Vicario della valle Seriana inferiore ( 1429 - 1797 )
Tipologia: Ente
Tipologia ente: Organo giudiziario
Condizione: pubblico
Sede: Nembro (BG)
Collegamenti
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Profilo storico / Biografia
Durante la dominazione veneziana la Valle Seriana Inferiore era una entità amministrativa autonoma con propri statuti e privilegi. (1). La storia di questa istituzione è ancora tutta da tracciare, giacchè l’archivio di Valle è andato disperso e le fonti note consistono in documenti sparsi negli archivi locali ed in atti notarili custoditi presso l’Archivio di Stato di Bergamo. Un inventario delle scritture, privilegi, libri della Valle Seriana Inferiore si trova negli atti del notaio Vitalba Francesco (2).
L’articolo 218 dello statuto del 1434 prescriveva che il Vicario tenesse un libro (vacheta papiri) di almeno 100 fogli ben rilegato su cui il giurisdicente o il suo notaio doveva annotare brevemente l’accusa fatta da un privato o dal console di uno dei comuni della valle, i nomi degli accusati, il crimine, il luogo ed il tempo del crimine, il tempo dell’accusa o della denuncia, i nomi dei testimoni e se la vittima desiderava che si procedesse all’inchiesta. Si doveva poi annotare il procedimento, la data dell’assoluzione o della condanna e il nome del notaio che l’aveva pubblicata. Il giurisdicente alla fine del suo mandato doveva consegnare questo libro al suo successore.
Il vicario di Valle (3)
Con la dedizione a Venezia il territorio bergamasco è diviso in 14 quadre. La quadra di Val Seriana Inferiore comprende Nembro (che aggrega anche Alzano superiore, Pradalunga e Cornale), Alzano inferiore, Nese, Ranica, Albino, Vall’Alta (con Cene di sotto), Desenzano e Comenduno. Su di essa il Vicario di Valle esercita la sua giurisdizione.
Le funzioni del Vicario sono definite dagli statuti di Valle Seriana Inferiore del 1434. Dura in carica 6 mesi, o più o meno a discrezione del Podestà di Bergamo. Deve risiedere in valle e tenere un notaio con funzioni di cancelliere, da eleggersi dagli anziani. Ha diritto ad un salario ed all’alloggio; è obbligato a tenere una “famiglia” sufficiente (ossia il gruppo di funzionari necessari per l’espletamento delle funzioni a lui demandate). Deve garantire la riscossione delle pene pecuniarie comminate in base agli statuti. Non può ricevere dai comuni compensi aggiuntivi o doni. Al suo ingresso deve prestare giuramento di osservare rettamente gli statuti. Dev’essere pagato mese per mese, mentre il salario dell’ultimo mese è trattenuto fino alla sentenza assolutoria sulla bontà del suo operato da parte di sindacatori appositamente eletti. Non può chiedere aumento di salario, né altro che gli procuri guadagno. Il mandato del Vicario può essere prorogato, senza che i suoi “famigliari” siano necessariamente riconfermati. Il Vicario deve dare fideiussione per sé e per la sua “famiglia”.
Il Vicario presiede il consiglio degli Anziani di Valle (composto da 9 membri) che ha un ruolo esecutivo nelle questioni di interesse sovraccomunale, controlla i conti, impone il calmiere del pane, elegge il tesoriere scegliendolo fra i tre candidati proposti da Albino, Nembro e Alzano, provvede ad eseguire i mandati di Venezia.
La Valle Seriana Inferiore fa parte del Consiglio generale di Montagna con la Valle Seriana superiore, la Valle Brembana inferiore, la Valle Brembana superiore, la Valle Brembana oltre la Gocchia, la Val S.Martino e la Valle Imagna.
La relazione del rettore di Bergamo Giovanni Da Lezze del 1596 (4) traccia sinteticamente le mansioni giuridiche del Vicario di valle:
“[La valle] Ha un Vicario per governo, cambiandosi ogn’anno, mandato dalla Città, con auctorità nel civile di giudicare sin £.200 et nel criminale a £.50, con sallario de fiorini 10 al mese , ma questi sono applicati all’Arsenale, restando perciò solo se non con l’utile degl’atti della banca, quali possono importar circa 200 ducati l’anno, et ha obligo di condur seco un nodaro.”
