Ufficio tecnico (1873 - 1951)
130 unità archivistiche di primo livello collegateClasse
Nella classe "Ufficio tecnico" è confluita la maggior parte delle pratiche della categoria.
Il 29 luglio 1921 il Comune di Vigevano approvava la decisione del sindaco di dare incarico all'Ufficio tecnico di studiare un piano regolatore e un piano di ampliamento per la città, soprattutto "per dare una norma ai fabbricati che sorgono alla periferia dell'abitato". Nel 1930 venne steso un progetto per il collegamento dei nuovi quartieri periferici con una strada di circonvallazione da corso Milano a corso Genova. "A seguito del rapido e fiorente sviluppo delle industrie delle calzature e delle tessiture, e del conseguente incremento della popolazione del Comune, (passata nel giro di un trentennio dai 20000 abitanti dell'anno 1900 ai 35000 di oggi) nuovi quartieri sono sorti in questi ultimi decenni alla periferia del vecchio nucleo della città. Senonchè, in mancanza di un piano regolatore e di ampliamento razionalmente studiato, le nuove costruzioni sono sorte nel modo più disordinato, disponendosi con assoluta prevalenza ai margini delle esistenti strade, provinciali e comunali che si dipartono da Vigevano. Ne è risultato un ampliamento della città a carattere radiale: i nuovi nuclei periferici sono collegati direttamente soltanto con il centro e non fra di loro, sicchè per andare dall'uno all'altro bisogna sempre tornare al vecchio centro e di qui dipartirsene". Inoltre Vigevano era un nodo stradale di primo ordine, dove convergevano tutte le strade della Lomellina. Il progetto viene affidato agli ingegneri Roncalli Camillo e Maroni Cesare.
Tra il 1910 e il 1924 veniva studiato un progetto per la costruzione dei bagni pubblici popolari a Vigevano. Questi si rendevano necessari per il fatto che la classe operaia (che rappresentava circa il 75% della popolazione totale di Vigevano) trascorreva la giornata lavorativa "in opifici per la massima parte improvvisati e perciò non igienici" e, data la penuria degli alloggi, si ammassava in ambienti ristretti "con grave pregiudizio della pubblica salute". Ciò aveva, secondo la Giunta comunale, anche un valore educativo, spingendo la popolazione a curare di più l'igiene personale. I bagni furono costruiti in C.so Garibaldi e l'esercizio venne affidato con un contratto quinquennale (dal 15 luglio 1926 al 14 luglio 1931) al sig. Ferrari Luigi, mutilato di guerra; l'inaugurazione si tenne il 19 luglio 1926.
Il 5 marzo 1926 veniva deliberato di annullare il vecchio regolamento edilizio approvato il 19 novembre 1909 e di adottare il nuovo che subordinava all'autorizzazione dell'autorità municipale ogni lavoro di costruzione o di ristrutturazione edilizia, creava una Commissione igienico−edilizia (presieduta dal sindaco o da un assessore delegato) che avrebbe assistito «con voto consultivo» l'amministrazione comunale e che sarebbe stata composta dall'ufficiale sanitario e da 4 membri nominati dal Consiglio comunale («possibilmente fra i tecnici legalmente autorizzati alla firma dei disegni e alla direzione dei lavori») e duranti in carica un biennio, anche se normalmente due di loro avrebbero dovuto uscire di carica ogni anno. Il nuovo regolamento era composto di 78 articoli e suddiviso in XIV capi: I − Disposizioni generali; II − Formazione e funzionamento della Commissione edilizia; III − Attribuzioni del sindaco, della Giunta, del Consiglio comunale e della Commissione edilizia; IV − Autorizzazione per l'esecuzione delle opere e norme relative; V − Occupazione temporanea del suolo pubblico; VI − Cautele di sicurezza nella esecuzione dei lavori; VII − Disposizioni riguardanti l'aspetto dei fabbricati prospicienti le vie e le piazze; VIII − Solidità e sicurezza dei fabbricati; IX − Altezza delle case e dei piani in relazione alla larghezza delle vie e dei cortili; X − Opere esteriori ai fabbricati; XI − Servitù ai fabbricati e numeri civici; XII − Monumenti ed edifici nazionali; XIII − Sorveglianza e penalità; XIV − Disposizioni diverse e transitorie.
