tempo si riuniscono nella casa del sindaco seniore, secondo le occorrenze; in seguito le adunanze avvengono nella casa della congregazione del ducato, su convocazione dei sindaci generali.
I verbali della congregazione dei diciotto sono per lo più minute o copie prive di sottoscrizione, contenenti discussioni e ordinazioni relative alla riscossione delle imposte, agli appalti, alle votazioni per l'elezione e la nomina di ufficiali e impiegati (cancelliere, ragionato, coadiutore, contrascrittore) e in particolare relative alle votazioni biennali per la nomina di dodici dei diciotto anziani.
Le prime tre buste della sottoserie contengono ordini e atti, in parte originali, dei sindaci generali, del senato, del governatore, dei diciotto e del magistrato delle entrate ordinarie, concernenti l'amministrazione dei carichi rurali. In particolare la seconda busta (b. 330) contiene alcune carte del periodo successivo all'abolizione della congregazione e relativo ai primi anni dell'occupazione francese (1797 − 1801). La sottoserie della congregazione del ducato è composta da undici buste (bb. 329, già 587 − 339 e già 597): le prime due sono intitolate "congregazione del ducato: provvidenze generali", la terza "congregazione dei diciotto", e le rimanenti "congregazione del ducato: appuntamenti". Tale suddivisione non sembra del tutto esatta; infatti in base all'effettivo contenuto delle buste, le prime tre trattano di provvidenze generali, mentre le successive riguardano in prevalenza gli appuntamenti dei diciotto, e non della congregazione generale del ducato, ad eccezione di alcune carte. Inoltre si può notare che le bb. 329 − 331 interessano intervalli di tempo sovrapposti e piuttosto ampi, mentre le bb. 332 − 339 si susseguono senza scarti e con regolarità cronologica, costituendo pertanto una serie omogenea.
Prima di giungere a noi la sottoserie ha subito dispersioni e un successivo riordinamento, poiché alla fine dell'Ottocento Gentile Pagani(7) parla di una serie consistente di venti buste ed Ettore Verga fa spesso riferimento alla busta contrassegnata un tempo con il numero 586, e oggi irreperibile.
La schedatura si è basata sulla suddivisione dell'inventario "Dicasteri" dell'archivio civico e dunque l'unità archivistica corrisponde alla singola busta.
1. Vedi scheda relativa alla sottoserie "Congregazione dello stato".
2. Si tratta del concetto di ducato amministrativo e territoriale o anche provinciale di Milano, che si riferisce solo al suo contado e non è da confondere con il concetto di ducato politico e storico, nominato sempre nei documenti "dominio" o "stato" di Milano.
3. Cfr. E. Verga, "La congregazione del ducato di Milano o l'amministrazione dell'antica provincia di Milano (1561 − 1759)", in "Archivio Storico Lombardo", s. III, XXII, fasc. 6, 1895, pp. 383 − 407.
4. Cfr. E. Verga, "La congregazione …", cit., pp. 388 − 389.
5. Si trovano anche altre denominazioni per questa congregazione: "Congregazione dei sessantacinque anziani delle pievi" e "Congregazione dei sessantacinque sindaci provinciali".
6. V. b. 330, unità 427: Notizie sulla congregazione del ducato chieste dal governo (1754 − 1755). 7. Cfr. G. Pagani, "L'archivio …", cit., p. 54.
Codici identificativi:
- MIBA0035A6 (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/groups/UniPV_Cen-/fonds/6573