Le cause più gravi sono demandate al Podestà di Bergamo.
Contro le sentenze del Vicario è ammesso ricorso presso i sindacatori.
Nel 1455 Venezia assegna la residenza del Vicario a Nembro, ma 5 anni dopo un compromesso stabilisce che il Vicario amministri la giustizia il lunedì ed il venerdì ad Albino, il martedì ed il sabato ad Alzano, il mercoledì ed il giovedì a Nembro.
Il palazzo giuridico
Il Vicario ha la sede principale in Nembro, nel palazzo giuridico acquistato a spese della Valle e situato di fronte al palazzo del Comune, ma amministra la giustizia anche nei palazzi di Alzano e di Albino. Nel registro che ci è pervenuto non sempre il notaio esplicita in che sede sta operando; alcuni atti sono redatti nel palazzo di Nembro anche se i fatti sono avvenuti in altri comuni del circondario (cc. 11v,16v,19,21,32,39,46,49,50,53v, 127), quattro atti sono verbalizzati ad Alzano (cc. 34v,40v,42,73), uno ad Albino (c. 115). Talora il notaio stesso va a raccogliere le informazioni a casa della vittima.
Nel libro di storia locale “Nembro e la sua storia” (5) viene dettagliatamente descritto il palazzo del Vicario in Nembro dove si riunivano gli Anziani ossia Deputati dei singoli comuni per i consigli mensili e straordinari.
Nel Trecento in Albino la giustizia si amministra sotto il portico comunale situato di fronte all’ingresso orientale della chiesa di S.Bartolomeo. Dal portico prendeva nome la platea porticii, piazzetta antistante in cui si radunava la gente per assistere all’amministrazione della giustizia e su cui si affacciava la casa del Comune. Nell’estimo dell’anno 1476 il portico, con il piccolo appezzamento di terreno pertinente di 5 tavole, è elencato fra le proprietà comunali.
Il palazzo del Vicario in Albino è edificato nel 1484, dopo che il notaio Paolo Giorgi ha ratificato una convenzione fra i consoli di Albino ed i fratelli Bianchetti proprietari dell’appezzamento a nord del palazzo.
Giuseppe Mozzo (6) descrive in dettaglio il palazzo del Vicario:
“Il palazzo del Comune fu fabricato l’anno ( ), è antico e ci pare nel prospetto era dipinto da mano antica e v’erano effigiati con S.Giuliano, con sotto duoi versi, altri santi et era un poco più in su di quel armo (7) antico di marmo verso il tetto, e questo armo fu fatto come si vede l’anno 1447 e sopra nella cornice nel sfrizo (8) trovasi queste parole: Ubi Justitia, Pax, Caitas et Amor ibi Deus est (9).
Fu poi imbocato (10) l’armo che sin all’hora in alcune parti era muro sgreso (11) come rimane hora pure verso Fachetti e S.Bartolomeo.
Dentro poi v’è un celtro grande che forma una spacciosa stanza con attorno le banche, con due balconate e un ingresso, e poi il luogo ancora dove risiede il Vicario di Valle, il luogo … e nella fasciata v’è dipinta la giustitia con un puttino per parte: uno alla destra tiene un armo del Vicario di quel tempo 1571, che fu Martino Passi, come si può vedere dall’inscritione, quello alla sinistra tiene l’arma del Commune d’Albino fatta come siegue, che ha un campo diviso per longo, quello a destra bianco e quello alla sinistra rosso, con in mezzo il S.Vescovo S.Albino nostro protettore … principale. La giustitia ha sotto i piedi questo detto: Vinculum humanae societatis; sopra la testa della Giustitia ha un S.Marco con sotto questo motto: diligite iustitiam qui videbitis orbem (12). E queste pitture sono fatte dal Zucco. Ha in oltre al incontro di quella faciata verso sera un Ecce Homo coperto con un uscio fatto li 14 marzo 1608. Ha poi dentro altre pitture attorno d’arme de Vicarii, e perchè il celtro è fatto a imposte tra un spigolo e l’altro dell’imposta vien fatto un armo.