Il 25 luglio 1928, dopo vari anni di modifiche e di trattative, il Comune di Vigevano vide finalmente omologare dal Ministero dei lavori pubblici il nuovo regolamento edilizio, composto questa volta da ben 83 articoli. Nacque anche una vertenza con i geometri che si videro negare la possibilità di firmare i progetti di nuove costruzioni.
Si legge nella relazione dell'assessore delegato ai lavori pubblici letta durante la seduta del Consiglio comunale del 24 novembre 1924: «La sistemazione del vecchio Ospedale a nuova sede del Comune ha portato alla demolizione di vecchie costruzioni esistenti a giorno dei corpi principali di fabbricato dell'Ospedale stesso allo scopo di isolarli e metterli in valore. Conseguenza di queste demolizioni furono l'apertura di una strada a giorno dell'attuale Palazzo municipale e di una grande piazza fra gli edifici principali dell'ex Ospedale ed il Palazzo vescovile. Questa piazza limitata al Naviglio parve sufficiente per la destinazione a mercato ed avrebbe dovuto essere corredata di ampie tettoie per mercato coperto. La caduta dell'Amministrazione che fece i primi lavori e la grande guerra impedirono la costruzione di queste tettoie. L'amm. Cazzani, riconosciuta l'insufficienza della Piazza agli aumentati bisogni dei mercati che presero uno sviluppo eccezionale provvide ad aumentare la piazza colla copertura del Naviglio. Oggi la piazza è forse ancora insufficiente, oggi ancora è sentita sempre più la necessità di una parte almeno di mercato coperto onde permettere, in aggiunta all'ordinario mercato bisettimanale, un mercato continuato per potere impedire una volta per sempre che la nostra bella Piazza Ducale […] abbia ad essere deturpata colla permanenza di indecorosi e luridi banchi per vendita di formaggi, verdure, frutte e via dicendo. La vostra Amministrazione ha pertanto unanimemente deliberato di proporvi la sistemazione dei fabbricati che racchiudono il terzo cortile dell'ex Ospedale in modo da riunire esso cortile alla Piazza procurando nel contempo ampi porticati a mercato coperto». Il nuovo mercato venne aperto il 4 dicembre 1926. Il 2 dicembre del 1929 nella sala del Palazzo comunale, alla presenza delle maggiori autorità e rappresentanze di tutti gli enti e categorie della cittadinanza, per rendere omaggio a SAR il principe di Piemonte in occasione delle sue nozze, venne stabilita all'unanimità la costruzione di due asili e nidi d'infanzia da erigersi in prossimità dei due edifici scolastici; l'ospedale civile assicurò un contributo di L. 100.000 la stessa cifra promise la locale Cassa di risparmio, oltre al contributo dei maggiori enti ed istituti cittadini il Comune dal canto suo stanziò un contributo di L. 200. 000; dopo una lunga trattativa tra il comitato comunale pro Asili e Nidi d'infanzia, presieduto dal podestà Scotti Giuseppe e il signor Ornati Angelo, questi cedette il terreno retrostante la proprietà comunale situata tra il viale Francesco Sforza e la Roggia vecchia. Nel febbraio 1935 avverrà il collaudo delle opere murarie compiute dalla locale Società anonima cooperativa muratori ed affini, e venne inaugurato il 30 giugno del 1935; successivamente con una delibera del 27 novembre 1936 il Comitato pro asili nidi d'infanzia donerà al Comune lo stabile ultimato. L'opera costò complessivamente circa L. 700.000. Nel 1946 la giunta municipale prende atto di una lettera con la quale i gruppi consiliari comunisti e socialisti propongono che sia costituita una commissione di studio del problema edilizio cittadino in cui siano rappresentati gli interessi di tutte le attività che reglolano la vita della città approvando pienamente la proposta stessa ed invitando, come da segnalazione dei due gruppi, la sezione locale del partito democratico cristiano ad indicare il nome di uno dei suoi deputati alla Costituente.
Codici identificativi:
- MIBA01C376 (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/groups/UniPV_CentroMano-/fonds/153050