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Polpenazze. Archivio della Commissaria Biolchi - aggregato all'archivio comunale di Polpenazze. Inventario

Polpenazze. Archivio della Commissaria Biolchi - aggregato all'archivio comunale di Polpenazze. Inventario (1501 - 1965)

145 unità archivistiche di primo livello collegate

Consistenza archivistica: Bb. 49 conteneti 145 unità archivistiche

Storia archivistica:

Il fatto che l’amministrazione dell’ente fosse caratterizzata da modalità operative istituzionalmente approssimative e marcate invece da procedure “individualistiche”, non permise l’impianto di un qualche sistema specifico e predefinito di classificazione e conservazione della documentazione prodotta. Ad onore del vero va detto che le modalità gestionali e le finalità operative delle opere pie rivestivano un carattere di novità e la loro attuazione ed organizzazione erano soggette, almeno nei centri minori, più alle situazioni contingenti che a elementi previsionali e decisionali stabili e ripetitivi.
Si pensi ad esempio alla gestione delle proprie risorse finanziarie che durante quasi tutto il secolo XIX fu basata sulla concessione di denaro a prestito dietro pagamento di un interesse: per connivenze o per scarsa capacità, spesso tali prestiti risultavano inesigibili o provocavano il ricorso a procedure giudiziarie che appesantivano molto una “burocrazia” già di per sé limitata e poco preparata. A riprova della mancanza di elementi di classificazione di una qualche stabilità basta analizzare l’inventario delle carte della commissaria Biolchi redatto nel 1860, dallo stesso estensore materiale di quello della congregazione (almeno a giudicare dalla grafia): esso mostra chiaramente la semplice accumulazione “funzionale” della documentazione, senza ordine teorico in qualche modo predefinito. Elencati in 22 punti troviamo tutti gli atti e le carte prodotto o accumulate nei circa cinquanta anni di vita della commissaria: vi figurano “registri cartelle, colti, altri registri” senza altro elemento di articolazione interna se non, naturalmente, la descrizione del contenuto della documentazione stessa (1).
Agli inizi del ‘900, analogamente a quanto avvenuto per l’archivio della congregazione, si tentò di mettere in opera un sistema di classificazione degli affari limitato, a quanto risulta dai pochi fascicoli superstiti classificati secondo tale sistema, solo alla gestione patrimoniale: tali unità (circa una decina riguardanti la gestione dei beni immobili, vendite, locazioni, ed i capitali attivi) risultano classificate per categorie e classi. La portata di tale intervento sembra però limitala e poco durevole e risulta perciò difficile anche solo tentare di fornire una spiegazione od un’analisi archivistica della sua messa in opera.
Altre testimonianze indirette ma utilissime relative all’organizzazione dell’archivio sono costituite dai due documenti redatti da funzionari esterni alla commissaria: si tratta del verbale di ispezione all’amministrazione della commissaria effettuata dal dirigente del commissariato distrettuale e da un ragioniere nel 1852, e della relazione redatta pochi anni dopo da un commissario inviato ancora dal commissario distrettuale, per porre rimedio ad irregolarità amministrative e patrimoniali. In entrambi i casi le relazioni costituiscono involontariamente la descrizione della prassi amministrativa riguardo alla gestione patrimoniale ed aprono al contempo uno squarcio sulle inefficienze e sulle lacune della gestione, inefficienze e lacune che naturalmente ebbero ripercussioni sulla tenuta dell’archivio.

NOTE:
(1) L’inventario si trova nell’unità in b. 1 fasc. 9; va ricordato a questo proposito che nel 1852 e nel 1858 il riordino patrimoniale aveva comportato un intervento sulla documentazione che a detta dei due responsabili degli interventi si trovava in uno stato di disordine quasi totale, come mostra del resto la mancanza pressoché costante di elementi di classificazione sugli esibiti e sugli atti dell’archivio.

Nota dell'archivista:

Mancando del tutto indicazioni relative alle pratiche correnti di classificazione, archiviazione e conservazione della documentazione, ed essendo le carte state trovate in condizioni non ideali. si è dovuto impiantare ex novo un ordinamento che fosse al contempo semplice, chiaro e non troppo distante dalla situazione originaria. Si sono perciò individuate alcune aree tematiche in base alle quali ordinare la documentazione, che peraltro è stata trovata ancora parzialmente accorpata in buste originarie (non coeve, ma relative ad un intervento di condizionamento del materiale non si sa a che momento effettuato). La prima area fa riferimento all’amministrazione dell’opera pia in senso lato, e comprende lo statuto ed i regolamenti, le deliberazioni, e le pratiche amministrative di carattere generale (dipendenti, rapporti istituzionale con le istanze superiori ecc.); la seconda fa riferimento alla gestione del patrimonio in generale (immobili e prestiti a interesse o capitali); la terza riguarda i bilanci preventivi ed conti consuntivi con tutta la documentazione contabile accessoria; la quarta riguarda gli atti antichi di pertinenza delle famiglie Biolchi ed Olivieri, che entrarono a fare parte del patrimonio della commissaria unitamente ai beni immobili e ne costituiscono l’appoggio documentario (in senso lato).
L’archivio della commissaria Biolchi, costituito da 145 unità, contenute in 49 buste, risulta dunque così articolato:
Serie 3.1 Statuto, deliberazioni, nomina dei membri ed amministrazione
Serie 3.2 Patrimonio e gestione
Serie 3.3 Con li preventivi e consuntivi
Serie 3.4 Atti confluiti: carte del reverendo Biolchi e della famiglia Olivieri.

Soggetti conservatori

Soggetti produttori

Progetti

Compilatori

  • Prima redazione: Giovanni Zanolini (Archivista)
  • Revisione: Roberto Grassi (Archivista)