Confina poi con la piazza grande del sacrato verso mezzogiorno, verso sera con strada commune o con una piazzetta avanti S.Bartolomeo, a monte Fachetti, a mattina la Veneranda Misericordia. Sotto la figura dell’Ecce Homo vi sono questi versi: Nexo pro iustitia vitam per vulnera fudi, mors mea iustitiam te tueare monet (13).
Balconi di sopra con stanze per fratelli, stanze della Misericordia a celtro, per il formento, scale grandiose, di fori una grande imagine del Moroni con l’iscricione in alto: Beati Misericordes, e a lati in fondo: Quod uni ex minimis meis fecistis, da una e dal altra: mihi fecistis MDLXX (14).
Il Reverendo Signor don Giacomo Noris fece fare avanti il Palazzo il rizzo (15), che prima non v’era cosa veruna su fango e fu l’anno 1726 da mastro Vicenzo Rimondi e suoi figli.”
La data 1447 dello stemma del Vicario indicata dal Mozzo è da correggere in 1487.
Una delibera del Comune di Albino del 16 settembre 1487 (16) descrive le motivazioni della realizzazione dello stemma in marmo, che ancora oggi campeggia sulla facciata della casa situata di fronte all’ingresso orientale della chiesa di S.Bartolomeo. Ne riporto il testo in libera traduzione dal latino:
In nome di Cristo, amen.
Quando era molto noto in tutta la nostra patria bergamasca, e in verità molto meno nella nostra repubblica albinese, che la celebre e numerosa famiglia dei Bursa di S.Pellegrino avesse generato in abbondanza uomini illustri nel civile e nel servizio militare, dalle sue radici ha generato nel nostro secolo l’eccellente uomo Bartolomeo Marino, il quale sempre ha cercato di imitare le gesta degli antenati, così che tutti riconoscevano che ne aveva accresciuto la fama in modo magnifico e sapiente, con il favore di tutto il magnifico Senato di Bergamo, che lo ha avuto per magistrato di questa nostra Valle Seriana con il plauso di tutto il popolo. Ha gestito questo incarico in modo felice e desiderabile ed ha amministrato con cura in modo pio, devoto e giusto, così che chi era stato da lui condannato lo amava molto, e quelli a cui era stata resa giustizia lo ammiravano e rispettavano la fortunata valle e le felici terre che avevano avuto un tanto e tale pretore.
Egli è quell’uomo che fulminò i vizi, promosse le virtù e diede a ciascuno quello che era suo senza eccezione di persona. Mai si sarebbe potuto desiderare che da Dio ottimo e massimo si venisse dotati di tanto rettore. Quest’uomo, non avendo alcuna occasione di propria ricompensa e di notorio comodo, con i suoi auspicii rese libera e immune la detta valle affidata al suo rettorato, mentre prima era gravata di oneri e salari forse per colpa dei suoi predecessori. Per cui non ha minor merito di qualsiasi altro suo degnissimo predecessore, come uno che, grazie all’ottima natura e virtù ereditata dagli avi, non approfittò di un apice od iota delle leggi della stessa Valle a lui affidata, e si mostrò equanime sia per il ricco che per il povero.
Quindi si vuole gratificare tale e tanto uomo con qualche insigne ricompensa per il servizio prestato, così che sempre rimanga celebre nei cuori dei cittadini la sua memoria, dedicando al suo nome e onore il palazzo pubblico e di giustizia iniziato su suo consiglio con pubblica spesa, e collocare nella sua più importante struttura, col suo consenso, la famosa insegna araldica della sua gente, che rappresenta la torre ed al di sopra il re, prova di mutua alleanza e segno di comune fazione e testimonio di dolcissima consuetudine avuta con lui.
Infatti i suoi antenati avevano ottenuto questo stemma militando sotto illustri principi per valorose imprese a favore dello stato, al suo interno e fuori, significando nella torre la fortezza della gente, nel re la giustizia e la mansuetudine.
In verità anche se si dovrebbe costruire a onore di un cotanto uomo una statua equestre nel foro pubblico per il suo grande merito nei confronti della nostra repubblica, tuttavia si onora la sua eccellenza con la sua insegna araldica nello stesso luogo più insigne costituito in memoria perpetua della sua celebrità, perchè serva da pubblica attestazione e fama perpetua, e faccia conoscere la devozione e la gratitudine del popolo albinese e della nostra patria nei confronti dell’illustre pretore e singolare decoro della tua famiglia.
A testimonianza di questo fecero scrivere da me Paolo Giorgi cancelliere le presenti lettere e corredarle del sigillo della Comunità di Albino.
Da Albino il 16 settembre 1487.
La monografia intitolata “Alzano nei secoli”(17) riferisce che sul palazzo di Alzano nel 1487 era stato dipinto uno stemma ricalcante nelle allegorie quello in bassorilievo murato ad Albino, in onore dello stesso Vicario Bartolomeo Bursa.
La sistemazione interna della sala del Vicario nel palazzo di Albino, con installazione di sedili lungo le pareti, fu commissionata a Francesco Moroni, padre del pittore Giovan Battista il 27 dicembre 1538 (18).
Note
(1) Cfr. Tiraboschi, Vicario di Valle 2004, pp. 2-6.
Gli statuti di valle sono stati trascritti e commentati nella tesi di laurea di Loredana Nava, “Lo statuto di Valle Seriana Inferiore del 1434, sua importanza nella storia politica ed economica della Valle”, Università Cattolica del sacro Cuore di Brescia, Facoltà di Magistero, anno accademico 1972-1973, relatore prof. Sinatti D’Amico Franca.
(2) Archivio di Stato di Bergamo, fondo notarile, notaio Vitalba Francesco, cart. 2768, 2 luglio 1556.
(3) Sulla dimensione istituzionale ed operativa del Vicariato si ha un utile riscontro in Silvia Rossi, “Un notaio del Vicario in Valle Brembana a metà del Cinquecento”, in ‘Archivio Storico’ Bergamasco 14, N. 1, anno VIII,1988, pp. 17-36.
(4) Giovanni Da Lezze, “Descrizione di Bergamo e suo territorio”, 1596, a cura di Vincenzo Marchetti e Lelio Pagani, Amministrazione Provinciale, Bergamo 1988.
(5) Giovanni Bergamelli, Luigi Bergamelli, Gabriele Carrara, “Nembro e la sua storia”, Amministrazione Comunale di Nembro, 1985, p. 77.
(6) Biblioteca Civica A.Mai di Bergamo, Giuseppe Mozzo, “Antichità bergamasche”, vol.VIII, c. 117.
(7) Stemma o blasone.
(8) Fregio.
(9) Dove c’è giustizia, pace, carità ed amore qui c’è Dio.
(10) Murato.
(11) Grezzo.
(12) Amate la giustizia voi che giudicherete il mondo.
(13) Per le ferite ho dato la vita per la giustizia; la mia morte ti ammonisce a promuovere la giustizia.
(14) Beati i misericordiosi. Ciò che avete fatto ad uno dei miei più piccoli, l’avete fatto a me.
(15) Selciato.
(16) Archivio di Stato di Bergamo, Fondo notarile, notaio Paolo Giorgi, cart. 670, 16 settembre 1487.
(17) A. Mandelli, “Alzano nei secoli”, Edizioni Bolis, Bergamo 1988, p. 60.
(18) Archivio di Stato di Bergamo, Fondo notarile, notaio Gian Luigi Seradobati, cart. 1472, c. 251.".
Il Vicario di Valle entrava in carica il 1° agosto; dal Seicento l’11 novembre.
Complessi archivistici
- Vicario della Valle Seriana Inferiore (1586 - 1587)
Soggetti produttori
- (collegato a) Comune di Albino (CENS) sec. XII ? -
Compilatori
- Aggiornamento scheda: Sergio Del Bello (Archivista) - Data intervento: 21 novembre 2006
- Aggiornamento scheda: Fausta Bettoni (Archivista) - Data intervento: 10 ottobre 2010
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/groups/UniPV_CentroMano-/creators/5589